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Autore: Nocturnia    29/03/2013    2 recensioni
Dicono che l'odio sia il gelo d'una notte d'inverno e il mutismo pertinace d'una tomba.
Dicono che svuoti, senza mai riempire d'altro, se non macerie e polvere.
Sorridi amaramente, alzando lo sguardo al cielo bluastro, e ti chiedi allora cosa sia quel calore rovinoso che senti al centro del petto, dove una volta c'era il cuore.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Helena Bertinelli, Oliver Queen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Al buio
Disclaimer: Oliver Queen, Helena Bertinelli e tutti gli altri personaggi appartengono a George Papp e Mort Weisinger, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.

"Divenni pazzo con lunghi intervalli di orribile sanità mentale."

- Edgar Allan Poe -


Al buio

L'odio è sempre stato una casa accogliente per le tue stanche membra.
È una furia rovente che ti asciuga dentro, una fiamma che non consuma mai la sua origine.
Ti spoglia d'ogni maschera e ti mostra nuda al suo cospetto, uno scheletro d'immane bellezza.
"Volevi uccidermi."
Oliver non distoglie lo sguardo e ti fissa con la vacuità dei predatori.
"Volevi uccidermi." ripeti, anestetizzata dalla sorpresa.
"Io..."
Si incrina la sua espressione e per un attimo, un flebile istante, intravedi la verità.

"Fermi!"

Storni lo sguardo e McKenna cattura la tua attenzione, diventando il prossimo bersaglio mobile.
Oliver è troppo lento, troppo diviso, per coglier davvero il balugino ossessivo - disperato  - sul fondo della tua pupilla.

Plotch.

"NO!"

Sceglie Queen e ti abbandona all'odio, bambola bellissima e dalla pelle troppo candida per non volerne vedere il sangue.

"Helena!"

È un ruggito - un grido - agonico quello di Oliver, uno strano miscuglio di dolore e frustrazione, senso di colpa e perdita ineluttabile.

Mi hai mai amato, Oliver Queen?

Il femore di McKenna si frantuma, spandendo nell'aria l'odore acre della cordite.
Cade in ginocchio Oliver, capendo troppo tardi l'assioma d'ogni eroe: non ci sarà mai alcun futuro per chi sceglie d'immolar il proprio presente.

"Che cosa hai fatto?"

Silenzio.

"Helena!"

È un rombo viscerale la voce di Oliver, un imperativo e una preghiera accorata.

Mi hai mai amato, Vigilante?

"Rispondimi!"

Ed è allora che chiudi gli occhi.


****

L'odio ti ha dato la forza, la vendetta una ragione per cui vivere.
Ti hanno nutrita, padre e madre d'una bambina ferita, persa nel suo delirio di giustizia.
Hanno raccolto le tue lacrime, facendone una lama durissima e impietosa.
Sospiri, fermando la moto e togliendoti il casco.
Dicono che l'odio sia il gelo d'una notte d'inverno e il mutismo pertinace d'una tomba.
Dicono che svuoti, senza mai riempire d'altro, se non macerie e polvere.
Sorridi amaramente, alzando lo sguardo al cielo bluastro, e ti chiedi allora cosa sia quel calore rovinoso che senti al centro del petto, dove una volta c'era il cuore.

 
Michael.

Ombre nuove si addensano alle tue spalle, ma non te ne accorgi.
Starling City è stata una città benevola con te, l'arroganza della bellezza e l'imprudenza dei giovani.
È stata un compagna ridente e ingannevole, uno specchio il cui lato nascosto non ha mai mostrato alcuna crepa, alcun cedimento.
Non ti hai mai parlato di pipistrelli impossibili e verticalità taglienti.
Non ti ha mai mostrato quella sorella deforme e sterile, utero per miseri aborti e misere creature.
No, vero?

Oliver.

Ti volti di scatto, attirata da un rumore metallico.
Imbracci la balestra, ma il buio non prende alcuna forma.

"Vattene." mormorano i vicoli marci attorno a te, parole sfiatate e contratte, vomitate da mostri vestiti di nero e uccellini rapaci. "Vattene."

Rinfoderi l'arma, accendendo nuovamente il motore e rimettendoti in strada.

"Non ti vogliamo qui." sibilano le fronde degli alberi, creature contorte dalla chimica e gatte irriverenti e brutali. "Non sei come noi. Non sei noi."

Fissi un'ultima volta il cielo, prima di perderti per sempre tra vie di cemento e filo spinato, mani d'una città senza pudore e senza vergogna.

È il posto giusto per me pensi tra una curva e l'altra sono a casa.

"Forse." gracchiano mille e mille bocche "O forse no, piccola cacciatrice."

E Gotham aveva scelto infine la sua nuova preda: il suo nuovo sogno da mutare in incubo.



Note dell'autrice: ho collocato Helena a Gotham perché nell'universo DC Comics è la città in cui è più attiva come Cacciatrice.
In base a questo ho pensato che dopo gli eventi della puntata 18 di Arrow fosse una meta a lei congeniale.
   
 
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