Anime & Manga > Captain Tsubasa
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Autore: eldarion    30/04/2013    5 recensioni
“...Lei aveva una vita meravigliosa, tutto a posto: niente sbavature, niente dubbi o incertezze, niente cieli oscuri né acque profonde.
Dalla finestra aperta sul cielo entrava solo il sole senza ombre e l’aria che sa di mare e ti fa vivere.”
Sanae è molto felice con Tsubasa, ama lui e i suoi due bambini. Ha una vita meravigliosa, tuttavia...E’ davvero stata una vita meravigliosa la sua? Personalmente mi sono sempre chiesta se Sanae fosse felice e che genere di felicità potesse essere la sua, da qui è nata questa storia che parla di lei, di una strana e improbabile avventura e...
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer

I personaggi non sono miei, appartengono a Yoichi Takahashi.

Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

 

Note personali: ringrazio coloro che dedicheranno del tempo alla lettura della mia storia e coloro che avranno la pazienza di recensirla.

Buona lettura!

 

Una vita meravigliosa

 

“Mamma, mamma! Io non voglio fare il calciatore da grande, voglio fare lo scrittore!”

 

“Mamma! ... Però, uffa...però... Io, io non lo so cosa voglio fare da grande!”

 

Le voci concitate dei piccoli gemelli accompagnavano allegre gli attimi che precedono la nanna. 

Sfiniti dai giochi e cullati dalla nenia della mamma, Daibu e Hayate si acquietarono infine, sfumando le loro vivaci grida notturne nel silenzio ovattato del sonno. 

La giovane madre li osservava con un misto di paura e orgoglio, domandandosi nel profondo segreto del suo cuore cosa avrebbero fatto da grandi e se sarebbero stati felici e realizzati come Tsubasa oppure...

Oppure?

La moglie del capitano chiuse gli occhi mentre sentiva che le si spezzava qualcosa dentro con un dolore sordo che veniva da lontano, come un fantasma che d’improvviso si rivela agli sventati disturbatori delle vecchie case.

Sospirò come per prendere aria e tornare a vivere scacciando quella sensazione scura. 

Riaprì gli occhi per riaffondare nellla realtà e farla sua: la stanza era in ordine, anche se raccontava dei giochi dei due piccoli; Daibu e Hayate ormai dormivano e sognavano serenamente, ridevano e parlavano nel sonno. 

Sanae sorrise chiedendosi cosa stessero sognando. 

Sognavano del domani o sognavano dei momenti passati? 

Di nuovo la ragazza si sentì spezzare dentro. Non chiuse gli occhi però, voleva restare saldamente ancorata alla realtà e non perdersi nelle acque profonde di quel nuovo sentire che non le apparteneva. 

Aveva una vita meravigliosa, nulla era fuori posto; quel dolore no, non le si addiceva. Perché era venuto a disturbarla? 

I pensieri bui lei non doveva ascoltarli anzi non doveva nemmeno averne.

I pensieri bui non erano fatti per lei.  

Lei era contenta.

Lei aveva tutto.

Lei aveva una vita meravigliosa e niente pensieri bui.

Nessuna giornata vuota o notti solitarie.

Gli occhi di Sanae vagavano, un po’ smarriti, nella dolce oscurità della cameretta che sapeva di giochi e sorrisi di bambino.

“Giochi di bambino” mormorò inconsapevole, come una sonnambula. 

Era un po’ come un’intrusa in quel mondo di sogni infantili e zucchero filato, pensò scrollando la testa. 

Strinse i pugni. 

Non c’era nulla fuori posto, la sua vita era meravigliosa, si ripeté e, silenziosamente, uscì.

Sanae si richiuse piano la porta alle spalle e vi si poggiò, era molto stanca, come dopo un lungo viaggio a piedi.

Si sentiva come una una che viene da lontano.

La dolce primavera barcellonese stava scivolando verso un'estate afosa, almeno per lei, almeno in quel momento. 

Strano davvero! 

Lei adorava il caldo del sole, il caldo che si sente nelle città vicine al mare, quel caldo ventoso che sa di mare, di sole e di felicità estiva. 

Il caldo che rincuora, che ti prende e ti abbraccia per dirti che andrà tutto bene, che c’è il sole e la luce è tornata per parlare di vita e spazi aperti, di sorrisi e amori per sempre. 

Il caldo che la faceva sentire bene.

Nella penombra del salotto Sanae restò immobile fino a quando la voce del cronista alla Tv gridò entusiasta al goal del Barça

Si riscosse e raggiunse l’apparecchio acceso. 

Si sedette sul divano e si concentrò sulla partita.

Tsubasa era fantastico  da guardare, giocava senza forzature, con semplicità e gioia portando la sua squadra verso la vittoria, ma sapeva anche condurla nei momenti difficili. Ora però era bello ammirarlo mentre con la sua determinazione travolgeva gli avversari e lasciava volare i suoi compagni tirando le fila del gioco. 

Tsubasa era meraviglioso, era ciò che lei aveva sempre voluto. Mai aveva desiderato altro, solo lui, solo accompagnarlo nel suo sogno ed era felice di farlo. Stare con Tsubasa, conoscerlo e viverlo era magnifico e lui le dava tutto, a lei, proprio a lei...Era felice.

Erano felici! 

La sua vita era meravigliosa, nulla era fuori posto e quando lei lo guardava giocare, quando gli stava vicino si sentiva viva. Si percepiva ancora bambina per certi versi, come quando erano piccoli, lo ammirava per le parole che sapeva dire e per il coraggio che riusciva a infondere. Accanto a lui era possibile scacciare la paura e fare tutto, tutto quanto, anche ciò che pareva impossibile. I suoi compagni di squadra lo sapevano bene e anche lei, solo che lei...

Lei...

Lei non aveva mai provato a fare nulla.

Nulla tranne stare al fianco di Tsubasa e aiutarlo.

Nulla tranne desiderarlo.

Nulla tranne farlo felice.

Nulla di nulla...Solo bere la felicità che lui le dispensava. 

Mentre le immagini della partita scorrevano sotto i suoi occhi, Sanae tornò con la mente a quando era piccola e gridava il nome del capitano dagli spalti oppure lo guardava dalla finestra della scuola. 

Lo osservava in silenzio mentre giocava: entrava una luce particolare da quella finestra aperta sul cortile. 

Il sole pareva ancora più luminoso mentre lei guardava quel ragazzo.

Tsubasa pareva brillare di luce propria, come una stella, come il sole. 

Si sorprese a pensare che da quella finestra entrava un sole caldo, un sole tutto suo che riscaldava solo lei. 

Era bello essere scaldati da quel sole. 

Un sole infuocato, come quello estivo, che guarda il mondo colorarsi di fiori e allegria. 

Un sole affettuoso tutto per lei, e lei era ancora un po' bambina, la stessa che guardava il capitano dalla finestra e si ritraeva se lui si accorgeva dello sguardo che lo seguiva. 

Sanae godeva di quel sole che entrava dalla finestra. 

Entrava la luce dalla finestra aperta. La luce vera, quella pura del giorno, che la faceva vivere; e l'aria che la faceva respirare e sentire bene perché Tsubasa era il suo sole, lo era sempre stato e lo era ancora. 

Non aveva mai chiuso quella finestra Sanae e il sole continuava ad entrare senza pause, anche durante i giorni di pioggia, anche d’inverno. 

Lei aveva una vita meravigliosa, tutto a posto: niente sbavature, niente dubbi o incertezze, niente cieli oscuri né acque profonde. 

Dalla finestra aperta sul cielo entrava solo il sole senza ombre e l’aria che sa di mare e ti fa vivere. 

 

Continua...

 

N.B. dati gli impegni di studio e di...mamma...non posso garantire aggiornamenti regolari, settimanali o mensili, anche se mi piacerebbe. Vorrei però rassicurare chi leggerà queste mie righe che, nonostante gli aggiornamenti incostanti, la storia avrà un seguito e verrà portata a termine!

A presto

Eldarion

  
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