Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |       
Autore: naley3gwain46    30/03/2013    5 recensioni
Destiel of course ...Dean è un poliziotto un detective della omicidi di Ny si trova alle prese con un misterioso Killer si è portato via la madre di suo figlio..e come se non bastasse c'è un nuovo detective in città che sconvolgerà la sua vita...I personaggi non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro... Il telefono squillava, Dean si girò cercandolo a tastoni sul letto,dove diavolo lo aveva messo? Doveva rispondere al più presto. La sveglia diceva 3.05, non che aspettasse buone notizie, del resto se il tuo telefono squilla in piena notte e sei un detective della omicidi in servizio sai già quello che ti aspetta, ma aveva comunque urgenza di rispondere altrimenti gli squilli avrebbero svegliato la persona che dormiva nella stanza accanto alla sua.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'ANGELS KILLER '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic Angels Killer
 
Capitolo 1
 
Ali nere e occhi blu
 
Il telefono squillava, Dean si girò cercandolo a tastoni sul letto,dove diavolo lo aveva messo? Doveva rispondere al più presto. La sveglia diceva 3.05, non che aspettasse buone notizie, del resto se il tuo telefono squilla in piena notte e sei un detective della omicidi in servizio sai già quello che ti aspetta, ma aveva comunque urgenza di rispondere altrimenti gli squilli avrebbero svegliato la persona che dormiva nella stanza accanto alla sua. Trovò il telefono sepolto sotto strati di vestiti ammucchiati, in generale non era un maniaco della pulizia ma ultimamente le cose erano peggiorate. I vestiti sporchi erano sparpagliati un po’ d’ovunque, sul suo letto, sulla sedia, sulla scrivania, per non parlare del fatto che non riusciva a trovare più il suo pc, eppure doveva essere li da qualche parte, sotterrato forse da una montagna di calzini o da quella dei vecchi verbali che doveva sistemare, le scartoffie non erano mai state il suo forte, come del resto le pulizie, ma prima o poi avrebbe dovuto decidersi a mettere un po’ in ordine, se non per lui per il suo nuovo coinquilino. Si, le cose ultimamente erano cambiate e le pulizie domestiche erano l’ultimo dei suoi pensieri. Prese il telefono e vide il nome di Jessica, una sua collega, lampeggiare sul display, lo sapeva, perché sceglievano sempre la sua notte di reperibilità per commettere un omicidio?  Rispose al telefono: “ Dean raggiungimi c’è stato un omicidio ti invio l’indirizzo tramite messaggio” dall’altra parte la voce di Jessica suonava allarmata e tesa e Dean penso che fosse decisamente strano perché un detective della omicidi era abituato agli omicidi e Jessica non era una novellina alle prime armi, ma tutto gli fu chiaro quando  Jessica aggiunse: “..E Dean non so proprio come dirtelo ma è come con Lisa”e riagganciò.
Si alzò, prese dal mucchio delle magliette una maglia che all’odore sembrava potesse essere indossata almeno un'altra volta, indossò un paio di jeans e le scarpe senza i calzini, i calzini no non poteva proprio indossarli di nuovo a giudicare dall’odore che emanavano, doveva trovare assolutamente del tempo per fare una lavatrice. Si diresse in bagno, si lavò la faccia e poi si guardò allo specchio. Gli occhi verdi che lo guardavano era stanchi e preoccupati, cercò di darsi un tono ma non servì a molto, provò un sorriso di circostanza, da esibire per evitare domande, ma risultò solo inquietante, quindi smise di provarci, lasciò sul tavolo un biglietto per far sapere a chi viveva con lui che era uscito, indosso il suo giubbotto e prese le chiavi dell’auto. Salito in macchina seccato, perché stava lasciando per l’ennesima volta il suo coinquilino a casa da solo, accese la radio e cerco di controllarsi, ma gli rimaneva difficile non riusciva a fare a meno di pensare alla frase di Jessica: “..è come con Lisa”. Quel bastardo l’aveva fatto ancora,ma stavolta l’avrebbe preso fosse stata l’ultima cosa che avesse fatto, lo doveva a Lisa.
 Lisa era la migliore amica di Dean, Lisa era stata forse la cosa più simile al vero amore per Dean, ma  soprattutto Lisa era la madre di suo figlio: Ben Winchester.
Lisa e Dean erano sempre stati molto legati, erano cresciuti insieme, avevano frequentato le stesse scuole, la stessa comitiva, ma poi Dean si era trasferito a causa del suo lavoro  e non si erano più visti, fino al giorno in cui un ragazzino aveva deciso di accoltellare un suo compagno di classe, e Dean si era ritrovato ad interrogare la sua insegnante di religione, Lisa per l’appunto. Da lì avevano ripreso a frequentarsi e Lisa gli aveva detto di avere un figlio, Ben, che non era stato mai riconosciuto da suo  padre, così Dean aveva deciso di fare il grande passo, di trasferirsi da lei e di formare una vera famiglia, aveva talmente legato col ragazzo che lo aveva adottato a tutti gli effetti e per un po’ le cose erano andate al meglio, ma forse per il suo carattere, o a causa del suo lavoro,  la sua storia con Lisa era naufragata, ma non la loro amicizia e rimaneva comunque il fatto che lui era il padre di Ben agli occhi della legge e amava quel ragazzino più di qualunque altra cosa al mondo.  Così avevano ottenuto un affidamento congiunto e Ben poteva vedere il padre quando voleva, solo che queste occasioni erano molto rare, visto il lavoro del padre e più passava il tempo più queste occasioni di stare insieme stavano sparendo, Ben ce l’aveva col padre perché metteva sempre il lavoro davanti a lui e Dean si sentiva in colpa, inadeguato, e anche se avrebbe dato la vita per suo figlio, si seppelliva nel lavoro perché era orgoglioso e con i sentimenti era negato. Ma le cose stavano per peggiorare. Circa un mese fa Dean era stato chiamato per un omicidio in un teatro a Brooklyn vicino la scuola dove lavorava Lisa e Lisa era li distesa a terra in una pozza di sangue.
Lisa era morta.
 Ogni volta che lo diceva gli sembrava una cosa assurda, impossibile, aspettava sempre che il telefono squillasse e che la vocetta isterica di Lisa gli facesse una ramanzina perché non era andato a una partita di baseball o perché beveva troppo. Non avrebbe mai creduto possibile voler dare qualsiasi cosa per un'altra sola delle sue ramanzine. E adesso che avrebbe fatto con Ben? Era lei che li faceva ragionare, che faceva da negoziatore tra loro, perché lei sapeva quanto Dean tenesse al ragazzo anche se Dean non era il massimo nelle dichiarazioni d’affetto e sapeva quanto entrambi fossero testardi. Se non si sentiva all’altezza prima a fare il padre, figuriamoci ora, ora che era diventata una responsabilità tutta sua. Lui che portava a casa una donna diversa ogni sera, che faceva tardi nei bar e che viveva da solo da non so quanto tempo sarebbe stato in grado di prendersi cura di qualcun altro? Adesso che Ben viveva con lui cercava di rigare dritto, ma comunque il lavoro lo teneva lontano la maggior parte del tempo e quei pochi momenti che stavano insieme Ben si chiudeva in un silenzio che nessuno riusciva a penetrare, sembrava di vivere con un fantasma, mancavano solo l’odore di zolfo e il fumo dalla bocca e poi sarebbe corso a prendere una spranga di ferro, ma non sarebbe servito a niente, questo non era un telefilm era la realtà, e più suo figlio si chiudeva in se stesso più Dean si sentiva frustrato e incapace. E frustrato e incapace si sentiva anche sul lavoro ormai, perché non era stato in grado nemmeno di prendere il bastardo che aveva ucciso la madre di suo figlio e adesso secondo Jessica il bastardo l’aveva fatto di nuovo.
Scese dalla sua auto, una delle poche cose della sua vita di cui andava fiero, un impala del 67, ricordo del suo defunto padre e entrò nell’edificio che gli era stato indicato da Jessica.  Anche stavolta la scena del crimine era un teatro, distesa al centro del palco c’era una donna con i capelli bruni che era stata pugnalata al centro del petto, due enormi ali nere come quelle di un angelo erano state disegnate sul palco a partire dalle spalle della donna, il corpo era stato sistemato con gli occhi chiusi e le braccia aperte, come in una muta preghiera al paradiso, sembrava addormentata, il volto era tranquillo, se non fosse stato per l’enorme macchia rossa di sangue che si espandeva a dismisura sul suo petto e per i segni ai polsi e alle caviglie evidente segno di violenza. Si rivolse a Jessica che stava interrogando il proprietario del teatro e gli chiese: “E stata sedata?” Jessica lo guardava preoccupato, sapeva che per lui questo non poteva essere un caso come tutti gli altri, ma lo conosceva da un bel po’ ormai e sapeva anche che chiedere a Dean Winchester di esternare i suoi sentimenti era come chiedere a un pesce di respirare fuori dall’acqua, era contro natura praticamente, così si limitò a rispondere alla domanda: “Sembrerebbe di si..ma aspettiamo il medico legale per esserne certi.” A questa affermazione Dean fu preso dal panico, si era scordato di quel dettaglio: “Chi è di turno stasera?”chiese. Jessica lo guardò preoccupata, sapeva che la risposta non sarebbe piaciuta a Dean, quindi si limitò ad un alzata di spalle, che voleva dire “non ci possiamo fare niente”, indicando con un dito l’ingresso del teatro.
L’ingresso del teatro era appena stato varcato da un ragazzo dagli occhi verdi e i capelli lunghi, Sam Winchester, uno dei medici legali del distretto, nonché fratello minore di Dean, anche se di minore aveva ben poco. Perfino il bigfoot diventava un nanetto in confronto a Sammy. Sam conosceva Dean come il palmo della sua mano, dopo che i genitori erano morti, Sam era stato tutta la sua famiglia fino all’arrivo di Ben, ma il loro rapporto non era mai cambiato, potevano sempre contare l’uno sull’altro. Lui era l’unico in grado di farlo ragionare e lui era l’unico a sapere senza bisogno di parole cosa stava passando, perché entrambi avevano già conosciuto la perdita e perché gli bastava uno sguardo per capirsi. Ma questo adesso non lo aiutava granché, perché la maschera di freddezza con Sam non funzionava, lui era in grado di leggere oltre e di capire quanto rivivere tutto di nuovo lo sconvolgesse. Aveva paura che se avesse pensato che tutto quello per lui fosse stato troppo da sopportare, sarebbe corso dal suo capo a fargli togliere il caso. Ma Sam lo conosceva e Dean conosceva Sam e infondo sapeva che non l’avrebbe mai fatto. Sam sapeva quanto per Dean fosse importante prendere l’assassino di Lisa, perciò la cosa che veramente lo spaventava era che suo fratello lo chiudesse in una stanza e lo costringesse a una chiacchierata a cuore aperto. Odiava doverlo fare e Sammy era l’unica persona al mondo in grado di costringerlo a farlo.
Sam si avvicinò al corpo, non guardò neanche Dean perché sapeva che quello che avrebbe visto non gli sarebbe piaciuto, dopo i primi esami disse con difficoltà e con voce incerta: “Avevate ragione è andata esattamente come con Lisa. “Poi con voce più salda, nascondendo la preoccupazione con la sua voce professionale aggiunse: “portiamola al Laboratorio entro domani vi saprò dire se tutto corrisponde nei minimi dettagli.”
Prese la sua valigetta e se ne andò, così come era arrivato, senza una parola, non guardò mai verso il fratello, perché già sapeva cosa stava pensando, e non voleva che la sua preoccupazione si aggiungesse a quella che Dean già provava. Già, sapeva quali certezze e quali paure affioravano nella sua testa. L’assassino di Lisa non era uno qualsiasi, si trovavano di fronte a un serial killer e quel corpo, con tutta probabilità, non sarebbe stato l’ultimo.
Dean tornò a casa  alle 9.00 di mattina, aveva interrogato tutti i possibili testimoni ma nessuno aveva visto niente e la cosa lo faceva sentire ancora più incazzato se era possibile. C’era un pazzo che andava in giro a uccidere donne indifese, a quanto pare insegnanti di religione, questo era l’unica cosa che Lisa e la ragazza mora, Ruby si chiamava, avessero in comune,e lui non poteva farci niente. Aveva notato appena il furgone dei traslochi parcheggiato davanti al palazzo, sali le scale in fretta forse Ben dormiva ancora, ma ad un certo punto senti un trambusto assurdo provenire proprio dall’appartamento accanto al suo e senti ridere, una risata così bella che scaldava il cuore, e poi senti una altra risata, stavolta familiare, che ormai non sentiva più da tanto, era la risata di Ben che gli ricordava tanto la risata di Lisa.
Che ci faceva suo figlio alle nove del mattino a casa del nuovo vicino? Questo non l’aveva dedotto perché era un poliziotto, ma dal camion dei traslochi e dai mobili sul pianerottolo. Beh chiunque avesse quella risata e facesse ridere Ben poteva rimanere quanto voleva. Entrò in casa posò le chiavi ma poi decise di andare a recuperare suo figlio, del resto vivevano a New York, e a New York non si parla con i vicini, tantomeno con quelli appena arrivati di cui non si sa niente, figuriamoci andarsene a casa loro. Lo aveva insegnato da subito a Ben, eppure quel ragazzo era più testardo di un mulo, faceva sempre di testa sua, gli ricordava qualcuno si disse e infondo se ne sentì orgoglioso. Ma sapeva anche, per esperienza personale, che questo tipo di comportamento poteva mettere nei guai. Dio solo sa a chi poteva appartenere quella risata, magari a un pazzo o a un maniaco. Non ne vedeva di tragedie che iniziavano con un vicino simpatico tutti i giorni? Così andò a bussare alla porta del suo vicino.
“Ciao” gli disse l’uomo che gli aprì: “tu devi essere papà Winchester. Io e Ben stavamo giocando ai videogiochi, anzi alla Pes come dicono i giovani e mi sono appena fatto autogol. Si lo so sono una schiappa, e qualcuno si sta sbellicando dalle risate. Ma migliorerò prometto, croce sul cuore!” di tutto questo discorso Dean Winchester non aveva seguito una sola parola. Riusciva solo a fissare gli occhi che aveva di fronte a se. Occhi profondi come il mare e azzurri come il cielo. Due bellissimi occhi blu che lo fissavano facendogli dimenticare anche il suo nome.







*questo è il primo capitolo se volete che pubblichi gli altri basta chiedere spero che vi sia piaciuto*
  
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: naley3gwain46