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Autore: AsfodeloSpirito17662    29/03/2013    5 recensioni
"Oh Merlino, Paciock...”
“Ho toccato il fondo Draco, sono alla deriva”
“Eh, me ne sono accorto”
“Vaffanculo”
“Senti, di certo tutto mi aspettavo tranne che Paciock. Ovvio, sempre meglio di Sfregiato. Credo che in quel caso ti avrei sbattuto fuori di qui a calci nel culo”
[...]
Uno sbuffo di risata, che durò troppo poco perché fosse reale. Incrociò le braccia al petto e si voltò verso il divano. Ora Blaise era in piedi e lo osservava con un’espressione comprensiva. Stava ancora condividendo il suo dolore, non aveva mai smesso di farlo.
“Te ne sei innamorato?”
“Credo che sia un termine azzardato”
“Ti consiglio di capirlo più in fretta che puoi Blaise, perché anche se lo pensiamo, non abbiamo tutto il tempo del mondo a nostra disposizione. Non chiederti perché proprio adesso. Sii grato che sia successo abbastanza presto”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altro personaggio, Blaise Zabini, Neville Paciock, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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VENTUNESIMO CAPITOLO


This is how I show my love.

I made it in my mind because

I blame it on my ADD baby.

This is how an angel dies

Blame it on my own sick pride

Blame it on my ADD baby


Maybe I should cry for help

Maybe I should kill myself

Blame it on my ADD baby

Maybe I'm a different breed

Maybe I'm not listening

So blame it on my ADD baby

(Sail, Awolnation)


Gentile Blaise,

perdona questo gufo, ma ho bisogno di parlarti.

Aspetterò alle 5 al caffè davanti alla boutique di Madama McClan.

Se non verrai, saprò che sei stato occupato e che il nostro incontro sarà solo rimandato.


A presto,

Mary Moore


L’entrata di Blaise all’interno del locale fu accompagnata da un allegro scampanellio. Lì dentro faceva caldo ed il chiacchiericcio delle persone sedute ai tavoli riempiva l’aria di un soffice brusio. Sostò per qualche secondo sulla soglia, scandagliando i volti della gente alla ricerca di quello di Mary. Da un tavolo abbastanza in fondo al caffè, la vide alzare il braccio in sua direzione ed indirizzargli un sorriso un po’ titubante. Blaise rispose solo con un breve cenno del mento, camminando tra i tavoli per raggiungerla.

L’espressione del Serpeverde non tradiva tutta l’ansia che invece aveva cominciato a provare dopo aver ricevuto la sua lettera. Mary poteva averlo contattato solo per un motivo e quel motivo era Mathias. Era successo qualcosa? Doveva preoccuparsi? Quando raggiunse il tavolo, abbozzò un sorriso di pura cordialità.

A Neville aveva detto di dover fare alcune commissioni, ma non avrebbe saputo dire perché gli avesse mentito; aveva intuito, tuttavia, il motivo che l’aveva spinto a farlo: sapeva che se gli avesse detto con chi sarebbe andato ad incontrarsi, dopo, il ragazzo l’avrebbe sommerso di domande.

A Blaise serviva del tempo per pensare, pensare con la sua testa.

Mary ricambiò il sorriso con molta più spontaneità di quanta lui gliene avesse dimostrata, ma si mosse un po’ nervosa sulla sedia.


Sono contenta che tu sia riuscito a venire” esclamò, con un tono di voce dolce e sinceramente sollevato.


Blaise tolse il cappotto e lo appoggiò sulla sedia, prima di prendere posto davanti a lei. Mary stringeva le mani attorno ad una tazza di tè fumante, dalla quale aveva preso al massimo solo un paio di sorsi. Aveva stretto le labbra in una linea sottile ed osservava le venature del tavolo come fossero molto interessanti. Quando la cameriera si avvicinò a loro, il Serpeverde ordinò un semplice caffè ed incrociò le mani sul tavolo, in attesa. Non aveva mandato lui il gufo, quindi non era lui quello che aveva qualcosa da dire. Ma non dovette aspettare molto.


Si tratta di Mathias”


Ma va?


Cos’è successo?”


Mary dovette percepire qualcosa di strano nel suo tono, perché alzò gli occhi per guardarlo con un pizzico di ansia.


Oh, sta bene, non preoccuparti! Almeno credo…”

Almeno... credo? Blaise arcuò un sopracciglio.

Che vorrebbe significare?”


Mary si mosse di nuovo sulla sedia, come fosse scomoda e sistemò i capelli dietro le orecchie, nonostante li avesse talmente corti che, davvero, non c’era proprio niente da sistemare. Gli occhi verdi e limpidi della donna tornarono a guardarlo con una certa apprensione.


Mio marito dice che è normale, che passerà, che dobbiamo dargli tempo… ma io non credo sia così. Oh, è nella natura di Ben dire a chiunque cose rassicuranti, lui è fatto così. Crede sempre nel meglio ed anche io! Per questo ho voluto incontrarti Blaise. Perché credo fermamente alla parte migliore di ogni cosa e…” si zittì, inspirando profondamente e prendendo un sorso del suo tè. In quella pausa, arrivò anche il caffè ordinato dal Serpeverde, ma il ragazzo non si mosse, lasciando che la cameriera lo poggiasse sul tavolino e si allontanasse.


Signora Moore…” anche se la donna lo chiamava per nome, Blaise non aveva intenzione di prendersi altrettanta confidenza, non era nella sua natura, “Ho bisogno che lei sia più specifica”


Mary abbozzò un sorriso, annuendo brevemente.


Non credo che la soluzione migliore per Mathias possiamo essere noi”


Quella frase lo lasciò interdetto e Blaise sbatté le palpebre un paio di volte. Non era quello che aveva detto lui, in fondo? Che forse i Moore non erano le persone più adatte ad occuparsi di Mathias? Ma un conto era pensarlo, magari consapevole di essere anche un po’ maligno nel farlo. Un conto era sentirlo dire da lei.

Fermi tutti, un momento.


Suo marito sa che lei si trova qui?”


Come una bambina colta a fare qualcosa di sbagliato dai genitori, Mary abbassò vergognosamente lo sguardo con aria colpevole e scosse la testa, senza riuscire a dire qualcosa. Blaise sospirò profondamente, stringendo la sella del naso tra le dita con lentezza. Chiuse brevemente gli occhi, permettendo al suo cervello di lavorare quelle informazioni con una velocità impressionante. Ma che diavolo…


Ben non sa niente, perché crede che la situazione cambierà e non sarebbe mai stato d’accordo ad organizzare un incontro del genere. Ma io dovevo parlare con qualcuno che capisse, Blaise! Forse tu pensi che io non me ne sia accorta…”

Accorta di cosa?” il ragazzo la sbirciò oltre le dita che aveva davanti al volto.

Di quello che pensi”

E che cosa penso?”

Mary si zittì per qualche attimo, forse in preda ad un dubbio: quello che le diceva di essersi sbagliata. Tentennò, questo è vero, ma non troppo a lungo.

Che non avremmo mai capito Mathias” esclamò infine, assecondando l'istinto femminile.


Blaise prese la tazza del caffè e ne bevve un sorso.


Perché mi sta dicendo queste cose?” domandò, soppesando con cautela le parole, come se da quella domanda potesse scaturire qualcosa di pericoloso.

Perché non è vero” rispose immediatamente Mary, gli occhi che le brillavano di una luce determinata, “Io ho capito Mathias, ho capito che cosa vuole. E non vuole stare con noi. Lui vuole te. Ed un certo Neville, di cui una volta mi ha parlato, ma non so chi sia. Quello che so è che quando parla di voi, e lo fa talmente poche volte che non mi pare vero il momento in cui succede, sono le uniche circostanze dove appare per ciò che è: un bambino. Io e mio marito non l’abbiamo adottato per donargli una vita triste, l’abbiamo adottato perché vogliamo renderlo felice!”

E’ soltanto un mese che si trova con voi, non può pretendere che in così poco tempo si mostri aperto e disponibile al dialogo, dopo quello che ha passato”

E’ questo il punto, non capisci? Tu lo sai che cosa ha passato?”

Sì, lo so” Blaise strinse la tazzina del caffè senza nemmeno rendersene conto.

Anche io lo so” riprese Mary, implacabile, “Però non lo so, perché con me, con Ben, non parla. So che i suoi genitori sono rimasti uccisi in maniera brutale, ma non so che ha passato. Cosa sta ancora passando. E questo è un processo che ha iniziato con te, sei tu quello a cui ha deciso di parlare. Credo… credo che si senta tradito? È solo una sensazione, chiamalo istinto materno, femminile, come vuoi, ma c’è questa voce nella mia testa, quando guardo Mathias, che mi dice non c’è fiducia. Aspetta! Lo so che stai per dire di nuovo che è solo poco tempo che sta con noi! Sono d’accordo Blaise, sono d’accordo davvero! Ma… io sono convinta che lui si senta davvero così. A partire dal fatto che non rispondi ai suoi gufi” il suo tono assunse una piega di rimprovero neanche tanto celata “… e poi c’è questo dettaglio… lui ti ha parlato di come si sente ma poco tempo dopo vi siete dovuti separare. Temo abbia paura che, se si aprisse con noi, accadrebbe di nuovo di doversene andare chissà dove. Ma perché non rispondi ai suoi gufi?! Ti ha aperto il suo cuore, lo vuoi far pentire di averlo fatto?”


Blaise appoggiò la tazza sul tavolo, infastidito. Al suono secco che ne conseguì, Mary si ammutolì all'istante e rimase ad osservarlo con occhi agitati, che non stavano fermi un attimo.

Il Serpeverde non coglieva il succo del discorso.

Lo stava rincoglionendo con un mare di parole e, per la miseria, lui odiava i logorroici ma… qual era il maledetto punto? L’aveva voluto incontrare per farlo sentire in colpa?

Quella donna lo irritava.

Ma era vero che non riuscisse a cogliere il succo del discorso? O forse non voleva farlo e basta?


Signora Moore” si sforzò di mantenersi su toni cordiali, “Perché sono qui?”

Lo sai perché. Lui vuole stare con voi. Questo non ti importa?”

Blaise la freddò con un'occhiata così penetrante che Mary cercò subito di rimediare a ciò che aveva detto, perché qualunque cosa avesse voluto intendere, l'aveva buttata fuori nel modo sbagliato. Non fece neanche in tempo ad aprire bocca che la voce del Serpeverde sembrò sferzare l'aria come fosse stata una lama. Una lama vera.

E tanti bei saluti alla cordialità.

Avreste dovuto preoccuparvi dei suoi desideri prima di adottarlo”

Non fingere che la cosa non ti interessi! Non sono un uomo, sono una donna. Non puoi pretendere di fregarmi con quel tono disinteressato! Mathias non avrebbe mai parlato con qualcuno di cui non si fida!”

Blaise si sporse verso di lei con un movimenti fluido, un po' serpentino.

Lo dica” sibilò, socchiudendo le palpebre sugli occhi.

Che cosa?”

Mary, per contro, si ritirò un po' sulla sedia. Ma non poteva andare molto lontano.

Lo dica esplicitamente, cosa vuole”

La donna fece un bel respiro e decise che fosse il caso di guardare Blaise negli occhi, perché la questione era importante. E voleva davvero, davvero che l'altro lo capisse.

“… Vorrei… che condividessimo la custodia di Mathias. Non voglio rinunciare alla sua tutela e farlo finire di nuovo tra le mani del Ministero. Io e Ben abbiamo lottato tanto per riuscire ad ottenere un'adozione e dopo tutto quello che abbiamo passato, non posso a rinunciare a lui. E' diventato parte della famiglia ancora prima che sapessi il suo nome. Quindi, vorrei che potessimo diventare entrambi suoi tutori…”


Seguì un silenzio abbastanza pesante, riempito solo dalle chiacchiere del mondo che di certo non aveva smesso di girare per permettere a quei due di discutere con tranquillità. Si guardavano a vicenda, negli occhi, ma con modi molto diversi. Gli occhi verdi di Mary erano determinati, mostravano una forza d’animo non indifferente, ma anche sofferenza. Forse si sentiva impotente. Gli occhi di Blaise erano freddi, la facevano sentire come se volessero perforarla da parte a parte ed erano risoluti. Forse si sentiva confuso.


Che cosa doveva fare?

Che cosa voleva fare?












NOTE DELL'AUTORE: al solito, esigenze di trama hanno voluto la scarsa lunghezza di questo capitolo transitivo. Ne mancano oramai solo due, quindi non siate ansiose di arrivare alla fine :p ne approfitto per fare auguri di buona Pasqua a tutti quanti, io non mancherò di uccidermi di cibo, non so voi!! Un ringraziamento speciale a Mimiwitch che ha betato questo capitolo :D Vi ringrazio per tutti i pareri positivi riguardo Alberic, lui ne è stato letteralmente folgorato, ve lo assicuro :D E se proprio devo dire la mia, a me la famiglia Moore non dispiace. Vi assicuro che le loro intenzioni sono del tutto sincere... ora sta a Blaise capirlo!

Un ultimo grazie di cuore a chi legge e basta, a chi aggiunge la storia nelle varie categorie e chi aspetta il venerdì per leggere un nuovo capitolo di questa storia: non mi sarei mai aspettata tanto affetto, vi adoro!


   
 
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