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Autore: LaMicheCoria    05/04/2013    5 recensioni
«Non so come funzioni il sistema di notizie nell’Ade, Capitano, ma si dà il caso che io mi sia spezzato la schiena pur di venire a tirarti fuori da questo piattume greco e tu…»
«Io sono morto, Tony. I morti devono rimanere coi morti. Noi non apparteniamo alla vita. Noi apparteniamo all’Ade. Non abbiamo più passato, non c’è concesso futuro. Possediamo solo il presente. E il presente è nell’Ade. Insieme ai morti. Noi non apparteniamo alla vita. I morti devono rimanere coi morti. Io sono morto, Tony.»

Per ordine di Giove, Atropo recide il Filo della Vita di Steve Rogers. Un sacrificio necessario per riportare l'Equilibrio nell'esistenza dei mortali, perchè è giunto il momento che il Destino di Capitan America finalmente si compia.
Ma forse non tutto è così semplice e se Temi, la Giustizia Divina, non interviene più nelle vicende degli uomini, sarà il Caso a far sì che l'inganno -Se esiste, venga svelato.
Per riportare indietro il loro compagno i Vendicatori si spingeranno fino alla bocca dell'Ade -E anche oltre.
[Steve/Tony] [Clint/Coulson] [Bruce/Natasha] [Thor/Jane - Amora/Thor] [ CONCLUSA ]
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Thor, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Cause Nobody Wants To Be The Last One There :.'
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono
Ma sono di proprietà della Marvel ©

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

.: Cor Mortem Ducens :.

 

 

 

 

 

 

Morte, inerzia di sonno.
Per te, silenzio di memoria, sempre.
{ Saffo }

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Le Tre Sorelle, a testa china, tessevano.
-A cosa arriveremo mai, se un barbaro ora siede…-
-Taci, taci, sorella! Non una parola di più!-
-Muoia nel Silenzio questo tuo sciocco cianciare! Torna al tuo stame e non t’impicciare oltre-
Cloto assottigliò le labbra, l’espressione contrariata: la ragnatela di rughe che dagli occhi infossati arrivava fino al mento si contrasse, le dita nodose giocherellarono col filo e lo alzarono e lo abbassarono e lo alzarono e abbassarono ancora e di nuovo, fino a quando la sorella di mezzo non si chinò a darle uno schiaffo sul dorso della mano. Cloto socchiuse le palpebre violacee e drizzò la schiena.
-Non colpirmi ancora, Lachesi- l’avvertì -Non vorrei mai che su quel tuo fuso s’arrotolasse un’altra guerra!
-Gli Dei non vogliano- gracchiò la voce della terza -Queste vecchie forbici finirebbero per spezzarsi e non è mia intenzione ricorrere ai denti, né potrei torcere quei vostri fili con la sola forza del polso. Troppi calli e troppe vesciche, taglia Atropo, taglia ancora ché Divinità vestite di cuoio tirato si divertono a gettare scompiglio nel già fragile mondo dei mortali. Ach!- Atropo contrasse la bocca e sputò un bolo nerastro di saliva accanto ai piedi di Cloto.
Questi le rivolse un’occhiata disgustata e sollevò la bocca marcescente, mostrando gengive pallide, denti lucidi di bava giallastra; arricciò il naso grifagno, si scostò di lato e pose il Filo della Vita sulle ginocchia, cominciando a centellinarlo e tocchignarlo e aggiustarlo sbavatura per sbavatura.
Lachesi tirò indietro il fuso che teneva alto in una mano, facendole sfuggire il lavoro dal grembo; la prima sorella ringhiò, Atropo si limitò a sogghignare dalla bocca sdentata, claudicare verso di loro e dare un bel taglio netto.
-Ti credevi forse Penelope, Cloto, che con tanto amore ti trastullavi col Filo? Cosa speravi di veder nascere, un sudario che narrasse delle imprese di Ilio? O quel tuo Pindaro e i suoi chitoni dalle mille pieghe?-
-Ridi, Atropo, ridi pure e insozza l’aria molesta dell’Ade col fiato rancido! Ben so io quanto anche tu avresti volute essere davvero ancella di nostra madre e cingerti la fronte con una ghirlandetta di fiori odorosi..!-
Lachesi fece per intromettersi nella discussione, quando una voce la interruppe a metà del suo intento.
-Cessate i vostri litigi degni d’Agamennone Signore di Uomini e d’Achille Pié Veloce, Ineluttabili Parche, figlie di Giove!
Ci fu uno sfarfallare improvviso di luce, mille bagliori si riflessero e si chiamarono l’un l’altro nel ventre della grotta, le pareti sgrossate piansero lacrime di arcobaleno; la nebbia grigiastra che dalle bocche dell’Ade serpeggiava ai piedi delle Sorelle tremolò tutta, s’arricciolò su stessa, sibilò, si ritrasse; il buio si disfece in stracci imbevuti d’ombra, vermi pallidi s’avvoltolarono nel terreno umido, legioni d’insetti zampettarono fino alle vesti delle Parche e si nascosero tra le pieghe pesanti e sgualcite del panneggio.
-Iride, figlia di Taumante. Cosa ti porta qui?
Il tono di Lachesi non era dei più cortesi, né Cloto e Atropo sembravano propense ad accogliere con maggior gioia la Messaggera, ma questa, se anche diede peso ai loro volti astiosi o al sibilare ferino tra i denti ritorti, non ne fece mostra. Mosse un passo, piegando le belle ali d’oro per un migliore ingresso nella dimora delle Sorelle; i capelli acconciati in morbidi riccioli le solleticarono la nuca quando si girò a fissare gli occhi celesti in quelli malati delle vecchie filatrici.
-Vi porto un messaggio da Giove, Padre degli Dei- sorrise Iride e il chitone risplendette e tintinnò di mille goccioline opalescenti -Dacché i Signori di Asgard sono intervenuti a progettare un nuovo scorrere dei giorni della Terra, molte trame del Destino sono state scosse: chi doveva morire ancora vive, chi aveva nell’animo un soffio di vita pari a quel di Sofocle, giace preda di cani e uccelli, oppure contempla con sguardo vitreo le paludi dello Stige.
Iride si portò una mano al cuore, il petto fremette d’indaco e violetto. Le Parche non emisero suono, ma si parlarono con sguardi eloquenti: Cloto schioccò la lingua contro il palato, Lachesi fece scorrere un’unghia spezzata e nera sui giri del fuso e Atropo osservò la Messaggera con occhi taglienti.
-Vostra Madre Temi, a consiglio con il Padre Giove e Odino, Re di Asgard, ha infine deliberato, la decisione è stata presa: Odino di Asgard è stato vittima di un grande e grave dolore, ha compiuto un lodevole sacrificio per ristabilire l’equilibrio che i mortali hanno infranto, e Apollo farà cantare anche l’Abisso perché il suo gesto non venga dimenticato. Ma è giusto che anche gli Uomini, ora, paghino il fio.
La Divinità sollevò il braccio e l’himation le scivolò fino alla spalla con un palpito di gemme rosse. Cloto emise un grido rauco quando il filo le sfuggì dalle mani ancora intente all'opera, Lachesi oppose resistenza al fuso fattosi d’improvviso bollente.
Atropo guardò la scena senza intervenire, né commentare. S’ingobbì, divenne ancor più livida e rugosa di quanto già non fosse, la bocca contratta quasi sparì tanto assottigliò le labbra.
-Questo è il filo che dovete tagliare perché l’Ordine e l’Equilibrio si ristabiliscano, giacché da troppo tempo il mortale cui appartiene deve un obolo a Caronte.
A librarsi sopra le sue mani, un unico filo, lungo ben oltre ciò che il Destino degli umani avrebbe voluto. Un filo intrecciato di cenere e ghiaccio.

 

Al Madison Square Garden le luci si spensero e la folla rumoreggiò d’aspettativa.
Un rombo di motori nel buio, la tensione che cresce, sorrisi di incoraggiamento dietro le quinte, espressioni ancora incredule. Nessuno di loro credeva davvero che lui avrebbe partecipato alla manifestazione, erano convinti fosse solo uno scherzo o un modo per avere più pubblico.
E invece era lì. E si sarebbe esibito con loro.
Incredibile.

 

Dall’alto del suo scranno d’ombra, il Dio sorrise.
 Lo spettacolo stava per avere inizio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cor Mortem Ducens
#00. Prologo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note di Fine Capitolo

Voi non avete idea di quanta gioia mi ha provocato scoprire che nell’Universo Marvel esiste anche l’Olimpo, con i suoi Dei e tutto. Oh meglio, forse lo sapete, per cui sapete già che follia ne uscirà fuori.
Speriamo in bene, dai! E’ un progetto folle, in effetti. Ma lo sapevo, lo sapevo che non dovevo cercare troppo nei meandri del Comics, certe cose mi fanno male.
Tutte le conoscenze a riguardo, comunque, vengono da una Wiki in inglese sulla Marvel, altri invenzioni o simil tali verranno tutte dalla mia testolina bacata.
Ah, salvo l’evento al Madison Square Garden. Ma di quello ve ne parlerò nel capitolo uno –Dove finalmente faranno la loro piena comparsa i nostri Vendicatori preferiti.
Il titolo viene da un verso della soundtrack “The Promise Land” (Final Fantasy VII Advent Children). Altre note...Giusto! Il riferimento a Pindaro è dovuto al fatto che, secondo l'interpretazione del poeta, erano le ancelle di Temi.
Alla prossima!

   
 
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