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Autore: MadLori___Aistra    20/04/2013    7 recensioni
AU. Sherlock Holmes è un attore vincitore del premio Oscar e con una carriera in crisi, John Watson è un attore qualunque intrappolato in film romantici. Quando verranno scelti per interpretare il ruolo di una coppia gay in un nuovo film, riusciranno a sorprendersi a vicenda? La loro relazione sullo schermo diventerà realtà?
Traduzione a cura di Aistra.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Quasi tutti, Sally Donovan , Sarah Sawyer, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Performance in a Leading Role

 





Sherlock era un po’ sottosopra quando sentì le chiavi di Sally nella porta. Entrò facendo un gran baccanocon le sue ridicole scarpe e mise le sue chiavi sul tavolo. “Sherlock?”
“Sono qui.”
Sentì dei passi avvicinarsi. “Chi diavolo credi di essere, Vincent Cassel?”
“Le persone continuano a dirmi che dovrei praticare questa cosa dello yoga. Lo sto trovando inutile e assurdo.”
Il volto di Sally entrò nella sua visuale mentre si chinava ad osservarlo. “Penso che tu lo stia facendo nel modo sbagliato.”
“Impossibile, Ho trovato molti video online veramente istruttivi, li sto seguendo con precisione.”
“I tuoi chakras sono allineati?”
“Non esistono cose come i chakras.”
“Potresti prenderti un vero istruttore di yoga, sai. Una telefonata ene avresti venti a competere per il lavoro.”
Sherlock tornò in posizione eretta, barcollando un po’ a causa del sangue affluito troppo in fretta dalla sua testa. “Chi mai su questa Terra si sottoporrebbe a tale pratica?”
“E’ molto popolare.”
“Quindi è ‘Jersey Shore’. C’è bisogno di qualificare ulteriormente la mia opinione?” andò in cucina in cerca di acqua.
“Ho qui il programma per la produzione del 'Film Omosessuale Senza Titolo'”
“Spero non sia questo il nuovo titolo.”
“No, solo una perla di mia invenzione.”
“Cerchiamo di non suggerirlo al povero sceneggiatore, okay?”
“Non me lo sognerei nemmeno. Lo sapevi che l’intera produzione è a Toronto?”
“Sì, ovviamente.”
“Huh. Mi sembra di andare in campeggio.”
“Sono sicuro che lo studio provvederà alle noi con gli adeguati comfort. Quanto è lungo il programma?”
“Una settimana di prova, otto settimane principali.”
“Otto settimane, hmm. Suppongo che sia un copione abbastanza lungo.”
“La lettura del copione e le prove saranno qui, ci vorranno tre giorni di tempo per impostare la produzione e dopo inizieranno le riprese vere e proprie.” Esitò. “Ho avuto una chiamata da Harry Watson.”
“Chi?”
“La PA di John. Sai. John? Il tuo co-protagonista?”
“Ah, sì.”
“Ha detto che a John piacerebbe incontrarti in privato. Una cena o qualcosa del genere. Solo per parlare del film, incominciare a conoscervi, quel genere di cose.”
Sherlock roteò gli occhi. “Ovviamente gli piacerebbe. Pensa che dobbiamo essere migliori amici per recitare insieme perché è un dilettante con la faccia da giullare che vuole piacere a tutti.”
“Ad alcune persone piace essere considerate simpatiche!”
“Non è certamente necessario per un'interpretazione realistica.”
“No, ma è necessario se vuoi che qualcuno voglia ancora lavorare con te, nel caso se ne ripresenti l'occasione”
“Se tu sei bravo abbastanza, loro lavoreranno con te indipendentemente dal fatto che tu sia amichevole o meno.”
“Sei veramente sociopatico, non è così? Non è solo una recita, è un autentico malfunzionamento  il tuo!”
“Non ho né il tempo né la voglia di cambiare il mio comportamento in modo da mettere gli altri più a loro agio. Se non lo sono è un problema loro.”
Sally sospirò. “A volte dovrei registrarti così quando gli altri mi chiederanno perché sei ancora single potrò semplicemente far partire il nastro e sarà tutto chiaro.”
Sherlock gettò la bottiglia vuota dentro la spazzatura da riciclare. “Chiama la PA di John e dille che una cena è accettabile. Organizzala per me.”
Sally se lo annotò sull'agenda. “Vedrai i Globes, stanotte?”
Ovvio che l’avrebbe fatto. Aveva già programmato tutto. I suoi popcorn preferiti, quelli al tipico gusto di aneto del negozio di gastronomia in fondo alla strada, una cassa di Orangina e gli ingredienti per una vodka tonics destinata al momento in cui della gente stupida avrebbe vinto i premi, rendendo il bere una necessità. “Eh. Credo di sì,” disse a Sally.
“John èuno dei presentatori, sai.”
“Davvero?” Sherlock sbuffò. “Non mi hanno mai chiesto di presentare. Vengo invitato solo se mi nominano.”
“Non te lo chiedono perché l’unica volta che hai presentato sei salito sul palco come un automa e hai letto le battute come se avessi una pistola puntata alla tempia e ciò ha reso molto chiaro che non provavi altro che disprezzo nei confronti di quel programma.”
Sherlock ci pensò su. “E’ stato così brutto?”
“Per favore. Le assi del pavimento erano meno rigide”
“Hm. Beh, l’intera faccenda è in ogni caso noiosa, con gli smoking e il tappeto rosso e le fan urlanti e tutti quei ridicoli comportamenti da ruffiani.” Rabbrividì. “Preferisco guardarli dal mio soggiorno.”
“Non è divertente il fatto che tu preferisca sempre l’opzione che hai ottenuto per essere stato un completo idiota?” Si diresse verso la porta. “Vado in tintoria e poi a prendere il copione modificato, okay?” Esitò. “Se ti fa piacere posso tornare e vedere i Globes con te.”
Avrebbe voluto dire “sì, per favore”. Sally era divertente mentre guardava le premiazioni. Il suo sarcasmo, solitamente destinato a lui, veniva reindirizzato sullo show in un modo che Sherlock trovava divertente. Si strinse nelle spalle. “Come ti pare.”
Sally sorrise. “Mi fermo al centro commerciale per comprare un po’ di Tim Tams.” Uscì dalla porta. Sherlock ghignò. Dio, odiava quella donna.
 
Sarah inclinò la testa. “Non mi piace la combinazione camicia/cravatta.”
“Ma – la stilista ha detto che…”
Lei agitò una mano. “Stilisti. Gli stilisti devono smetterla di vestirti come un agente di borsa cinquantenne con due bambini e una monovolume. Tu sei giovane e in gamba! Non vuoi questo look alla Regis Philbin.”
“Non sono più giovane e in gamba comelo ero un tempo.” John si accigliò. “Pensandoci, non credo di essere mai stato in gamba.”
“Perlomeno lo smoking va bene” gli sfilò la cravatta dal collo. ”Andiamo, dammi una mano, John. Saremo  insieme in un migliaio di foto stanotte.”
“E ci chiederanno quando ci siamo fidanzati o qualcosa di altrettanto terribile.”
“Allora noi diremo la vecchia frase ‘siamo concentrati sulle nostre carriere’, stringeremo mani e passeremo oltre.”
“Hai visto Perez Hilton ieri? Un’altra fonte non identificata sostiene che sei la mia copertura.”
Sarah rise, frugando nella pila disorganizzata di cravatte. “Se tutte queste fonti non identificate si riunissero potrebbero creare un esercito e mandare tutto all'aria"
“Sei sempre tu ad essere la mia copertura. Non è strano? Non hanno mai riferito il contrario.”
“Intendi la versione corretta?” si avvicinò, vittoriosa. “A-ha! Questa qui. Togliti la camicia, quel bianco non va bene.”
John guardò in basso, osservandosi. “Ci sono diverse tonalità di bianco?” Si strinse nelle spalle e si tolse la giacca, poi la camicia, lasciando che Sarah lo rivestisse. “Wow. Decisamente meglio. E se anche io riesco a vederlo, allora lo è di certo!”
Sorrise, restando dietro di lui e lisciando le pieghe della sua giacca. “Cosa faresti senza di me?” Gli accarezzò le spalle e si sedette per ritoccare il trucco. “Oh, giusto, staresti respingendo attricette ambiziose a destra e a manca.”
La guardò riflessa nello specchio. “Come sta Anthea?”
Sarah incontrò i suoi occhi, la tristezza che traspariva dalla sua espressione. “A casa. In balia di se stessa.” Sospirò. “La porterò con me ai red carpets dell’anno prossimo. Lo giuro. Questo film mi farà crescere artisticamente, John. Non riesco nemmeno a parlartene.”
“Sta andando bene?”
“Onestamente? E’ un sogno. Si tratta di quella sceneggiatura su cui tutti abbiamo fantasticato sopra ma che nessuno ha mai prodotto. Clint è brillante. Lui ha questo modo di parlare e dirigere, riesce a tirare su il morale di tutti. Questo è il miglior lavoro che io abbia mai fatto e so che direbbero tutti la stessa cosa. Ci commuoviamo a vicenda quotidianamente.”
John sorrise. “Ne sono contento. Potresti avere una nomination ai red carpets dell’anno prossimo.”
“Dio. Non dirlo. Mi porterai sfortuna.” Si guardò allo specchio. “E’ la mia occasione, John. Sarò in grado di emergere e la mia carriera sopravvivrà.”
“Lo spero. Dio, mi fa infuriare. In questo ambiente ci sono più gay che inviti a cena, ma nessuno sembra volerlo ammettere. Nessuno si rivela. Non lo capisco. E'questa città, giuro. A casa non sarebbe un così grande scandalo.”
“E’ facile per te, tu sei etero.”
“Più o meno.”
“Più o meno?” disse, inarcando le sopracciglia.
“Esiste un attore vivente che sia completamente etero? Ho i miei dubbi. Non lavori in questo settore con certe persone se non cambi sponda un paio di volte.”
“Questa è una conversazione troppo interessante per incominciarla in questo momento, quando siamo già in ritardo.” Si alzò e prese il suo braccio. “Andiamo, aitante uomo. Hai una statuetta da consegnare”
 
Sally era accovacciata sul divano di Sherlock con un piatto di nachos e una Orangina. Lui masticava cupamente i suoi popcorn all'aneto mentre guardava i suoi colleghi intervistati sul tappeto rosso,  ai quali veniva chiesto che cosa indossassero e se fosse un onore essere stati nominati.
“Okay,” disse Sally. “Hai intenzione di incominciare o cosa? Metà del divertimento – in realtà, quasi tutto il divertimento – è ascoltarti mentre fai a pezzi tutti quanti.”
Sospirò. Ovviamente lo era, ma non voleva che Sally sapesse fosse divertente anche per lui. “Cosa desideri sapere?”
“Lo sai! Chi tradisce il proprio partner? Chi è segretamente gay? Puoi dirlo dai segni della loro abbronzatura o simili, giusto?”
“Chi tradisce il proprio partner? Faccio prima a dire chi non lo fa.” Socchiuse gli occhi, guardando la sfilata di abbigliamento di marca. “Oh, buon Dio, poteva al meno cercare di essere più discreta al riguardo.”
“Riguardo a cosa?”
“Ha un amante molto più giovane. Guarda i suoi vestiti. Sta indossando abiti almeno dieci anni troppo giovanili per sua età, mentre di solito usa indumenti più appropriati. E tiene la mano sul gomito di suo marito invece di stringere la sua.”
“Questo potrebbe non significare niente.”
“No, guarda la sua mano destra. Sta indossando un anello, un anello piuttosto piccolo, troppo piccolo per esserle stato dato da suo marito. E’ un oggetto meno costoso degli altri. Un dono dal suo amante poco consolidato che ha meno gusto di lei o di suo marito. Piuttosto sfacciato da parte sua indossarlo davanti a lui. Probabilmente lo sa. Va bene per lui. Ho sentito che si sta scopando la sua agente.”
Sally si raddrizzò. “Guarda, c’è John! Oh, è fantastico!”
Sherlock la guardò. “Lo pensi veramente?”
“Grazie a Dio, sembra che abbia abbandonato quello stilista che lo vestiva come se fosse suo padre.”
“Hmm. E’ uno smoking carino. Quell’abbinamento di colori dovrebbe funzionare.”
“Funziona alla grande.” Lei stava sorridendo.
“Oh, ti piace parecchio , non è vero?”
“Penso sia adorabile. Così come mezza America. E tu lo scoperai, bastardo fortunato.”
“Non sarà una scopata!”
“Ho letto il copione! Dovrai fingere di fargli un pompino, lo sai.”
“Sono un professionista! Sono sicuro che lo farò in modo molto – artistico!”
“Sarah sta davvero bene.”
“Chi è?”
“Sarah Sawyer. Stanno insieme da circa un anno. Era una specie di attrice ma poi Clint l’ha scelta per interpretare la protagonista femminile in un film di suffragette in cui sta recitando. I pettegolezzi che girano su quel set sono sorprendenti. Ho un’amica che è la seconda AD e lei dice che Sawyer sarà sicuramente nominata l’anno prossimo.”
“Beh, ha bisogno di riconsiderare quale taglia sia più appropriata per lei. Un bel respiro profondo e potremo ammirarla in ogni sua parte.”
“Perez Hilton è fissata che lei sia la copertura di John, ma è solo un pettegolezzo.”
Sherlock rise. “La sua copertura? E’ il contrario.”
Sally si accigliò. “Huh?”
“Lei non è la sua copertura, lui è la sua. E’ lesbica.” Si avvicinò allo schermo e piegò la testa. “Lei ha una compagna da un bel po’. Almeno cinque anni…e la sua partner è incinta.”
Si avvicinò anche lei, osservando lo schermo dove John e Sarah stavano scambiando chiacchiere banali con Billy Bush. “Sei sicuro?” Sherlock si limitò a guardarla. “Oh, scusa. Ovvio che sei sicuro. Quindi John non è gay?”
“Beh, non si identifica come tale.Ma nessun uomo lavora come attore a lungo senza avere certe esperienze.”
“Incluso te?”
“Ho mai detto il contrario?”
"Me lo stai tenendo nascosto, Sherlock Holmes"
“Cosa, un’informazione che non è affar tuo?”
“Ehi, il giorno in cui qualcuno riporterà alla luce una foto sfocata di te che flirti con un tizio in un bar diventa affar mio, di Greg e del tuo addetto stampa.”
“Non c’è nessuna foto sfocata. Non mi abbasserei mai ad un comportamento così vergognoso.”
“Quindi, cosa? Affitti prostituti di alto bordo?”
“Non è una contraddizione?”
“Non lo stai negando!”
Sherlock inarcò un sopracciglio. “Sally. Davvero. Pensi onestamente che io dovrei pagare per del sesso?”
Aprì la bocca e la richiuse. “Okay, hai vinto tu.”
 
John bevve una grande sorsata della sua birra, rilassandosi un po’. Era ridicolo che, dopo aver girato più di venti film, avesse ancora il panico da palcoscenico quando presentava questi eventi, sebbene si trattasse di qualcosa di leggermente diverso. Tuttavia non aveva sbagliato le sue battute ed era riuscito ad stringere la mano di Russell mentre gli consegnava la sua statua, scambiandosi un falso mezzo-abbraccio con un uomo che non aveva mai incontrato e voluto incontrare in vita sua.
Ed ora la parte mediamente piacevole. Il party post-awards. Sarah se n'era andata a casa. Entrambi i loro addetti stampa avevano urlato al sanguinoso omicidio alla sola idea. “Sarà riportato che sei andato ai party da solo!” aveva strillato la sua. “Che lei se n’è andata senza di te! Problemi in paradiso!” Sinceramente non gli importava. Era entrato a far parte di questa messinscena su consiglio dei suoi stessi maledetti pubblicisti anche se, ad essere onesti, sapeva in cosa si stava cacciando. Sarah era un’amica, lui voleva aiutarla e odiava essere single a Hollywood. Non era interessato a perseguire un rapporto, ma erano infinite le donne che sembravano interessate a perseguire lui, o meglio il suo nome. “Ho bisogno di un cockblock permanente!” aveva urlato la sua addetta stampa dopo aver respinto una giovane attrice particolarmente insistente per la quarta volta. Gli occhi le si erano illuminati e lui aveva capito di essere nei guai.
Ma tutto quello pesava a entrambi. Sarah voleva poter uscire in pubblico con la donna che amava e John sentiva il peso della menzogna ogni qualvolta gli veniva chiesto di Sarah quando era ospite di qualche show televisivo o durante un’intervista. Aveva cercato di evitare l’argomento, ma tentare di far rispettare la propria privacy ai giornalisti era un compito per qualcuno più bravo di lui.
L’unico problema era che ora si trovava da solo alla festa. Sperava di incontrare alcuni amici, parlare un po’, ascoltare qualche gossip. E, se voleva essere totalmente onesto con se stesso, gongolare sottilmente per il contratto del film che aveva appena firmato di cui senza dubbio tutti avevano sentito parlare. Anche la prospettiva di scambiare due chiacchiere con persone che avevano lavorato con Sherlock prima di lui e che potevano dargli qualche dritta non era spiacevole. Se non fosse stato coinvolto a breve in una conversazione, avrebbe dovuto andare a cercarsela da solo. Finora, guardando da lontano, aveva contato almeno tre giovani attrici che speravano di ottenere una foto con lui, in modo da garantirsi un po’ di tempo sul US Weekly.
 Oh, grazie a Dio, pensò, avvistando un viso familiare. “Paul!” disse, agitandosi.
“Ohi, Watson!” arrivò come cenno di risposta. Paul emerse dalla folla, alto, biondo e vivace come non mai. John arginò l’invidia per la sua altezza. Avrebbe dovuto conviverci molto nei prossimi mesi. Gli attori erano, nel complesso, sorprendentemente bassi, ma Sherlock faceva perlomeno sei piedi pieni. Paul gli strinse calorosamente la mano, sorridendo. “Bel lavoro sul palco, stanotte. Non sei nemmeno inciampato sui tuoi stessi piedi, ben fatto.”
“Oh, grazie, stronzo. Congratulazioni per non aver vinto, comunque.”
Paul scrollò le spalle. “Non mi aspettavo il contrario. Era una nomination simbolica. Dov’è Sarah?”
“Oh, è andata a casa.” John non aveva bisogno di tergiversare. Quasi tutti in città sapevano della messinscena.
Paul annuì. “Quando nascerà il bambino, quindi?”
“Agosto.”
“Falle le congratulazioni da parte nostra, eh? Ho sentito qualcosa a proposito del film di Clint. Forse la vedremo sul palco l’anno prossimo e non come presentatrice.”
“E’ questione di tempo. Lei è davvero talentuosa. Sapevo che aveva solo bisogno trovare il progetto giusto.”
Paul sogghignò. “A proposito di progetti giusti…”
John arrossì e chinò la testa per nascondere il suo sorriso. “Lo so, lo so.”
“Ho letto il copione. Penso sia fenomenale. Mi sarei proposto io stesso per il ruolo di Benjamin, ma sono pieno di impegni. Credo che tu sia perfetto per questo ruolo.”
“Davvero?” John non poteva fare a meno di essere un po’ lusingato dalla sua lode. Aveva un grandissimo rispetto per Paul come attore e la sua opinione contava.
“Davvero.” Lo guardò e sembrò essere davvero sincero. John non pensò fossero solo chiacchiere. “Dico da anni che hai bisogno di uscire dal giro dei rom-com. E’ divertente una volta o due, ma quanti sono diventati?”
“Troppi.” disse John, prendendo un altro drink.
“Sei sulla strada giusta , John. Questo è quello di cui hai bisogno. Lascerai tutti a bocca aperta.”
“Grazie, amico,” disse John, incredibilmente commosso. “Grazie mille. Senti, tu non hai lavorato con Ang, vero?”
“No, ma Jenny sì, vuoi chiedere a lei? Credo stia prendendo un drink.” Paul allungò il collo, cercando sua moglie attraverso la stanza. Incrociò il suo sguardo e le fece un cenno. John si sistemò un po’. La moglie di Paul era una delle donne più belle a Hollywood, era sempre stata la sua cotta immaginaria. Li raggiunse, perfetta come al solito.
“Ehi, John,” disse, baciandogli la guancia. “Congratulazioni per il progetto. E’ davvero eccitante.”
“Grazie. Ascolta, com’è lavorare con Ang? Sto cercando di psicanalizzarmi.”
Lo guardò pensierosa. “Non aspettarti molte concessioni reciproche sul set. E’ molto silenzioso. Ti farà sapere quello che vuole, ma ti lascerà svolgere il lavoro da solo.”
“Hmm. Okay. Abbiamo una settimana piena di prove programmate.”
“Sì, ama le prove. Approfitta di questo tempo, è il momento in cui capirai davvero come vuole che reciti la parte. Non ti darà battute da leggere, lui – beh, alcune volte non sarà molto chiaro, c’è ancora un po’ di barriera linguistica in questo senso, ma ti farai un’idea.”
John annuì. “Okay. Grazie.”
“Fai affidamento su Jim Schamus. E’ fantastico, sarà un vero e proprio alleato per voi sul set. Dove girerete?”
“L’intero film sarà girato a Toronto.”
“Sarà ambientato a New York?”
“No, in realtà la storia è ambientata a Toronto. Sarà una novità. Non dovremo fare tutta quella cosa del 'Non posso credere che non è New York'” John prese un bel respiro. “Ma non è davvero Ang il motivo per il quale sono nervoso.”
Paul annuì. “Sherlock. E’ una parte del lavoro. Nessuno di noi due ha avuto il piacere. Russell dice che è un incubo.”
“Ho sentito dire che è tutto Meditazione e Metodo mentre sta lavorando.”
“Oh Dio, no,” disse Paul. “Sherlock non è Metodo. Quello richiederebbe una qualche conoscenza in ambito emotivo. No, è un mimo. E’ uno straordinario osservatore del dettaglio. Mi sedetti vicino a lui al pranzo per i candidati alle nomination, ai tempi di Kanizsa. Gli bastava semplicemente guardare una persona  per sapere con chi era andata a letto, come procedeva la sua carriera, l'andamento delle sue finanze e se stava o meno pensando di cambiare agenti. E ha sempre ragione. E’ un po’ inquietante. Non cerca di entrare nel personaggio. Lui osserva e riproduce. Con magnifici risultati.”
“Spero che sia abbastanza per questo film. E’ davvero molto emotivo, più dei soliti ruoli che interpreta.”
“Se voleva la parte deve esserne capace.”
“Speriamo. La nostra prova è andata bene. Penso che andrà bene.”
Paul sorrise. “Se è così, forse vedremote sul quel palco il prossimo inverno.”
John rise. “Sarebbe ora.”
 
Sherlock fu piacevolmente sorpreso di trovare John Watson quando arrivò al ristorante (assolutamente in orario, come era sua abitudine). Le persone d’affari erano spesso notoriamente in ritardo, sempre desiderosi di dimostrare che il loro tempo e la loro attenzione erano maggiormente richiesti rispetto a quelli altrui. John si alzò per stringergli la mano. “Sherlock, che piacere vederti” disse, sorridendo.
“Piacere mio,” disse, in modo neutro. Si sedette e fece un cenno al cameriere. “Vodka e tonic, per favore,” disse, notando che John stava bevendo una birra. Ovviamente. Si guardò intorno. Era un posto confortevole ma ovviamente di lusso, privato e silenzioso. Nessuno l’ha guardato due volte da quando è entrato e non c’erano paparazzi accampati fuori dall’ingresso. “Non ho mai mangiato qui prima d’ora.”
“E’ un segreto gelosamente custodito,” disse John. “Il vasto pubblico non lo ha ancora scoperto. Troverai il cibo davvero buono.”
“Ne sono sicuro.”
“Allora, hai guardato i Globes ieri notte?” Disse John, con entusiasmo.
“Devo averne visto qualche minuto qui e lì.”
“Ero tra i presentatori.”
“Oh. Peccato, devo essermelo perso.”
“Hai sentito a proposito della scenata avvenutadietro le quinte?”
Disse John, sporgendosi in avanti e rivolgendogli uno sguardo complice e un po' pettegolo.
“Perché avrei dovuto?”
“Marty e Chris Nolan hanno avuto un piccolo litigio. Sono volate delle parole.”
“Oh?” disse Sherlock, sperando di essere sembrato profondamente disinteressato, quando in realtà era tutto il contrario. Aveva adocchiato un progetto che sperava di proporre a Nolan il prossimo anno.
 “Non so quale sia stato il fattore scatenante. Ma sai che sono davvero in conflitto su chi dovrebbe accaparrarsi Leo.”
“Ovviamente Marty ne ha più diritto. Leo ha fatto un solo film con Chris, mentre è la nuova Musa di Marty. Oltretutto, Chris ha lavorato con Christian per anni.”
“Gli è andata male. Christian ha preso il primo treno di sola andata per la Città dei Matti, l’anno scorso. Chris avrebbe già fatto un passo indietro se Christian non fosse stato ingaggiato per Batman. Ha iniziato a frequentare molto assiduamente Joe, se hai notato.”
“Joe è uno da tenere d’occhio.”
“Sì, è vero.” John prese un respiro. “Beh. Ti ho chiesto di cenare perché pensavo fosse una buona idea per noi due conoscerci un po’. Lavoreremo insieme e a stretto contatto”
Sherlock ponderò le sue parole per un momento. Il solo fatto di dover meditare su cosa dire lo fece esitare un po'; normalmente avrebbe detto qualunque cosa gli fosse passata per la mente. “Non che non apprezzi il tuo entusiasmo, John, ma non c'è bisogno di creare un qualche tipo di rapporto tra di noi solo per recitare bene insieme.”
“Magari no, ma potrebbe rendere l’intera esperienza più piacevole.” John si mosse sulla sedia.
“Ti stai riferendo alle scene intime che dovremmo recitare.”
“Ti preoccupano?”
“No, dovrebbero? Pensavo avessi superato l'orrore per queste cose, con tutto il materiale romantico che hai trattato.”
“Questo è diverso. In quei film io bacio la ragazza, la musica sale e poi si affievolisce. E’ tutto molto innocente. Questo dovrà essere reale, crudo e onesto. Non avrò del rock leggero come colonna sonora nei momenti imbarazzanti.” John si mosse ancora. “E lo ammetto, sono preoccupato per ciò che ha detto Ang stamattina a proposito delle prove.”
“Cosa di preciso?”
“Ci farà provare separatamente.”
“Sì, mi aspettavo questo.”
“Davvero? Perché a me ha sorpreso parecchio. Qual è il senso di provare se non lo possiamo fare insieme?”
“Gireremo questo film in sequenze, quanto più possibile. Benjamin e Mark sono degli sconosciuti ad inizio film, si avvicinano con cautela l'uno all'altro e alla fine trovano un'intesa. Ang vuole lo stesso per noi. Non vuole che siamo già abituati alla presenza dell’altro quando cominceremo le riprese.”
John scosse la testa. “Non mi dispiace ammetterlo, Sherlock, ma non sono abituato a lavorare in questo modo.”
“Questo perché sei abituato a lavorare con registi incapaci, appena un passo avanti a quelli dei video musicali che si fanno vedere per lo stipendio, dire agli attori dove stare, rimanere in silenzio quando consegnano le battute e urlare ‘Taglia’. Ang è un artista. Ha delle autentiche visioni, visioni che noi dovremo rendere reali. Dobbiamo essere in sintonia con lui, non uno verso l’altro. Ciò che c’è tra i nostri personaggi si evolverà tramite il loro dialogo e le loro interazioni, non con le nostre. Cosa esiste o meno nella nostra relazione interpersonale non è rilevante.”
“Non so se sono capace di rimanere distaccato come fai tu. Devo accedere alle mie emozioni se voglio riprodurle.”
“Ognuno lavora in modo differente.”
“E ho lavorato con alcuni registi visionari, tanto per fartelo sapere” disse John, aggrottando leggermente la fronte. “Ho lavorato con Altman. Ero in Gosford Park.”
“Davvero?” disse Sherlock, sforzandosi di ricordare.
“Sì. Ho ricevuto una buona criticaper quella performance.”
“Non puoi aver passato molto tempo con Robert. Quel film non ha avuto qualcosa come cinquanta parti recitate?”
John sorrise. “Sì, c’era sempre un po’ di calca ai tavoli del catering. Ma Robert ci dava la sua più completa attenzione. Mi ha insegnato più lui in un giorno che le scuole serali di recitazione in più di un anno.” Sospirò. “Era un grande regista.”
“E’ vero,” concordò Sherlock. “Mi dispiace di non aver potuto lavorare con lui.”
Piombò il silenzio. Il cameriere arrivò a prendere le ordinazioni. Sherlock gli fece cenno di andare via, lasciando John ovviamente perplesso. “Non mangi?” chiese.
“John, non credo sia una buona idea per noi socializzare troppo. Come ho detto prima, Ang vuole che i nostri personaggi si evolvano insieme. Se lui ci tiene separati per le prove, dubito che sarebbe entusiasta nel trovarci a pranzo insieme.”
“Un pranzo non ci fa diventare migliori amici,” disse John.
“Mi dispiace, ma devo augurarti la buonanotte.”
John  lo trapassò con lo sguardo “Lavorerai sodo, non è vero?”
Sherlock ghignò. “Dipende interamente da te. Rispetta i miei metodi e i miei confini e ce la caveremo bene.”
Incrociò le braccia sul tavolo. “Non pensi che io sia giusto per questa parte, non è vero? Il tuo disprezzo per me e la mia carriera gronda da ogni parola che dici. Mi hai creduto a stento quando ti ho detto che ho lavorato in un film di Altman.”
Sherlock sospirò. “I ruoli che hai interpretato non sono quelli che mi aspetto di solito dalle mie co-stars.”
“Io non sono i ruoli che interpreto o i film a cui ho partecipato,” disse John, la sua voce che saliva di un tono.
“Questo film significa molto per me, John. Non voglio che venga rovinato a causa di cattive decisioni a proposito del cast.”
“Come me, per esempio?” della vera rabbia stava salendo in superficie. Sherlock sapeva che era solo questione di tempo prima che il noioso orgoglio e i sentimenti feriti rovinassero ogni possibilità che avevano di creare un buon rapporto di lavoro.
Sospirò. “Queste non sono mie decisioni.”
“E’ un tentativo di sabotaggio? Crearmi abbastanza disagio da farmene andare, così potrai andare a prendere McAvoy o chiunque altro tu voglia che sia Mark?”
“Neanche un po’. Non mi abbasserei mai a usare tali metodi.”
John si alzò. “Potrei sorprenderti, Sherlock Holmes.”
Sherlock gli rifilò un mezzo sorriso stanco. “La maledizione di essere me, John, è che raramente mi sorprendo.”
“Vedremo.” John si voltò e lasciò il ristorante.
Sherlock guardò la birra mezza finita di John e fece un cenno al cameriere. “Il conto, per favore.”
 
Dati chiave per il capitolo 2
1.                 Lo scherzo di Vincent Cassel deriva da una scena infame in “Ocean’s twelve” quando Cassel deve affrontare una dettagliata sequenza di strani movimenti da contorsionista del Cirque du Soleil, per usarla durante un furto.
2.                 Toronto viene usata come New York per le riprese, insieme al Canada, perché è più economico.
3.                 L’attrice con l'amante alla quale si riferisce Sherlock non è nessuno in particolare.
4.                 L’attore che John presenta ai Golden Globe è Russell Crowe.
5.                 La coppia che parla con John alla festa è Paul Bettany e Jennifer Connelly. Lei ha lavorato con Ang Lee in "Hulk". La descrizione dei suoi metodi di lavoro è tratta dalle dichiarazioni degli attori che hanno girato dei film con lui.
6.                 La litigata tra registi descritta da John coinvolge Martin Scorsese e Christopher Nolan, entrambi noti per lo stringere forti legami con gli attori e lavorarci insieme più volte. Dopo che la sua collaborazione di lunga data con Robert De Niro si esaurì, Scorsese sembrava aver trovato un nuovo partner in Leonardo DiCaprio, con il quale ha realizzato quattro film. DiCaprio ha recitato in "Inception" di Nolan e il rapporto di Nolan con Christian Bale è riferito come in declino dopo il comportamento inaffidabile e ritardatario di Bale. Joe è Joseph Gordon-Levitt, che ha recitato in "Inception" ed anche in "The Dark Knight Rises".
7.                 Robert Altman ha diretto un film intitolato "Gosford Park", che è brillante. Inutile dire che non ha come star John Watson.
 
Dati chiavi della traduttrice:
 
 “Jersey Show” è un  popolare reality show americano trasmesso su Mtv che parla di otto giovani italo-americani rozzi e volgari (i famosi tamarri) che basano la loro vita sul fare di tutto quello che è alla moda e trendy ma sforando nell'eccesso. Forse Sherlock con questa affermazione vuole criticare il fatto che lo yoga è diventata la nuova moda e tutti lo praticano solo perché è fashion e fa tendenza, anche se è la cosa più stupida e senza senso del mondo, o più semplicemente che tutti praticano questa attività perché seguire l'esempio dei protagonisti tanto famosi quanto volgari di questo reality.
 
 L'Orangina è una bevanda di origine francese prodotta per lo più in Algeria e composta da succo di arancia, limone, mandarino e pompelmo. Una versione della Fanta molto diffusa soprattutto nel Nord America.
 
I Tim Tams sono dei biscottini al cioccolato prodotti da una società australiana, la Arnott's. Si trovano tranquillamente se li cerchi su google e anche su wikipedia.
 
Philbin è un dei volti più noti della televisione americana dagli anni '60 ad oggi; ha presentato alcuni talk show e quiz come la versione americana di “Chi vuol essere milionario” (Who wants to be a millionaire) o America's Got Talent.
 
AD sta per Assistant Director, ossia il nostro Aiuto Regista. Il suo ruolo è quello di collaborare col regista, occupandosi dell'organizzazione del film, pianificando le riprese e organizzando il set per conto del regista stesso.
 
 
NOTE:
Oddio ma che cosa oscena. Il ritardo è incalcolabile, ho un’isteria fuori dal normale e devo solo ringraziare Irene per avermi aiutato ad uscire dal buio. Ringrazio anche tutte le altre mie compagne di avventura che mi hanno spronato a continuare il lungo e tortuoso cammino che è tradurre questa storia. Ringrazio tutte le recensioni che il primo capitolo ha avuto, anche quelle negative, che lo ammetto mi hanno inizialmente abbattuta a chiudere i battenti, ma che poi mi hanno dato anche la spinta decisiva a continuare. Nel caso ci fosse ancora qualcuno che seguisse questa storia, vi prego di dare suggerimenti nella traduzione, nel caso ne aveste, per questo non è solo un mio lavoro personale, ma serve per aiutare chi ha difficoltà con l’inglese ma ha comunque voglia di leggere delle belle e rare storie come queste. Alla prossima!

  
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