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Autore: Fiamma Drakon    30/03/2013    2 recensioni
Gli shinigami sono la razza prescelta per proteggere il mondo dalla furia devastatrice dei demoni. Per questo vengono anche chiamati Demon Hunters.
Grell Sutcliff, degradato per la sua inaccettabile infatuazione verso il demone Sebastian Michaelis, ormai ha perso ogni interesse per il suo compito: tutto ciò che desidera è riuscire a star vicino al suo amore. Eppure, sembra che il destino sia contrario alla sua scelta...
«Will...?» lo chiamò, allontanandosi di mezzo passo «Che cos’è quella?».
«Queste... sono...»
«... le ceneri di uno shinigami assassinato» completò per lui Undertaker, il tono che aveva acquistato nuovamente quella sfumatura vagamente ilare propria di lui.

[...] «E io che cosa c’entro in tutto questo?»
«Quello shinigami era l’incaricato a distruggere Sebastian Michaelis. Raccapricciante come da carnefice si sia trasformato in vittima, non trovi?».

[Sebastian/Grell (one-sided); Claude/Grell (accennato, one-sided)] [Possibili lievi OOC]
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Claude Faustas, Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis, William T. Spears
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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12_Doppio servitore
Demon Hunters
12. Doppio servitore

Ronald fu il primo ad atterrare, assorbendo l’impatto improvviso col suolo con le gambe, flettendole.
Si rialzò e si guardò intorno: si trovava in un sotterraneo umido e scarsamente illuminato che puzzava di muffa. Il soffitto non era molto alto, ma la stanza era grande.
Grell atterrò in piedi alle sue spalle accompagnato da un familiare e riecheggiante rumore di tacchi, seguito da William.
«Che posto è questo?» domandò lo shinigami rosso, palesemente disgustato.
«Sento... sono shinigami...?».
A parlare era stata una voce sibilante, femminile ed inquietante proveniente da uno degli angoli in ombra.
«Ti sei fatto seguire... Claude?» esclamò di nuovo la voce, stavolta con un’inflessione iraconda.
Il demone apparve dal nulla davanti ai tre shinigami, gli occhi che brillavano scarlatti. Avanzò di qualche passo, lentamente e minacciosamente.
«Me ne libero subito» disse. Dal tono di voce utilizzato traspariva quanto fosse amareggiato e irritato per quella visita non gradita.
Scattò fulmineo verso i tre.
«Non fatevi toccare!» rammentò Ronald, mentre rievocava alla memoria l’orribile certezza d’essere prossimo alla morte ed il dolore atroce che aveva pervaso ogni fibra del suo essere nel contatto con quelle fiamme demoniache che non si spegnevano.
Alzò il tagliaerba sopra la spalla, abbattendolo contro il petto di Claude, sbalzandolo all’indietro, anche se di pochi metri.
Quest’ultimo caricò di nuovo, e stavolta ad incassare il colpo fu nuovamente Ronald, che parò con la sua falce ma venne scaraventato via.
Grell lo superò d’un balzo con in pugno la sua amata motosega, che accese l’attimo prima di saltare addosso a Faustus, che schivò appena un momento prima che la lama rotante della falce si facesse strada nella sua spalla.
Spears, nel frattempo, aveva aggirato il combattimento e si era avvicinato all’angolo dal quale poc’anzi era pervenuta la voce.
Esaminò il buio che impregnava tutta la parte superiore dell’angolo, cercando di scorgere qualcosa, ma non vide niente finché due sfere luminose e bianche si aprirono, fissandosi su di lui come fosse una preda.
William non si fece prendere dal panico: arretrò di un passo e sollevò la sua arma, puntando la tenaglia verso gli occhi della creatura. Aveva letto - e se ne ricordava bene - che la Nìade non si poteva muovere, perciò non avrebbe tentato di scappare.
Convinto di ciò, abbandonò ogni prudenza e tentò d'attaccarla; purtroppo per lui, la bestia non era incline a farsi ammazzare tanto facilmente.
Fu così che William fu colpito a sorpresa da ben quattro catene grosse e pesanti, che lo frustarono una volta ciascuna e poi si avvinghiarono attorno a polsi e caviglie, sbattendolo a terra violentemente.
La falce gli volò via di mano, atterrando con un rumore metallico a diversi metri di distanza da lui.
«William!» chiamò Ron, vedendolo a terra, ma non poté preoccuparsi a lungo di lui perché dovette saltare all'indietro per evitare che Claude lo infilzasse con i suoi coltelli d'oro.
«Shinigami...?».
Una voce maschile, irritata e lievemente intrisa di sorpresa risuonò nel sotterraneo.
Sutcliff - che si stava preparando ad attaccare di nuovo Faustus - si fermò a metà del movimento, la motosega alzata sopra la testa in modo minaccioso, pronta ad abbattersi sul cranio del demone dagli occhi dorati.
Il suo sguardo si spostò immediatamente - così come quello di Claude - sulla sagoma che era apparsa dalle scale ad un capo della stanza, alta e smilza, con due pupille di brace che s’accendevano come fuochi nella penombra del locale.
Grell si distrasse dal combattimento e si voltò completamente verso il nuovo venuto abbassando la sua arma, in viso un’espressione estatica ed ammirata che incuriosì Ronald.
«Sebastian Michaelis» nominò Faustus, cambiando posizione, abbandonando quella offensiva per assumere quella eretta.
Il suo sguardo era severo, irritato.
«Che cosa ci fai tu qui, nella casa della mia padrona?» domandò Sebastian, corrugando gli occhi in un’espressione rabbiosa ed inquisitoria al tempo stesso.
«Questa è la mia padrona» sentenziò Claude.
Fu allora che William, bloccato a terra più in là, al vedere i due demoni scrutarsi vicendevolmente con odio, si ricordò cosa gli aveva detto Undertaker poco prima, nell’infermeria, circa le possibili “opzioni” sulla Nìade.
Siccome era ormai appurato che ce ne fosse solamente una e che avesse ai suoi comandi ben due demoni, il quadro generale della situazione si era fatto improvvisamente un tantino più chiaro ed inquietante.
«Sebastian... Claude...».
La voce del mostro si era arrochita, anche se aveva mantenuto la sua sfumatura sibilante.
L’azione parve rallentare fino a fermarsi completamente per un momento, un fatale attimo, l’istante prima della tempesta.
Poi tutto si rimise in moto freneticamente e un grido femminile talmente acuto da far sanguinare i timpani lacerò l’aria.
«Fermateli!» urlò Spears, rivolto ai due compagni.
Claude e Sebastian furono sollevati da terra e posti parallelamente al suolo, mentre un’aura purpurea ed una blu intenso si spandevano dai loro corpi nell’aria circostante.
Ronald era piegato in due, le mani premute sulle orecchie nel vano tentativo di proteggerle da quel chiasso, mentre assisteva atterrito alla scena. Accanto a lui, Grell osservava attonito, anche lui con le orecchie tappate.
Una lama di luce si fece strada nei toraci dei due demoni e schizzi di sangue vennero proiettati in aria con violenza.
William era stordito da quell’urlo atroce, la testa afflitta da un’emicrania lancinante.
«Interrompete il rito!» esclamò a gran voce, cercando di sovrastare il rumore.
«Sebastian!».
Sutcliff cominciò a chiamare il demone con un tono di voce melodrammatico.
«Sebastian! Sebastiàn!» ripeté, cominciando ad agitarsi.
Si voltò verso l’angolo vicino al quale Spears era steso a terra e digrignò i denti.
«Non puoi far del male al mio Sebastiàn!» gridò.
Iniziò a correre con la motosega accesa in mano e si lanciò alla carica. Ricordava ancora bene cosa gli aveva detto Undertaker riguardo a come ammazzare una Nìade e non aveva intenzione d’aspettare un minuto di più, considerato ciò che stava facendo al suo Sebastian.
Ad un metro circa dalla Nìade si fermò e scaraventò verso di lei la motosega, mirando al buio dove doveva essere la sua testa, scartando indietro in un secondo momento, arretrando e piegandosi a prendere la falce di William.
Una catena s’avvolse intorno alla falce e la spinse via, ma la creatura non riuscì a parare il secondo affondo: Grell era balzato in aria approfittando della sua distrazione impugnando l’asta allungata dell’arma del compagno.
Conficcò con forza la tenaglia nel buio e, percependo al tatto d’aver colpito qualcosa, mulinò l’attrezzo in modo da recidere qualsiasi cosa avesse colpito.
Il grido ebbe un picco improvviso poi sparì di colpo e tutto fu silenzio.
In quell’assenza totale di suono, il rumore di una testa che cadeva al suolo riecheggiò amplificata diverse volte.
Il cranio della Nìade, rimasta fino ad allora nell’ombra sia a loro che al mondo intero, finalmente si rivelò: il viso era di donna, scheletrico, la pelle avvizzita e le orbite scavate, prive di bulbi. Le labbra secche erano aperte in una “o” muta che lasciava scoperti i denti, tutti piccoli quadratini perfetti tranne i canini, che erano più lunghi, grossi ed incurvati, simili alle mandibole dei ragni.
Alle spalle di Grell, Ronald assistette in silenzio alla dissolvenza delle aure colorate che li avevano avvolti fino ad allora e della lama di luce bianca dai loro corpi, che caddero a terra con un tonfo, immobili.
Knox sapeva bene che quelle creature erano dure a morire e che le loro capacità di guarigione erano a dir poco formidabili, per cui non si preoccupava minimamente per loro ma anzi, si aspettava di vederli rimettersi in piedi da un momento all’altro - come infatti accadde.
Sutcliff, intanto, aveva recuperato la sua motosega - ancora accesa e finita abbandonata al suolo - ed aveva spezzato le catene che ancora immobilizzavano William, permettendogli così di rialzarsi.
Spears si sistemò gli occhiali - spostatisi leggermente verso la punta del naso - di nuovo al loro posto, quindi si volse verso i due demoni, che si stavano scrutando reciprocamente con una certa rabbia.
Prima che potesse dire o fare qualunque cosa, Grell s’interpose: «Fermo! Non puoi far del male a Sebastian!».
Michaelis e Faustus si voltarono ambedue verso di lui.
«Cosa stai blaterando, Sutcliff? Sono demoni ed hanno ucciso alcuni Hunter» replicò in risposta Will.
«E quel Claude ha quasi carbonizzato me!» si lamentò Ronald, agitando le mani con fare stizzito.
I due demoni approfittarono della loro momentanea distrazione per aggirarli e correr via verso le scale.
Sebastian solo si girò un momento, col piede sul primo gradino, per rivolgere un’occhiata al Dio della Morte rosso.
«Spero che questo sia un addio».
Ciò detto stirò le labbra sottili e pallide in un sorriso sghembo e la sua figura svanì su per le scale.
«Li hai lasciati scappare!» fece notare Ronald, arrabbiato: lui avrebbe voluto vendicarsi per quello aveva subito. Voleva farla pagare cara a quel Claude Faustus.
Grell lanciò un gridolino eccitato che fece rabbrividire William.
«Sebastiàn! Mio amoreee...! ♥».





Angolino autrice
Anche se con un mostruoso ritardo, ecco finalmente l'ultimo capitolo. Ringrazio sentitamente coloro che hanno seguito la fic e che l'hanno aggiunta alle preferite/ricordate/seguite.
Bye bye <3
F.D.
   
 
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