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Autore: Edlyn    27/04/2013    1 recensioni
Trovava strano che proprio lì, così fuori mano, si fosse deciso di costruire un parco con tanto di altalena, scivolo e una fontanella con una buffa statua al centro. Buffa non era l'aggettivo giusto. Anzi, la trovava decisamente inquietante. Aveva le sembianze di una bimba che si portava le mani al volto per bere e, dalle mani sgorgava l'acqua che andava a ricadere nella vasca della fontana.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Angeli Piangenti, Doctor - 12, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aspettava l'autobus ormai da quasi mezz'ora sotto una pioggia battente. Il suo ombrello si era rotto con una folata di vento e ora l'acqua piovana le colava dal colletto della giacca lungo la schiena. Non osava muoversi, perché ad ogni movimento nuova pelle andava a toccare i vestiti bagnati facendola rabbrividire. Era tardi e, a causa del brutto tempo, era già buio. Un lampione illuminava un pezzetto di marciapiede accanto alla fermata e poco altro. Il resto sfumava nell'ombra di quel crepuscolo anticipato, fra la pioggia e una lieve foschia.

Lisa guardava davanti a sé, immobile. Non aveva più la forza neanche di lamentarsi, riusciva solo a pensare al male ai piedi e alla schiena, alla stanchezza e al bisogno di una doccia calda e di vestiti asciutti. Stava lavorando troppo in questi giorni, ma un po' di soldi in più in casa facevano comodo. Sperando che, almeno questo mese, gli straordinari arretrati le venissero pagati. Sospirò, pensando che neanche stasera sarebbe riuscita a mettere mano ai libri. Sarebbe crollata subito dopo cena come al solito.

Intravide due fari in lontananza e, per un attimo, sperò si trattasse del suo autobus. Si voltò nella loro direzione, pregustando già il tepore di un ambiente asciutto. E invece no, erano di un'auto. Lisa tornò a guardare avanti. C'era un parchetto proprio di fronte alla fermata dell'autobus, un po' dismesso. Trovava strano che proprio lì, così fuori mano, si fosse deciso di costruire un parco con tanto di altalena, scivolo e una fontanella con una buffa statua al centro. Buffa non era l'aggettivo giusto. Anzi, Lisa la trovava decisamente inquietante. Aveva le sembianze di una bimba che si portava le mani al volto per bere e dalle mani sgorgava l'acqua che andava a ricadere nella vasca della fontana. A causa del buio riusciva solo a intravederla, ma riusciva a distinguere lo scroscio dell'acqua dal rumore della pioggia.

Ancora dei fari, Lisa si sporse dal marciapiede piena di speranza. Erano invece sempre i fari di una dannata auto che le passò veloce di fianco facendo schizzare l'acqua di una pozzanghera. Rassegnata tornò a guardare davanti a sé.

Inizialmente quasi non ci fece caso, ma poi si accorse di non sentire più lo zampillio della fontanella. Strano. Con tutta l'acqua che stava venendo giù la fontana rimaneva a secco! Lisa si concesse un sorriso.

Un'altra automobile passò, ma nella direzione opposta. I fari questa volta illuminarono in pieno la zona di fronte a lei compreso il parco con la fontanella. Dalla buffa statua non sgorgava più acqua e sembrava in qualche modo diversa. Lisa guardò con più attenzione. Sì, in effetti non aveva notato prima che lo sguardo della statua fosse rivolto leggermente verso la strada. Le era sembrato che le mani coprissero completamente il volto... Strani scherzi fa a volte la memoria: passava tutti i giorni almeno mezz'ora davanti a quella statua e non si era mai accorta dell'espressione beffarda incisa nella pietra. Definitivamente, quella statua non poteva essere classificata come buffa, ma come oltremodo inquietante.

Lisa sbadigliò e prese il cellulare dalla tasca: le sette e quarantacinque! Ma cosa accidenti era successo all'autobus. Sospirando rassegnata rimise il cellulare in tasca e riprese la sua posizione da sentinella paziente. Quella statua era proprio spaventosa. Più la guardava e meno le piaceva. Anzi, ora le sembrava quasi che la statua la stesse fissando. E le mani ora erano quasi all'altezza del petto.

Lisa chiuse gli occhi e con la mano si massaggiò le palpebre e le tempie. Brutta cosa la stanchezza, aveva bisogno di dormire di più. Questo fine settimana lo avrebbe passato a casa a riposare. Riaprì gli occhi.

La statua questa volta era completamente girata verso di lei, le mani avanti, protese come artigli.

Lisa era sconcertata. Possibile che tutto questo fosse solo frutto della sua immaginazione? Forse era uno scherzo di qualche ragazzino. Si voltò a destra e a sinistra, scrutando nell'oscurità alla ricerca di qualche indizio della burla. Niente.

Quando tornò a guardare avanti la statua si era spostata! Era scesa dalla fontana e si trovava sul marciapiede dal lato opposto della strada, le mani erano sempre più simili ad artigli e il volto si era trasformato in un ghigno famelico.

Terrorizzata Lisa si voltò e cominciò a correre. Con la coda dell'occhio si voltò e vide che la stata l'aveva quasi raggiunta. Ma come era possibile? Sembrava così immobile. Chiuse gli occhi e cercò di correre più veloce possibile. Sentì un tocco leggero ma incredibilmente freddo sul collo e poi si ritrovò in pieno giorno a correre su un prato. Si voltò e della statua nessuna traccia. Scomparsa. Ma era scomparsa anche la fermata dell'autobus, la strada, il parco... Tutto. Si trovava in aperta campagna, sotto un bel sole caldo, bagnata fradicia e con un ombrello rotto in mano.

  
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