Lo vedevi camminare con il volto chinato ogni volta che passeggiavate per lo stesso corridoio. Anche tu giravi la testa da un’altra parte, incapace di sopportare la frustrazione.
Erano passati pochi mesi da quella terribile mattina di giugno; anche se faceva caldo e il sole pareva festeggiare con voi la fine dei G.U.F.O. ti era sembrato di trovarti in mezzo a una delle più burrascose delle tempeste.

 “Non mi serve l’aiuto di una piccola schifosa Mezzosangue!”

Trasalisti al ricordo.
Lui parve accorgersi del tuo turbamento e sollevò gli occhi su di te. Erano due pozzi neri che sembravano non avere fondo. Gelidi e vuoti.
Vi fermaste a fissarvi mentre i ricordi riaffioravano dolorosi nella mente.

 
<< Sev! Ehi, Sev! >>
Il bambino simile a un pipistrello si voltò nella tua direzione. Aveva gli occhi arrossati e gonfi, il labbro spaccato.
Rimanesti impietrita: non eri pronta a vederlo in quello stato, avevi appena dieci anni. Eppure già avevi capito cosa poteva essere successo.
<< Mi ha visto far volare un libro. Non gli è piaciuto >> disse semplicemente e si accasciò sul prato. Gli corresti incontro e senza dire una parola lo abbracciasti. Lui rimase piacevolmente sorpreso, spalancando gli occhi, e ti strinse con disperazione.
 

Una brezza primaverile risvegliava il parco di Hogwarts increspando l’acqua del lago nero. Avevate approfittato del bel tempo per studiare fuori e svagare un po’ sdraiati sull’erba, ma come al solito avevate iniziato a litigare per le vostre compagnie.
<< E che mi dici di Potter? Pensi non sia un Purosangue sbruffone come “tutti gli altri”? Questo non ti ha impedito di scherzare con lui ieri… >>
Nel pronunciare quelle parole notasti il suo astio. Assottigliasti lo sguardo e rispondesti minacciosa.
<< Ti posso assicurare che, per quanto arrogante e superficiale, Potter non è come i tuoi amichetti. Andiamo Sev! Disprezzare le persone per il loro sangue! >>
Prima che ti potesse interrompere, aggiungesti con maggiore fervore: << E poi a me interessa quel che pensi tu, non loro! Ho paura che tu possa allontanarmi! >>
Si voltò di scatto verso di te.
<< Mai >> sussurrò impercettibilmente, gli occhi che mandavano scintille.
 

<< Non capisco come tu sia potuta essere amica di un Serpeverde. Piton per di più! >> ti stava dicendo una seria Mary MacDonald, come se quella conversazione fosse di vitale importanza.
Chiudesti un attimo gli occhi sospirando, per evitare che vi leggesse tutta la tristezza che provavi. Poi ti volgesti alla ragazza con un’indifferenza innaturale.
<< Gli errori del passato non devono contare più. Non m’interessa nulla di Severus Piton >>
Sentivi pruderti le mani mentre cercavi di credere alle tue stesse parole.
 

Una voce ti riscosse, Remus Lupin ti si stava avvicinando. Cercasti di ricomporti in fretta, di nascondere le lacrime che premevano per uscire, sfoggiando un sorriso falso. Lanciasti un ultimo sguardo al tuo ex migliore amico e ti accorgesti che anche lui aveva cambiato espressione, indossando una maschera di disprezzo e odio puro.
E lo capisti.

Il vostro sguardo sincero mentiva agli altri.