Disclaimer: Eddard Stark, Brandon Stark, Tyrion Lannister e tutti gli altri personaggi
appartengono a George R.R. Martin e a chi detiene i diritti
sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto
personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si
ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece
copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la
citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite
permesso scritto.
"Come i semi sognano sotto la neve, il vostro cuore sogna la primavera."
- Khalil Gibran -
Nelle fauci del leone
Bran è nato intero - unito - eppure ora è riverso nella polvere, spezzato.
Fissa il cielo del nord il figlio di Eddard Stark e di quelle fredde suggestioni non rimane altro che un'impronta sbiadita nella memoria, una cicatrice biancastra.
Tyrion ne segue la parabola, sorridendo e cogliendo l'espressione più vera dei lupi: nessuno verrà mai abbandonato all'inverno.
Socchiude gli occhi il folletto e trova curioso essersi dovuto specchiare in quelli d'un lupo per cogliere l'essenza d'un branco - d'una famiglia.
Sfiora con la mente i lineamenti di Cersei, scivolando poi su quelli di Jaime, e non può fare a meno di chiedersi se farebbero lo stesso per lui.
"Nevica..." mormora all'improvviso Bran "proprio come aveva detto mio padre."
Tyrion ne coglie un frammento e si ferisce la mano, lasciandone stillar piccole gocce di sangue.
Plotch.
Per un attimo, un terribile istante, incrocia lo sguardo implacabile del cucciolo degli Stark.
Brucia lo spirito di quel bambino ed Estate emette un cupo ringhio al suo fianco, inclinando il muso verso di lui.
Plotch.
Cade il blasone Lannister, rovinando tra le sue stesse macerie.
Cade e Tyrion comprende - accetta - la realtà più cruda, più amara: non sono mai stati i lupi a mangiar i propri piccoli, ma i leoni.
Plotch.
E muore anche l'ultima illusione del suo cuore.