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Autore: Egle    26/08/2004    16 recensioni
Lily cade e si sloga una caviglia in una zona del parco lontano dal castello, ma viene soccorsa da un cervo che diventa il suo migliore amico, senza sapere che è un Animago e che è da tempo innamorato di lei...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SUPREME

SUPREME

 

 

Lily aumentò l’andatura. Era quasi ora di cena e presto il sole sarebbe scomparso dietro all’orizzonte. Non credeva di essersi spinta così lontana dalla scuola. Poteva giurare di non aver camminato più di mezz’ora, costeggiando le rive del lago, ma in realtà dovevano essere trascorse quasi due ore da quando era uscita dal cortile di Hogwarts. Un vento freddo proveniente da nord la fece rabbrividire, scompigliandole i capelli all’indietro, mentre un uccello spiccava il volo da un ramo lì vicino, spaventandola. Lily si morse il labbro inferiore nervosamente. Doveva stare calma. La scuola era là, davanti a lei. Non le sarebbe successo nulla. Al massimo un raffreddore, ma niente di più. Doveva smetterla di sobbalzare ad ogni minimo scricchiolio e ululato che sentiva in lontananza. Deviò in un sentiero laterale e proseguì a passo spedito, evitando con cura i rami e gli arbusti che si protendevano in quello che aveva tutta l’aria di essere un tentativo di aggrapparsi al suo mantello per rallentarla. Stava per estrarre l’orologio per controllare che ora fosse quando incespicò in una radice che spuntava dal terreno e  cadde al suolo con un gemito.

“Per la barba di Merlino” mormorò, portandosi una mano sulla caviglia dolorante. Cercò di rimettersi in piedi, ma la gamba le doleva terribilmente. Con un lamento ripiombò a terra. I capelli le cadevano scompostamente davanti al viso.

“e adesso che cavolo faccio?” disse, guardandosi intorno sperduta. A quell’ora era improbabile che qualcuno gironzolasse ancora fuori dal castello a parte lei. Nessuno è così stupido, pensò, impugnando la bacchetta. Forse poteva farsi un medicamento provvisorio, ma non sapeva come tornare alla scuola. Era sola. Completamente sola. O almeno sperava che così fosse. Si acquattò sul sentiero, stringendo più forte la bacchetta quando udì distintamente dei passi incedere sul terreno battuto. Passi che non sembravano per nulla umani. Lily respirò profondamente, cercando di richiamare alla mente tutti i possibili incantesimi da lanciare contro eventuali aggressori.

“Expelliamus” pensò “ma quello è solo per i maghi. Se fosse un animale…un cinghiale o un orso…ci sono orsi qui intorno?”

I passi sembravano avvicinarsi costantemente. Lily fece scorrere lo sguardo tutt’intorno nel tentativo di trovare una via di fuga, magari buttandosi a lato della strada, ma il sentiero era costeggiato da siepi di more con molte spine. Era in trappola. Vide dei rami oscillare debolmente davanti a lei e aumentò ancora la presa sulla bacchetta. Stava per scagliare uno schiantesimo quando un grande cervo spuntò dal fitto degli alberi. L’animale si arrestò subitaneamente fissandola con i suoi grandi occhi scuri. Le corna ramificate sfioravano i rami più bassi degli alberi.

“ciao. Mi hai spaventata” disse piano, subito sentendosi molto sciocca, ma il cervo continuò a guardarla , come se fosse interessato alle sue parole. “Mi capisci?” articolò lei, chinando il capo da una parte. “ma certo che no” aggiunse poco dopo “sei solo un cervo!”.

Si puntellò con le mani per alzarsi in piedi ma la caviglia cedette e cadde nuovamente a terra. Si scostò i capelli dalla faccia con un gesto rabbioso e inspirò profondamente. Come poteva uscire da quella situazione? Stava ancora pensando al da farsi, quando il cervo inaspettatamente la raggiunse e si accucciò al suo fianco. Lily era pietrificata. Vedeva il torace alzarsi e abbassarsi lentamente, la coda muoversi piano… Allungò una mano tremante e accarezzò il collo del cervo, facendo scorrere le dita tra il pelo raso dell’animale. Il cervo non si mosse. Continuò ad accarezzarlo, dimenticandosi perfino del dolore dalla gamba, alternando il lieve tocco dei polpastrelli a quello più deciso del palmo della mano. Raggiunse le corna e le percorse con calma, per poi scendere alle orecchie. Ma gli occhi…erano quelli la cosa che la colpiva di più nell’animale. Erano così espressivi. Così…umani. Era ancora incantata a guardarlo, quando il cervo si rialzò, sottraendosi alle sue carezze. “non andartene , ti prego” mormorò la ragazza, guardando l’imponente animale davanti a lei. Il cervo lanciò un’occhiata in direzione della scuola per poi accucciarsi di nuovo accanto a lei.

“qualcuno si accorgerà sicuramente della mia assenza e verranno a cercarmi” spiegò, riprendendo ad accarezzare il collo e la schiena del cervo con maggior vigore “ ma ho paura a rimanere qui da sola…” La sua voce si spense nel silenzio della foresta. Il cervo si voltò verso di lei e prese un lembo del mantello tra i denti tirandola debolmente.

“che stai facendo?” gli chiese Lily, cercando di farlo smettere, ma l’animale la tirava con maggior insistenza.

“Vuoi che salga sulla tua schiena?” domandò la ragazza incredula. Il cervo mollò la presa sul mantello e si mosse per favorirle la salita.

“siamo sicuri che non mi farai cadere?” chiese sospettosa, ma non ricevette risposta.

“ok, proviamoci” disse, aggrappandosi alle corna del cervo e issandosi sulla sua schiena. L’animale si risollevò, barcollando sulle gambe. Lily si ancorò al suo collo, improvvisamente desiderosa di ributtarsi a terra, ma il cervo cominciò a camminare lentamente. Sentiva i suoi fianchi muoversi ritmicamente tra le sue gambe e il suo respiro diventare sempre più affannoso.

“sono troppo pesante?” gli chiese Lily , sporgendosi nel tentativo di guardarlo negli occhi, ma il cervo per tutta risposta aumentò l’andatura in un trotto. La ragazza scoppiò a ridere, gettando i lunghi capelli rossi all’indietro. “Sei un tipo permaloso” esclamò.

La scuola si avvicinava velocemente e Lily si scoprì desiderosa di cavalcare ancora quell’inusuale destriero. Appoggiò il capo sulla sua testa, dove si ramificavano le corna e chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dall’andamento controllato dell’animale.

“Lily”

La ragazza risollevò le palpebre riconoscendo in lontananza le voci delle sue compagne di stanza.

“Martha, sono qui” gridò, sbracciandosi per farsi notare. Tre ragazze del quinto anno, Casa Grifondoro, corsero verso di lei, per poi arrestarsi alla vista del grande cervo.

“puoi lasciarmi andare ora. Sono al sicuro” disse Lily al suo salvatore, accarezzandogli il collo. L’animale obbedì, piegando le lunghe gambe per farla scendere.

“grazie di tutto” mormorò la ragazza, sorridendogli.

Il cervo la fissò per alcuni istanti prima di correre via, incontro alla Luna che stava sorgendo.

 

 

 

“James finalmente! Eravamo preoccupati!”disse Remus riemergendo da dietro le pagine del voluminoso libro che stava leggendo.

“Già, perché hai saltato la cena, Potter? Fortuna che le mie scorte sono sempre ben fornite” aggiunse Sirius sparendo nel loro dormitorio per poi ritornare poco dopo con un paio di panini e un’aranciata. “ma che ti è successo?” chiese notando le condizioni del ragazzo, che si era accasciato in una delle grandi poltrone davanti al caminetto acceso con un’espressione da ebete sulla faccia. Gocce di sudore gli colavano dalle tempie fino al mento e sulle sue guance c’erano tracce di sporco.

“puzzi da far schifo” commentò Sirius, arricciando il naso e allungandogli un panino, che James non afferrò, limitandosi a sorridere, con aria sognante.

“Sei sicuro di star bene?” chiese Remus, chiudendo definitivamente il libro, avendo presagito che per quella sera non sarebbe riuscito a studiare oltre.

James aprì la bocca per rispondere, ma alcune ragazze entrarono nella sala comune facendo un gran baccano.

“avete sentito che cosa è successo a Lily Evans?” disse una ragazza con i capelli biondi, avvicinandosi a loro e lanciando un’occhiata fugace a Sirius, che rimase impassibile.

“No” rispose Lupin, cominciando a sospettare il perché delle condizioni di James. Se c’entrava Lily Evans era molto probabile che l’amico si fosse gettato nel lago solo per far colpo su di lei.

“pare che si sia fatta male una caviglia, mentre passeggiava nel parco e un cervo l’ha soccorsa! L’ha portata in groppa fino al castello! Non è incredibile?” squittì la ragazza, avvicinandosi ancora a Sirius.

“altrochè!” commentò il ragazzo dai capelli ricci, stravaccandosi sulla poltrona e allungando un braccio sullo schienale.

“Non vedo l’ora di raccontarlo a tutti” esclamò la ragazza, correndo verso i dormitori femminili. Quando anche l’eco dei suoi passi su dalle scale si fu spenta, Sirius scoppiò in una sonora risata.

“ti sei caricato in spalla Lily Evans e te la sei portata per quanto?”

“Non lo so…un paio di miglia” rispose James, finalmente un po’ più lucido.

“due miglia” ripetè ridendo Sirius , come se la cosa fosse molto divertente.

“non potevi tornare a scuola e chiedere soccorso? Dev’essere stata una faticaccia!”intervenne Remus, sedendosi sul bracciolo della poltrona su cui Sirius non accennava a smettere si scompisciarsi dalle risate.

“credi che non ci abbia pensato? Ma lei era così impaurita…mi ripeteva di non lasciarla sola! Che cosa potevo fare?” rispose James, nel momento esatto in cui il ritratto della signora grassa si spostava e Lily entrava zoppicando nella stanza. James la fissò, incapace di dire nulla. Era sempre così con Lily…o si comportava da stupido, cercando di mettersi in mostra in ogni modo, oppure si comportava da stupido dicendo cose stupide, sfoderando espressioni facciali stupide e chissà che altro…

“ehi Evans” la chiamò Sirius, asciugandosi gli occhi con i palmi delle mani “E così hai rimorchiato un cervo?”

La ragazza gli rivolse un’occhiataccia, proseguendo spedita verso il suo dormitorio, quando James scattò in piedi e si parò davanti a lei.

“Ah…eh…non farci caso” blaterò, riferendosi a Sirius “come…come sta la tua gamba?”le chiese, indicando con un cenno del capo la bianca fasciatura che le bendava la caviglia.

“Abbastanza bene…Dio, James fatti una doccia! Puzzi più del cervo che mi ha soccorsa! A tuo confronto lui sì che era sembrava un gentiluomo…” rispose Lily, prima di superarlo e salire verso i dormitori.

James chiuse gli occhi, mentre la risata di Sirius gli rimbombava nelle orecchie. Quando risollevò le palpebre vide l’amico a bocconi sul tappeto con la faccia rigata di lacrime dal troppo ridere e Remus seduto sulla poltrona, che cercava di contenersi quanto più possibile per non ferire il suo orgoglio già abbastanza maltrattato.

“Ecco! Io faccio tutto il lavoro e Ramoso si prende il merito” esclamò aprendo le braccia e scuotendo la testa.

 

 

 

James si abbandonò contro il tronco dell’albero con un sospiro, gettando il libro sul prato. Odiava pozioni. Poteva passare tutto il pomeriggio a studiare gli ingredienti di ogni dannata pozione senza ricavarne nulla di buono. Era quasi il tramonto, ma faceva ancora caldo. Abbastanza per essersi tolto la divisa e il maglione. Era deciso a concedersi una sana dormita prima di cena, quando una voce che canticchiava sommessamente lo ridestò improvvisamente. Vide Lily Evans camminare lentamente lungo le rive del lago. I capelli rossi erano scompigliati da una leggera brezza ed erano incendiati dalla luce del sole. James si mise a sedere di scatto. Il cuore che gli martellava nel petto furiosamente. Era così bella…l’aveva sempre trovata bella. Sempre. Fin dalla prima volta che l’aveva vista, ma Lily lo detestava. A lei non importava che lui fosse tra i ragazzi più popolari della scuola, l’asso della squadra di Quiddicth…Lily era diversa da tutte le altre ragazze. Era coraggiosa, leale, onesta…odiava le ingiustizie e faceva di tutto per difendere i più deboli. Perfino Piton. Anche lui…anche lui era così , anche lui possedeva tutte le caratteristiche dei Grifondoro, solo che…beh quando lei era nei paraggi se ne dimenticava e si comportava come un galletto solo per cercare di attirare la sua attenzione. Solo una volta si era comportato da *James*. Solo che quella volta non era James, ma era Ramoso. Come fulminato da questa idea, James si trasformò nella sua controparte animale.  Scese dal lieve pendio su cui si trovava e raggiunse la ragazza.

Lily lo guardò sorpresa per qualche istante , per poi rivolgergli un largo sorriso.

“ero sicura che ti avrei rivisto” disse avvicinandosi. Gli accarezzò piano il muso, percorrendo lentamente la linea della mascella, il collo forte e risalendo fino alle orecchie.

“Passeggiamo un po’. Vuoi?” disse, riprendendo a camminare e a raccontargli quello che era le era successo durante la giornata. James ascoltava il suo chiacchiericcio allegro, godendo di ogni parola che usciva dalla sua bocca, di ogni momento che poteva trascorrere con lei senza sentire l’impellente bisogno di sbalordirla. Gli bastava rimanerle accanto, in silenzio. Dopo quasi un’ora Lily si sedette su una grande pietra dalla superficie levigata che formava una panchina naturale.  Il lago si estendeva davanti a loro, infiammato dai colori del tramonto.

“e’ bello, vero?”

James non rispose, continuando a fissare la ragazza al suo fianco, piuttosto che la bellezza dei riflessi sull’acqua. Il viso dai lineamenti delicati, gli occhi di un incredibile e profondo verde, i capelli setosi mossi dal vento, la sua voce melodiosa che si perdeva nel giorno morente…tutto in lei era meraviglioso. Lei era meravigliosa. Era la creatura più meravigliosa che avesse mai conosciuto.

“sarà meglio che io rientri” disse Lily, alzandosi e spazzolandosi la gonna. Compì qualche passo prima di voltarsi nuovamente verso di lui.

“Ti troverò qui domani? Più o meno alla stessa ora?”

James avrebbe voluto annuire, ma si trattenne, ricordandosi che in quel momento era pur sempre un animale.

“io ci sarò” aggiunse Lily, iniziando a correre verso il castello.

 

 

 

Naturalmente James si presentò all’appuntamento la sera dopo…e quella dopo ancora. Ogni sera per quasi tre settimane lui , o meglio Ramoso e Lily s’incontravano vicino al lago, celati a occhi indiscreti dalla fitta vegetazione. James conosceva sentieri panoramici, che i Malandrini avevano scoperto durante le loro scorribande notturne, ed era contento di poterli mostrare a Lily. Era felice. James non si era mai sentito così felice in vita sua come quando era con Lily. Forse solo con i suoi migliori amici, ma era una *felicità diversa* . Non paragonabile a quella che provava quando era in compagnia della ragazza. Se era rimasto affascinato da lei per la sua innegabile bellezza e per la sua forza di carattere, James aveva scoperto in quei giorni nuovi aspetti della sua personalità. Lily era simpatica, allegra…e James si sentiva inspiegabilmente a suo agio. Ma una specie di angoscia aveva iniziato a montargli dentro: la scuola presto sarebbe terminata e loro due si sarebbero dovuti separare.

Lui e gli altri Malandrini si tenevano costantemente in contatto durante i mesi estivi e spesso trascorrevano le vacanze insieme, ma i cervi non scrivevano lettere…e lui non avrebbe potuto avere notizie di Lily fino all’anno successivo. Quel pensiero lo tormentava, spingendolo ancora una volta a comportarsi da sciocco. Cercava di prolungare i loro incontri il più possibile, spesso aggrappandosi alla sua gonna con i denti , facendola ridere. Ma lui non rideva. Non rideva affatto. Per Lily era semplicemente un cervo, uno stupido cervo che l’aveva aiutata, ma per lui era molto, molto di più…l’amava. James ne era certo. Lui l’amava, ma Lily non amava Ramoso, e tanto meno avrebbe mai amato *quel montato di James Potter* , come l’aveva definito una volta. E così non poteva far altro che stare con lei, chiuso nella sua forma animale, dimentico di qualsiasi cosa che non fosse Lily…

 

 

 

James si coprì la testa con le mani, picchiando con la fronte sul tavolo. Odiava pozioni, ma avrebbe dovuto studiarla. E invece aveva trascorso le ultime tre settimane o agli allenamenti della squadra di Quiddicth o a passeggiare con Lily in riva al lago.

“scommetto che non hai studiato a sufficienza per l’esame di domani” disse una voce nota. Remus si sedette al suo fianco, depositando i tanti volumi che teneva tra le braccia sul tavolo.

James si passò una mano tra i capelli già abbastanza scompigliati, scuotendo la testa in segno di diniego.

“lo sospettavo” proseguì Remus estraendo dei fogli scritti fittamente. “mentre Ramoso se la spassava con Evans tutte le sere, il tuo vecchio amico Lunastorta ha preparato dei riassunti che potranno esserti utili”.

James gli sorrise stancamente, guardando i tanti fogli sul tavolo. “grazie, Remus. Credo che mi ci vorrà tutta la notte e tutta la mattinata di domani per imparare quel tanto che basta per strappare una sufficienza.”

“Allora ho fatto bene a preparare litri e litri di caffé” ribatté Remus, facendo comparire una caraffa piena di liquido scuro e quattro tazze

“beh non sei il solo a non aver studiato” disse Sirius , lasciandosi cadere sull’altra sedia, subito seguito da Peter, che stava sgranocchiando delle noccioline.

“a quanto pare ci aspetta una lunga, lunghissima notte” commentò Sirius , incrociando le braccia dietro alla schiena e dondolandosi sulla sedia.

James si mise a ridere. I suoi amici…i suoi amici sarebbero stati per sempre con lui, come quella sera, riuniti tutti intorno al tavolo per preparare un esame.

 

 

 

I raggi del sole filtravano attraverso i pesanti tendaggi purpurei nella sala dei Grifondoro. La caraffa di caffè era abbandonata accanto alle gambe di Remus, insieme a una pila di libri.

“e con questo abbiamo finito” disse Lupin, abbassando anche l’ultimo foglio. “sono le 13:30- ciò significa che abbiamo quasi due ore prima dell’esame” concluse , stiracchiandosi. Gli occhi dei quattro Malandrini erano segnati da profonde occhiaie bluastre e le loro facce erano pallide e tirate.

“possiamo andare a dormire” propose Peter.

“io ho un’idea migliore” ribatté Sirius, scambiando con James un’occhiata che non presagiva nulla di buono…

 

 

 

Lily gettò la testa all’indietro, godendosi il caldo sole di giugno. Adorava quel luogo, appena al di fuori del perimetro della scuola. Era così tranquillo. Così appartato. Le sarebbe piaciuto condividerlo con una persona speciale. In effetti lo condivideva già con qualcuno…qualcuno di molto importante. Lui era il suo migliore amico…il suo cervo, anche se a volte le sembrava che…non sapeva neppure lei che cosa le sembrava. Sembrava che fosse qualcosa di più di un semplice cervo. I suoi occhi…erano così umani. Lily scosse la testa, dandosi mentalmente della sciocca. Stava per rientrare a scuola quando delle voci la fecero voltare verso il lago. Da quel punto poteva osservare quello che stava accadendo vicino all’acqua, senza essere vista, essendo nascosta dai cespugli.

“YAHUUU” gridò Sirius Black buttandosi in acqua completamente vestito, subito seguito da James Potter. Lupin si fermò sulla riva e si slacciò la cravatta, deciso a svestirsi, quando Sirius lo agguantò per un polpaccio e lo trascinò sott’acqua così com’era.

“Sirius, sei un maledetto” sbraitò il ragazzo riemergendo.

“cosa sono io?” rise per tutta risposta Sirius, ricacciandogli la testa sott’acqua.

“un maledetto” rispose James, tentando di affogare l’amico. Peter era seduto sulla riva che rideva.

“dai Codaliscia, vieni dentro” gli gridò James, facendogli segno di entrare nel lago e così facendo individuando Lily tra i cespugli. James la fissò per un istante prima di uscire dall’acqua e correre verso di lei con la bacchetta in pugno.

Perché non s’era andata prima si accorgessero di lei? Non voleva spiarli…non voleva star lì a guardare loro che… i suoi pensieri vennero interrotti dall’arrivo di James.

Il ragazzo si bloccò a qualche passo da lei con un’espressione sorpresa sul viso.

“ah…sei tu…” mormorò, abbassando la bacchetta.

“Non volevo spiarvi” si affrettò a rispondere Lily distogliendo lo sguardo. La camicia bianca aderiva al torace del ragazzo come una seconda pelle e i capelli sgocciolavano d’acqua.

“No, non è per questo…è che…ho visto qualcuno nascosto qui dietro e pensavo fosse qualche sporco Serpeverde che volesse farci uno scherzo…non ti avevo riconosciuta. Sai, io…hm…sono senza occhiali”

“no…io...ehm…ora devo andare” rispose Lily. Perché così all’improvviso si sentiva in imbarazzo? E perché proprio con James Potter? Aveva come il sospetto di piacergli, ma James Potter…non era il suo tipo. Era troppo impallinato con il Quiddicth, troppo smanioso di mettersi in mostra…

“No, resta” rispose di botto il ragazzo, subito distogliendo lo sguardo imbarazzato “cioè, voglio dire…”

“Ma non avete gli esami?”

Gli occhi di James si allargarono improvvisamente e la sua bocca si distorse in una smorfia.

“l’esame di pozioni!” mormorò “EHI ragazzi, l’esame” gridò in direzione degli amici ancora a mollo.

“cazzo hai ragione!” sbraitò di rimando Sirius, appoggiandosi alla schiena di Remus per salire all’asciutto e così facendo ributtandolo sott’acqua.

“l’esame” squittì Peter impallidendo.

James si asciugò con un colpo di bacchetta afferrando al volo l’uniforme, che Remus gli lanciava. I suoi capelli erano più spettinati del solito.

“non perdere tempo con la tua fidanzata, Potter! Corri” urlò Sirius appioppandogli una pacca sulla spalla che per poco non lo fece cadere a terra e cominciando a correre verso il castello.

“c-ci vediamo” disse James, salutandola con un cenno della mano e seguendo gli amici, ancora tutti piuttosto umidi e disordinati.

Lily scoppiò a ridere pensando che andavano a sostenere un esame in quelle condizioni…

 

 

Il ritratto della signora grassa che si spostava lo fece sobbalzare. Si stropicciò gli occhi con le mani , rigirandosi pigramente nella poltrona.

“scusa, non volevo svegliarti” disse una voce che James conosceva bene. S’infilò gli occhiali e vide nitidamente Lily Evans in piedi accanto alla sua poltrona. Sirius russava coricato sopra a un divano. Remus era nella poltrona davanti alla sua. Il libro ancora stretto tra le braccia. Peter era rannicchiato sul tappeto in posizione fetale, con un mucchio di fogli sparsi tutt’intorno.

“avrei dovuto svegliarmi comunque” disse il ragazzo, passandosi le mani sulla faccia.

“avete trascorso tutta la notte in piedi a studiare?”

James annuì, trattenendo a stento uno sbadiglio.

“il nostro campione è troppo impegnato a vincere la Coppa delle Case per preparare gli esami?” chiese lei, ma la sua voce non aveva assunto quella sfumatura di rimprovero che di solito aveva quando gli parlava.

“sì, più o meno. E tu…perché ancora in giro a quest’ora?”

“avevo un appuntamento” mormorò la ragazza, mordendosi subito dopo il labbro inferiore, come se avesse tentato troppo tardi di impedirsi di dire quello che aveva appena detto.

“un appuntamento?” ripeté stupidamente James, avvertendo qualcosa che si spezzava dentro di lui. Lei aveva un appuntamento…

“ma lui non si è presentato”

“mi dispiace” disse di riflesso James. Gli faceva male sentire il dolore e la tristezza nella voce di lei. “e chi è quel pazzo che non si è presentato a un appuntamento con te? Non dirmi un Serpeverde…”

Lily sorrise , scuotendo il capo.

“no…lui è…è un cervo”

James la guardò come inebetito. Le guance della ragazza avvamparono, mentre si voltava per andarsene mormorando che non avrebbe dovuto dirglielo.

“N-no” esclamò James a voce alta. Sirius grugnì nel sonno. Lily tornò a fissarlo sorpresa. “forse è stato trattenuto!” aggiunse James a voce più bassa, lanciando un’occhiata all’orologio e accorgendosi che il tramonto era passato da un pezzo. Era con lui…o meglio con Ramoso che Lily aveva l’appuntamento.

“Trattenuto?”

“da…beh hai detto che è un cervo, quindi è possibile che viva nella Foresta Proibita…che non è esattamente il luogo più tranquillo della terra”

“potrebbe essere ferito” mormorò Lily sgomenta. Ecco, aveva di nuovo parlato a sproposito!

“N-no. Potrebbe semplicemente aver avuto un contrattempo. Magari se la sta spassando con qualche bella cerva e ha perso la cognizione del tempo. O magari…si è addormentato…”

“Addormentato?”

“e poi, se ti ha portato in groppa dev’essere un bell’esemplare. E’ difficile che abbiano la meglio su di lui”

“forse hai ragione”

“ma certo! Vedrai che domani si ripresenterà”

“sì, domani ci sarà sicuramente” concordò Lily, mentre James pensava che avrebbero dovuto legarlo per farlo mancare di nuovo a un appuntamento con Lily.

“grazie, James” sussurrò la ragazza, prima di correre su dalle scale verso i dormitori femminili.

“di niente” mormorò James in un soffio. Il suo cuore aveva cominciato a battergli all’impazzata nel petto. Lily lo aveva chiamato per nome e lui…lui aveva quasi detto cose sensate in sua presenza. Con un sorriso ebete sulla faccia si lasciò cadere sulla poltrona e chiuse gli occhi.

“E bravo il nostro Potter” esclamò Sirius, perfettamente sveglio.

“James, sei sicuro di fare la cosa migliore?” gli fece presente Remus, anch’egli sveglio.

“A provarci con Evans? Beh è molto bella. E gentile” aggiunse Peter, mettendosi a sedere. James fece scorrere lo sguardo sui suoi tre amici con la bocca spalancata.

“non è questo che intendevo” rispose paziente Remus, deponendo il libro, con cui si era addormentato, sul tavolino. “quando hai intenzione di dirle che sei Ramoso?”

“i-io non lo so. Non credo che sia il caso…”

“Di dirle che sei Ramoso? Ma sei scemo? Come credi di poter fare…certe cose mentre sei cervo? Io ci ho provato mentre ero Felpato e ti assicuro che le ragazze non…”

“Sirius, non vogliamo saperlo” lo interruppe Remus con un gesto brusco, per poi riportare la sua attenzione su James “dovresti dirglielo, James”

“Ma…ma voi? Non posso rivelare che…”

“Puoi dirle semplicemente che tu sei un Animago” suggerì Peter, frugando in una borsa alla ricerca di qualcosa da mangiare.

“ma…”

“quello che ti preoccupa è il fatto che lei potrebbe arrabbiarsi se scoprisse che tu sei Ramoso”disse Remus.

“bel casino, amico” sbadigliò Sirius , coricandosi nuovamente con le braccia incrociate sotto alla testa a mo’ di cuscino. James chinò il capo confuso. Sì era proprio un bel casino!

“parlale , James. Sono sicuro che Evans capirà. E poi…la verità è sempre la cosa migliore”

“forse hai ragione”

 

 

 

Aveva deciso. Le avrebbe rivelato ogni cosa. Era tutto il giorno che ci pensava e ora che giunto il momento di presentarsi al lago come al solito, James era molto , molto nervoso. Si passò distrattamente una mano tra i capelli, ripetendo mentalmente il discorso che si era preparato. La verità era sempre la cosa migliore. Se glielo aveva detto Remus che tra i suoi amici era di gran lunga il più saggio doveva essere vero. O almeno così sperava…mancavano soltanto due giorni alla fine della scuola. Non poteva rimandare ancora. Non sopportava l’idea di non vederla, di non sentir la sua voce nei prossimi mesi. No, era semplicemente inconcepibile. Percorse il lieve pendio e la vide seduta al solito posto. I capelli scompigliati dalla brezza leggera e gli occhi verdi fissi sul lago. James deglutì a vuoto, avvicinandosi ancora.

“ciao” lo salutò voltandosi e rivolgendogli il sorriso più radioso che James avesse mai visto in vita sua. Ma subito il sorriso le si paralizzò sulla faccia.

“James? Che cosa ci fai qui?”

“I-io…ah…ehm…sono venuto a vedere se era tutto okay”

“Tutto okay?” ribatté Lily , aggrottando le sopracciglia.
”Sì…con il tuo amico”spiegò James, accomodandosi accanto a lei sulla grande pietra livellata, che usavano come panchina.

“oh” esclamò la ragazza, voltandosi di nuovo verso il lago “non è ancora arrivato”

“è così importante?” le chiese, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.

“è il mio migliore amico” rispose Lily, calciando debolmente un sassolino con la punta della scarpa. “Non ho mai avuto un amico come lui. So per istinto che non tradirebbe mai la mia fiducia. Ora…io mi rendo conto che lui è solo un cervo…”

“No, capisco cosa vuoi dire. I miei amici…non scambierei nessuna partita a Quiddicth, nessuna vittoria, nessuna Coppa delle Case con uno di loro. Con uno dei ricordi che ho condiviso con loro” disse James, fissando il lago. E Lily pensò che in quel momento non assomigliava per niente al James Potter che lei conosceva. A quel James Potter che si faceva beffe dei Serpeverde e che non perdeva occasione per pavoneggiarsi. In quel momento non sembrava il ragazzo più popolare della scuola o il capitano della squadra di Grifondoro. In quel momento, con i capelli sempre disordinati che ondeggiavano al vento e le lenti degli occhiali rotondi che riflettevano le sfumature del lago al tramonto, sembrava…non fragile, ma neppure il ragazzo, che tutti credevano invincibile. Niente sembrava impossibile al grande Potter quando era sulla sua scopa.

“Ho fatto un torto a un amico” proseguì James dopo qualche istante di silenzio “gli ho nascosto una cosa importante, ma l’ho fatto per non ferire i suoi sentimenti. E’…come dire…che non l’ho fatto apposta. Le cose mi sono sfuggite di mano e ora non so più come venirne fuori”

“E’ molto grave la cosa che gli hai tenuto nascosto?”

“sì”

“ma tu avevi intenzione di ferirlo?”

James si girò verso di lei e la fissò negli occhi a lungo prima di rispondere. “Preferirei morire piuttosto che ferire questa persona”

Lily chinò lo sguardo imbarazzata. Quegli occhi … erano così profondi. Ora capiva perché così tante ragazze erano innamorate di James, ma quante di loro conoscevano quel lato del carattere di James? Quello che lei stava scoprendo quella sera, anche se non sapeva perché lui si stesse confidando con lei.

“allora dovresti rivelargli tutto. Se ti è davvero amico capirà e supererà la cosa”

“Ho paura di perderla”

“perderla?”

“è una ragazza la persona in questione”

Lily sentì improvvisamente una fitta di gelosia. Stupida, pensò, da quando sono gelosa di James Potter? Il fatto che lui stia scambiando due parole con me non significa che lui provi qualcosa per me! E anche se così fosse…beh James non è mai stato il mio tipo! Uscire con James Potter! Come minimo passerebbe tutta la sera a parlare di Quiddicth o a vantarsi di aver fatto o aver detto…eppure…eppure ora non lo sta facendo. Ora mi sta parlando …si sta confidando con me…sì, certo mi sta parlando di un’altra ragazza! Che idiota! Brava Evans! Sei proprio una stupida! Vorrà avere il parere di una ragazza per poter far colpo su un’altra!

“ah davvero” disse con un tono di voce distaccato “ beh forse è meglio che tu non le dica nulla. Forse non lo verrà mai a sapere. Se glielo hai tenuto nascosto fino ad ora puoi farlo ancora”

“forse hai ragione” mormorò James con un filo di voce e a Lily parve di vedere un’ombra di tristezza velargli lo sguardo. “sarà meglio che vada” la salutò il ragazzo balzando in piedi e incamminandosi verso la scuola.

“no, James, aspetta” gridò Lily, ma oramai lui era scomparso dietro al pendio. Dopo pochi minuti il grande cervo dal pelo scuro fece la sua scomparsa nel punto in cui James era sparito. Lily lo accolse con un sorriso, tendendo una mano verso il suo muso per accarezzarlo. L’animale chinò il capo abbandonandosi alle sue attenzioni.

“Ah amico mio, ho fatto una cosa orribile” gli rivelò, cominciando a passeggiare lungo le sponde del lago con Ramoso al fianco. “ho dato un  cattivo consiglio a una persona che conosco. Ma…non l’ho fatto di proposito. Io ero…gelosa” ammise in un soffio. “e il bello è che non so nemmeno perché sono gelosa. Insomma non mi è mai importato granché di James Potter” . Il cervo s’impietrì, ma Lily non se ne accorse continuando a camminare “Ma…è da qualche giorno che mi sembra diverso. Come stasera…non ha fatto il cretino come al solito. E anche ieri sera…è stato molto carino con me” disse, voltandosi verso di lui “ehi, non sarai mica geloso, vero? Ah lo sai che tu sei il mio miglior amico. Nessuno potrà mai sostituirti” proseguì, avvicinandosi al cervo e appoggiando la fronte sul suo muso. “io ti voglio bene” mormorò talmente piano che lui faticò ad udirla.

“vediamo se galleggia” disse una voce maschile proveniente da un centinaio di metri di loro. Lily si staccò da Ramoso per vedere Lucius Malfoy, Severus Piton e altri due Serpeverde sulle sponde del lago. Uno di loro stava tenendo sospeso sul pelo dell’acqua un topo che continuava a dimenarsi a squittire come un forsennato.

“Ehi che state facendo?” gridò la ragazza, estraendo la bacchetta, quando il cervo partì al galoppo verso di loro. Presi alla sprovvista i quattro non ebbero il tempo di reagire, mentre il cervo colpiva quello più vicino con le corna. Piton stava per lanciare uno schiantesimo su Ramoso, ma Lily lo precedette disarmandolo. Nella confusione uno dei Serpeverde lasciò cadere in acqua il topo , che dopo un paio di tentativi di stare a galla, scomparve. James non sapeva che cosa fare. Non poteva lasciare sola Lily a cavarsela con quattro Serpeverde, ma non poteva lasciar affogare Peter. Nella sua forma umana non sapeva nuotare e James presagiva che non ne fosse in grado nemmeno da topo.

“Ramoso, pensiamo noi a loro” gridò una voce e James vide Remus e un grosso cane nero arrivare di corsa. Senza indugiare ancora Ramoso gettò a terra Piton e Malfoy contemporaneamente e poi si buttò nel lago. L’acqua era fredda e scura. Vedeva il corpo di Peter dirigersi verso il fondo nella sua forma umana. Probabilmente aveva perso conoscenza e si era ritrasformato…

James raggiunse l’amico e lo afferrò con i denti, ma il corpo di Peter, zuppo d’acqua, era troppo pesante. Provò a caricarselo sulla schiena, ma il ragazzo continuava a scivolare. Aveva paura di ferirlo con le corna e i suoi polmoni avevano cominciato a bruciare per la carenza di ossigeno. Doveva fare presto. James abbandonò la sua forma animale e afferrò Peter con le braccia, cominciando poi a nuotare verso l’alto. Non poteva farlo morire solo perché non voleva che Lily scoprisse il suo segreto. Non poteva…

Nel frattempo Remus aveva disarmato due dei quattro Serpeverde, mentre Lucius aveva avuto il sopravvento su Lily. Stava per lanciarle una maledizione, quando il cane nero si frappose tra lui e la ragazza abbaiando furiosamente. Il ragazzo biondo arretrò di un passo. Provò di nuovo ad aggredire Lily, ma il cane non glielo permise, azzannandolo a una gamba. Lucius gli lanciò addosso un incantesimo che lo sbalzò all’indietro. Il cane scrollò la testa intontito per poi riportarsi tra Malfoy e Lily. I denti erano scoperti in un ringhio cattivo.

“Evans” chiamò Remus, lanciandole la bacchetta che lei afferrò al volo.

“expelliamus” gridò e Lucius fu disarmato.

“E’ meglio che ve ne andiate” disse con fermezza Remus portandosi di fianco alla ragazza.

“Non finisce qui Grifondoro” sibilò Malfoy, facendo agli altri cenno di seguirlo verso la scuola.

Non appena superarono la collinetta e sparirono dalla loro vista, James riemerse dall’acqua con Peter tra le braccia.

“JAMES” gridò Remus, inginocchiandosi per tirare Peter a riva. Il ragazzo era mortalmente pallido e privo di sensi.

“è stato molto sotto” ansimò James, trascinandosi fuori dall’acqua “Quei bastardi l’hanno buttato nel lago prima che avessi il tempo di intervenire”

“Peter…James…” mormorò Lily con un filo di voce, guardando ora l’uno ora l’altro, mentre Remus si dava da fare per far rinvenire Peter.

“mi dispiace, Lily” articolò James, cadendo in ginocchio accanto al corpo dell’amico “non avrei voluto che tu lo scoprissi in questo modo”.

Le sue parole furono coperte da un eccesso di tosse. Peter scattò a sedere vomitando una gran quantità d’acqua.

“James, mi hai salvato” singhiozzò il ragazzo, tremante. Remus lo asciugò con un colpo di bacchetta , mentre James gli circondava le spalle con un braccio. “se non ci fossi stato tu quei maledetti mi avrebbero fatto affogare” piagnucolò.

“non ci pensare adesso, Peter” lo rincuorò James, mentre Remus provvedeva ad asciugare anche lui.

“Evans…lei lo sapeva no, James? Glielo avevi detto, vero? Non ho rovinato tutto…dimmi che non ho rovinato tutto” farneticò Peter, accorgendosi di Lily in ginocchio poco lontano da loro, con gli occhi sgranati e il viso terribilmente pallido.

James non aveva il coraggio di guardarla negli occhi. In quel momento doveva pensare a Peter. Sapeva che il ragazzino era sotto shock e che aveva bisogno del loro conforto.

“stai tranquillo, Peter. va tutto bene”

“Sì ,ma tu…io…”

“va tutto bene” lo rassicurò James, lanciando un’occhiata in giro per assicurarsi che i Serpeverde non tornassero indietro.

“non sei ferita, vero?” chiese Lupin, voltandosi verso Lily.

“n-no…un grosso cane nero mi ha difesa” bofonchiò la ragazza, ancora piuttosto scossa.

“A proposito, dove diavolo si è cacciato Felpato?” disse Remus. Come se avesse sentito le sue parole, il cane , tutto allegro, arrivò scodinzolando. In bocca aveva una bacchetta.

“e quella dove l’hai presa?” gli domandò Remus con aria di rimprovero, mentre il cane si sedeva accanto a Peter e deponeva a terra la bacchetta.

“Dimmi che non è come penso”

Per tutta risposta il cane abbaiò felice e prese a rosicchiare la bacchetta in questione con una certa soddisfazione.

“non puoi comportanti come un essere civile?”lo redarguì Remus, mentre Peter ridacchiava, dimentico della paura appena provata.

“sempre a criticare” borbottò Sirius, riacquistando la sua forma umana e togliendosi la bacchetta di bocca.

“Black?”

“Tutto bene , Evans?”

“S- sì, immagino di sì. Grazie per prima”

“Beh non potevo non difendere la ragazza di James” rispose Sirius sfoderando uno dei suoi larghi sorrisi, che facevano innamorare molte ragazzine di Hogwarts. Né Lily né tanto meno James risposero.

“Sarà meglio rientrare” disse Remus, per spezzare l’imbarazzate silenzio che si era creato “ce la fai a stare in piedi, Peter?” . Ma prima che il ragazzo potesse rispondere Sirius se lo era già caricato sulle spalle. “tieni questa, Peter. In caso a Felpato venisse voglia di rosicchiare qualcosa” disse Black porgendogli la bacchetta che aveva sottratto a Malfoy. Peter l’afferrò ridendo.

“ci vediamo dopo, James…e James?”

Il ragazzo si voltò verso Remus, aspettando che continuasse.

“Puoi dirle quello che vuoi”

James annuì, seguendo con lo sguardo i tre amici che camminavano verso la scuola.

“E così tu sei un Animago. Siete tutti Animagi”

“sì”

“E tu sei anche il cervo che mi ha soccorsa e a cui io ho rivelato tutti miei pensieri nelle ultime tre settimane”

“e’ così” mormorò James, evitando il suo sguardo.

“ti sei divertito almeno?” disse Lily con tono di voce pericolosamente incrinato.

“no…Lily, io non volevo…”

“cosa? Non volevi prendermi in giro? Non volevi farmi sentire una stupida? Beh lo hai fatto, James”

“M-mi dispiace”

“Ti dispiace? Anche a me dispiace”rispose Lily furente, abbassando la voce a un sussurro “mi dispiace di aver perso il mio migliore amico” e così dicendo si mise a correre verso il castello.

 

 

 

Gli esami erano terminati e il giorno dopo sarebbero ritornati a Londra con l’espresso. James non si era mai sentito così depresso in tutta la sua vita. Non faceva altro che pensare a Lily… Nemmeno il pensiero che avevano di nuovo vinto la Coppa delle Case e di Quiddicth riusciva a risollevargli il morale. Nemmeno vedere la faccia di Malfoy deformata dalla rabbia quando Sirius gli ha riconsegnato la sua preziosa bacchetta , rosicchiata da Felpato.

“Ehi, James. Bella partita quella di sabato” gli gridò un Grifondoro passandogli accanto. James gli rivolse un distratto cenno con la mano come risposta. Stava per uscire in giardino quando vide una testa di capelli rossi in mezzo ai tanti studenti che affollavano i corridoi della scuola.

“Lily, aspetta” esclamò il ragazzo. La rincorse velocemente e l’afferrò per un braccio facendola voltare verso di lui. La ragazza si divincolò con rabbia. I suoi occhi lampeggiavano furenti.

“Dobbiamo parlare”

“non abbiamo nulla da dirci”

“Ti prego…solo cinque minuti…”rispose lui, facendo scivolare la sua mano su quella di lei e conducendola in un’aula vuota. Richiuse la porta alle sua spalle, mentre Lily si liberava dalle sua stretta.

“ebbene, parla! Ti ascolto”

“M-mi dispiace”bofonchiò James improvvisamente a disagio.

“questo lo hai già detto ieri. Qualcosa di nuovo?”

James chinò lo sguardo imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli.

“Ricordi quello che ti ho detto ieri sera? Ricordi che ti ho detto che non volevo ferire la persona a cui avevo nascosto una cosa?”

“Sì, lo ricordo” rispose Lily freddamente.

“io mi rendo conto di…averti ferita, ma non era mia intenzione. I-io non ti farei mai del male”. James s’interruppe, appoggiandosi con i palmi sul banco davanti a lui e inspirando profondamente. “la verità è…” riprese dopo qualche istante “che quando ci sei tu io…divento un’altra persona. E’ come se tirassi fuori il peggio di me” disse tornando a fissarla. “non so perché lo faccio. E’ come scattasse qualcosa nel mio cervello e…anche se so che è sbagliato, mi comporto da idiota. Forse lo faccio solo per mascherare…”. James si morse il labbro inferiore , distogliendo lo sguardo.

“per mascherare cosa?” lo incalzò Lily, quando fu chiaro che lui non avrebbe proseguito la frase.

“Q-quello che provo per te…quando ci sei tu, io mi sento tanto…stupido…e mi comporto da stupido. Ma quando ti ho vista nel bosco…quando ero Ramoso…sono stato meno…”

“stupido?”

“Sono stato più me stesso con te come cervo che come essere umano. Io…volevo dirti tutto, ma le cose mi sono…”

“sfuggite di mano?”

“esatto…Lily, tu…tu mi piaci”. James si diede mentalmente dell’idiota. Tu mi piaci…ma non poteva trovare una frase meno infantile? Non era più un ragazzino! Il suo penultimo anno a Hogwarts stava per terminare e presto avrebbe compiuto diciotto anni. Possibile che quando c’era Lily il suo cervello andava in ebollizione e riusciva a dire solo frasi…stupide?

“A-anche tu…cominciavi a piacermi…”

Il ragazzo sollevò di nuovo il capo, ma l’espressione sul viso di Lily congelò tutte le sue speranze. Era sull’orlo delle lacrime.

“Credevo di aver visto qualcosa di più del giocatore di Quiddicth o del ragazzo sbruffone che se la prende sempre con Piton…ma forse mi sono sbagliata”

“No…cioè…io sono come mi hai visto. Io sono com’ero ieri sera. Se solo fossi riuscito a comportarmi sempre così…se…”. James tacque non sapendo come terminare la frase.

“D-devo andare ora” rispose infine la ragazza, dirigendosi verso la porta. La sua mano aveva già abbassato la maniglia quando James la richiamò indietro.

“Lily…niente” mormorò, volgendole le spalle. La ragazza uscì dall’aula, lanciandogli un’ultima occhiata.

 

 

 

Il viaggio di ritorno verso Londra fu lungo e penoso. James non aveva voglia di chiacchierare, non aveva voglia di mangiare, non aveva voglia nemmeno di fare degli scherzi ai Serpeverde. Tutto quello che riusciva a fare era rimanere in perfetto silenzio con lo sguardo puntato fuori dal finestrino e un unico pensiero che si ripeteva nella sua testa: ho rovinato tutto.

“James”. Remus gli strinse una spalla gentilmente, sedendosi di fianco a lui. Sirius stava ronfando della grossa sul sedile davanti al suo. Quella notte le controparti animali dei Malandrini si erano dati alla pazza gioia nei campi intorno a Hogwarts, terminando la loro escursione con un bagno nel lago, anche se l’acqua non era molto calda.

“Ha solo bisogno di un po’ di tempo” continuò Lunastorta, porgendogli una barretta di cioccolato. Diceva che era il rimedio infallibile per qualsiasi pena. James ne addentò un pezzetto, più per far piacere all’amico che per altro. Il cioccolato era buono e dolce nella sua bocca.

“Grazie, Remus” rispose, abbandonandosi contro lo schienale e tornando a guardare il paesaggio fuori dal finestrino. Il sole stava tramontando dietro all’orizzonte.

“Sirius, sveglia! Siamo quasi arrivati” esclamò Lupin, scuotendo con un ginocchio l’amico, mentre recuperava i bagagli sul ripiano sopra il sedile. Black si stiracchiò debolmente, colpendo con le nocche della mano la gamba di Remus per vendicarsi del brusco risveglio.

“Grazie, mammina” borbottò Sirius tra uno sbadiglio e l’altro.

Remus gli fece cadere *casualmente* sulla faccia la sua uniforme.

“Cerchi botte, Lunastorta?”

Sia Remus che Peter scoppiarono a ridere. Anche James si concesse un sorriso.

Il treno entrò nella stazione lentamente e si fermò a lato della banchina senza sobbalzi. James scaricò i suoi bagagli dal convoglio e poi aiutò Peter a issare il suo voluminoso baule su uno dei carrelli. Stava imprecando a mezza voce, dato che Peter nella foga di volersi rendere utile aveva rischiato di far rovesciare tutto quando Remus lo tirò per un gomito.

“che cosa c’è?” chiese, senza sollevare la testa.

“Va’ da lei, James. E’ la tua ultima occasione prima delle vacanze” gli disse in un soffio.

James si voltò in tempo per vedere Lily che spingeva il suo carrello con il baule a pochi metri da lui. “torno subito” disse, mollando Peter e correndo verso Lily.

“Ehi Evans” la chiamò.

La ragazza si fermò, votandosi verso di lui, senza guardarlo negli occhi.

“Ecco...io…ehm…volevo chiederti se tra due settimane ti andava di venire alla festa che abbiamo organizzato qua a Diagon Alley noi di Grifondoro che stiamo per cominciare l’ultimo anno”

“Io non sto per cominciare l’ultimo anno” gli fece presente, sempre evitando i suoi occhi con i propri.

“S-sì lo so, ma forse p-potresti venirci con me…”

“Parto per la Francia con la mia famiglia tra tre giorni”

“La Francia…certo, bel posto!”

“Devo andare ora”

“C-certo. La tua famiglia ti starà aspettando…” bofonchiò James, sentendo la disperazione crescere in lui. Lily lanciò un’occhiata in direzione della barriera per accedere alla stazione babbana, come per assicurarsi che nessuno la stesse osservando poi si sollevò sulle punte dei piedi e depose un frettoloso bacio sulla guancia di James. Il ragazzo rimase immobile, come se fosse improvvisamente diventato una statua di sale, mentre Lily gli faceva scivolare in mano un bigliettino.

“a presto, James” mormorò, riprendendo a spingere il carrello e scomparendo poco dopo oltre il muro. James rimase a fissare il punto in cui era sparita come inebetito.

“Allora che cosa ti ha detto?” gli chiese Remus mentre Sirius gli circondava il collo con un braccio sghignazzando.

“I-io non ho capito bene” balbettò James aprendo il biglietto che gli aveva dato Lily.

 

Ramoso mi mancherà in questi mesi. Digli di scrivermi…sempre se i cervi sanno scrivere. Non ho ancora perdonato te, James, ma se Ramoso ci mette una buona parola , chissà…

Scrivimi.

Lily

 

“E bravo il nostro Potter!” esclamò Sirius, aumentando la stretta intorno al collo dell’amico e scompigliandogli i capelli con una mano.

“Non ti dimenticherai di noi, adesso che hai una ragazza, vero, James?” pigolò Peter.

“Ma certo che no!”rispose al suo posto Black “però mi deve promettere che chiamerà il suo primogenito Sirius!”

“Non ti sembra di esagerare, Felpato” gli chiese Remus ridendo “in fondo gli ha soltanto detto di scriverle! Non si sono fidanzati”

“Nah dai retta a me, Lunastorta! Io ho fiuto per certe cose!” ribattè Sirius, dandosi un colpettino sul naso con la punta di un dito.

“Avrai anche fiuto, ma in quanto a fiato…” intervenne James, liberandosi dalla sua stretta e cominciando a correre spingendo il carrello con i bagagli verso l’uscita, mentre un grido si perdeva nella confusione del binario 9 ¾…

“Chi arriva ultimo bacia il culo a Severus Piton…”

 

 

FINE

 

 

NdEgle: ed eccoci arrivati alla fine anche di questa fanfic. Spero che vi sia piaciuta! La coppia James/Lily non è tra le mie preferite…anzi!Prima del quinto libro mi stavano entrambi abbondantemente sulle palle…e ancora adesso non sono di certo tra i miei personaggi preferiti^^;;; E allora perché scrivere una storia su loro due?? Ah non ne ho la minima idea^^;;;tutto è iniziato da un’immagine che avevo in mente: Lily seduta sulle rive del lago con di fianco un bel cervo. Non sapevo né come far evolvere la storia tra loro due né che caratterizzazione potessero avere i protagonisti. Ho cercato di ricalcare il più possibile quello che si capisce dal quinto libro. Questo vale anche per quanto riguarda Sirius, che forse qui emerge un po’ più…ehm…suonato rispetto a come potesse apparire nel PoA o nel GoF.

Per il titolo abbastanza indecente…beh ho cambiato decine e decine di titoli e alla fine ho optato – come al solito- per il titolo della canzone che mi aveva ispirato maggiormente per scrivere la fanfic, in questo caso Supreme di Robbie Williams

Date le precisazioni doverose, volevo solo aggiungere che dedico questa fanfic, anche se probabilmente nn la leggerà mai, alla mia mamma, che spesso crede in me più di quanto non faccia io.

Grazie Mamy!

 

   
 
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