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Autore: AntonellaMars    14/04/2013    8 recensioni
"Ma voglio che tu,
tu piano piano scivoli dentro me,
ma voglio che poi,
nell'insinuarti sia incantevole.
Ma voglio che tu,
tu piano piano faccia strage di me,
in un incerto compromesso,
tra la mia anima e il suo riflesso".
Titolo della storia e dei capitoli ispirate ad alcune canzoni dei Subsonica
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Due solitudini si attraggono
Capitolo 1
 


Mi osservi mentre smanetto con il mio computer
Sento i tuoi occhi addosso
Seguono ogni movimento della mia mano
Mi sposto
Quel poco quanto basta per abbassare lo sguardo
Per nascondermi dietro il monitor
Per poter arrossire senza fartene accorgere
Sono un’idiota
Te ne sei accorto comunque
Ho sentito il rumore impercettibile delle tue labbra che si schiudevano.
Ti piace mettermi in imbarazzo
Lo sento
Ti diverte
Ti fa sentire potente e sicuro
Ed invece io mi sento sempre più piccola
Sempre più insignificante, davanti a te
Hai le braccia conserte e sei appoggiato al muro, di fronte alla mia scrivania
Hai addosso quel jeans che ti sta terribilmente bene
Non riesco ad alzare lo sguardo per ammirarti
Ma ti ho squadrato bene quando sei entrato
Ricordo ogni dettaglio del tuo vestiario
…e non solo.
Indossi la giacca nera di pelle
Sarai sicuramente venuto in moto
Preferisco  questo tuo abbigliamento al classico giacca e cravatta.
E’ meno formale
E mi fa scordare, almeno per un attimo, che non sei il mio capo.
Sento che ti volti
Osservi  i miei attestati appesi al muro
Sollievo
Finalmente posso alzare lo sguardo
Finalmente pongo fine all’apnea e riprendo a respirare.
Adesso sono io ad osservarti
Adesso posso
Ti muovi lateralmente
Alzo il sopracciglio e ti ammiro
Hai le mani in tasca
Ti tirano il jeans mettendo in mostra, ancora di più, quel perfetto fondoschiena che ti ritrovi.
Mi mordo l’interno della guancia
Pensieri troppo audaci sul mio capo.
Arrossisco.
Di nuovo
Tu ti volti improvvisamente
Mi guardi
E avevo quella faccia da ebete
Idiota
Idiota.

 
Sei imbarazzata
Eviti il mio sguardo
Ti nascondi
Fai di tutto per mantenerti lucida ma non ce la fai
Ti faccio sentire così a disagio?
Ho davvero questo potere?
Sorrido compiaciuto
I tuoi modi di fare mi divertono
Non sei abituata a sentire gli occhi puntati addosso
Arrossisci come una bambina
Sei tenera
E sei bella
Chissà se qualcuno te lo ha mai detto
E’ così evidente
Ma tu non lasci spazio per questi discorsi
Sei così professionale
O almeno io ti conosco così
Ti sto fissando troppo forse?
Allento la tensione e mi volto per lasciarti lavorare più serenamente
Spero di trovare qualcosa che attiri la mia attenzione
Qualcosa che mi distolga da te
Trovato!
I tuoi attestati, i tuoi master
Ne hai fatti davvero tanti
Sorrido e penso che sei incredibile
Adesso sento i tuoi occhi
Mi scrutano
Mi seguono
Adesso puoi farlo
O magari hai solo finito di fare quello che ti ho chiesto
Mi volto
Ti guardo
Mi guardi
E un nuovo rossore pervade le tue guance
Mi avvicino senza indugi
Abbassi di nuovo lo sguardo
Cerchi qualcosa nel cassetto
Oppure è solo una scusa per non incontrare di nuovo i miei occhi. 
Attendo che tu finisca.


Lo stai facendo di nuovo
Mi fissi con quello sguardo
Perché fai così?
Perché mi provochi?
Accidenti.
Mi mordo il labbro
Sono nervosa ed irrequieta
Avrei voglia di uscire immediatamente da questa stanza
Troppo tensione sessuale
Si... solo da parte mia, è ovvio
Mi torna in mente il motivo per cui sei qui
Ah…già!
L’indirizzo era visualizzato sul monitor già da un po’
Prendo quindi il post-it dal mio cassetto per riportare quanto trovato
Scrivo velocemente e ti porgo il foglietto
La mia mano è tremolante
Afferri il pezzo di carta e la tua mano sfiora la mia
Il contatto con la tua pelle mi fa sussultare, letteralmente
Rimango ferma, immobile
Pochi attimi che sembrano durare un’eternità
E tu, perché non ti stacchi?
Cavolo…è vero!
Il foglietto è arrivato a destinazione
Nelle tue mani
Sono io che dovrei mollare la presa
Lo faccio
Mi sussurri qualcosa
Ti sorrido e torno calma
Apparentemente
“C’è altro?”
Chiedo, sperando che la risposta sia no
Sperando che questa agonia finisca
Sperando che te ne vada
Oh no, non te ne andare
Ecco, Jessica ha detto la sua
Jessica è la mia dea interiore, io l’ho chiamata così
Perché mi ci ritrovo a fare conversazione spesso
Era giusto darle un nome
Jessica mi sembrava appropriato
Un nome audace, così diverso dal mio
Ora che ci penso, ho conosciuto una ragazza con quel nome
Era una compagna di corsi all’università
La sue reputazione da “donna dai facili costumi” era risaputa al campus
Forse per questo ho chiamato la mia dea interiore così
Sbatto gli occhi
Per quanto tempo ho abbandonato il pianeta terra?
Sei ancora davanti a me
E mi guardi interrogativo
Mi hai detto qualcosa mentre la mia mente vagava
Complimenti Felicity, davvero.


Avevo frainteso
Stai accuratamente trascrivendo l’indirizzo che ti avevo chiesto
Mi porgi il foglietto e la mia mano ti viene incontro
Inevitabilmente sfioro le tue dita
Capisco che il contatto non ti lascia indifferente
Ma rimani ferma ed interdetta
Dopo qualche istante ti tiri indietro
“Grazie Felicity”
Ti sussurro all’orecchio
Non rispondi
Ti limiti a sorridere
Altro silenzio, ma meno imbarazzante
Decido di interromperlo io, nuovamente
“Felicity...potrei disturbarti anche fuori dall’orario di lavoro?”
Mi guardi ma non rispondi
Forse dovrei spiegarmi meglio
“Intendo dire… potrei aver bisogno di te stasera, ma non qui”
Tentenni un po’ ma ti ricomponi subito
Dici che ne sei lusingata
Per così poco?
 Non riesco a nascondere il ghigno che si è formato sul mio viso
Gesticoli e balbetti
Ah Felicity, ti trovo così adorabile
Ma era tempo di andare
Guardo l’orologio
Mi sono fermato più del dovuto
Sarei rimasto volentieri ancora
Ma tu devi lavorare e anch’io
Mi avvicino
Starò osando troppo?
Forse
Ti bacio la guancia per ringraziarti e mi avvio alla porta
Prima di dileguarmi faccio un apprezzamento sulla tua camicetta
Non aspetto la tua reazione e vado via.

 
Hai bisogno di me
Non qui in ufficio
Sarà forse un appuntamento?
Beh…perché dovresti  volermi vedere fuori dal luogo di lavoro?
“C-Certo, può disturbarmi quanto vuole
Beh…non che lei mi disturbi, sia chiaro
M-Ma…ha il mio numero di cellulare quindi….attendo una sua chiamata”
Ho risposto bene?
Lo spero
Sorridi e mi sciolgo
Adesso mi sento più a mio agio
Ma devi già andare via
Peccato.
Adesso ti avvicini
Lo stai facendo troppo
Stai entrando nella zona rossa
Felicity Megan Smoak stai calma
Poggi delicatamente le tue labbra sulla mia guancia
La tua bocca è calda
E la mia guancia raggiunge in poco tempo la stessa temperatura
Socchiudo gli occhi lasciandomi andare a questa beatitudine
Ti stacchi e ti avvii verso l’uscita
Arrivato alla porta ti fermi nuovamente
“Ah Felicity… adoro il lilla”
Mi dici indicando la mia camicetta
Abbasso gli occhi e sorrido
Quando rialzo lo sguardo sei  già troppo lontano
Lascio andare la testa indietro appoggiandomi allo schienale e sospiro
Ci vorrebbero giornate lavorative come queste più spesso.



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Angolo dell'autrice:
Ok..questo è un esperimento: solitamente non scrivo mai storie su personaggi o coppie che adoro all'ennesima potenza, perchè mi lascio trasportare troppo, soprattutto su coppie che nella serie praticamente non esistono ç_ç (Olicity is real per me, sia chiaro, ma mi mantengo obbiettiva per ora) rischiando quindi di andare OOC.
A proposito di questo, se mi dovessi rendere conto che sto sforando con i caratteri dei personaggi, ovviamente cambierò da IC e OOC, stessa cosa vale per il rating che per ora è arancione ma più avanti...vedremo xD
Come vedete il tipo di scrittura è particolare: poche frasi e dirette, tutte in prima persona. Vorrei che chiunque legga, riesca a immedesimarsi, quindi mi sembrava un buon modo questo :)
Ringrazio in anticipo chi leggerà questo capitolo e sopratutto chi lascerà una recensione e che quindi mi spronerà a continuare.
-AntonellaMars-
   
 
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