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Autore: Lilly_93    19/03/2013    4 recensioni
[RumpelstitskinxBelle]
Belle era quel tiepido raggio di sole che timido si fa strada tra le nuvole i primi giorni di primavera; era quel fiore che sboccia solitario tra la neve di dicembre; era il variopinto arcobaleno dopo una pioggia estiva. Belle era quel bagliore luminoso che nemmeno le tende pesanti del castello potevano oscurare.
Lui aveva spento il sole, calpestato il fiore, scolorito l'arcobaleno; aveva rimesso le tende al loro posto, lasciando che il buio prendesse nuovamente il posto della luce che Belle aveva portato in quella casa.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prima volta che l'aveva vista, Belle indossava un abito color oro - fatto abbastanza curioso, in effetti.
Era un piccolo dettaglio, probabilmente insignificante agli occhi degli altri, ma nessuno come lui era mai stato così attento a quelle minuzie.
L'aveva osservata attentamente, non tanto per la sua bellezza o per il suo portamento - di donne belle ed eleganti ne aveva conosciute a bizzeffe - quanto per la fierezza del suo sguardo nel momento in cui aveva deciso di seguirlo a palazzo.
Aveva cercato ogni minima traccia di inganno nei suoi occhi, un indizio che rivelasse cattive intenzioni, ma non aveva trovato nulla tranne che coraggio e determinazione.
C'era qualcosa di puro nel suo sguardo, qualcosa di innocente che non aveva mai visto nello sguardo di nessun'altro prima d'ora, se non in quello di suo figlio: l'innocenza e la bontà della fanciulla gli ricordavano spesso l'ingenuità di Bae, forse perchè in fondo c'era ancora qualcosa di bambina in Belle.
La sua risata spontanea quando gli aveva chiesto perchè filasse così tanta paglia, il suo sorriso soddisfatto quando lui le aveva donato la rosa, gli avevano ricordato i gridolini di gioia del suo bambino quando era ancora piccolo e passava le giornate ad esplorare ogni angolo della casa, alla scoperta del mondo.
Rumpelstitskin non aveva nulla di innocente in sè, non più oramai, ma stare con Belle gli faceva desiderare di tornare indietro a ciò che era prima di diventare l'Oscuro, a quel padre di famiglia pronto a tutto pur pur di proteggere le persone che amava.
Nessuno aveva avuto mai quel potere su di lui, e la cosa lo incuriosiva e spaventava allo stesso tempo.
Aveva tentato di starle lontano, di trattarla come niente più che una cameriera, ma lei glielo aveva reso impossibile.
Belle era quel tiepido raggio di sole che timido si fa strada tra le nuvole i primi giorni di primavera; era quel fiore che sboccia solitario tra la neve di dicembre; era il variopinto arcobaleno dopo una pioggia estiva. Belle era quel bagliore luminoso che nemmeno le tende pesanti del castello potevano oscurare.
Lei appariva ai suoi occhi come una specie di miracolo, un miracolo che nemmeno la sua capacità di leggere nel futuro poteva prevedere, e questo aveva reso la sua permanenza imprevedibile, un'avventura da scoprire giorno per giorno.
Ma qualcosa era andato storto e l'incanto si era spezzato - lui l'aveva spezzato, come sempre.
Lui aveva spento il sole, calpestato il fiore, scolorito l'arcobaleno; aveva rimesso le tende al loro posto, lasciando che il buio prendesse nuovamente il posto della luce che Belle aveva portato in quella casa.
Tutto ciò che lui toccava si tingeva delle tinte scure che caratterizzavano l'oscurità del suo cuore - sua moglie, suo figlio, Cora - e la stessa miserabile sorte era toccata anche a Belle, spingendola a gettarsi da una torre e a togliersi la vita - lei che aveva così tanti sogni.
Lei che voleva vedere il mondo.
Lei che voleva essere un'eroina.
Adesso fa finta di niente, Rumpelstiltskin. Seduto accanto al suo arcolaio, fila la paglia in oro come è solito fare da sempre: la ruota gira e la lui la osserva con attenzione, cercando di scacciare i brutti ricordi dalla sua mente.
Fa finta che non sia cambiato nulla, che sia bastato richiudere le tende affinchè tutto tornasse come prima, affinchè non rimanesse nessuna traccia del suo passaggio.
Ma la camera al piano di sopra con le lenzuola ancora sfatte, impregnate del suo dolce profumo, raccontano una storia differente.
E' la storia di una donna che non ha avuto paura di avvicinarsi troppo alla bestia, e che per questo è stata punita con la sua stessa vita.
E' la storia di un mostro che si è illuso di poter essere amato, lui che è incapace di amare.
Lo sguardo di Rumpelstitskin vaga per un momento verso l'altro lato della stanza, dove una tazzina scheggiata giace su un piedistallo, inconsapevole del suo stesso valore.
Nessuno capirebbe, lui questo lo sa. Nessuno potrebbe mai comprendere a fondo il significato di quell'insignificante oggetto di ceramica dal quale lui non potrà mai separarsi.
"Alla fine lei aveva ragione" pensa con un amaro sorriso, tornando a fissare il movimento lento e costante della ruota, unica sua compagna da qui all'eternità.
"Tutto ciò che mi è rimasto è un cuore vuoto ed una tazzina scheggiata".


***Spazio autrice***
Probabilmente mi odierete, sto invadendo il fandom con le shot Rumbelle. XD
In realtà non avevo intenzione di scrivere altro almeno per un pò, ma poi sapete com'è, ho rivisto per la millesima volta "Skin Deep" e ho dovuto scrivere qualcosa sul povero Rumpel.
La prima parte è scritta al passato in quanto riguarda i ricordi di Rumpel; per la seconda parte ho optato per il presente, grazie al consiglio di zombiecch (scusa ma non so il tuo nome!) che ho accettato molto volentieri. =)
Il titolo è tratto dalla canzone "Cosmic love" dei Florence + The Machine, canzone che trovo molto adatta a Rumpelstitskin. Ho voluto giocare molto, sia con il titolo che nella shot, sull'opposizione buio/luce che caratterizza un pò il rapporto Rumbelle.
Come al solito, spero vi piaccia. Ringrazio tutti coloro che hanno recensito la mia precedente shot - sono contenta che sia piaciuta, nonostante tutto quel fluff. XD
A presto,
Lilly_93

  
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