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Autore: IlQuokkaDaWonderland    05/04/2013    6 recensioni
Citazione dal capitolo (non intera):
- "Devo avere il perfetto rimedio per un cuore spezzato.”
“E tu cosa ne sai di cuori spezzati?” Magnus gli lanciò un sguardo interrogativo, ma divertito.
“Oh, mio caro, non tirare la corda, sai che detesto essere svegliato. Il fatto che sia tu non significa che io sia davvero felice.”
“Ho detto solamente la verità.”
-
Una coppia non coppia che io amo particolarmente: Magnus e Woolsey.
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Magnus Bane, Woolsey Scott
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Crack pairing: i ship them!'
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Mai svegliare il lupo che dorme

- Mai svegliare il lupo che dorme. -

Dedicata a:

Faffina, Mariateresa, Kuro 
e a chiunque ami Woolsey Scott. 

Vi voglio bene. 


Dormiva. Sognava, non sapeva bene cosa. Era certo, però, di non essere sveglio. Non del tutto almeno. Motivo per cui, quando udì quel rumore fastidioso, insistente e perforante, inizialmente credette che facesse parte del suo sogno. Il rumore, poi, sembrava provenire da lontano, come se tra lui e l’ingrata persona o animale o cosa ci fossero almeno due porte, ma nonostante tutto lo infastidiva.

Il giovane addormentato fu costretto a provare ad aprire gli occhi. “Prima la palpebra destra, poi la sinistra, non è difficile.” Pensò. Ma a causa di quel rumore e del dolore lancinante che avvertì alle tempie si chiusero di scatto, senza voler dare segno di collaborazione. Provò a ricordare cosa avesse fatto la sera prima, senza successo.

Qualcuno stava bussando alla sua porta, impedendogli di pensare, di aprire gli occhi e di andare a cacciare chiunque lo stesse disturbando. Cosa che lo fece innervosire non poco, dato che ora a quel toc toc si era aggiunta la voce dell’ospite indesiderato. 
Riuscì finalmente a guardarsi intorno, capendo che fuori era ancora buio.
Che avesse dormito per l’intera giornata?

“Santo cielo…”. Si domandò da quanto tempo quel suono lo stesse infastidendo. Come a volersi rispondere, afferrò il cuscino e lo tenne ben attaccato alle orecchie. Niente da fare, il suo udito era troppo fino. La voce ora gli sembrava anche più famigliare, ma ancora troppo distante per capire a chi appartenesse.

Si alzò lentamente, rabbrividendo per il freddo e scoprendosi nudo. Afferrò un paio di pantaloni e una vestaglia pesante, sbadigliando e stropicciandosi gli occhi, mentre scendeva le scale verso l’ingresso di casa sua. Doveva avere i capelli biondi davvero spettinati, lo sentiva solo attraverso il tatto, senza nemmeno guardarsi.

Avrebbe voluto veramente sbattere in faccia la porta a chiunque vi si trovasse dietro. Sbirciando da una finestra aveva notato che fuori era effettivamente ancora notte.

“Che ore saranno?” Avrebbe mandato via l’intruso, questo era certo. Poi sarebbe tornato a dormire. “Chi osa –“ Iniziò, aprendo la porta e spalancando gli occhi verdi per la sorpresa.

“Woolsey Scott. Ce ne hai messo di tempo per venire ad aprirmi!” Un paio di occhi felini lo fissarono. “Fa freddo e tu mi hai lasciato qui fuori per ben dieci minuti!”

“Magnus Bane.” Un sorriso si aprì sul volto del licantropo. Un sorriso malizioso e ricco di domande e richieste. “Magnus Bane, dimmi, a cosa devo l’onore?” Usò volutamente un tono basso, roco. Se lo stregone fosse stato un estraneo, avrebbe detto che fosse per via del sonno.

“Onore? Ho bisogno di un letto, Woolsey.” Magnus marcò bene la parola letto.

“Letto? Ne ho uno ancora caldo, dato che hai deciso di svegliarmi in piena notte. Sei stato alquanto scortese. Potevi almeno avvisarmi che saresti venuto, mi sarei preparato al meglio!” Si spostò per farlo entrare, chiudendo la porta alle proprie spalle.

“E cosa c’è che non va nel tuo abbigliamento ora?” Gli occhi verdi di Magnus fecero un esame di ciò che avevano davanti dall’alto al basso.

Woolsey scoppiò a ridere, portando una mano ai capelli. “Mio caro, il mio abbigliamento, presente o assente, è sempre perfetto, dovresti saperlo. Avrei semplicemente fatto in modo di essere più sveglio e più attento.” Lo osservò. Sembrava davvero che fosse stato fuori a lungo quella notte. Aveva i capelli e i vestiti in disordine. “Come mai sei qui, amico mio?” Si diresse verso la prima poltrona e ci si stese sopra, con la curiosità negli occhi. “Pensavo abitassi con quella figlia della notte…” Ritenne poco opportuno un verso di disprezzo, mentre pronunciava quelle parole.

“Camille mi ha letteralmente buttato fuori e mi ha pregato di non tornare. Non sapendo cosa fare sono venuto qui.” Ci fu un guizzo, o così parve al biondo, una certa tristezza negli occhi dello stregone.

Il licantropo rise ancora. “Sei sempre il benvenuto qui, Magnus. Non mi interessa nemmeno sapere per quale motivo l’abbia fatto, sono davvero stanco e non ho proprio voglia di sentire la storia, ma, in effetti, trovo che sia meglio così. Tant’è che avevo sentito che il vostro amore era immortale quasi quanto voi due.  ” Si sporse verso di lui, ammiccando. “Ma era pur sempre una vampira.” Rabbrividì. “Essere inquietanti.”

“Woolsey, ti prego. Io amavo Camille.” Magnus conosceva il carattere del biondo. Sapeva che non diceva nulla con cattiveria, si limitava a esprimere i suoi pensieri senza preoccuparsi delle conseguenze.

“Sì, per quanto io disapprovi non posso dire che questo non sia vero. Lo vedo dal tuo sguardo.” Si alzò e si diresse verso un’altra stanza. “Ma, mio caro, a quanto pare lei non amava te, giusto? Devo avere il perfetto rimedio per un cuore spezzato.” Sorrise, facendo cenno di seguirlo.

“E tu cosa ne sai di cuori spezzati?” Magnus gli lanciò un sguardo interrogativo, ma divertito.

“Oh, mio caro, non tirare la corda, sai che detesto essere svegliato. Il fatto che sia tu non significa che io sia davvero felice.” Afferrò una bottiglia da uno scaffale.

“Ho detto solamente la verità.”

Woolsey rise, versando il liquore in due bicchieri e porgendone uno a Magnus. “Ho aperto questa bottiglia poco fa. E sono convinto che un’ottima annata faccia bene al cuore. Che esso sia spezzato o ancora tutto intero.”

“Poco fa? Non dormivi poco fa?” Lo stregone prese il bicchiere, concordando mentalmente con l’affermazione dell’amico.

“Oh quanto sei pignolo. L’ho aperta per te, dunque.” Sorrise. “Alla tua felicità, mio caro.”



Tornarono vicino al camino, dopo aver bevuto l’intera bottiglia. Magnus notò solo allora il quadro con il ritratto del licantropo in vesti romane.

“Woolsey Scott! Questo è nuovo?” Lo indicò, per poi sedersi su una poltrona.

“Sì, caro. Ti piace?”

“Non è male. Chi è il pittore?”

“Ti basti sapere che ho dovuto sfoderare tutto il mio fascino per farmelo fare.” Il sorriso malizioso del ragazzo bastò a far capire tutto a Magnus.

“Ma davvero? È davvero così bravo?” Gli occhi felini brillarono.

“È più bello che bravo, Bane.” Fece un’espressione piuttosto comprensibile. “Divertente, direi, ma non troppo.”

“È ancora vivo?” Lo stregone ridacchiò. Woolsey Scott aveva sicuramente approfondito la conoscenza a suo modo.

“Forse sta ancora…smaltendo, diciamo. Non che m’importi, chiaro.” Accavallò le gambe, muovendo il polso e il bicchiere che si trovava ancora tra le sue mani. Fissò il moro, un sopracciglio alzato. “Devi chiedermi qualcosa? Ti vedo pensieroso. Posso aprire un’altra bottiglia.” Fece per alzarsi, ma Magnus lo afferrò per un polso, facendolo sedere sul bracciolo della poltrona.

“Niente bottiglia, mi domandavo se posso chiederti un favore.” Gli prese il bicchiere dalle mani e lo appoggiò sul tavolo vicino a loro.

“Ti devo un favore, giusto? Puoi chiedermi quello che vuoi, ma stai attento a come formuli la richiesta.” Avvicinò il suo viso a quello di Magnus, sorridendo con i canini da licantropo belli in mostra. 

“Potrebbe venire qui un nephilim…”

Woolsey lo fissò. “Un nephilim? E per quale motivo?”

“È una lunga storia.” Gli sorrise, spostando un ciuffo di capelli biondi.

“Pensavo non amassi i cacciatori, contrariamente alla tua amica.”

“Ho i miei motivi, Woolsey.”

Il licantropo sospirò, spostando i capelli con una mano e scivolando sulle gambe dello stregone. “Quindi, Magnus Bane…” Lo fissò diritto negli occhi, uno sguardo e un sorriso maligni. “Ti presenti alla mia porta in piena notte, svegliandomi e giungendo qui con nient’altro che non cuore spezzato da consolare. Poi, non contento mi chiedi di ospitare un nephilim. Che cos’altro mi chiederai entro la fine dell’ora? Mi chiederai di, che ne so, far uccidere la tua bella bionda?” Si chinò sul collo dello stregone, mordendolo.

“Non puoi uccidere Camille. È ancora troppo legata ai nephilim e non ti chiederei mai di farlo.” Magnus si mise più comodo, lasciando carta bianca al biondo.

“Nephilim! Sempre in mezzo ai piedi.” Aprì la camicia dello stregone. “Non l’avrei uccisa nemmeno sotto richiesta. Non ancora. Ho bisogno mantenere rapporti decenti con i vampiri.” Leccò il petto dell’altro.

“E di De Quincey cosa mi dici?” Il moro lo fissò, verde nel verde.

“De Quincey merita di morire, ha ucciso mio fratello.” Lo morse ancora, stuzzicandogli i capezzoli con le mani.

“Dimmi, Woolsey, questo fa parte della tua opera di consolazione di cuori spezzati?” Ridacchiò, domandandosi, come ogni volta, quando esattamente era iniziata la loro amicizia.

“Oh buon dio, Magnus, chiudi la bocca o usala in altri modi!”

Qualcosa, dopo aver udito quella frase, si risvegliò nello stregone. Forse la voglia di dimenticare Camille, forse la voglia di avere una sorta di vendetta personale o forse era semplicemente a causa di quel licantropo suo amico. Probabilmente, si disse, doveva essere risultato patetico agli occhi del biondo.
Deprimersi così per chi non ti vuole. Avrebbe detto prima o poi.

“La devo usare su di te?” Ghignò, guardandolo negli occhi.

Gli occhi di Woolsey si accesero di malizia e la bocca si aprì in un sorriso più che trasparente. “Potrebbe essere la proposta più intelligente, da quando sei entrato in casa”.



Quando Woolsey spalancò gli occhi verdi alla nuova giornata, mezzogiorno era già passato da un pezzo. Sbadigliò, rendendosi conto della presenza nel suo letto.

“Magnus Bane…” Sussurrò, per poi ridacchiare rendendosi conto dello stato in cui versavano la sua camera da letto e il suo stesso ospite.

Un cuscino doveva essere letteralmente esploso, tante erano le piume in giro. Le lenzuola erano in disordine e la coperta era a terra.
Il corpo dello stregone, invece, era ricco di segni. Morsi violacei spiccavano anche sulla pelle scura.
Si chiese se anche la vampira avesse lasciato quella specie di marchi.
E si rispose che no, nessuno poteva lasciar quei segni; escluso un licantropo interrotto nel mezzo del suo sonno.

I suoi canini brillarono nella stanza.


*Nella tana della Lepre*

Sì, tiratemi pure pomodori, signori e signore, mi sono impelagata (?) in qualcosa di più grande di me.
Volevo scrivere una Magnus x Woolsey a rating rosso, ma non c'è stato verso.
*Sniff*

Alla fine l'ho terminata così, ispirandomi alla Q&A in cui si chiedeva a Magnus che differenza ci fosse tra Camille e Woolsey.
La risposta? "Più morsi."

Che altro dire?
Ah già, ringrazio Faffina per avermi dato qualche consiglio in generale *manda bacino*
Quanto a chi leggerà, vi prego di non uccidermi.
Sono quella delle coppie non coppie, io, che ci volete fare.
Non posso farne a meno, soprattutto quando vedo che nel fandom italiano si scrivono quasi solamente Clace e Malec.
Non è una critica, sia chiaro, io scrivo Malec, quindi non arrabbiatevi.

Vorrei essere più brava e scrivere di più, ma non ci riesco.
Un bacio, un abbraccio e un cupcake a tutti!
Soprattutto a quelli di Shadowhunters GDR *ridacchia*

   
 
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