Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: ButterflySeven    26/03/2013    3 recensioni
Maya si reca finalmente nell'isola di Izu, con nel cuore un mix tra speranze e dubbi su ciò che accadrà nell'incontro con il famigerato ammiratore.
Riuscirà Masumi a rivelare la sua identità? E cosa accoglierà la giovane Maya dietro il portone in legno della magnifica villa?
Una notte di luna nuova, segnerà l'inizio di questa nuova avventura.
"Lasciando fuori tutto il resto"
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 7

Masumi continuò a trascinare la giovane per il corridoio.
Maya era emozionata e felice, strinse la mano del signor Hayami e sorrise.
Si avvicinarono alle scale, ma invece che scendere, imboccarono il lato che portava al terrazzo.
-Signor Hayami, perché stiamo salendo in terrazzo?-
- Lo vedrai…-
E quando finalmente aprì la porta, Maya rimase stupita ed affascinata.
Il perimetro della balconata, era arricchito dalle torce a fiamma, come la sera precedente, ma al posto delle sdraio, al centro della terrazza vi era un tavolo rotondo apparecchiato per due, con a lato un altro piccolo tavolino, pieno di vassoi con ogni sorta di pietanza.
Al centro del tavolo maggiore, vi era un vaso in murano con magnifiche rose viola, poi si avvicinò e notò che persino i piatti avevano per decori delle rose viola stilizzate.
Si voltò verso il signor Hayami, senza però riuscire a comporre una frase con senso compiuto.
-Signor Hayami, ma… Tutto questo, è… E’ tutto così… Incredibile!- riuscì a dire infine.
-Ti ringrazio, i signori del ristorante dove ti ho portato ieri, sono stati così gentili da inviarmi due camerieri per preparare tutto-
Maya si strinse a lui, allacciò le mani dietro al collo e gli sfiorò le labbra in segno di ringraziamento.
-E’ stato molto gentile, da parte sua, preparare tutto questo per me…-
-L’ammiratore desiderava da tantissimo tempo cenare con lei e portare una rosa viola all’occhiello, così come desiderava poterle porgere un mazzo di fiori di persona e non tramite terzi…-
-Adesso l’ha fatto… Ed anch’io ne sono felice…-
Tornò a sfiorargli le labbra, poi Masumi spostò la sedia della donna e la invitò a sedersi.
Quando anche lui prese posto di fronte a lei, per qualche secondo rimasero a contemplarsi senza dirsi nulla. Era la prima volta che cenavano da soli sotto un cielo stellato.
-Come mai ha deciso di portarmi qui?- chiese Maya.
-Ho pensato che non fosse appropriato portarla in giro, conosco molte persone dell’isola ed andare a cena in un ristorante, avrebbe significato farla attendere al tavolo mentre io ero intento a salutare tutti… E poi un cielo stellato è molto più romantico, non trova?-
Maya strinse le mani sulla gonna, era così dolce che la faceva imbarazzare.
-Se ti stai chiedendo il perché ho insistito per farti comprare il vestito che indossi, la motivazione è molto semplice: non avrei mai rinunciato ad una cena di primo appuntamento. Infondo siamo pur sempre “fuori casa”…-
Maya rise piano, era sempre molto stravagante nelle sue motivazioni.
-Quindi questo è un… Appuntamento?- chiese titubante. Masumi si avvicinò con il busto e le fece cenno di afferrare la propria mano. Maya eseguì incantata, portando una mano dalla gonna alla base del tavolo, dove le dita andarono ad intrecciare quelle affusolate dell’uomo.
-Maya, credi davvero che dopo ciò che ci siamo detti, non ci meritassimo un appuntamento? Un dandy che si rispetti segue in maniera scrupolosa le tradizioni, non sono certo il tipo di uomo che si impegna con una donna senza prima offrirle un appuntamento galante…-
Maya rise ancora un po’, ma a modo suo era stato molto dolce.
-Devo sequestrarle il manuale del dandy, a me basta avere l’uomo che amo…- si imbarazzò dopo queste parole, non era abituata a dire quelle cose ad alta voce, specie al signor Hayami, ma lei era una donna i cui sentimenti erano ricambiati, quindi doveva provare seriamente a mutare i suoi comportamenti, per sembrare un po’ più decisa e meno impacciata.
Il signor Hayami comprese bene il significato di quelle parole e stinse più forte che potè la sua mano.
-Apprezzo molto quello che stai facendo per me, Maya… Sei stata sempre molto paziente e non credevo possibile saresti riuscita a tacere le scoperte sul mio conto, per tutto questo tempo. Sei la persona che più stimo a questo mondo, perché sei sempre te stessa e riservi ad ognuno un pezzo del tuo cuore. Mi sento fortunato ad averti con me, questa sera… Mi piacerebbe iniziare da adesso un percorso da costruire insieme. Io sono il tuo ammiratore, è vero, ma sono innanzi tutto Masumi Hayami, l’uomo che ti ama alla follia…-
-Signor Hayami…- sussurrò debolmente.
Masumi sorrise e continuò a parlare.
-Ti devo molto, dico davvero… Non provavo un po’ di serenità da quella notte sull’Astoria. Quella volta ti dissi che mi sarebbe piaciuto portarti qui ad Izu e tu accettasti la mia proposta. Come vedi ce l’abbiamo fatta, siamo soli, in questa casa, sotto questo cielo stellato, che spesso ci ha unito… E sono felice più che mai-
-Sono le parole più belle che mi abbia mai detto… Non so cosa dire…- rispose sincera ed emozionata.
Masumi sciolse l’intreccio delle loro mani ed afferrò la bottiglia di vino bianco.
-Direi che brindare sia una buona risposta-
Stappò la bottiglia (e Maya lo pregò di fare attenzione con il tappo ed in risposta lui rise, aprendola con eleganza, ma evitando di far volare il tappo in direzione delle loro teste) e ne versò un po’ in entrambi i bicchieri.
-A cosa brindiamo?- chiese lui, alzando il calice verso l’alto – ci sarebbero tante cose su cui brindare… Potremmo fare più di un bindisi…-
-Ma non bevo mai molto, signor Hayami. Non sono abituata e non vorrei ubriacarmi…- rispose tingendosi di rosso.
-Ahahahah, mi sta forse dando dell’ubriacone?-
-Uffa, con lei non si può mai fare un discorso serio…- rispose imbronciata.
-Ahahahah, è lei che ha delle tendenze comiche…-
-Non ci trovo nulla da ridere…- ribattè facendo una linguaccia, in segno di offesa. A quello Masumi rise, se possibile, ancora più forte, tanto che si tenne di nascosto la pancia con una mano e qualche lacrima uscì dagli occhi.
-Ha finito?- chiese Maya ormai al limite della sopportazione.
-Si, ho finito…- rispose asciugandosi l’ultima lacrima. Poi, osservandola in volto, si illuminò. Si sporse in avanti, sfoggiando il suo sguardo più seducente e riprese a parlare – e se invece la facessi ubriacare di proposito per potermi approfittare di lei?- Maya divenne quasi viola, tra l’imbarazzo e l’arrabbiatura.
-Non credo che si spingerebbe a tanto…- Masumi poggiò il capo su di una mano, osservandola a quella distanza, che si assottigliava sempre più.
-Cosa glielo fa credere? Perché sono un perfetto dandy?-
-No, non mi fido di lei, signor Hayami, ma so per certo che il mio ammiratore non farebbe mai una cosa simile…-
-Ahahahaha, io e il suo ammiratore siamo come il giorno e la notte, due entità costrette a convivere su questa terra…-
- E poi, non ci sarebbe bisogno di avermi ubriaca…-
A quello Masumi la fissò sconvolto. A che gioco stava giocando? Davvero le stava dicendo che sarebbe stata disponibile anche da sobria?
-E’ meglio berci sopra…- si rispose Masumi ad alta voce.
Alzò il calice e Maya lo imitò, sorvolando sulla questione.
-Alle stelle, che ci proteggono nonostante tutto… Le piace questo brindisi?-
-Si, moltissimo!- rispose entusiasta – allora, alle stelle!-
Avvicinarono i calici e poi bevvero un sorso (in realtà Maya inumidì appena le labbra).
E la cena proseguì leggera, tra parecchie risate e qualche discorso più serio.
Masumi ne approfittò per essere aggiornato sulle prove della Dea Scarlatta e delle condizioni di Sakurakoji, più che altro perché sarebbe dipeso molto dalla loro affinità sul palco per permettere a Maya di ottenere il ruolo di Dea Scarlatta.
-Sa, signor Hayami, dopo il nostro incontro davanti l’ufficio della daito, ho avuto molte difficoltà ad avvicinarmi ad Akoya, ero distrutta dentro ed avevo molti dubbi sulle anime gemelle…- Masumi la ascoltò con attenzione – quando penso ad Ishin, io ho sempre una persona in mente…- per un attimo Masumi credè che stesse parlando di Sakurakoji – ed è lei, signor Hayami- Masumi spalancò gli occhi, davvero Maya, la SUA Maya, quando pensava ad Ishin, lo associava al suo volto? Ma Maya non fece caso allo stupore di Masumi e continuò – dopo aver saputo quelle cose da lei, che ero stata solo uno svago divertente sulla Astoria, dopo aver distrutto le nostre promesse, la mia Akoya si è allontanata. Perché come potevo essere Akoya, se la mia anima gemella mi aveva voltato le spalle? Come potevo abbracciare l’amore, se il mio cuore era in frantumi? Ed anche se Sakurakoji è un bravo attore ed un buon amico, è sempre stato grazie all’amore per lei che sono riuscita a capire i sentimenti provati da Akoya…- qualche lacrima scese leggera, rigandole le soffici guance – ero disperata, ma ho parlato con la Tsukikage sensei, che mi ha fatto capire che se la mia anima gemella mi aveva voltato le spalle, doveva esserci sicuramente un buon motivo e che se io stavo soffrendo, allora anche la mia anima gemella stava provando le mie stesse emozioni. Per questo avevo bisogno di venire qui, dovevo sapere se la mia anima gemella stesse soffrendo quanto me e per quale motivo mi avesse allontanata…-
-Maya…- Masumi si passò una mano sul volto, doveva toglierle quel peso – spesso nei tuoi confronti ho avuto un atteggiamento distaccato, molto sprezzante, ma ogni volta che ti rivolgevo parole cattive, un coltello mi trafiggeva il petto. E l’altro giorno è stata una di quelle volte… Vedi, Maya, le condizioni di salute di Shiori si sono molto aggravate dal nostro incontro sull’Astoria, avevo il dovere di starle vicino, anche se ormai ero deciso ad annullare il mio matrimonio. Ma la sua famiglia ha insistito per farci sposare ed in un certo modo, mi ero convinto che per il bene di Shiori, fosse giusto sacrificarmi… Un giorno, però, una persona mi ha messo con le spalle al muro ed ho capito che non potevo rinunciare a ciò che più tengo a questo mondo, solo per il volere di altri. Ero disposto a qualunque cosa per non lasciare il campo libero ad altri, perché sono un uomo egoista e adesso più che mai, ti voglio solo per me, Maya- Masumi afferrò nuovamente la mano di lei, che la stinse tremante – quindi, se oggi sei qui, è perché ho preso la mia decisione. Sono io a decidere della mia vita e non posso più permettermi di fingere con te, perché è come hai detto tu: le anime gemelle soffrono in egual modo e adesso che so cosa provi tu, non permetterò di vederti soffrire ancora a causa mia-
-Signor Hayami…-
-Ti amo, Maya…-
E lei non potè trattenersi oltre.
Scostò la sedia con un movimento brusco, corse per quel piccolo tratto e si tuffò sul corpo del signor Hayami, che di riflesso la fece sedere sulle proprie gambe.
-La amo tanto, signor Hayami. Mi dispiace per la signorina Shiori, so che sarebbe giusto stare con lei… Ma io la amo, signor Hayami, non riesco a starle lontano, non ci riesco…-
-E tu non devi starmi lontano, mai più, hai capito?-
Masumi le accarezzò i capelli, poi cercò le labbra e le unì con dolcezza.
Avevano parlato tanto, quella sera, forse anche troppo.
Stettero a sfiorarsi per un po’, finchè la brezza notturna iniziò a far tremare la giovane di freddo.
-Forse è meglio se portiamo tutto giù- disse Masumi baciandola un’ultima volta, prima di iniziare a sparecchiare.
Portare i piatti dal terrazzo al pian terreno non era propriamente una passeggiata, ma Masumi aveva pensato fosse giusto mandar via i due giovani camerieri, per godere di una totale intimità.
In ogni caso, ne approfittarono per pizzicarsi a vicenda, specie sui metodi utilizzati per scendere i piatti.
-Lei lavorava in un ristorante, dovrebbe saper portare una fila di piatti in una mano…-
-Be… Diciamo che ero spesso distratta…- Maya non voleva certo essere l’oggetto di nuove ilarità per via della sua goffaggine nel portare i piatti ai tavoli, quando lavorava ancora al ristorante. Ai tempi vi erano gli sceneggiati in tv a distrarla, adesso era la presenza del signor Hayami a metterla in soggezione, per questo alla fine preferì portare meno piatti, ma essere sicura di farli arrivare tutti interi. Doveva fare bella figura!
-Ma che brava!- le disse vedendola arrivare con le ultime cose – è riuscita a portar tutto senza far cadere nulla!-
-Sempre questo tono sorpreso…- rispose divertita.
Sciacquarono i piatti ed azionarono la lavastoviglie.
-E’ comodissima!- commentò Maya vedendo la macchina in funzione – non si fa nessuna fatica!-
-Si, ma non credo le sia utile per interpretare Akoya… A quei tempi non esisteva ancora la lavastoviglie-
- Vorrà dire che la utilizzerò in futuro-
Masumi si appoggiò con la schiena al frigo e fissò la giovane.
-Piaciuta la cena?-
-Si, mi è piaciuta molto…- rispose raggiante.
-Bene… E adesso, cosa vorrebbe fare?-
Maya lo fissò per un po’. Cosa voleva fare, adesso? Vedere un film sul divano? Beh, non sarebbe stata una cattiva idea… O forse avrebbe preferito fare altro?
Maya era una ragazza giovane, non aveva avuto quel tipo di esperienze e se pensava a cosa era accaduto qualche ora prima, in quella stessa cucina, la gola si inaridiva.
-Vorrei un po’ d’acqua…- chiese smarrita.
Masumi la accontentò, prese un bicchiere dallo stipetto in alto, poi aprì il frigo ed uscì la bottiglia.
-Ecco- le disse porgendole il bicchiere.
Maya iniziò a bere, ma proprio in quel momento Masumi si accorse di aver fatto cadere accidentalmente la bustina della maionese e si calò a riprenderla, mossa azzardata dato che Maya si affogò e per l’impulso improvviso fece cadere metà acqua sulla giacca nera e sul vestito.
-Maya! Tutto bene?-
-Mi… Uch uch, mi sono affogata…- le mancò il respiro ed iniziò a boccheggiare e lacrimare.
-Guarda in alto ed apri la bocca- suggerì soffiandole sul viso, gesto che complicò la situazione dato che Maya si era affogata per un motivo ben preciso. Quando si riprese, toccò il petto diverse volte, cercando di far tornare il cuore ad un ritmo regolare.
-Ah, ho bagnato il vestito…- disse dispiaciuta. Masumi prese qualche tovagliolo ancora sul tavolo ed iniziò a strofinarlo sul tessuto nero, cercando di portar via un po’ d’acqua.
-Forse è meglio toglierlo…- disse premuroso, ma quando sbottonò la giacca e fece per toglierla, l’aria si fece improvvisamente più calda.
Masumi la fissò per un attimo indeciso su cosa fare, rendendosi conto solo in quel momento di quanto quei gesti fossero azzardati. Poi si ricordò di ciò che avevano convissuto in quella cucina, solo qualche ora prima. E ciò che era stato interrotto, improvvisamente si riaccese in loro, travolgendoli con la stessa forza di un uragano.
Alzò gli occhi su di lei, ma lei era persa nelle sue stesse fantasie, poiché gli occhi semi chiusi, raccontavano di due pupille ormai perse nel vuoto; serrava il labbro inferiore come aveva fatto la mattina, evidentemente indecisa su cosa fare e come comportarsi; una mano teneva stretta un lembo della gonna viola ed anche quello era un gesto che faceva spesso quando era indecisa. Così non ci pensò due volte e la baciò.
La sfiorò soltanto, dandosi il tempo di sfilarle la giacca e farla cadere a terra con un tonfo. Le mani di lei andarono a sfiorare una la rosa che teneva all’occhiello, l’altra il petto caldo, divenuto incandescente sotto il suo tocco. Sbottonò la giacca dell’uomo con facilità, ma prima tolse la rosa e la poggiò sul tavolo. Aprì piano gli occhi e li posò su quelli del signor Hayami, che brillavano solo per lei. Sciolse il nodo della cravatta con mani tremanti e riprese a compiere i gesti del pomeriggio nello sbottonare la candida camicia.
-Signor Hayami…- sussurrò ormai in balia delle emozioni. Lui la afferrò per la vita e la sollevò di peso.
-Non chiamarmi signor Hayami, chiamami Masumi…- le disse un attimo prima di riunire le loro labbra con brama. Intrecciarono le lingue con un bisogno quasi soffocante, si accarezzarono di nuovo e Maya continuava a sussurrare “Masumi” sulle labbra dell’uomo, che ormai in balia del piacere, la sollevò per le gambe ed iniziò a salire le scale, senza mai staccare le labbra da lei.
Arrivò davanti la porta della sua stanza senza quasi rendersene conto, aprì con fatica e chiuse con un calcio. Continuarono a baciarsi per altri interminabili secondi, inebriati dall’oscurità che si era venuta a creare.
Maya scese dalle braccia del signor Hayami, ma riprese a baciarlo più sicura che mai. Il buio la faceva sentire meno impacciata e finalmente più donna. Sfilò la camicia dell’uomo e finalmente potè tastarlo senza ulteriori ingombri. Ed era bellissimo. Ed era suo. Lui aveva scelto proprio lei.
-Maya…- sussurrò lui con l’ultimo barlume di lucidità – sei proprio sicura? Non c’è fretta…-
Maya accarezzò il suo petto ancora per un po’, poi si slanciò in avanti e lo abbracciò.
-Non sono mai stata così sicura in vita mia… La desidero, anzi, ti desidero da tanto tempo, Masumi…- ed anche se la stanza era immersa nel buio, Masumi potè vedere il magico luccichio dei suoi occhi. Ed allora non ebbe più dibbi.
*E se piovesse?
Non ci interessava
Ha detto che presto, un giorno,
Il sole avrebbe brillato
E aveva ragione
Il mio amore
My valentine

Maya accarezzò la schiena di Masumi con movimenti lenti e lui la imitò, andando ad afferrare il gancio del vestito e facendolo scendere giù con lentezza, finchè non arrivò a sfiorarle la vita. Una mano si intrufolò lì dentro e la accarezzò con dolcezza. Ma il vestito, che non aveva spalline, iniziò a scendere secondo la propria volontà, finchè Maya si ritrovò quasi a petto nudo.
Il primo istinto fu quello di coprirsi, nessun uomo la aveva mai vista così, o meglio, lui l’aveva già vista a petto nudo, quando le aveva strappato la camicia di dosso per osservare il petto pieno di canne, ma era diverso! Quella era una situazione molto più intima… Ma aveva aspettato quel momento per troppo tempo per perdersi nella vergogna e ringraziò ancora una volta il buio della stanza, poiché riuscì a sollevare le braccia e continuare a tastare il corpo del signor Hayami, anzi, di Masumi, senza alcun indugio.
E presero ad indietreggiare, mentre lasciavano un indumento come traccia del loro passaggio.
Quando toccarono il letto, erano ormai quasi nudi, Masumi la attirò a se e la fece sdraiare sotto di lui. La accarezzò ancora e ancora e ancora, senza essere mai sazio di quel piccolo e grazioso corpo di donna.
Quando furono ormai nudi, si osservarono nel buio e trovarono nell’altro, solo la perfezione. Non era una perfezione estetica, era una perfezione molto più sottile e difficile da comprendere per chi ama solo per metà.
Vedersi nudi, non significava, per entrambi, poter unire i propri corpi in modo volgare, o scorgere le abbondanze nel corpo dell’altro. Erano liberi di vedersi senza alcun ostacolo a dividerli, senza inutili indumenti a coprirli per pudore, erano liberi di scorgere nell’altro tutto il proprio amore. Erano carne su carne, due corpi che come le anime, si intrecciavano alla perfezione.
Quel momento l’avevano atteso entrambi pazientemente, non il momento di fare sesso, quello non racchiudeva l’essenza della felicità. La loro attesa, era data dalla voglia di potersi contemplare senza più riserve, consapevoli che all’intreccio dei corpi, sarebbe equivalso quello delle anime.
Era un essere ricompensati da quelle notti insonni, da quelle albe prive di sapore.
Mentre i giorni e le notti passavano
Mi sono detto che ero in attesa in un segno
Poi lei è apparsa
Un amore così dolce,
My valentine

E poi era apparsa, l’aveva tanto attesa in quell’isola, sperando che il suo smascherarsi non l’avrebbe allontanata. Come poteva immaginare, un uomo infondo pessimista come Masumi, che il suo più grande amore lo ricambiasse? Era imprevedibile! E lei l’aveva sorpreso. Come sempre.
Fu con questi pensieri, sussurrandosi parole d’amore, che Masumi la penetrò piano, fermandosi non appena la sentì irrigidirsi. Si chinò e la baciò per tutto il viso, baciandole ogni singola lacrima che stesse fuoriuscendo.
-Ti sto facendo male?- chiese accarezzandole il viso.
- Un po’…- rispose tra i gemiti di lamento.
- Vuoi che smetta?- chiese premuroso.
- No! No… Lo desidero da tanto tempo…- ammise piangendo ancora un po’, stavolta sentendosi una stupida.
-Avremo altre occasioni, non voglio farti male ed odio vederti piangere…-
-No, dico sul serio… Fammi abituare ancora un po’… Posso farcela…-
Masumi la distrasse sussurrandole all’orecchio delle parole dolci, a tratti le raccontò delle emozioni che provò quando capì di essersi innamorato di una ragazzina così giovane.
-Ho pensato di essere un folle…- le confessò, mentre si addentrava in lei con cautela.
- Anch’io ho pensato di essere una folle, ad amare un uomo come te, così bello, circondato da donne altrettanto belle… Non pensavo potessi amarmi davvero, Masumi…-
Masumi ebbe un brivido a sentir pronunciare il proprio nome subito dopo quella frase. Si sforzò più che potè per far piano e quando finalmente la sentì abituarsi, iniziarono a danzare sotto lo stesso ritmo, il ritmo seguito dal cuore e dettato dall’amore delle anime gemelle.
Si sussurravano infiniti ti amo ed il dolore di Maya, pian piano venne sostituito dalla gioia e dall’emozione, perché erano finalmente una cosa sola, erano quel tutt’uno che aveva tanto sperato potessero essere.
Era così bello avere il corpo sudato di Masumi su di se, sentirlo sospirare contro la spalla, sentire sotto i polpastrelli il volto rigido, a causa della forza trattenuta.
Maya si sciolse, era dolce e premuroso anche in quello: si tratteneva pur di non farle del male.
E lei pianse e pianse. Ogni lacrima esprimeva l’amore immenso che provava per lui e ad ogni gemito, esprimeva il lamento dell’anima, che finalmente si liberava di ogni singola frustrazione.
Erano una cosa sola. Ed entrambi, con l’unione dei corpi e delle anime, si scambiarono tacite promesse.
L’amerò per la vita
E non sprecherò mai un giorno
Senza dimenticare la ragione
Mi fa credere
Di poter volare

Ed in quella sinfonia d’amore, raggiunsero l’apice del piacere, distrutti nel fisico, ma ricchi di nuove ed indimenticabili esperienze.
Maya si sentiva stravolta. Le faceva male un po’ tutto, ma andava bene così.
-Stai bene?- le chiese Masumi premuroso.
-Si, adesso si…- rispose accarezzando i fili d’oro, che s’intravedevano appena nel buio della notte.
Maya si avvicinò titubante al corpo dell’uomo, abbracciò la vita con un braccio e poggiò il capo sul petto,che si alzava ed abbassava ad un ritmo irregolare.
-Non credevo saremmo mai arrivati a questo momento. Non ci speravo più- le confidò Masumi.
-Ti capisco. Ho immaginato tante volte questo momento, ma adesso che l’ho vissuto, sento che è tutto diverso da come lo immaginavo…-
-Sei rimasta delusa?- chiese riprendendo ad accarezzarle i capelli con la mano.
- Ahahahahaha, ma no! Voi uomini avete sempre questa ansia da prestazione…-
Masumi si irrigidì.
-Chi ti dice queste cose?-
-Sono leggende metropolitane, dovresti saperlo… Non ho mai avuto modo di capire se fosse vero o no, ma dalla tua reazione direi di si…-
- Ho solo fatto una domanda…- ci tenne a precisare.
- Mi è piaciuto. E tanto- rispose infine – ma nella mia mente, non pensavo di poter provare tutte queste emozioni insieme. Non mi sono mai sentita così… Così…-
-Completa?- suggerì lui.
-Esatto! Completa è il termine giusto. Mi sento finalmente completa. E’ qualcosa di più di semplice appagamento, o soddisfazione… E’ un sentimento forte ed intenso che mi inebria il cuore. Adesso credo di capire cosa prova Akoya per il suo Ishin, conosco questo nuovo aspetto dell’amore, che prima mi era del tutto oscuro. E lo devo a te, Masumi, mio amato ammiratore…-
Maya si alzò di poco e sfiorò le labbra del suo uomo.
-Sono lieto di esserti stato utile-
- Sia come ammiratore, che come Masumi Hayami, mi sei sempre stato utile. Ce la metterò tutta per fare del mio meglio ed interpretare al meglio la tua Akoya. Te lo prometto, mio Ishin-
-Bene, allora mi prenoterò un posto in prima fila, non voglio perdermi lo spettacolo…-
-Grazie… Allora buona notte, Masumi. Stringimi forte, ti prego. Ho paura che possa svegliarmi di notte, con la paura che fosse solo un sogno. Perché è tutto vero, giusto?-
-Si, Maya, è tutto vero…-
Maya rise e si accoccolò meglio sul petto dell’uomo.
Masumi alzò le lenzuola e coprì entrambi, poi abbracciò forte la giovane e le baciò la nuca.
- Non mi lasciare mai, per favore…- chiese con l’ultimo respiro. E Masumi sorrise.
E così faccio
Senza preoccupazioni
So che un giorno il sole brillerà
E lei sarà qui
Questo mio amore
My valentine

Avrebbe affrontato il mondo intero, ma dopo la notte appena trascorsa, non avrebbe permesso a nessuno di rubargli la sua donna!

Svegliarsi la mattina ancora abbracciati, fu una sensazione bellissima.
Si bearono di quella vicinanza per parecchio tempo, ma entrambi sapevano che non potevano attardarsi.
Hijiri sarebbe venuta a prenderli tra poche ore, per portarli nuovamente alla solita routine.
-Buongiorno…- disse Masumi, osservando la scena tenera di Maya che si svegliava dal sonno.
-Buongiorno…- rispose sbadigliando.
Erano ancora nudi e Maya si imbarazzò notando il petto dell’uomo privo di qualsiasi indumento.
Era bello come un Dio quella mattina: gli occhi sembravano ancora più verdi; i capelli sembravano di un oro quasi irreale ed il sorriso che aveva stampato in viso, coronava alla perfezione il suo stato d’animo.
Era tutto vero, non era stato un sogno. E scoprirlo, fu per entrambi una splendida soddisfazione.
-A breve arriva Hijiri…- le ricordò Masumi, accarezzandola un po’.
- Lo so… Non voglio lasciarti…-
- Non ti lascerò, stai tranquilla…-
-Sicuro?-
-Mai stato così deciso…-
Si fissarono per un po’. Entrambi trovarono nell’altro una visione quasi divina. La sera prima la stanza era invasa dall’oscurità, ma sotto le prime luci del sole, fu magnifico scoprire ciò che la luna aveva celato.
E la passione sfogata nelle buie ore notturne, si riaccese con l’avvento di quella luce paradisiaca che avvolse il loro amore.
Assaporarsi per la seconda volta, diede ad entrambi una maggiore consapevolezza. Non si sarebbero più lasciati, perché le anime gemelle, una volta ritrovate, non si separeranno mai più. Per l’eternità.

Masumi le porse un mazzo di rose viola e la baciò dolcemente, mentre lei continuava a singhiozzare ininterrottamente. Dovevano salutarsi dentro casa, perché una volta arrivati al porto, le loro strade si sarebbero separate. Avrebbero viaggiato sulla stessa nave, ma non potevano scambiarsi effusioni in pubblico. Quella era stata una decisione sofferta, ma presa con saggezza, perché entrambi sapevano che prima di esporsi al mondo, dovevano risolvere questioni più urgenti.
Masumi avrebbe dovuto affrontare i Takamiya, ma aveva già un piano: avrebbe aiutato Shiori, a patto che il matrimonio non si sarebbe più tenuto. Avrebbe preparato un documento scritto, come testimonianza della parola presa. Del padre non gli importava molto. Era un uomo egoista, che aveva vissuto in funzione di un amore che esisteva solo nelle sue fantasie. Aveva distrutto la vita della mamma e lui non avrebbe più permesso di distruggergli la propria.
Maya avrebbe affrontato il suo percorso verso il ruolo di Dea Scarlatta, arricchendo la sua Akoya delle emozioni vissute in quei giorni. Ce l’avrebbe messa tutta, anche per il suo Ishin.
Doveva mettere le cose in chiaro con Sakurakoji, non voleva farlo soffrire ancora, erano amici e lei teneva molto al loro rapporto.
-Mandami delle rose, quando puoi e saprò che mi stai pensando…- disse Maya, sciogliendo di poco la presa sulle spalle dell’uomo.
-Certo che lo farò… E tu, cosa mi manderai?-
-Se non è un problema, mi piacerebbe poterti chiamare, qualche volta…-
-Puoi farlo quando vuoi, la mia segretaria è sempre ben lieta di passarmi le tue chiamate…-
-Aahahahahaha-
Masumi la strinse forte e la baciò.
-Ti amo, Maya. Non dimenticarlo mai-
-Ti amo anch’io. Adesso so che non ci lasceremo più. Affronteremo le difficoltà insieme. Devi avere solo un po’ di pazienza ed aspettare che le cose che ci dividono, si perdano nel nostro percorso. Non m’importa quanto dovremo aspettare, mi basta saperti accanto. Lasciamo fuori tutto il resto. Teniamoci solo i nostri sentimenti ed il nostro amore…-
E se piovesse?
Non ci interessava
Ha detto che presto, un giorno,
Il sole avrebbe brillato
E aveva ragione
Il mio amore
My valentine


Chiudersi la porta alle spalle, fu per entrambi una enorme fatica.
Sarà difficile tornare alla vita di tutti i giorni, dopo gli eventi accaduti lì dentro. Ma questo non era che l’inizio.
-Dobbiamo proprio andare…- le ricordò Masumi, osservandola tentennare davanti all’uscio della porta.
-Dammi un bacio, ti prego…-
E Masumi la prese per mano, la baciò con dolcezza e con quel tranello, la aiutò a mettere un piede fuori casa. E passo dopo passo, furono finalmente fuori.
-Sei pronta?- chiese Masumi, staccandosi da lei.
-Si…-
Masumi portò le mani di entrambi sulla maniglia e tirarono forte.
Ruotarono la chiave per quattro volte e si accertarono che fosse ben sigillata.
Si fissarono un po’, speranzosi e timorosi allo stesso tempo.
E quella porta chiusa, significava tante cose.
Avevano chiuso la porta alle incertezze, alle insicurezze ed al terrore di vivere separati.
Avrebbero vissuto gli istanti a seguire, consapevoli che potevano contare l’uno sull’altra.
Avevano chiuso la porta a quel passato burrascoso che li aveva contraddistinti.
Avevano chiuso per sempre le porte dell’oscurità ad avevano aperto il sentiero del cammino dell’amore.
E fissando il mare che scorreva veloce dai finestrini dell’auto, mentre le loro mani erano unite, Maya e Masumi ebbero la certezza che quella villa, avesse avuto un duplice volto nella loro storia.
Era stata una vera e propria chiave di volta, che aveva segnato la fine di un percorso e l’inizio di uno nuovo, da percorrere non più separatamente, ma insieme.
Avrebbero pensato solo a loro due, tutto il resto l’avrebbero accantonato.
Avrebbero giocato le partite a seguire, in funzione di un futuro da costruire insieme.
-Non siamo andati a salutare la spiaggia…- disse Maya, interrompendo le chiacchiere tra Masumi ed Hijiri.
- E’ tutto calcolato, così avrai un buon motivo per tornare…- rispose facendo l’occhiolino.
Ed Hijiri non potè che essere felice per il suo capo e la sua ragazzina.
Spesso le favole sulle storie d’amore esistono veramente, magari non sempre gli eventi accadono come li si immaginano ed il principe azzurro non è che un punto di vista, come la principessa, dopotutto.
Hijiri incrinò le labbra. Quella, infondo, non era la sua storia, ma sperò vivamente, di trovare la sua, da qualche parte, smarrita in qualche isola del mondo.
- Ahahahah, sei sempre la solita, Maya…- sentì dire a Masumi, mentre tratteneva le lacrime dal troppo ridere.
- Uffa!! Almeno adesso potresti smetterla di prendermi in giro…- rispose lei indispettita. Ma l’attimo dopo Masumi la sorprese e le sfiorò le labbra con le proprie. Allora Maya si sciolse ed afferrandogli il braccio, sorrise di gioia.
Si, quella era decisamente una splendida storia d’amore…

FINE

*testo tradotto "My valentine" di Paul McCartney

Ebbene si, siamo arrivati alla fine.
Mi sono divertita molto a scriverla e credo di averci messo tutto ciò che il mio cuore spera che accada tra loro.
In quest'ultimo capitolo, i personaggi si sono sciolti del tutto, ma è giusto così, non potevo mantenere quelle piccole distanze che li separavano, come il riuscire a parlarsi in prima persona, o da parte di Maya, chiamare Masumi solo "Masumi" e non "signor Hayami". Sono piccole cose, che in realtà significano tanto. L'essenziale è che mantengano inalterato il loro spirito e spero di essermi avvicinata il più possibile alla loro essenza, perchè era questo uno degli scopi di questa storia (a livello mio, come scrittrice).
Spero vi siate divertiti ♥ fatemi sapere cosa ne pensate, lo apprezzerei moltissimo!

Vi lascio a questa magnifica canzone di Paul McCartney, che lo ammetto, mi ha attratta per la presenza nel video dei miei due attori preferiti: Johnny Depp e Natalie Portman
http://youtu.be/f4dzzv81X9w

Grazie a tutti, ma veramente di tutto cuore! Non pensavo questa storia potesse essere seguita da così tante persone e non so cosa dire se non... Grazie! XD (molto originale, lo so)
Un bacione ed alla prossima!!!
  
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