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Autore: Book boy    19/04/2013    1 recensioni
John kuser è un investigatore della polizia di Los Angeles. In una città piena di criminalità, agli inizi degli anni '30 si svolgono un susseguirsi di inseguimenti, rapine e sparatorie, nel vano tentativo da parte della polizia di marginare la criminalità alla periferia della città.
Genere: Azione, Dark, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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John era arrivato di fronte alla centrale. Qui si era fermato per ammirarla, o almeno così sembrava, in realtà quel posto non gli piaceva per niente e, per la testa, gli frullavano altri pensieri. Dopo essere rimasto in quella posizione ancora qualche attimo, si mosse ed entrò. All'interno, dopo aver superato un corridoio si arrivava agli uffici della polizia dove si amministravano i vari casi. Lui si sedette alla sua scrivania, dopo aver appeso ad un appendiabiti lì vicino il cappello e l'impermeabile. Sulla scrivania di ebano vi erano ammonticchiate pile e pile di scartoffie che lui doveva visionare, dato che probabilmente erano i suoi prossimi ordini. Non sapeva nemmeno di cosa trattassero. Ne prese un a caso e iniziò a leggere distrattamente, pensando ad altro. Vi era scritto: "La suddetta distilleria si troverebbe tra la 21 half street e la 24 plaza street. I rapporti dicono che si trovi all'interno di un capannone abbandonato, presidiato da un custode che lo controlla, probabilmente quest'ultimo è coinvolto nel traffico di alcolici...". Si fermò, dato che un agente lo stava osservando mentre leggeva, era un suo collega -Ehi John, tocca a te andare a smantellare la distilleria. - l'investigatore senza alzare gli occhi dal foglio rispose -Eggià, sembra proprio di sì, per fortuna non dovrò restare chiuso qui dentro.- Osservò l'orologio da parete: era quasi mattina. Si alzò dalla scrivania e si diresse verso un corridoio laterale, lo percorse ed entrò in una stanza in cui vi era una caraffa di caffè nero come il carbone. Prese una tazza lì vicino e la riempì di quella bevanda così corvina. Ne bevve un lungo sorso, dopodichè si pulì la bocca e tornò alla scrivania, dove si sedette e continuò a leggere il foglio con gli ordini: "...si pensa perciò che la suddetta distilleria sia sotto il controllo di una banda di gangster, forse collegata con la mafia...". Continuò a leggere fino a che, vero le sette di mattina si alzò, indossò di nuovo l'impermeabile, si mise il cappello e uscì. Estrasse nuovamente il pacchetto di sigarette dalla tasca, e tirò fuori un'altra sigaretta, il pacchetto che aveva acquistato solo poche ore prima era già finito. Dopo aver accesso la sigaretta si incamminò verso la zona dove si trovava la distilleria di alcolici. Le leggi proibizionistiche di quegli anni avevano indotto alla chiusura di decine e decine di distillerie abusive. Passando fra le strade malfamate raggiunse il capannone sospetto. Il luogo era quasi spettrale: delle decine di finestre non rimaneva nemmeno un pezzetto di vetro, le porte erano mezze sfasciate e l'erba intorno alla zona arrivava quasi al ginocchio, tanto era stata lasciata allo sbando. Fece un ultimo tiro, gettò il mozzicone a terra e lo schiacciò sotto la scarpa, poi si avviò verso l'entrata. Arrivò di fronte alla porta, facendosi strada tra la "giungla" di fili d'erba tutt'intorno, ed entrò nell'edificio. Era tutto buio. Soltanto la luce che filtrava dalla finestre illuminava lievemente l'interno. Fece qualche passo ma poi si bloccò di colpo e andò a nascondersi dietro Ad un pilone di cemento che sosteneva l'alto soffitto. Alcune voci e il rumore di alcuni passi segnalavano la presenza di qualcuno, John sentì dire -...mi servono per domani, trenta bottiglie, altrimenti non ti pagherò...- L'altro prontamente rispose -Certo- Quest'ultimo aveva una voce molto roca, e si capiva subito che fosse più anziano dell'altro. Poi continuò -E se lei ne compra altre cinque le regalo io una bottiglia di vodka russo!- John aveva sentito abbastanza, senza fare rumore estrasse la sua pistola PPK dalla fondina e con il minimo rumore uscì fuori dal suo nascondiglio, urlando -Fermi, polizia!- I due uomini restarono di sasso per una frazione di secondo, ma subito dopo, quello più giovane che aveva parlato per primo, che vestiva in modo elegante non molto diverso da come era vestito John, estrasse dalla cintura una pistola, ma Kuser prontamente lo freddò con un colpo. L'altro alzò le mani ed urlò -Fermo, non spararmi!- Poi si inginocchiò impaurito. John gli chiese -E' qui la distilleria?- L'uomo annuì, indossava un tipico grembiule da distillatore, portato sopra ad una leggera camicia di lino. Tremava come una foglia, disse -Mi hanno costretto, lo giuro!- L'ispettore lo guardò in viso, mentre continuava a tenerlo sotto tiro con la pistola -Chi ti ha costretto?! Voglio il nome!- Lui lo guardò, iniziando a singhiozzare gridò -Non posso dirlo! Se lo dico mi ammazzano, sono un uomo morto!- Il poliziotto gli disse, anche per tranquillizzarlo -Nessuno ti ucciderà se collaborerai con noi, ora ti porterò in centrale e l' mi spiegherai chi ti costringe a produrre alcool, andiamo. Ritornarono alla centrale. Una volta dentro consegnò l'uomo ad un agente e si diresse verso l'ufficio di un ispettore suo collega a cui comunicò di essere entrato nella distilleria, e ordinò ad alcuni poliziotti di dirigersi sul posto per requisire tutto e mettere la zona in sicurezza. Poi tornò di nuovo dall'uomo che aveva catturato. Era stato chiuso in una cella, John vi entrò e si sedette su uno sgabello. Gli chiese -Allora, spiegami, per filo e per segno chi ti costringe a produrre l'alcool, quanti siete a farlo e che alcool producete.- L'uomo iniziò a raccontare che i suoi aguzzini erano dei gangster facenti parte di una banda di criminali "dei piani alti". Erano in tutto tre distillerie abusive che producevano l'alcool, principalmente Whisky. Quest'ultimo veniva distillato con una speciale formula che conteneva anche tracce di cocaina. -Cocaina?- Chiese John, l'uomo annuì -Perciò vi sarà sicuramente anche un traffico di droga...quel uomo a cui ho sparato, nella distilleria, chi era?- L'uomo rispose -Era uno degli aguzzini che veniva a minacciarmi che se non gli avessi prodotto trenta bottiglie entro domani mi avrebbe fatto pentire di essere nato...- Poi si nascose il viso fra le mani -Mi vergogno molto per quello che ho fatto finora, ma cosa potevo fare? Avevo forse una scelta? No! Quelli mi avrebbero ucciso senza ripensarci due volte!- E iniziò a singhiozzare come un bambino. John si alzò dallo sgabello, e uscì dalla cella che venne chiusa da un poliziotto lì vicino. Kuser prima di andarsene si voltò un ultima volta verso l'uomo in cella e gli disse -Ora, qui, sarai al sicuro e se collaborerai con la polizia per farci individuare la posizione delle distillerie potrai avvalerti di una riduzione drastica della pena per buona condotta e collaborazione alla giustizia, poi uscì dal corridoio dove vi erano le celle. Si rimise nuovamente la mano in tasca, tirò fuori il pacchetto di sigarette e lanciò un'imprecazione fra sè e sè per aver finito le sigarette. Allora si diresse verso l'uscita e un collega gli chiese -Dove vai?- John senza guardarlo rispose -A comprare altre sigarette...- Ed uscì.
  
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