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Autore: rekla992    19/04/2013    4 recensioni
Tutti noi abbiamo conosciuto Bellatrix Lestrange quando era già fuggita da Azkaban, ma nessuno ha pensato come potesse essere stato il suo processo, i suoi pensieri durante quei lunghi tredici anni passati ad Akzaban?
Io sì, e ho voluto scrivere una fanfiction per provare a spiegarlo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Like the moon

 

 

 

-Crucio!- sento esclamare da mio marito, ed è la parola che da la speranza per ritrovare il nostro, il mio Signore.

Vedo Alice e Frank Paciock, gli Auror e amici dei Potter, contorcersi dal dolore: è uno spettacolo orrendo, ma mi piace.

Mi piace perché forse rispecchia al pieno la mia personalità, quella che non sono mai riuscita a mostrare perché c'erano sempre troppi obblighi, ma adesso è diverso.

Completamente diverso.

Adesso ho solo un unico padrone: il Signore Oscuro. Con lui ti senti libero.

Tutti pensano che, noi Mangiamorte siamo dei carnefici ma in verità noi facciamo solo quello che gli altri sognano di poter fare e solo noi ne abbiamo il coraggio.

Nonostante il continuo e lancinante dolore i Paciock non rispondono; ma sapevo già che la battaglia era persa fin dall'inizio perché la qualità degli Auror è la parola d'onore verso parenti e gli amici più cari.

Così loro urlano, soffrono, pregano un Dio in cui credono, ma che non gli aiuterà.

Poi, sento un rumore improvviso come una porta che viene aperta non tanto delicatamente; io e mio marito abbiamo lo stesso identico pensiero: Auror.

Ma, lui, al contrario di me vuole scappare, dicendo a tutti di fuggire.

Tutti, uno dopo l'altro seguono il consiglio di Rodolphus. Tutti, tranne me.

Io non voglio tradire la fiducia che il nostro Signore ha riposto in noi, affidandoci l'incarico di essere i suoi servitori; così finisco il lavoro che avrebbe dovuto fare mio marito.

Ed è proprio lui che mi viene a dire di andarcene, prendendomi per un braccio con il fine di portarmi via, ma io mi tolgo con poca gentilezza dalla sua presa e lancio la maledizione cruciatus contro i coniugi Paciock.

Lui cerca di fermarmi, ma fallisce nel suo intento.

Loro tornano ad urlare, a pregare...e io rido perché il mio Signore mi ha insegnato a gioire del dolore altrui.

Rodolphus cerca di portarmi via di peso, cingendomi la vita, ma mi libero, disgustata.

Disgustata dalla sua mancanza di fedeltà tipica di un traditore.

In quel momento entrano gli Auror che, dopo aver lanciato un incantesimo che ci impedisce di fare qualsiasi movimento, vanno alla ricerca dei nostri compagni, che nel frattempo sono scappati, come dei traditori.

Tra gli Auror riconosco Alastor Moody, molte celle di Azkaban sono piene grazie al suo “contributo”.

Mio marito mi osserva con uno sguardo accusatore, che io ricambio con un'occhiata carica d'odio.

Lo odio per aver tradito il mio Signore.

Ed è questo l'ultimo pensiero che faccio prima che ci portino via.

Prima dell'inferno.

 

 

Nota dell'autrice:

eccomi con un'altra long...ovviamente questa è solo l'introduzione, ma spero comunque che vi sia piaciuta perchè mi sono davvero impegnata a scriverla.

Spero che qualcuno lasci qualche recensione, perché tengo molto a questa storia.

Ah, volevo anticiparvi che gli aggiornamenti non saranno proprio ogni settimana, ma cercherò comunque di farli entrare nel tempo:)

 

La storia andrà avanti solo se riceverà tre recensione, quindi...se tenete che questa fanfic possa continuare non esitate a recensire
  
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