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Autore: LadyPalma    29/03/2013    2 recensioni
Un ultimo incontro per Anna Bolena prima dell'esecuzione della sua sentenza di morte e un'ultima occasione per riflettere sulla sua vita... Sulle note della'omonima canzone dei Modà
[Anna e Giorgio Bolena]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prima storia che scrivo su questi due personaggi, spero vi piaccia:)

 

 

 

Se si potesse non morire

 

 

 

Avessi il tempo per pensare
Un po’ di più alla bellezza delle cose
Mi accorgerei di quando è giallo e caldo il sole
Di quanto è semplice se piove e ti regali una finestra
Solamente per guardare

 

Stava piovendo, a poco a poco e solo da poco, ma c'era il sole ancora che si intravedeva velato dalle nuvole nel magico momento del tramonto. Era come se tutta la tragica bellezza della natura si fosse compendiata in quell'istante per offrirsi alla vista di una donna che non avrebbe avuto più occasione per guardarla, perché quello era anche il tramonto della sua vita.

Il bussare della porta, lo sguardo ancora dubbioso delle tre dame che loro malgrado si trovavano a condividere con lei la prigionia nella Torre e poi una voce familiare che si insinuava nei suoi pensieri che correvano lontani oltre quell'unica finestra.

"Fatelo entrare!!"

E questa era la sua di voce che lei non credeva potesse suonare ancora autoritaria.

 

 

Se potessi mantenere più promesse
E in cambio avere la certezza
Che le rose fioriranno senza spine
Cambierebbero le cose…



Era cambiata in un certo senso durante quei giorni, perché trovarsi di fronte alla morte cambia tutti. Aveva iniziato a guardare tutto con occhi diversi, non solo la natura, ma tutta la sua vita improvvisamente da spettatrice; avrebbe potuto viverla diversamente, fare scelte più sagge, apprezzare di più le cose, preferibilmente le più semplici e accontentarsi semplicemente di essere "la più felice".

Ma a patto di esserlo per davvero.

 Spostò lo sguardo dalla pioggia e si mosse un po' esitante verso l'ingresso della cella. Sapeva chi era quell'ospite, tutti lo sapevano, perlomeno chi le era stato a contatto e si era reso complice di quel suo ultimo desiderio. Perché non si nega una piccola gioia ad un condannato a morte, nemmeno se si tratta di una presunta strega adultera, nemmeno se si tratta di Anna Bolena.

 

 

T'immagini se con un salto si potesse
Si potesse anche volare
Se in un abbraccio si potesse scomparire
E se anche i baci si potessero mangiare
Ci sarebbe un più amore e meno fame
E non avremmo neanche il tempo di soffrire…


Se fosse rimasta in Francia, se avesse sposato Percy, se avesse dato un figlio al Re... Tutte quelle alternative sembravano prive di senso adesso e l'unico se che contemplava era quello di non soffrire più, di volare via per quella finestra, di evitare l'inevitabile.

"Giorgio!"

Aveva corso quasi nel piccolo spazio e si era buttata tra le sue braccia, incurante di ciò che si sarebbe potuto pensare. Del resto l'impensabile era diventato opinione comune.

"Non...voglio...morire" singhiozzo contro la sua spalla.

Anche adesso lui era la sua roccia, il suo rifugio, la sua speranza. Era l'unico vero amore che avesse mai conosciuto, quello indissolubile tra fratello e sorella.

 

 

E poi t'immagini se invece
Si potesse non morire
E se le stelle si vedessero col sole
Se si potesse nascere ogni mese
Per risentire la dolcezza di una madre e un padre

 

 

 

Le fischiavano le orecchie, si riempivano di voci lontane mentre lei si faceva piccola piccola nell'abbraccio di Giorgio: la regina Anna scompariva e ritornava bambina. Era l'eco delle risate di loro due che si inseguivano e non erano soli nel prato di quei ricordi, c'erano anche Maria e i loro genitori, ma apparivano come comparse sfocate. Avevano loro voltato le spalle, li avevano lasciati soli, ancor prima della caduta in disgrazia, forse da quando erano cresciuti ed erano diventate mere pedine della famiglia.

Un tuono squarcio il cielo, ma lei non sobbalzò come quando era bambina, aveva imparato a non temere il cielo tempo prima, e grazie a suo fratello. Lui la consolava, la sosteneva, la proteggeva e avrebbe continuato a farlo ancora per tutta la vita che erano naturalmente stati destinati a vivere. Se si fosse potuto non morire.

 

La piccola Anna urló spalancando gli occhi dal terrore. Non era stata una buona idea eludere alla sorveglianza della bambinaia e restare alzati a giocare fino a tardi; Lady Joan era a dormire da un pezzo, non c'era verso di calmare la piccola Bolena e per un bambino di soli otto anni rischiava di essere un'impresa ardua da compiere da solo.

Giorgio si alzò dal divano e si avvicino alla sorellina rannicchiata sul pavimento, prendendole le mani tra le sue.

"Non devi avere paura Anna, ci sono io" le disse come se fosse la cosa più semplice del mondo.

In effetti era una cosa molto semplice, ma a lei la sua presenza era bastata, era bastato il suo abbraccio per vincere ogni paura.

 

…Dormire al buio senza più paure
Mentre di fuori inizia il temporale…

 

   
 
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