- Mai svegliare il lupo che dorme. -
Dedicata
a:
Faffina,
Mariateresa, Kuro
e a chiunque ami Woolsey Scott.
Vi voglio bene.
Dormiva.
Sognava, non sapeva bene cosa. Era certo, però, di non
essere sveglio. Non del
tutto almeno. Motivo per cui, quando udì quel rumore
fastidioso, insistente e
perforante, inizialmente credette che facesse parte del suo sogno. Il
rumore,
poi, sembrava provenire da lontano, come se tra lui e
l’ingrata persona o
animale o cosa ci fossero almeno due porte, ma nonostante tutto lo
infastidiva.
Il
giovane addormentato fu costretto a provare ad aprire gli occhi.
“Prima la
palpebra destra, poi la sinistra, non è
difficile.” Pensò. Ma a causa di quel
rumore e del dolore lancinante che avvertì alle tempie si
chiusero di scatto,
senza voler dare segno di collaborazione. Provò a ricordare
cosa avesse fatto
la sera prima, senza successo.
Qualcuno
stava bussando alla sua porta, impedendogli di pensare, di aprire gli
occhi e
di andare a cacciare chiunque lo stesse disturbando. Cosa che lo fece
innervosire non poco, dato che ora a quel toc
toc si era aggiunta la voce dell’ospite
indesiderato.
Riuscì finalmente a guardarsi intorno, capendo
che fuori era ancora
buio.
Che avesse dormito per l’intera giornata?
“Santo
cielo…”. Si domandò da quanto tempo
quel suono lo stesse infastidendo. Come a
volersi rispondere, afferrò il cuscino e lo tenne ben
attaccato alle orecchie.
Niente da fare, il suo udito era troppo fino. La voce ora gli sembrava
anche
più famigliare, ma ancora troppo distante per capire a chi
appartenesse.
Si alzò
lentamente, rabbrividendo per il freddo e scoprendosi nudo.
Afferrò un paio di
pantaloni e una vestaglia pesante, sbadigliando e stropicciandosi gli
occhi,
mentre scendeva le scale verso l’ingresso di casa sua. Doveva
avere i capelli
biondi davvero spettinati, lo sentiva solo attraverso il tatto, senza
nemmeno
guardarsi.
Avrebbe
voluto veramente sbattere in faccia la porta a chiunque vi si trovasse
dietro.
Sbirciando da una finestra aveva notato che fuori era effettivamente
ancora
notte.
“Che ore
saranno?” Avrebbe mandato via l’intruso, questo era
certo. Poi sarebbe tornato
a dormire. “Chi osa –“ Iniziò,
aprendo la porta e spalancando gli occhi verdi
per la sorpresa.
“Woolsey
Scott. Ce ne hai messo di tempo per venire ad aprirmi!” Un
paio di occhi felini
lo fissarono. “Fa freddo e tu mi hai lasciato qui fuori per
ben dieci minuti!”
“Magnus
Bane.” Un sorriso si aprì sul volto del
licantropo. Un sorriso malizioso e
ricco di domande e richieste. “Magnus Bane, dimmi, a cosa
devo l’onore?” Usò
volutamente un tono basso, roco. Se lo stregone fosse stato un
estraneo,
avrebbe detto che fosse per via del sonno.
“Onore?
Ho bisogno di un letto, Woolsey.” Magnus marcò
bene la parola letto.
“Letto?
Ne ho uno ancora caldo, dato che hai deciso di svegliarmi in piena
notte. Sei
stato alquanto scortese. Potevi almeno avvisarmi che saresti venuto, mi
sarei
preparato al meglio!” Si spostò per farlo entrare,
chiudendo la porta alle
proprie spalle.
“E cosa
c’è che non va nel tuo abbigliamento
ora?” Gli occhi verdi di Magnus fecero un
esame di ciò che avevano davanti dall’alto al
basso.
Woolsey
scoppiò a ridere, portando una mano ai capelli.
“Mio caro, il mio
abbigliamento, presente o assente, è sempre perfetto,
dovresti saperlo. Avrei
semplicemente fatto in modo di essere più sveglio e
più attento.” Lo osservò.
Sembrava davvero che fosse stato fuori a lungo quella notte. Aveva i
capelli e
i vestiti in disordine. “Come mai sei qui, amico
mio?” Si diresse verso la
prima poltrona e ci si stese sopra, con la curiosità negli
occhi. “Pensavo
abitassi con quella figlia della notte…” Ritenne
poco opportuno un verso di
disprezzo, mentre pronunciava quelle parole.
“Camille
mi ha letteralmente buttato fuori e mi ha pregato di non tornare. Non
sapendo
cosa fare sono venuto qui.” Ci fu un guizzo, o
così parve al biondo, una certa
tristezza negli occhi dello stregone.
Il
licantropo rise ancora. “Sei sempre il benvenuto qui, Magnus.
Non mi interessa
nemmeno sapere per quale motivo l’abbia fatto, sono davvero
stanco e non ho
proprio voglia di sentire la storia, ma, in effetti, trovo che sia
meglio così.
Tant’è che avevo sentito che il vostro amore era
immortale quasi quanto voi
due. ” Si
sporse verso di lui,
ammiccando. “Ma era pur sempre una vampira.”
Rabbrividì. “Essere inquietanti.”
“Woolsey,
ti prego. Io amavo Camille.” Magnus conosceva il carattere
del biondo. Sapeva
che non diceva nulla con cattiveria, si limitava a esprimere i suoi
pensieri
senza preoccuparsi delle conseguenze.
“Sì, per
quanto io disapprovi non posso dire che questo non sia vero. Lo vedo
dal tuo
sguardo.” Si alzò e si diresse verso
un’altra stanza. “Ma, mio caro, a quanto
pare lei non amava te, giusto? Devo avere il perfetto rimedio per un
cuore
spezzato.” Sorrise, facendo cenno di seguirlo.
“E tu
cosa ne sai di cuori spezzati?” Magnus gli lanciò
un sguardo interrogativo, ma
divertito.
“Oh, mio
caro, non tirare la corda, sai che detesto essere svegliato. Il fatto
che sia
tu non significa che io sia davvero felice.”
Afferrò una bottiglia da uno
scaffale.
“Ho
detto solamente la verità.”
Woolsey
rise, versando il liquore in due bicchieri e porgendone uno a Magnus.
“Ho
aperto questa bottiglia poco fa. E sono convinto che
un’ottima annata faccia
bene al cuore. Che esso sia spezzato o ancora tutto intero.”
“Poco
fa? Non dormivi poco fa?” Lo stregone prese il bicchiere,
concordando
mentalmente con l’affermazione dell’amico.
“Oh quanto sei pignolo. L’ho aperta per te, dunque.” Sorrise. “Alla tua felicità, mio caro.”
“Woolsey
Scott! Questo è nuovo?” Lo indicò, per
poi sedersi su una poltrona.
“Sì,
caro. Ti piace?”
“Non è
male. Chi è il pittore?”
“Ti
basti sapere che ho dovuto sfoderare tutto il mio fascino per farmelo
fare.” Il
sorriso malizioso del ragazzo bastò a far capire tutto a
Magnus.
“Ma
davvero? È davvero così bravo?” Gli
occhi felini brillarono.
“È
più
bello che bravo, Bane.” Fece un’espressione
piuttosto comprensibile.
“Divertente, direi, ma non troppo.”
“È
ancora vivo?” Lo stregone ridacchiò. Woolsey Scott
aveva sicuramente
approfondito la conoscenza a suo modo.
“Forse
sta ancora…smaltendo, diciamo. Non che m’importi,
chiaro.” Accavallò le gambe,
muovendo il polso e il bicchiere che si trovava ancora tra le sue mani.
Fissò
il moro, un sopracciglio alzato. “Devi chiedermi qualcosa? Ti
vedo pensieroso.
Posso aprire un’altra bottiglia.” Fece per alzarsi,
ma Magnus lo afferrò per un
polso, facendolo sedere sul bracciolo della poltrona.
“Niente
bottiglia, mi domandavo se posso chiederti un favore.” Gli
prese il bicchiere
dalle mani e lo appoggiò sul tavolo vicino a loro.
“Ti devo
un favore, giusto? Puoi chiedermi quello che vuoi, ma stai attento a
come
formuli la richiesta.” Avvicinò il suo viso a
quello di Magnus, sorridendo con
i canini da licantropo belli in mostra.
“Potrebbe
venire qui un nephilim…”
Woolsey
lo fissò. “Un nephilim? E per quale
motivo?”
“È una
lunga storia.” Gli sorrise, spostando un ciuffo di capelli
biondi.
“Pensavo
non amassi i cacciatori, contrariamente alla tua amica.”
“Ho i
miei motivi, Woolsey.”
Il
licantropo sospirò, spostando i capelli con una mano e
scivolando sulle gambe
dello stregone. “Quindi, Magnus Bane…”
Lo fissò diritto negli occhi, uno
sguardo e un sorriso maligni. “Ti presenti alla mia porta in
piena notte,
svegliandomi e giungendo qui con nient’altro che non cuore
spezzato da
consolare. Poi, non contento mi chiedi di ospitare un nephilim. Che
cos’altro
mi chiederai entro la fine dell’ora? Mi chiederai di, che ne
so, far uccidere
la tua bella bionda?” Si chinò sul collo dello
stregone, mordendolo.
“Non
puoi uccidere Camille. È ancora troppo legata ai nephilim e
non ti chiederei
mai di farlo.” Magnus si mise più comodo,
lasciando carta bianca al biondo.
“Nephilim!
Sempre in mezzo ai piedi.” Aprì la camicia dello
stregone. “Non l’avrei uccisa
nemmeno sotto richiesta. Non ancora. Ho bisogno mantenere rapporti
decenti con
i vampiri.” Leccò il petto dell’altro.
“E di De
Quincey cosa mi dici?” Il moro lo fissò, verde nel
verde.
“De
Quincey merita di morire, ha ucciso mio fratello.” Lo morse
ancora,
stuzzicandogli i capezzoli con le mani.
“Dimmi,
Woolsey, questo fa parte della tua opera di consolazione di cuori
spezzati?”
Ridacchiò, domandandosi, come ogni volta, quando esattamente
era iniziata la
loro amicizia.
“Oh buon
dio, Magnus, chiudi la bocca o usala in altri modi!”
Qualcosa,
dopo aver udito quella frase, si risvegliò nello stregone.
Forse la voglia di
dimenticare Camille, forse la voglia di avere una sorta di vendetta
personale o
forse era semplicemente a causa di quel licantropo suo amico.
Probabilmente, si
disse, doveva essere risultato patetico agli occhi del biondo.
Deprimersi così per chi non ti vuole. Avrebbe detto prima o
poi.
“La devo
usare su di te?” Ghignò, guardandolo negli occhi.
Gli occhi di Woolsey si accesero di malizia e la bocca si aprì in un sorriso più che trasparente. “Potrebbe essere la proposta più intelligente, da quando sei entrato in casa”.
“Magnus
Bane…” Sussurrò, per poi ridacchiare
rendendosi conto dello stato in cui versavano
la sua camera da letto e il suo stesso ospite.
Un
cuscino doveva essere letteralmente esploso, tante erano le piume in
giro. Le
lenzuola erano in disordine e la coperta era a terra.
Il corpo dello stregone, invece, era ricco di segni. Morsi violacei
spiccavano
anche sulla pelle scura.
Si chiese se anche la vampira avesse lasciato quella specie di marchi.
E si rispose che no, nessuno poteva lasciar quei segni; escluso un
licantropo
interrotto nel mezzo del suo sonno.
I suoi canini brillarono nella stanza.
*Nella
tana della Lepre*
Volevo scrivere una Magnus x Woolsey a rating rosso, ma non c'è stato verso.
*Sniff*
Alla fine l'ho terminata così, ispirandomi alla Q&A in cui si chiedeva a Magnus che differenza ci fosse tra Camille e Woolsey.
La risposta? "Più morsi."
Che altro dire?
Ah già, ringrazio Faffina per avermi dato qualche consiglio in generale *manda bacino*
Quanto a chi leggerà, vi prego di non uccidermi.
Sono quella delle coppie non coppie, io, che ci volete fare.
Non posso farne a meno, soprattutto quando vedo che nel fandom italiano si scrivono quasi solamente Clace e Malec.
Non è una critica, sia chiaro, io scrivo Malec, quindi non arrabbiatevi.
Vorrei essere più brava e scrivere di più, ma non ci riesco.
Un bacio, un abbraccio e un cupcake a tutti!
Soprattutto a quelli di Shadowhunters GDR *ridacchia*