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Autore: blackmiranda    12/03/2013    10 recensioni
*INCOMPIUTA* Sette anni dopo la battaglia contro Deep Blue, una nuova minaccia si profila all'orizzonte. C'è solo un problema: le Mew Mew hanno definitivamente perso la loro mutazione e non possono più trasformarsi. Di conseguenza, Ryou è costretto a creare una nuova squadra di combattenti.
Riusciranno le nuove ragazze a sopportare il peso della loro missione e ad uscire a testa alta dal confronto con Ichigo, Minto, Retasu, Purin e Zakuro? E chi c'è dietro a questi nuovi attacchi alla Terra?
I nostri eroi saranno costretti ad affrontare un passato dimenticato e un futuro incerto, riscoprendo, passo dopo passo, l'amicizia e l'affetto che li legavano un tempo.
(Anche se dall'introduzione può non sembrare, in questa storia sono presenti tutti i personaggi dell'anime, più qualche "new entry". Mi impegno a dare a tutti loro il giusto spazio, magari sotto una luce diversa).
Era incredibile come nessuno di loro tre fosse riuscito ad essere immune al fascino di quelle umane ibridate. Cosa avevano mai di così speciale, da farli cadere ai loro piedi in quel modo vergognoso? Che diamine di sortilegio avevano gettato su di loro?(Cap.28)
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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1. Memories 1. Memories



Seduta alla propria scrivania, Retasu sorbiva piccoli sorsi di caffè bollente, godendosi la fragranza e il calore della bevanda. Fuori nevicava; i vetri della biblioteca erano tutti appannati, e ai margini inferiori delle finestre si erano formate delle scintillanti incrostazioni di ghiaccio.


Un ragazzo le si avvicinò, chiedendo di poter prendere in prestito una pila di libri. Retasu gli sorrise, poggiando la tazza di caffè sulla scrivania. Quando la riprese in mano, si rese conto di aver lasciato un alone di caffè sul legno marrone chiaro. Imbarazzata, prese un fazzolettino di carta dalla borsa ed asciugò il caffè alla bell'e meglio.

Sempre la solita imbranata, pensò aggiustandosi gli occhiali sul naso. Aveva cambiato montatura, finalmente: non indossava più quella vecchia, dalle grandi lenti rotonde; aveva scelto un modello un po' più moderno, con lenti rettangolari. Inoltre, da qualche anno portava i capelli corti, sulle spalle. Nel complesso, nonostante il vestiario piuttosto spartano, aveva un aspetto più giovanile rispetto a quando era una ragazzina.

Chiuse gli occhi per un attimo. Il silenzio che regnava in biblioteca era davvero meraviglioso.

Lavorava lì part-time per pagare, almeno in parte, gli studi di medicina all'università. Una volta finito di lavorare, tornava a casa a studiare. Abitava ancora con i suoi genitori, nella piccola casa in cui aveva sempre vissuto.

Si stiracchiò sulla sedia. Si era rivelata essere una giornata piuttosto fiacca; evidentemente molti utenti si erano fatti scoraggiare dalla neve e avevano deciso di restare a casa.

Con un rapido clic, Retasu aprì la propria casella di posta elettronica per controllare se fossero arrivate nuove mail. Non c'era nulla di nuovo. Stava quasi per chiudere la pagina, quando la sua attenzione fu attirata da un video di un noto telegiornale americano. Cliccò su play, assicurandosi che il volume fosse al minimo.

Ciò che vide le fece gelare il sangue nelle vene. La reporter, una giovane donna dai lunghi capelli biondi e il trucco impeccabile, parlava concitatamente mentre alle sue spalle si vedeva un gruppo di soldati americani sparare a quello che sembrava...

Non è possibile.

Ma era lì, di fronte ai suoi occhi. In mezzo ad una delle strade più trafficate di New York, accerchiato da soldati armati di mitra, c'era un Chimero.

Una specie di gigantesco puma, con zampe in grado di fracassare la carrozzeria di un'auto.

Si disse che non poteva essere un Chimero. Non dopo tutto quel tempo. Eppure, nonostante fossero passati quasi sette anni dall'ultima volta che ne aveva visto uno, Retasu sapeva ancora che aspetto avessero quei mostri. Ne aveva combattuti troppi per dimenticarli così facilmente.

Il cuore le batteva all'impazzata, mentre cercava di capire cosa stesse dicendo la reporter.

... All of this is real. The giant feline was killed approximately two hours ago. Since then, the police has closed the streets sorrounding the animal and it hasn't been possible to get a closer look at the scene, but...

Hem hem!” fece improvvisamente il suo capo, un attempato cinquantacinquenne dall'aspetto perennemente corrucciato, arrivatole silenziosamente alle spalle.

Retasu si girò di scatto, incontrando lo sguardo poco amichevole del suo superiore.

“Midorikawa, non ti pago per guardare i video in internet.”

“S-sono desolata, Yamashita-san.” balbettò la ragazza arrossendo da capo a piedi. Si affrettò a chiudere la pagina. “La prego di perdonarmi.” aggiunse alzandosi in piedi e facendo un piccolo inchino.

Yamashita sembrò soddisfatto delle scuse e se ne andò.

Retasu non riuscì a trovare il coraggio di dare un'altra occhiata al video.

Vedere quel mostro le aveva riportato in mente pensieri e sensazioni che non ricordava più di aver provato, un passato che aveva creduto di essersi lasciata alle spalle per sempre.

Non era sicura di volersi abbandonare ai ricordi.

Guardò fuori dalla finestra, malinconica. La neve cadeva a pesanti fiocchi. Sembrava voler ricoprire tutto.



***


Tornò a casa che era quasi buio. Uscita dal lavoro si era fermata a fare un po' di spesa.  

Quando mise piede in casa, carica di borse della spesa, le si appannarono le lenti degli occhiali e per poco non andò a sbattere contro uno scaffale pieno di ninnoli in ceramica.

Sua madre arrivò in tempo a prestarle soccorso. “Dov'è papà?” chiese Retasu dopo averle dato un bacio sulla guancia, essersi tolta i pesanti scarponi marrone chiaro e aver appeso il lungo cappotto blu scuro all'appendiabiti.

“Oh, stasera lavora fino a tardi.” rispose sua madre. “Tra poco è pronta la cena.” aggiunse poi calorosamente, sparendo in cucina.

Retasu salì di corsa al piano di sopra. Entrata nella sua camera, si stese sul letto, sospirando.

Non era riuscita a togliersi dalla testa il video che aveva visto quella mattina. Guardò il suo portatile sulla scrivania. Pensò di accenderlo, ma poi cambiò idea. Aveva le braccia molli e le gambe non la reggevano.

Chiuse gli occhi, respirando lentamente. Poi tirò fuori il cellulare dalla tasca della gonna di lana che indossava, scorrendo febbrilmente la rubrica. Era un modello un po' vecchio, ma funzionava ancora bene.

Si fermò al nome di Keiichirou. Fissò lo schermo del cellulare per qualche minuto, incerta sul da farsi.

Infine premette il tasto verde di chiamata. Il telefono squillava: Keiichirou non aveva cambiato numero, neanche dopo tutti quegli anni.

Dopo molti squilli, finalmente rispose una voce maschile. Era piuttosto profonda, e tradiva un velo di stanchezza.

“Pronto?”

Retasu deglutì, mentre il cuore le batteva forte. “Akasaka-san?” chiese con un filo di voce. “S-sono Retasu. Spero di non disturbare...”

La voce maschile esitò, prima di rispondere. “Retasu-san, sei davvero tu?” chiese acquisendo un tono caloroso e gentile. Il tono di voce di Keiichirou.

“Sì, sono io. Ciao!” disse Retasu ridendo nervosamente.

“Da quanto tempo non ci sentiamo!” fece Keiichirou. “Come stai? Tutto bene?” chiese poi.

“Oh, sì, tutto bene. E tu – voi?” fece lei schiarendosi la voce.

“Tutto benissimo.” rispose lui allegramente.

“Bene, mi fa piacere.” fece lei. Seguì un momento di silenzio imbarazzato. Retasu si fece coraggio, mordendosi il labbro.

“Io ho chiamato per sapere... ecco... oggi ero in internet, e... ho visto un video della CNN, e mi è sembrato...”

“Oh.” la interruppe lui, laconico.

Retasu trattenne il respiro. “Allora, è quello che credevo? Un Chimero?” lo incalzò.

Keiichirou sospirò. “Credo che faremmo meglio a parlarne a quattr'occhi.” L'allegria nella sua voce era sparita. “Ma, Retasu... Sappi che non sei costretta a fare nulla.”

Retasu corrugò la fronte, confusa. “In che senso..?”

“Ascoltami bene. Tu sei stata una Mew Mew, e hai salvato il mondo insieme alle altre. Ma la mutazione è svanita anni fa, e non c'è modo di riaverla indietro, perciò...”

Retasu capì, e uno strano senso di delusione si fece strada nel suo petto.

“Cioè mi stai dicendo che, anche se quello fosse davvero un Chimero, io non potrei fare niente? Che non potrò più essere una Mew Mew?”

“Purtroppo è così. Perciò, non devi sentirti in obbligo di...”

“Ma io voglio sapere!” esclamò lei. “Voglio potervi aiutare, anche se significherà solo portarvi una tazza di tè alla scrivania, mentre ve ne state davanti al computer tutto il giorno.” Sentì il pizzicore delle lacrime che minacciavano di uscire.

“Perché è questo che fate, no? Come sempre.” aggiunse, mentre le parole le si strozzavano in gola. “Come sta lui?” chiese poi, e in quel lui erano condensate una miriade di parole ed emozioni non dette.

Sentì che Keiichirou sorrideva, dall'altro capo del telefono. Un sorriso triste. “Se la cava. Ci sono io con lui, non preoccuparti.”

Retasu tirò su col naso. “Grazie.” disse asciugandosi gli occhi.

Dopo un'altra pausa, Keiichirou disse: “Sei libera domani pomeriggio? Possiamo prendere un caffè.”

Retasu annuì, poi, rendendosi conto che non poteva vederla, disse: “Sì. Dopo le due sono libera.”

Una volta terminata la chiamata, Retasu si sedette sulla sponda del letto, portandosi una mano al petto, il punto in cui un tempo era comparsa la voglia che la sanciva come membro ufficiale delle Mew Mew.

Da anni ormai non c'era più nulla, e se all'epoca la scomparsa dei poteri l'aveva rattristata, ci aveva messo poco ad apprezzare la sua ritrovata normalità. Del resto, non amava combattere.

Non era quel tipo di persona.

Tuttavia, risentire la voce di Keiichirou le aveva fatto tornare alla mente moltissimi ricordi.

Il lavoro quotidiano al Cafè Mew Mew. Le divise da cameriera. Il delizioso profumo dei dolci appena sfornati. Il brusio dei clienti. Le risate di Purin, le lamentele di Ichigo, le risposte acide di Minto, i silenzi assorti di Zakuro. Il sorriso gentile di Keiichirou.
 
E poi Ryou.

Sua madre la chiamò dal piano di sotto. La cena era pronta.

Retasu scese le scale, svogliata. Non era per nulla affamata.



***


L'indomani, alle due e un quarto del pomeriggio, una Retasu piuttosto nervosa entrò in un elegante Cafè non troppo distante dalla biblioteca. Si tolse cappello, guanti e sciarpa, guardandosi intorno furtivamente.

Il posto era alquanto affollato.

Comode poltroncine in velluto rosso scuro erano disposte lungo i muri dorati cosparsi di specchi. C'erano soprattutto coppiette innamorate che si scaldavano a vicenda attorno a fumanti tazze di cioccolata calda.

Retasu arrossì. D'un tratto, il suo sguardo incrociò un paio di occhi castano scuro, che la fissavano da sopra un menù.

Keiichirou. Non era cambiato affatto, si disse mentre gli si avvicinava, imbarazzata.

“Retasu-san. Grazie per essere venuta.” la salutò alzandosi in piedi.

Indossava un maglione blu scuro, da cui spuntava il colletto immacolato di una camicia, e un paio di pantaloni grigi. I capelli, come sempre raccolti in una coda, erano però più corti di come li ricordava.

“Ciao.” gli fece lei abbozzando un sorriso.

Dopo un attimo di esitazione, Retasu fece un piccolo inchino. “E' bello rivederti.” disse.

Keiichirou rimase in silenzio per un attimo. Poi la sorprese, attirandola a sé in un caloroso abbraccio.

Retasu ricambiò goffamente il gesto.

“Ma guardati! Stai molto bene. Hai cambiato montatura?” le disse lui una volta sciolto l'abbraccio.

“Ehm, sì. Un anno fa, più o meno.” balbettò Retasu aggiustandosi gli occhiali sul naso. “Posso sedermi?” aggiunse poi indicando la poltroncina di velluto rosso.

Keiichirou annuì. “Ma certo. Vuoi qualcosa da bere? Io ho ordinato un espresso.”

Retasu si tolse il cappotto, rivelando un completo che consisteva in una camicetta bianca dalle ampie maniche abbottonata fin sotto il mento e un'ampia gonna di tweed. “Oh, per ora niente. Anzi no, una cioccolata calda. Se si può.”

Keiichirou rise. “Certo che sì! Cameriere, una cioccolata calda per la signorina, per favore.” disse girandosi verso il bancone. Rivoltosi nuovamente verso di lei, le sorrise, evidentemente cercando di metterla a proprio agio.

“Mi fa molto piacere che tu sia venuta.” le confessò guardandola negli occhi.

Retasu sorrise timidamente. “Anche a me fa piacere essere qui.” Poi abbassò lo sguardo.

“Allora... era davvero quello che sembrava?” chiese sottovoce.

Lui esitò per un attimo, poi annuì. “Sì, era un Chimero. Non ci è ancora chiaro come sia possibile. I nostri radar non hanno individuato alcuna presenza aliena.”

“... Ne siete sicuri?”

“Al cento per cento.”

“E quindi?”

Keiichirou si strinse nelle spalle. “Per ora aspettiamo. Non possiamo fare nient'altro.”

Retasu corrugò la fronte. “Ma se dovessero tornare, come faremmo? Se noi abbiamo perso i poteri...” Si interruppe mentre venivano loro serviti il caffè e la cioccolata.

“Per ora è presto per fare congetture. Stiamo all'erta, ovviamente, ma non ha senso farsi prendere dal panico. Per cui, stai tranquilla.” disse lui mentre girava lo zucchero nella tazzina del caffè.

Retasu si morse il labbro. “Avete già pensato di reclutare altre Mew Mew?”

Keiichirou si portò la tazzina alle labbra. “Sei ancora in contatto con le altre?” chiese evitando la sua domanda.

“Beh, io... A volte sento Purin. Ci scriviamo.”

“Capisco. E' ancora in Cina?”

“Sì. E' sempre tanto indaffarata...”

“E le altre?”

“... Ci siamo perse di vista. Ichigo-san è in Inghilterra, Minto-san credo in Francia. E Zakuro-san...”

“Ah, certo. Hollywood. Chi avrebbe mai detto che sarebbe arrivata così in alto...”

Retasu sorrise amaramente. “E' che non ci vediamo da una vita. Non vorrei disturbarle. Saranno tutte molto impegnate...”

Keiichirou la fissò. “E tu?”

“Io studio. E lavoro.” rispose lei semplicemente.

Lui posò la tazzina sul tavolo. “Dimmi la verità, Retasu. Come ti senti, in questo momento della tua vita?”

La giovane donna sospirò. “Mi mancate. Tutti voi. Mi mancano quei giorni. E' assurdo, eravamo costantemente in pericolo, costrette a combattere ogni giorno... Ma adesso che ci ripenso, che guardo indietro e vedo cosa mi sono lasciata alle spalle, provo una profonda nostalgia. Come se avessi qualcosa piantato nel cuore. E mi rende molto triste pensare a come ci siamo fatte separare dai nostri rispettivi impegni, senza che neanche ce ne accorgessimo. Ci eravamo ripromesse di restare sempre amiche, sempre in contatto, e invece...”

Keiichirou le prese la mano. “E' così anche per me.” le confessò.

Retasu sgranò gli occhi. “Davvero?”

Lui annuì stancamente. “Non so di preciso che cosa è andato storto. Eravamo tutti così uniti. Immagino che il tempo abbia fatto la sua parte. A volte la vita allontana anche gli amici più cari. Ma devo chiederti, ancora una volta: sei sicura di voler far parte di tutto questo? Perché tu hai una scelta. Adesso ce l'hai. Pensaci bene.”

Lei gli strinse la mano. “Ci ho già pensato. Voi siete miei amici. Non voglio abbandonarvi di nuovo.” Gli sorrise, risoluta. Sentiva di non poter rispondere altrimenti; se davvero una nuova minaccia si stava avvicinando, voleva combatterla con tutte le sue forze, poteri magici o meno.

Keiichirou sembrava imbarazzato. “I-io non so cosa dire. Ti ringrazio, Retasu.”

Passarono il resto del pomeriggio a chiacchierare del più e del meno. Due vecchi amici ritrovatisi dopo tanto tempo: ecco cos'erano. Lasciarono che tutto il resto svanisse momentaneamente – i sospetti, le incertezze, le paure, tutto sparì. Rimasero solo i dolci ricordi di caldi pomeriggi estivi e del fragrante profumo di squisite torte.






Salve a tutti! :D Ebbene sì, dopo mesi e mesi di lavoro, ecco a voi (rullo di tamburi)... la mia prima long-fic su Tokyo Mew Mew! E ragazzi, vi prometto che sarà long. xD

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto! Se sì, fatemelo sapere! Se no, idem! Sono una sostenitrice accanita delle recensioni critiche, perché possono fare davvero tanto per un autore. :3

Posso anticiparvi questo: tutti i personaggi di TMM appariranno, prima o poi (si spera più prima che poi), affiancati da nuovi personaggi, che mi auguro riescano a guadagnarsi la vostra stima e il vostro amore.

Al prossimo capitolo, e grazie per aver letto! ;)

(Ringrazio Astrid Romanova e Pinoolast's Grapich - Video per il bellissimo banner. Link alla pagina facebook: https://www.facebook.com/PinoolastsGraphicVideo?fref=ts)



   
 
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