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Autore: Thumbelina    01/04/2013    8 recensioni
Dedico questa storia a SofiDubhe94, scrittrice favolosa che con una sua storia mozzafiato mi ha fatto scoprire il mondo delle ff su Hunger Games.
Ciò che non voglio assolutamente fare è adattare il capolavoro della Collins ai personaggi della Rowling, questo perchè so che versando la Coca Cola sulla Nutella quel che si ottiene fa davvero schifo. Non posso mischiare due meraviglie simili, non credo davvero di esserne ingrado, non sono così presuntuosa.
Quello che intendo fare, è, con un gioco di What if?, impiantare la genialata degli Hunger Games (ossia gli Hunger Games stessi), nel mondo di Harry Potter. Come? E' a questo che serve il What if!
Nella mia storia Harry è stato sconfitto, Voldemort, una volta insediata la sua dittatura, istituisce gli Hunger Games (il discorso che Presidente Snow fa a Seneca Crane nel film credo gli si adatti perfettamente).
E' Hermione a descriverci la vicenda in prima persona, come omaggio a ciò che la Collins ha fatto con la sua Katniss Everdeen.
Non so che altro dire, spero soltanto che questa storia non piaccia solo a me...
Beh, visto che ormai siete arrivati fin qui tanto vale entrare a dare un'occhiata, non trovate?
Buona lettura. Baci. Giulia.
Genere: Avventura, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Corvonero, Hermione, Granger, Serpeverde, Tassorosso
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Project Runaway, Melena mani di forbice


È stato come cadere nella tana del Bianconiglio, come esser risucchiata da un vortice, sbattuta qua e là da un tornado, nel momento in cui i miei amici hanno accettato di indossare i lavori di quella donna ho sentito tutto il mio mondo cadere a terra.

A dire il vero, ho sperato sperato sperato fino alla fine che si trattasse di una sorta di piano B, una seconda idea geniale architettata alla svelta da George per salvare il salvabile, tipo far credere alla Halliwell di accettare il suo aiuto e sabotare poi i suoi abiti, ma niente, niente davvero, sembra che si siano, di botto, innamorati tutti e perdutamente di lei.

Hanno passato tutto il santo tempo a parlare di quanto lei fosse fantastica, di quanto fosse brillante la sua collezione del 97, di come fosse perfetto l’abito che aveva confezionato per le nozze della figlia del Primo Ministro del Portogallo, di come fosse brava con la pittura e di quanto fosse sodo il suo posteriore.

Così ora mi trovo seduta fuori all’appartamento di Melena, in compagnia di due Pacificatori che mi squadrano con aria torva, mentre attendo che George esca da quella porta per potere entrare io.

Quest’oggi, in modo da concertare con lei le idee per gli abiti da parata, ognuno di noi dovrebbe incontrarsi da solo con Melena, e lei ha deciso che lo facessimo nell’ordine di apparizione.

Io sono l’ultima, pensavo che sarebbe stata una grande idea disertare, ho finto un malessere, ma i due sopracitati Pacificatori mi hanno presa con la forza e trasportata qui, mentre tutti i miei compagni si sono presentati felicemente e puntualmente all’appuntamento con lei.

Dovevate vederli, tutti quei fieri grifoni, son diventati i suoi cagnolini, i fedeli di compagni del suo Sir Thom come si chiama!

Li odio così tanto!

Non quanto odio Melena comunque, questo è ovvio.

E nemmeno quanto odio la Umbridge, assolutamente.

O quanto odio Lord Voldemort…

Ok, si può dire che li odio mediamente, li ucciderei tutti!

Non posso credere di essere riuscita a pensare una cosa simile.

Non è vero, non è quello che farei, è solo un modo di dire, mi è uscito così non so davvero cosa… Io non voglio uccidere proprio nessuno, né ora né mai, quel che intendevo dire è che…

Il rumore della porta che si apre e si richiude in pochi istanti, accompagnata dall’uscita di un raggiante George Weasley, mi comunica che è il mio turno di entrare.

Quel che intendevo dire, ed è un concetto che devo assolutamente chiarire perché l’aver pensato anche solo un momento di poter uccidere qualcuno in una situazione simile sta uccidendo me a dire il vero, quel che intendevo dire è che mi hanno profondamente deluso, che mi sembra quasi d’esser stata tradita, tradita nel profondo, che vorrei tener loro il muso, arrabbiarmi, ma visto che so che moriremo tutti non riesco neppure ad avercela con loro.

È davvero frustrante.


 

Mi alzo in piedi e raggiungo George, che mi attende alla porta, ed i Pacificatori che mi avevano accompagnata mi mollano per afferrare lui, lo riaccompagneranno negli alloggi, con gli altri, e poi torneranno a prendere me.

- Via quel muso, Hermione. – fa lui sorridendomi, - Melena è fantastica, dovresti darle un’occasione.

Ecco, appunto.

Da che pulpito poi!

Dopo avermi strizzato un occhio, il rosso mi passa dinnanzi e fa per andar via.

- Ah, quasi dimenticavo – fa girandosi nuovamente verso di me - Prova le mele, tesoro, sono ottime!

Ciò detto accetta la stretta dei Pacificatori, e i tre si smaterializzano, lasciandomi sola su quel pianerottolo.

Che palle…

Mentre medito sulla possibilità di scappare in qualche modo, la porta si apre dinnanzi a me, mostrandomi una raggiante Melena Halliwell, tutina beige e calzettoni.

Ed è bella anche così, stratosferica anche così, e questa mi sembra l’ennesima buona ragione per odiarla.

- Ciao, cara. – fa la Halliwell accogliendomi – Vieni, entra pure.

Senza rispondere, accennando uno forzato mezzo sorriso, entro in casa sua, e la donna chiude la porta dietro di me.

Il suo cane, così come l’altra volta, è a quanto pare libero di muoversi per l’appartamento, visto che corre a saltellare fra le sue gambe non appena la porta si chiude, scodinzolando quando lei gli accarezza muso per poi offrirgli un croccantino.

- Quel ragazzo è davvero simpatico, uno spasso, ma potrò dirmi fortunata se riuscirò a farlo arrivare vivo almeno all’Arena, visto il suo temperamento… - fa Melena parlando più a se stessa che a me, credo - Accomodati pure, cara, - dice ancora- vuoi qualcosa da bere? Da mangiare?

- “Cara” mi ci chiamano i miei amici, – rispondo fredda io, sedendomi su una delle sedie intorno al tavolo – e lei sarebbe pregata di non farlo mai più, signorina Halliwell.

- Puoi chiamarmi Melena, - fa lei sedendosi dinnanzi a me, mentre mi porge un bicchiere di succo di pompelmo e cannella. – e darmi del tu.

- Ma non voglio. - mi limito a rispondere io – Io voglio continuare a chiamarla “signorina Halliwell”, continuare a darle del lei, o del voi, se preferisce, finire il lavoro il primo possibile in modo da potermene andare via di qui il prima possibile.

- Wow! – fa lei ridendo delle mie parole – Non mi aveva detto che eri così.

- Di chi parli? – le chiedo.

- Ah, mi dai del tu adesso! – commenta divertita – Beh – risponde – sempre della mia fonte anonima naturalmente!

- E potrei sapere chi sia questa tua fonte? – faccio scocciata.

- No, non puoi, - fa facendomi una linguaccia divertita – potresti cacciarmi nei casini, e quindi chiudo la bocca, ma sappi che mi sono state dette cose straordinarie sul tuo conto, dico davvero.

- E’ un uomo? – domando - Un ragazzo?

- Non mi trovo troppo bene con le donne, anzi, a dire il vero sono le donne a non trovarsi troppo bene con me, quindi immagino che la risposta sia sì. – mi risponde la Halliwell – Ma detto questo non ho intenzione di mettermi a giocare ad acqua e fuoco con te, dico davvero, e anzi mettiamoci a lavorare subito al suo abito, perché ho davvero avuto un sacco di idee per te.

- Fantastico. – commento con fare sarcastico.

Spero solo sia rapido e indolore.

Spero solo finisca presto.

La sfilata è stasera, e se le cose vanno per il meglio io non dovrò mai più vederla.

Intanto, sotto i miei occhi, Sir John Thomas va ad accoccolarsi sotto il tavolo, continuando a scrutare entrambe con i suoi grandi occhioni neri.

- Allora, - comincia la bionda prendendo in mano un pennino azzurro e un taccuino da disegno – hai qualche preferenza? Magari credi che staresti meglio con un abito più sui toni del rosso anziché dell’oro, o preferisci gli abiti senza spalline, o forse…?

- Vorrei che la mia schiena fosse coperta. – rispondo io – Tutto qui, per il resto fa quello che ti pare.

- Ok, schiena coperta, - fa Melena – posso farlo, e potrei sapere il perché?

- No, non ti riguarda. – rispondo – Tu sei una purosangue, hai ancora la tua bacchetta, non sono problemi tuoi.

Melena tace. Si limita a guardarmi, abbassando gli occhi sul taccuino.

Fingendo indifferenza mi sporgo un po’ dalla sua parte per sbirciare la forma che sta dando al mio abito.
Sì, mi ha coperto la schiena.

- Ok, è coperta, giuro, – fa la donna riemergendo dal suo taccuino – ora possiamo andare avanti, no? Pensavo a delle scarpette brillanti, rosse magari, sai, nessun posto è come casa! È…

- Il Meraviglioso Mago di Oz, sì, lo so. – rispondo io.

- Beh, mi sorprendi, - commenta lei sorridendo – visti gli scarsi risultati che ho ottenuto con Lawrence temevo che citando Baum avrei fatto per la seconda volta un buco nell’acqua, pardon!

- E le scarpe erano rosse solo nella versione cinematografica – continuo – nella versione di Baum erano d’argento, la favola era una metafora…

- Del Gold standard, - fa Melena concludendo la mia frase – lo so. Che sia dirmi di Barrie? E della Alcott? E di Dodgson?

- Ho letto Piccole Donne quando avevo otto anni e ce l’ho ancora a morte con Jo per aver rifiutato Lauren, ho fatto la parte di Wendy quando alle elementari abbiamo rappresentato il Peter Pan e penso che tu abbia cercato di trarmi in inganno nominando il terzo autore come Dodgson, cioè il suo vero cognome, e non con lo pseudonimo di Carroll, con il quale è conosciuto soprattutto per la sua novella Le Avventure Di Alice Nel Paese Delle Meraviglie, con la quale sono praticamente cresciuta. Soddisfatta?

- Brava ragazza, test superato con Eccellenti risultati. – fa strizzandomi l’occhio – Ora che abbiamo rotto il ghiaccio, ti va di parlarmi un po’ di te?

- No, - rispondo – no davvero.

- Sai, Hermione, - tenta di spiegarmi lei – io ci tengo davvero a che il vestito calzi bene non solo sul corpo della persona, ma soprattutto sulla sua personalità, tutto quello che conosco su di te mi è stato raccontato da altri, quindi sarebbe davvero importante per me se tu…

- Lungo, senza spalline, il tulle mi dà fastidio, rosso va bene. – la interrompo alzandomi – Non puoi fare un bel vestito e basta? Così, come ti pare, senza far tante storie?

- Oh, tesoro, - mi risponde lei - volevo dire Hermione, - si corregge vedendomi sbuffare – non offenderti se te lo dico ma non sei così bella!

- In che senso? – chiedo.

- Nel senso che non sei quel tipo di ragazza  a cui basta un bel vestito per sfondare. La Chong, quella ragazza asiatica, la Corvonero, lei è quel tipo di ragazza. Mettile un abito lungo blu o argento che sia e stregherà la folla, questo è sicuro. Anche con la bionda dei Tassorosso avrei voluto lavorare, quella che si è quasi sentita male quando hanno estratto il nome del suo ragazzo, Hanna, mi pare…

- E’ Hannah, - la correggo io – ed Ernie non è il suo ragazzo, è il suo migliore amico.

- Sì, lei, - riprende Melena – è davvero bella, affasciante, e, lasciatelo dire, penso che Savannah abbia fatto una pessima scelta…

- Di che parli?

- Per evidenziare il fatto che sono tutti ragazzi, tutti innocenti, tutti uguali, i suoi tributi indosseranno dei vestiti identici, - mi risponde Melena – permettimi di dirlo, mi sembra davvero una pessima trovata, li penalizzerà e basta, te lo dico io. Ed è un tale spreco! Insomma, io avrei fatto meraviglie con quella ragazza…

- Beh, mi dispiace davvero tanto che tu non abbia splendori come Cho Chang o Hannah Abbott con cui lavorare, e che debba accontentarti di me, – la interrompo scocciata – ma non preoccuparti a nascondere il tuo rammarico, tanto la cosa è reciproca…

- Non ho detto questo, - mi risponde Melena – non sono affatto seccata di dover lavorare con te, anzi! Penso che tu sia un soggetto interessante, intrigante, ma non per far da gruccia a un bel vestito. Tu hai una storia importante alle spalle, avvincente, potrei…

- Lascia stare  la mia storia, ok? – la interrompo nuovamente – Tu non hai neanche idea di quello che ho passato, ed il mio passato, la mia storia, non è un ghirigoro con cui ornare un diamine di vestito! Fai un abito normale, ok? L’abito che faresti per Cho, fai l’abito che faresti per chiunque, fa quello che ti pare ma non usare la mia storia per l’abito come se fosse un fascio di paillettes o un nastrino colorato, perché non te lo permetto, e non me lo merito!

- Allora va via, avanti! – fa Melena scattando in piedi, rossa in volto – Quella è la porta! Ti farò abito con la schiena coperta, rosso, con le spalline, e qualche scaglietta di rubino e la gente guardandoti dirà “wow, gran bel vestito, lo vorrei, e… no, aspetta chi è che lo indossava?”

- Non crederti indispensabile, Melena, sono sopravvissuta fino a qui senza il tuo aiuto e posso continuare a farcela senza di te. – le rispondo.

- Quella è la porta, tesoro. – ripete lei afferrando una mela da tavolo e ficcandosela in bocca – CI vediamo alla sfilata.

Dopo aver accennato a un mezzo sorriso antipatico, giro i tacchi dinnanzi alla mia ex bellissima quanto seccante stilista e faccio per lasciare la stanza.

Prima di raggiungere la porta, mi volto di nuovo vero di lei.

- Cosa c’è nelle mele? – domando.

- Come, scusa? – fa lei riemergendo dall’ennesimo morso.

- Le mele, - ripeto – George ha cambiato idea grazie alle tue mele, e mi ha detto di assaggiarle quando è ci siamo incontrati mentre usciva di qui ed io dovevo entrare, e tu non sai stare senza ficcartene una in bocca per più di venti secondi, insomma cos’hanno di speciale?

- Alcol. – si limita a rispondere – Disintossicata un cavolo!

- In che senso? – chiedo camminando di nuovo vero di lei.

- Scoprimmo questo trucchetto quando eravamo al quinto, sesto anno. – fa lei porgendomi una mela, che io non accetto comunque. – È successo durante una lezione di Trasfigurazione, la McGranit ci stava insegnando come trasformare un calice in una mela, e quindi ci aveva detto di portare una coppa ben pulita, ma un mio compagno Tassorosso, Owen Nohalan, se non sbaglio, aveva sporcato la sua con l’inchiostro, ma non disse nulla alla professoressa, per paura che si arrabbiasse, e così quando fece l’incantesimo il risultato fu una bella mela nera al gusto di inchiostro. L’idea dell’alcol venne a Sirius, io glielo avevo raccontato giusto per ridere, ma lui e James ebbero l’illuminazione…

- Sirius? – la interrompo io – Sirius Black, intendi? Le conoscevi davvero, quelle persone?

- Andiamo, tutti conoscevano quei quattro! – mi risponde lei. – Comunque, dopo quell’episodio avevamo preso l’abitudine di comprare dell’alcol prima di arrivare a scuola, riempirne dei calici e poi trasmutarli in mele, così da fargli passare la sorveglianza. La vodka è schifosamente buona anche così. Mi chiedo davvero perché l’usanza non sia continuata, forse avremmo dovuto tramandare il trucco a qualcuno. – si interrompe un momento per dare l’ennesimo morso soddisfatto – Come ho già detto, - ripete – disintossicata un cavolo! È chiaro che al tuo amico sia piaciuta la mia idea, - continua poi – innanzi tutto perché un goccio ci vuole se sai che dovrai morire, e so che a voi non è permesso, e poi perché puoi sempre far riempire ai tuoi un calice di una bibita proteica e farla trasformare in una mela da spedirti in Arena, è conveniente, molto conveniente.

Mi strizza l’occhio, e getta in torsolo della sua mela, ossia l’unica parte che ne è rimasta dritta verso il cestino.

Tanto per essere precisi, l’ha mancato di mezzo metro.

- Lo raccoglierò dopo. – fa sbuffando ed afferrando una seconda mela, mentre ne porge una terza a me. – Allora? – domanda guardandomi - Non dovevi andartene?

- Perché bevi? – domando sedendomi dinnanzi a lei – Hai una vita perfetta, sei bella, sei ricca, fai il lavoro dei tuoi sogni, stai per sposare lo scapolo d’oro del mondo magico, sei…

- Sì, Rabastan, - commenta lei sorridendo – lui è stato davvero una mano santa, stavo impazzendo prima di incontrarlo.

- Ho sentito la tua storia, - riprendo io – i miei compagni me l’hanno raccontata. Sei sempre stata perfetta, hai sempre avuto la vita che qualunque ragazza sogna di avere, perché hai cominciato a bere? Perché non hai mai smesso? George può voler dimenticare il fatto che stiamo andando tutti in contro a morte certa, ma cos’hai da dimenticare tu?

- Un cuore sanguinante, - dice lei tirando su il viso dalla mela – tanto dolore. – fissa su di me uno sguardo triste e sorride dolcemente – Non sei l’unica ad aver un passato, ed avere una storia, Hermione Granger. Vuoi ancora andare?

- No, - rispondo guardandola – no, non credo.

Lei sorride di nuovo.

Mi chiedo se mi stia ipnotizzando, mi chiedo se abbia fatto così con tutti, eppure non riesco più a provare disprezzo, o repulsione, per lei, è come se una Barbie di cristallo si fosse appena tolta la sua maschera mostrandosi per la creatura fragile che è, ed io provo pena per lei,per la sua sofferenza, riesco solo a guardarla, a non distogliere gli occhi da lei.

- Che dicevi del vestito che dovrebbe rappresentare la mia storia? – chiedo rigirandomi una mela fra le mani – Che avevi in mente?

- Oh, beh, mi serve una storia per cucirci un vestito sopra, - mi risponde lei – perché non me la racconti?

- No, fuori discussione, - rispondo.

- Perché no? – domanda lei – Di cos’è che ti vergogni? Perché non riesci ad essere fiera di essere te?

- Perché ho perso, Melena! – le grido contro – Perché io ho perso!

Nel momento in cui le lacrime lasciano i miei occhi mi alzo in piedi e cerco di allontanarmi dal tavolo voltandomi dall’altra parte, come per nasconderle.

- Ho perso, - riesco a singhiozzare ancora – ho le cicatrici che lo dimostrano.

- Cicatrici? – domanda Melena, alzandosi per raggiungermi – Sulla schiena forse??

Non rispondo.

Lo ricordo ancora quel giorno, ci sono larghe probabilità che lo ricorderò per sempre.

- Fammi vedere. – dice Melena mettendo una mano sul mio golfino ceruleo.

- No, - protesto io scostandomi.

- Avanti. – insiste.

Probabilmente dovrei scostarmi di nuovo, allontanarmi, o accettare il vecchio invito ad andarmene via. Ed invece rimango ferma, immobile, mentre Melena mi solleva il maglione fin sopra le spalle.
Sento fiumi di lacrime calde rigarmi le guance come le cicatrici mi rigano la schiena, e chiudo gli occhi piangendo in silenzio, mentre le dita sottili di Melena percorrono i solchi.

- Oh Morgana, - la sento bisbigliare mentre slaccia il mio reggiseno, che segava a metà uno degli sfregi, - chi ti fa fatto questo? Chi?

- E’ stata colpa mia. – rispondo asciugandomi le lacrime con la manica del maglione – Dicono che me la sono cercata.

- Che cosa avevi fatto, per meritarti questo? – domanda.

- Non sono affari tuoi.

- Lo voglio sapere lo stesso.

- Non è una storia interessante.

- Questo lascialo giudicare a me.

Mentre Melena mi guarda con uno strano sorriso materno sulle labbra, io mi abbasso la maglia e mi volto verso di lei.

- Con l’insediamento del Nuovo Governo a tutti i Nati Babbani, a tutti quelli come me, è stata tolta la bacchetta, probabilmente lo avrai sentito. – comincio – Ma ci sono comunque dei commercianti, che ce ne vendono di scadenti ad alto prezzo. Non sono le nostre, e non sono affatto buone, il loro effetto si esaurisce in poco tempo, ma è meglio che non aver nulla da stringere. Così, quando sono  uscita di prigione, il mio ragazzo, Ron, - al solo ripensare a lui mi spunta un sorriso ebete sulle labbra – è venuto a prendermi portandomi una di quelle in regalo. Tu non sai cosa si prova a poter stringere di nuovo una bacchetta fra le mani, non ne hai idea. L’effetto si è esaurito entro poche settimane, e così sono andata a ricomprarla, sempre di contrabbando, è ovvio. Non mi hanno beccata quella volta, ma la successiva. Era diventato un vizio ormai, Ron mi aveva detto che sarebbe stato meglio non comprarne più, non rischiare, ma io non potevo smettere, non potevo rinunciare alla magia ne ero come drogata e così mi sono recata a comprarne una terza, ma era il giorno sbagliato, il posto sbagliato. Degli uomini del governo fermarono me, il fabbricante ed altri compratori, probabilmente qualcuno aveva fatto la spia. Credo che il commerciante, il fabbricante, sia stato ucciso, non so dirlo con certezza. Quanto a noi, eccocela incisa sulla schiena la nostra punizione. Frustrati, a sangue, pena babbana per dei babbani, e poi la maledizione Cruciatus, per ci fingevamo maghi ed anche come maghi dovevamo venir puniti. C’era anche una donna incinta fra noi. Ha perso il bambino. Te l’ho detto, Melena, - dico alzando gli occhi su di lei – è per questo che non voglio che la mia storia venga raccontata, per questo che mi vergogno. Perché io ho perso.

Lei mi accarezza il viso asciugandolo dalle lacrime, e mi sospinge verso una sedia.

- Tu hai perso, Hermione Granger, è vero, - mi risponde – ma è proprio questo il bello, perché questo sottende che hai combattuto. Hai combattuto sempre, e non ti sei mai arresa, e ti hanno dovuto accerchiare in sette per riuscire a batterti e hanno dovuto toglierti la bacchetta perché non v’era incantesimo che tu non potessi pronunciare.

- Ma mi hanno sconfitta, Melena, battuta, - rispondo, - per quanto io abbia lottato, per quanto abbia rifiutato di arrendermi questo non cambia il fatto che alla fine io abbia perduto, che la guerra per cui tutti avevamo lottato si sia conclusa con la mia sconfitta, ho ancora quell’amarezza, quella rabbia incisa nel cuore, nella testa, sulla pelle, ed ora vorrei davvero che non venisse anche cucina sul mio vestito.

- Sai, Hermione, - mi fa la Halliwell – mi sono sempre chiesta perché il Cappello Parlante avesse scelto per me la casata dei Grifondoro, perché conosco ben poche persone meno coraggiose della sottoscritta. Quelli della mia gioventù per il mondo magico sono stati anni difficili, ed io ho visto molti dei miei compagni, molti dei miei migliori amici, fare una scelta. Lord Voldemort, con o contro di lui? Li ho visti cambiare, li ho visti scegliere da che parte volessero stare senza prendere a mia volta una decisione, restando ferma, immobile, a guardare. Questa guerra ti ha tolto molto, Hermione, lo so, lo immagino, ma anche io ho perso qualcosa, qualcosa di importante. Ma tu hai combattuto, Hermione, tu hai combattuto perché questo non accadesse, io sono stata ferma a guardare, anzi peggio, io sono scappata, io ho chiuso gli occhi. È questo che dovresti mostrare, Hermione Granger, è di questo che dovresti essere fiera. Tu eri lì, tu ci sei sempre stata, dall’inizio alla fine, per tua libera scelta, ed hai appena diciotto anni!

- E qual è l’idea? – domando io – Come lo cuci in questo modo un vestito?

- Hermione, io posso fare di te qualunque cosa. Io posso fare di te il simbolo della mia finita resistenza, io posso fare di te la resurrezione della speranza, io posso fare di te l’ultimo prezioso vessillo. Ti adoreranno.

- Tu vuoi fare di me Severus Piton… - esclamo io.

- Oh Morgana, no, per l’amore del cielo! – fa lei – Conoscevo quel ragazzo, era uno sfigato ai tempi della scuola e non mi sembra che le cose siano di gran lunga migliorate con gli anni.

- Ma alla fine tutti hanno capito che si sbagliavano, - controbatto io – tutti hanno capito che era un eroe.

- Ma quanti anni hai, Hermione? – mi chiede lei – Smettila di illuderti, tesoro, di credere nelle favole, in idiozie simili. La gente non ha mai amato Severus Piton, hanno semplicemente visto in lui l’unica speranza che avevano di sopravvivere, sembrava in quel momento l’unico in grado di portare avanti la resistenza, per questo si sono aggrappati a lui. È questo che noi dobbiamo dargli, Hermione, un’ultima speranza, un’ultima spiaggia, un’ultima ancora a cui aggrapparsi, è questo che la gente vuole, è questo che tu potresti dargli.

- Vuoi fare di me Albus Silente, Harry Potter? – domando ancora.

- Sì, certo, - risponde lei – così ci ammazzano entrambe prima ancora che ti salga sul carro! No, tesoro, - fa tornando seria – credo di poter fare di meglio. Io posso fare di te… Hermione Granger.

Prenuncia queste ultima parole con tono così convinto e soddisfatto che non ce la faccio a scoppiarle a ridere in faccia.

Comunque, quello che ha detto continua a non avere alcun senso.

- Quindi, - faccio cercando di farmi spiegare che cosa abbia in mente – quello che intendi fare di me è me?

- Sì, esatto! – fa lei entusiasta.

- Ma io sono già me!

- Sì, esatto, ed ora noi dobbiamo mostrarlo al mondo. È quello che sei, Hermione, quello che sei sempre stata, quello che puoi e devi rimanere, sei l’ultima scintilla di quel fuoco che è divampato. Ricordi quando Severus Piton è stato arso vivo e si è sparsa la voce che lui fosse una fenice, che sarebbe risorto dalle proprie ceneri?

- Sì, certo. – rispondo.

- A nessuno fregava nulla di lui in realtà! Vivo o morto per tutti era lo stesso! Il punto era che avevano bisogno della sua rinascita, avevano bisogno di qualcuno che lottasse per loro, di convincersi che non avevano perduto, che non era finita, che si poteva continuare a combattere, che la resistenza non era finita. Sii tu quella fenice, Hermione, risorgi dalle sue ceneri, tu puoi farlo, sei l’unica che può! Noi possiamo ridare al popolo sconfitto la sua ultima speranza, noi dobbiamo farlo! Fa che questa condanna a morte diventi un’ispirazione, Hermione, manda un ultimo messaggio, invita il tuo pubblico a non abbassare la testa, a impugnare di nuovo la bacchetta, a lottare ancora. Siamo un popolo che si è arreso, Hermione, io per prima, mostraci quanto ci siamo sbagliati a non lottare fino alla fine, facci saltare di nuovo sul campo di battaglia.

-  E come? - chiedo – Come faccio?

- Mostrandogli chi sei veramente, Hermione, - mi risponde Melena – senza vergogna, senza barriere, senza vergognarti di un passato di cui dovresti andare fiera. Falli sbiancare dinnanzi alla tua storia, sfoggia con grazia quelle cicatrici, perché sono il ritratto di una donna che non si è mai arresa, che mai si arrenderà. Sei tu quella fenice, Hermione, lo sei sempre stata. Permettimi di mostrarlo al mondo.

Sono la fenice. Io, la fenice, la scintilla, resistenza. Non Severus Piton, non Silente né Harry, io.

- Sì, - dico alzando gli occhi su di lei – sì fallo. Hermione Granger, senza vergogna, senza barriere, rendimi me stessa, mostriamolo al mondo, fallo!

Si alza in piedi in un momento e dopo aver preso con un gesto fin troppo repentino un qualcosa che non riesco subito a mettere a fuoco si porta in due sole falcate dietro di me.

Afferra i miei capelli in un momento, come a fermarli in una coda alta della quale la sua mano funge da laccio, ed in un momento il suo pungo si apre, e vedo la mia chioma fluente spargersi a terra.

Erano forbici quelle che aveva in mano. Quelle che brandisce ancora, fumanti, mentre io la guardo con occhi sbarrati.

Sorride, leccandosi le labbra, mentre strizzandomi l’occhio dice:

- Sei ancora in tempo per cambiare idea.





*Angolo Autrice*

Non ci ho messo così tanto stavolta, vero?

Come avevo promesso vi ho fatto conoscere un po' meglio il personaggio di Melena e quindi, vi prego, DITEMI CHE AVETE CAPITO CHI E' STATO IL GRANDE AMORE DELLA VITA DI MELENA! E' facile, dico davvero, ormai vi ho dato indizzi a sufficienza, tutti i pezzi del puzzle combaciano, dal primo all'ultimo, ditemi che avete capito chi è! In caso non fosse così, comunque, dedicherò un capitolo alla storia della Halliwell, diciamo che lei ed Hermione baratteranno un segreto per un segreto, e quindi tutti i nodi verranno al pettine.

Altro dettaglio aggiunto all'ultimo minuto è la speculazione sugli scrittori da Carroll a Baum, ma non ho potuto farne a meno, scusate davvero se l'avete trovato noioso.

Poi poi poi, ho un sacco di novità da comunicarvi!

Allora, la prima è che, visto il fatto che mi dimenticavo sempre di dirvi qualcosa in questo mio angolino privato, e così ho deciso di buttare giù tuttto quello che mi viene in mente, ed ecco quindi un po' di informazioni che mi ero sempre scordata di dirvi:

1) Non so davvero perchè, ma mi viene SEMPRE SEMPRE SEMPRE istintivo scrivere Fred invece di George, e quindi mi sembra giusto avvertirvi che potrei fare degli errori a riguardo, e chiedo scusa in anticipo!
2) Probabilmente avrei dovuto inserire più tributi, dato che ce ne sono troppi in relazioni alle uccisioni che vorrei.
3) Quella di Rita Skeeter ed Allock ve l'ho già detta, per grazia divina mi sono ricordata, ed ormai vi dico che con quasi certezza userò proprio lui, proprio perchè non mi viene proprio in mente nessuno altro.

Altro! Ecco un piccolo spoiler dedicato soprattutto ai fan di PRETTY LITTLE LIARS, per tenervi compagnia ora che il telefilm è finito (vogliamo parlato della terribile 3x24? -.-""): Hermione, in arena, riceverà un dono da uno sponsor che si firma A!!

Avrei anche un altro piccolo spoiler a mio parere molto carino da comunicarvi, una sorta di omaggio alla Collins, ma credo che ve lo darò la prossima volta, e così vi introduco una nuova cosetta:
Al contrario della maggior parte degli autori intellligenti di fan fiction, io adoro dare piccoli spoiler ai miei lettori, più do suggerimenti e più sono contenta. Allora ho pensato che, dato che voi siete contenti con gli spoiler ed io sono contenta con le recensioni, darò 4 spoiler per 4 recensioni, 7 spoiler per 7 recensioni e così via, vediamo se il gioco vi piace! Se avete curiosità su un personaggio in particolare basta chiedere!

Altra cosa importantissima: MA VOI LE AVETE VISTE LE IMMAGINI? Grazie a quell'angelo di Emma Diggory che le ha postate per me ho finalmente potuto correlare i primi capitoli con le immaginette che avevo fatto, e prevedo che ne aggiungerò una per ogni capitolo, fatemi sapere se vi piacciono.

Il nostro capitolo ha tra l'altro appena cambiato titolo, dato che quello che avevo pensato all'inizio era "Project Runaway (che fra l'altro sì, è dedicato al programma, che seguo) - fra le mani di Melena Halliwell" poi boom, lampo di genio mentre scrivevo il titolo per postare il capitolo, e questo nuovo mi piace un casino. E' un piccolo omaggio a Tim Burton che una mia amica (sua accanita ammiratrice) apprezzerà :-)

Infine, se ricordate la nostra iniziativa interatttiva, i partecipanti sono invitati a consegnarmi i loro lavori entro una-due settimane. Per il momento chiedo loro semplicemente di farsi vivi, mi basta una recensione, o un messaggio (ma le recensioni fanno più piacere), li contatterò io privatamente per spiegare tutto.

All'apertura dell'Arena, fra l'altro, darò il via a una seconda iniziativa interattiva, stavolta molto più coinvolgente e complicata dall'altra. ma che mi piace proprio un sacco e spero parteciperete ancora più numerosi.

Credo che per ora sia tuttto, chissà! Alla prossima. Baci. Giulia.









AngoloAAn 

   
 
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