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Autore: Ruth Spencer    30/04/2013    3 recensioni
Dove c’è il gallo, c’è la gallina e dove beccano le galline, si sa, c’è anche il pollaio.
Come massima non sembra un granché, ma rispecchia perfettamente buona parte della componente femminile della mia classe.
Avete indovinato. Sono di nuovo qui. Per parlare di lui.
Ma stavolta, niente melodrammi e scatole di klinex da consumare in tempi record. Stavolta, le mie invettive giambiche sono rivolte contro qualcun altro.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Lady is a Tramp
 



Dove c’è il gallo, c’è la gallina e dove beccano le galline, si sa, c’è anche il pollaio.
Come massima non sembra un granché, ma rispecchia perfettamente buona parte della componente femminile della mia classe.
Avete indovinato. Sono di nuovo qui. Per parlare di lui.
Ma stavolta, niente melodrammi e scatole di klinex da consumare in tempi record. Stavolta, le mie invettive giambiche sono rivolte contro qualcun altro.
Per rendere più semplice la narrazione e perché francamente non voglio affibbiargli un nome che non sia il suo, lo chiamerò L’Innominabile, ovviamente, da non confondere con l'Innominato de "I Promessi Sposi". Lui sarà l’Innominabile e basta.
Come stavo dicendo, quindi, il gallo attira inesorabilmente le galline.
Si tratta di una legge universale, che va oltre la fisica e la forza gravitazionale. Semplicemente, quando all’interno della comunità subentra un maschio alpha, le femmine più “allegre” tentano in ogni modo di sedurlo.
Per quanto riguarda, poi, Irene “la sgualdrina” la cosa raggiunge livelli esponenziali.
E credetemi, non la definisco sgualdrina per fare della semplice ironia. Irene è l’esempio lampante di come la natura, a volte, giochi brutti scherzi. Non credo di aver mai conosciuto una persona filantropa, ninfomane e scema a tal punto, da berciare nel bel mezzo della metropolitana affollata, il numero di calorie consumate con la sua (frequentissima e assai promiscua) attività sessuale.
E’ accaduto l’anno scorso, e da allora quel ricordo fa parte dei miei peggiori incubi.
Non che la stessi realmente ascoltando mentre blaterava dell’ultimo “incontro sul ring” col suo ormai ex fidanzato, ma il suo tono di voce era talmente alto che per pochi istanti, smisi di cercare un posto a sedere e prestai orecchio alle sue civetterie.
-Tesoro- stava dicendo all’amica, con l’aria di chi la sa lunga. –ho letto da qualche parte che farlo, fa consumare un sacco di calorie. Di questo passo, dovrò tarare di nuovo la bilancia e pesarmi in grammi-.
Ridicola a parer mio, ma evidentemente lo stuolo di interessatissime spettatrici era di tutt’altro avviso.
Da quel momento in poi, la conversazione verté su calcoli e numeri per stabilire il consumo lordo di calorie. Roba da professionisti.
Essenzialmente credo che Irene sia una persona molto, troppo…esageratamente insicura, e che celi i suoi complessi di inferiorità dietro l’immagine della ragazza esperta di pratiche sadomaso.
Ora però, vi starete chiedendo con ansia crescente (lasciatemi illudere…), cosa c’entri Irene “la meretrice” con L’Innominabile.
Per fortuna nulla. Ma, se fosse per lei, il loro rapporto non si limiterebbe a banale amicizia.

Basta osservare come ridacchia con fare malizioso ad ogni battuta di spirito dell’Innominabile, a come raccoglie amabilmente ogni sua provocazione, come cerca di catturare la sua attenzione mettendo in mostra la mercanzia, carrozzeria e antifurto compresi, soprattutto mentre giochiamo a pallavolo nell’ora di ginnastica. E quando la Professoressa di Greco ha diviso la classe in gruppi per svolgere alcune ricerche su determinati autori, Irene ha cercato qualsiasi scusa per farsi inserire nel gruppo dell’Innominabile.
Ma, per la mia incolumità mentale e fisica, l’insegnante non le ha accordato lo scambio.
Insomma, non ci vuole un genio per capire che l’intento della nostra cara Irene non è quello di fare conversazione. Anche se, a dirla tutta, manifesta la singolare tendenza a tenere sempre la bocca aperta, in tutti i sensi.
Il filo dei miei pensieri viene bruscamente interrotto dall’atteso trillo della campanella che segna l’inizio dell’intervallo. La professoressa di Latino conclude la spiegazione su Terenzio, poi si trattiene qualche minuto in più nell’aula per scribacchiare sul suo registro. Io mi fiondo dritta in bagno e ai lavandini quasi mi scontro con Alice.
-Non la sai la novità?- mi saluta lei con un’espressione indecifrabile dipinta sul volto.
Io mi limito a scuotere il capo, in attesa.
-Irene pensa di piacere a Tu-sai-chi-.
-CHE COSA???!!!!- sbotto io con la voce più alta di un decibel, facendo voltare una coppietta abbracciata all’angolo del corridoio. Torno a scrutare il viso di Alice, incurante del fatto che origlino o meno la nostra conversazione.
-Proprio così. L’ha confidato a Margherita l’altra sera-.
-Quella lì sta male. Te lo dico io- si intromette con una scrollata di spalle Livia.
Lei è l’unica, oltre ad Alice, ad essere a conoscenza della mia terribile cotta per l’Innominabile.
Una volta raggiunto il distributore automatico la mia rabbia raggiunge il punto di ebollizione. -Come fa anche solo a pensarlo? Dio, ma da chi compra l’erba che si fuma?- riprendo imperterrita, innervosita solo all’idea che lei possa anche lontanamente credere di piacergli.
Alice si stringe nelle spalle. -E chi lo sa. Una cosa è certa. Si fa parecchi filmini mentali, per una che i porno li gira in camera propria-.
-Già…-.
-Io vado a cercare Sigaro- ci interrompe distrattamente Livia, volteggiando via a passi baldanzosi verso il cortile della scuola.
Per quanto strano possa sembrarvi, Sigaro è un ragazzo. Livia lo ha conosciuto durante un’assemblea. Lui stava, per l’appunto, fumando un sigaro. Livia gli ha rivolto la parola per la prima volta, chiedendogli di farle fare un tiro e lui le ha passato l’involucro.
Ma, lei, invece di fumare, ha spezzato il sigaro in due e glielo ha restituito con nonchalance. –Sto portando avanti una campagna anti-fumo. Vuoi spezzare sigarette con me?-.
Modo alquanto bizzarro per approcciare con qualcuno, ma assolutamente efficacie. Io l’ho trovato geniale. Livia, da parte sua, è ancora ossessionata da Sigaro.
-Allora, ci vieni stasera?-.
-Dove?- domando candidamente, risvegliandomi dalla catalessi.
Alice sbuffa leggermente e si scosta alcune ciocche di capelli che le ricadono sulla fronte. –Da Flavia-.
-Ah…-.
-Avevi detto che saresti venuta!- mi ammonisce lei inquisitoria.
-Davvero?-.
-Si-.
-Non me lo ricordo-.
-Ma, tu non ti ricordi mai niente.- rettifica lei.
-Dimenticavo…-. Pessima battuta. Lo so.
-Allora?- mi incalza, andando dritta al punto. Come sempre.
-Non so…queste rimpatriate di sabato sera le trovo…-.
-Raccapriccianti.- mi interrompe. –Si, ti capisco. Mi ci vedi a ballare latino americano con Irene che impartisce consigli su come muovere il sedere?-.
Ridacchio divertita.
Alice mi afferra per le spalle. –E’ la tua serata. Lui è fidanzato e va bene. Irene gli ronza attorno come un’ape con il miele e siamo d’accordo. Ma, può essere comunque un modo per fargli andare la saliva di traverso-.
Esito prima di rispondere. In fondo non mi costa nulla. Mi tirerò a lucido e se anche dovesse risultare del tutto inutile, potrò sempre controllare che Irene non tenti di adescarlo col trucco della gonna (vecchio come il mondo e infallibile). –Hai ragione-.
Ci sono almeno cinque buoni motivi per cui io e l’Innominabile sembriamo destinati l’uno all’altra. Mi viene quasi da ridere a pensarci.
Il primo è che vogliamo diventare giornalisti. Tutti e due.
Il secondo: siamo entrambi mancini.
Il terzo: siamo due stronzi eccezionali quando vogliamo e ogni giorno ce ne diciamo di santa ragione.
Il quarto: abbiamo entrambi due calligrafie pessime. Lui più di me. E’ quasi indecifrabile.
E l’ultimo: sino a poco tempo fa non conosceva il significato della parola “ruffiano”. Roba da pazzi, dico io. Così gliel’ho dovuto spiegare per le scale.
Quindi è un segno. Ci completiamo a vicenda. Lui non sa il significato di “ruffiano”, io lo so. Punto.


 


 








La bozza di questa Os aveva preso polvere tra l’infinità di documenti word che ho salvati nel computer. L’avevo scritta in un momento in cui ero particolarmente nervosa e non avevo alcuna intenzione di pubblicarla. Oggi poi, mentre parlavo al telefono con Martina (la nostra Alice <3), gliel’ho inviata per e-mail e insomma…mi ha convinta a pubblicarla. Perciò prendetevela con lei se vi ha fatto totalmente schifo ahahaha. E niente…sono sicura che sarai solo tu, Martina, l’unica scema a commentare, ma fa niente. “The lady is a Tramp” è una bellerrima canzone del mio (<3) Frank Sinatra e significa “La signora è una …donna poco seria” ahahaha. Ringrazio Martina che all’ultimo mi ha consigliata il titolo. Thanks, sei un piccolo genio *.*
Sono stata un po’ vipera, devo ammetterlo, ma a chi di voi non è mai capitata una situazione del genere?
Il tono è totalmente diverso dalla mia precedente One Shot...

 Memorie di una squilibrata

Qui ho voluto fare della sana ironia ed auto-ironia. Okay, torno nel mio antro buio. Grazie a chiunque si prenderà la briga di leggerla. Spero vi abbia fatto almeno sorridere.
Per chi mi segue nelle altre fanfictions, GIURO che sono in fase di produzione. Fra non molto prevedo di postare ffodnfodnfdofnmfdfondfonfsffg. 


Vostra, Caty <3


 


 


 


 


 
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