Fanfic su artisti musicali > Super Junior
Segui la storia  |       
Autore: _Sushi_    30/04/2013    5 recensioni
Un nuovo personaggio: Kim Jinhyun, detta Jin o J... importa davvero sapere quale sia il suo nome? E' davvero fondamentale scoprire chi è?
No e di sicuro non sarebbe mai importato a nessuno dei Super Junior, men che meno a Cho Kyuhyun.
Certo, se poi, per uno strano incidente, questa ragazza si ritrovasse a vivere sotto il tuo stesso tetto, se il suo comportamento insolito, le sue caratteristiche fuori dal comune, la sua incompatibilità con le consuete norme sociali, o peggio, la sua ambigua doppia faccia ti facessero dubitare di lei, al punto da crederla un pericolo per te stesso e per i tuoi Hyung... tu cosa faresti?
Una ragazza con un segreto sepolto in profondità, una serie di (s)fortunati eventi, il destino e mille storie che s'intrecciano per dare vita ad una trama folle e ricca di colpi di scena.
La fervida immaginazione dell'autrice vi saluta e v'invita a prender parte a questo piccolo delirio.
La storia prende in considerazione tutti i Super Junior, donando loro moltissimo spazio in maniera uniforme. Protagonisti della storia principale: Kyuhyun e Heechul; storie parallele con Siwon, Eunhyuk, Donghae, Leeteuk.
Buona lettura :)
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heechul, Kyuhyun, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La vera J quel pomeriggio era uscita insieme a Inyoung, diretta in un posto strano e sconosciuto.
I coreani lo chiamavano Jjimjilbang ed equivaleva, più o meno, ad un centro benessere. J, che non metteva il naso fuori di casa da settimane, era riluttante all’idea di uscire ma Inyoung, dopo svariate preghiere, era riuscita a convincerla raccontandole di come le sale comuni dei bagni pubblici fossero piene di televisioni, videogiochi, flipper e altre diavolerie tecnologiche con cui avrebbe potuto giocare. Non immaginava che il concetto di gioco di quella strana ragazza fosse molto diverso da quello di una persona normale: mentre Inyoung intendeva infilare una monetina in una delle consolle e premere qualche pulsante a caso, J era del tutto intenzionata a smontare ogni singola macchina del luogo per studiarla, riassemblarla, selezionare e rubare i pezzi utili al compimento di un piano segretissimo che portava avanti da un po' e di cui non aveva ancora parlato a nessuno. 
Una volta fatto il loro ingresso nella zona riservata alle donne, J aveva però scoperto che era vietato entrare vestite, il che le rendeva impossibile trovare un posto in cui nascondere il suo cacciavite per portare a termine il proprio piano.
«Ma io volevo costruire un manipolatore del vortice!» stava giusto piagnucolando mentre usciva dagli spogliatoi con l’amica più grande. Le sale erano ampie e spaziose, la luce calda delle lampade rilassava la vista e l’aria umida si appiccicava alla pelle in modo deliziosamente piacevole per chi veniva da fuori.
«Un che?
»
«Un manipolatore del vortice! In pratica ho teorizzato che sfruttando un tunnel quantico con fattore FTL di 36,7 periodico…» a quel punto Inyoung decise di smettere di ascoltarla. Quella ragazza aveva davvero bisogno di sperimentare cose fosse il mondo!
«Allora J…
» prese a dire, interrompendo le elucubrazioni astrofisiche dell’amica. «…quelle sono le saune, perché non ne provi una?»
«Oooh, sì, andiamo!» esclamò con entusiasmo la più piccola, illuminandosi e cominciando a correre verso una delle stanze, attirando l'attenzione delle persone che ciondolavano pigramente avanti e indietro per il luogo. Non si accorse che Inyoung aveva dipinto sul viso un sorriso maligno.
La giornata proseguì spensierata per le due ragazze, ignare del fatto che un’altra J in tutto e per tutto identica all’originale stesse passando il suo tempo con i Super Junior. Inyoung non aveva mai riso tanto: era sempre bello portare una straniera ai bagni pubblici! Mentre le Ajumma se ne stavano sedute tranquille come ravioli in una vaporiera, J correva da una parte all’altra urlando per il dolore. Più il calore si faceva forte e più la sua pelle da occidentale assumeva una sfumatura rosata. Alla fine della prima sauna J si poteva riconoscere anche da un chilometro di distanza: sembrava un’aragosta bollita. Inyoung aveva riso quando la prima Ajumma incartapecorita aveva chiesto a J se stava bene. La ragazza aveva annuito sorpresa, senza capire. Fu quando un’altra persona la indicò urlando “Oh, guarda quella ragazza, è tutta rossa!” che J iniziò a storcere il naso.
«Non sono ros… oddio, sono rossa!
» esclamò sconvolta osservando il colorito acceso della propria pelle. Non contenta, poi, Inyoung aveva deciso di farle sperimentare un’altra diavoleria.
«Vedi quella cordina laggiù? Prova, è veramente rilassante! La devi tirare. Ti arriverà un piacevolissimo getto d’acqua calda addosso. E’ un toccasana per i muscoli e le contratture.
» le disse, spingendola verso le docce. Certo, non aveva specificato che il piacevole getto d’acqua assomigliava più all’intera potenza idrica delle cascate del Niagara. Le Ajumma sembravano totalmente a proprio agio ma le urla inorridite di J si sparsero per tutta la struttura, echeggiando inquietanti sui muri umidi delle saune e dell’area comune.
Certo, le cascate non erano nulla paragonate a ciò che provò la povera ragazza quando Inyoung si offrì di farle uno scrub alla schiena con quello che in seguito J definì “il guanto della morte”.
«Che vuoi fare?!
»
«Uno scrub. Serve ad eliminare le cellule morte e a rinnovare la pelle.»
«Sei carina a preoccuparti ma tranquilla, la mia pelle è già fantastica così!»
Inutile dire che J si sbagliava.
Era una tortura che non avrebbe augurato a nessuno: quasi come se l’amica le stesse passando una grattugia incandescente sulla schiena. Era come il fuoco dell’Inferno, come la lava che ribolle sotto la crosta terrestre. I coreani dovevano essere dei masochisti idioti se avevano permesso a una simile invenzione di esistere.
Furono quelli i pensieri che la giovane donna si ritrovò a fare durante quegli interminabili minuti di tortura. Certo, subito dopo, doveva ammetterlo, J aveva la stessa pelle liscia e vellutata di una bambina appena nata.
Ed era rossa.
Molto rossa.
Come un’aragosta.
Dopo un pomeriggio di estenuanti avventure finalmente le due giunsero nell’area comune, dopo aver indossato i vestiti forniti in dotazione: un completo composto da pantaloncini e maglietta rosa quasi come la pelle di J. Dopo aver mangiato una quantità preoccupante di uova sode e bevuto talmente tanto Soju da spaventare i proprietari del 
Jjimjilbang, la ragazza era troppo stanca e ubriaca per pensare a giocare, perciò finì per stendersi a terra e schiacciare un pisolino accanto all’amica, stremata per via delle troppe risate.
Le due non si risvegliarono prima dell'ora di cena, ancora pesantemente ubriache. J, che aveva sviluppato una sorta di insensato amore per il Soju, si servì un bicchierino mentre cercava a tentoni il cellulare e inviò un messaggio a Heechul che, stranamente, non si era fatto sentire per tutto il giorno. Stava giusto bevendo quando lesse la risposta del Super Junior. 
Vaporizzò l'intero contenuto della propria bocca su una Inyoung ancora mezza addormentata. 

«YA, checca...» la più grande si bloccò solo perchè vide la faccia sconvolta di J. I suoi occhi da occidentale erano talmente grandi da far spavento. La vide boccheggiare per un breve istante, poi fissare il proprio sguardo determinato su di lei.
«Unnie, dobbiamo andare.»
 
Ore diciannove e quaranta
 
La luce del tramonto filtrava attraverso le persiane. Il sole aveva incendiato i profili delle nubi scure e filtrava con la sua luce arrossata sul pavimento di legno della stanza numero 603. Una ragazza era seduta su uno dei due letti. Stava composta, con la schiena dritta, le mani sulle ginocchia e il capo basso. I capelli, neri come l’inchiostro, scivolavano davanti al viso, oscurando il suo sguardo ma lasciando ben visibili le labbra carnose che s’incurvarono in un sorriso quando sentì la porta della camera aprirsi.
Uno a uno tutti i Super Junior entrarano nella stanza e fronteggiarono quella ragazza che assomigliava tanto alla loro amica ma che, però, non conoscevano minimamente. Avevano un’espressione dura dipinta sul volto, l’espressione ferita di chi si sente ingannato e quella colpevole di chi credeva che se ne sarebbe accorto.
«Non capisco…
» disse Ryeowook, lasciandosi cadere seduto sull’altro letto, proprio di fronte alla ragazza. Cercò di incrociare il suo sguardo ma lei non alzò il capo e rimase in silenzio. «…Come abbiamo fatto a non accorgercene?» continuò l’Eternal Maknae.
«Come potevamo capirlo? Lei è identica alla nostra J, non solo nell’aspetto ma anche nel modo di fare!
» esclamò Kangin.
«Sa tutto di noi, com’è possibile?
» aggiunse Siwon.
«Forse lei e J hanno una qualche connessione.
» ipotizzò Heechul, acuto.
«Giusto, se sono l’una il clone dell’altra forse lei può sentire e vedere ciò che J prova.
» teorizzò Yesung, accarezzandosi il mento e fissando la ragazza con un’occhiata penetrante delle sue iridi nerissime.
«Hai ragione, dev’essere così.
» annuì Shindong, in completo stato confusionale. Era un ragazzo troppo spensierato e materialista per accettare con freddezza una situazione come quella. Infatti, mentre gli altri mantenevano una certa calma, lui era l’unico che continuava a fare avanti e indietro per la stanza, borbottando.
Passarono alcuni lunghi istanti di silenzio, poi le elucubrazioni dei ragazzi vennero interrotte da una risata roca e senza gioia. Ryeowook si alzò in piedi: aveva la pelle d’oca.
Era lei.
La donna seduta sul letto continuò a ridere col capo basso. Quella risata sconvolse profondamente Kyuhyun, appoggiato al muro con le braccia incrociate. Non aveva mai sentito J ridere in quel modo. Lei era diversa: rideva con gli occhi e col cuore e, ogni volta che sorrideva si capiva che era profondamente felice. Dopotutto quella spensieratezza era una delle cose che più apprezzava di lei, il dono raro che solo una persona senza memoria poteva ricevere: sapeva godere di ogni cosa con un’intensità che lui non aveva mai conosciuto. La persona seduta su quel letto, invece, aveva riso come se non ci fosse nessuna speranza di felicità ma solo una profonda ed incolmabile tristezza. Quella risata aprì una voragine nel petto di Kyuhyun.
«Dì qualcosa.
» esordì di colpo, staccandosi dal muro e percorrendo con ampie falcate la distanza che lo separava da lei. La afferrò per il mento, la costrinse ad alzare il capo e a incrociare il suo sguardo.
Con stupore si accorse che lei stava piangendo.
Le lacrime rigavano il suo viso, luccicavano impigliate tra le sue folte ciglia scure. Quegli occhi, accesi come braci, lo fissavano senza paura. Kyuhyun si stupì di scorgere una profonda rabbia nel suo sguardo.
«Sono queste le vostre teorie?
» la voce della ragazza schioccò come una frusta. «Tutto qui quello che sapete fare?» provocò velenosa, alzandosi in piedi per fronteggiare il Maknae. «Mi avevano detto che eri un uomo intelligente.»
La pietà che aveva provato per il breve istante in cui l’aveva vista piangere evaporò via e Kyuhyun ricordò con una smorfia tutto l’odio che provava per quella persona e per il suo alterego. Prima che chiunque potesse fare qualcosa il Maknae strinse la presa attorno alla sua gola, veloce come l’attacco di un cobra.
«Kyuhyun-ah!
» esclamò Sungmin, scattando in avanti. Ci volle tutta la sua forza, unita a quella di Ryeowook e Siwon per staccare i due che erano come incollati l’uno all’altra. Non smisero di guardarsi negli occhi neanche per un secondo, neanche quando a lei mancò totalmente l’aria. Si lasciò cadere sul letto tossendo, subito soccorsa da Donghae ed Eunhyuk.
«Kyuhyun-ah, non perdere la testa!
» ringhiò Eunhyuk e, anche se respirava a fatica, la ragazza trovò la forza di ridere ancora.
«Lasciatemi sola con lui.
» disse sempre con quel sorriso stampato sulle labbra.
«Non sei tu a dettare le regole, tesoro.
» Heechul sapeva essere davvero spaventoso quando la sua voce era così calma e fredda. Il suo modo di fare era dolce in modo inquietante.
«Volete che vi dica tutto?
» insistette lei. «Fuori di qui. Tutti tranne Kyuhyun-ah.»
«Come mi hai chiamato?» il Maknae provò a divincolarsi dalla presa di Siwon e Sungmin senza successo. Ryeowook sospirò con aria sofferente. La persona di fronte a lui non aveva nulla a che vedere con la J che conosceva, non poteva farci niente.
«Non abbiamo scelta, usciamo.
» si rassegnò, alzandosi.
«Ma se Kyuhyun-ah…
» cominciò Siwon.
«Fidatevi di me.
» assicurò il Maknae, con lo sguardo fisso su di lei. Solo allora i due lo lasciarono andare e, insieme agli altri, uscirono dalla camera. Heechul, che chiudeva la fila, si trattenne solo un attimo ad osservare entrambi. Scambiò con Kyuhyun un’occhiata eloquente, quindi uscì chiudendosi la porta alle spalle.
I due rimasero soli, Kyuhyun, in piedi, guardava la ragazza dall’alto verso il basso senza la minima clemenza mentre lei lo fissava con aria di sfida.
«Fai pure le tue domande.
»
«Risponderai questa volta?»
«Se saranno le domande giuste…» sorrise lei, guardandolo irrigidire la mandibola e stringere i denti.
«Chi sei?
»
«Questa è vaga.»
«Allora, come ti chiami?»
«Dipende da come mi chiamano le persone!» Kyuhyun si trattenne dal picchiarla e chiuse gli occhi, respirando profondamente. Si vedeva che lei si stava divertendo. Se avesse perso la pazienza lei avrebbe vinto.
«Come devo chiamarti?
» a quel punto lei sorrise. Era la domanda giusta.
«Chiamami amore.
»
«Ti stai divertendo?» ringhiò lui in tutta risposta. Lei, però, non sorrideva più a quel punto. Forse era riuscito a spaventarla. Bastò quella piccola certezza a farlo rilassare quel tanto che gli serviva per passare all’offensiva. Si sporse in avanti, avvicinandosi pericolosamente al viso di lei. Quando parlò la sua voce era un sussurro. «Lo sai come mi chiamano, vero?> proseguì.
«Anche tu hai tanti nomi.
» replicò lei.
«Sparane uno.
»
«Evil Maknae.»
«Quello è uno dei tanti, sì. E t’invito a riflettere sul perché mi chiamano così.» la minacciò senza lasciar sfumare il sorriso maligno dalle proprie labbra. «Ne conosci altri?»
«GameKyu?» ipotizzò la ragazza, incerta. Quella vicinanza non sembrava metterla a disagio, anzi, continuava a fissare le labbra di lui.
«Esatto.
» sorrise lui. «GameKyu perché a me piace giocare, amore…» disse, calcando quella parola quasi volesse farne un’arma per ferirla. «…quindi gioca pure quanto vuoi. Non puoi scappare da questa stanza. Presto J sarà qui e…»
«Cosa?!» urlò di colpo la ragazza. Da sicuri e spavaldi i suoi occhi si ritrovarono di colpo ad affogare nel terrore più puro. «No, Kyuhyun-ah, ti prego! Lei non deve vedermi!» esclamò, afferrandolo per il maglione. Lui rise.
«Hai paura, eh?
»
«Certo che ho paura, idiota!»
«Come scusa?»
«Ascoltami bene: lei non deve mai incontrarmi, hai capito? Può sapere che esisto ma non dovrà mai, mai vedermi! Ti prego, t’imploro!» esclamò stringendo ancora di più la presa su di lui.
«Perché, se succede?
»
«Se succede sarà la fine di tutto. Non lo capisci proprio? Cosa ti avevo detto quella volta agli studi televisivi? Devi fidarti di me, razza di idiota!»
«Sarei idiota se mi fidassi di una persona di cui non so nulla!» ringhiò lui.
«Aishhh!
» gridò lei, esasperata, lasciandolo andare e cominciando a girare per la stanza passandosi la mano nervosamente tra i capelli. «PERCHE’ NON CAPISCI CHE STO CERCANDO DI PROTEGGERTI?!» urlò, frustrata, stringendo la presa tra i propri capelli.
«PERCHE’ TU NON MI SPIEGHI NIENTE!
» replicò lui con voce tonante, afferrandola per la spalla e costringendola a voltarsi.
L’esplosione di lui sembrò calmare la ragazza.
I due incrociarono gli sguardi: entrambi ansimavano per la stanchezza e l’esasperazione. Alla fine J abbassò lo sguardo pensierosa, mordendosi il labbro inferiore, dubbiosa sul da farsi. Solo dopo un interminabile minuto tornò a parlare.
«Ok, se ti provo che puoi fidarti di me allora farai come ti dico?
» chiese, guardandolo determinata.
«Te lo prometto.
» Cho Kyuhyun non prometteva nulla che non fosse sicuro di poter mantenere.
«Va bene. Ma devi promettere anche che non ne parlerai con gli altri.
»
«Promesso.»
 
Dopo quelle parole i nove Super Junior assiepati attorno alla porta della stanza numero 603 non sentirono più nulla. Per loro sfortuna, proprio in quel momento un rumore coprì qualunque parola. Probabilmente stavano facendo dei lavori alla struttura perché il motore di un macchinario sovrastò le voci dei due presenti. Alzarono il capo più confusi di prima e si scambiarono occhiate incerte. Ryeowook, appoggiato alla porta, strizzava gli occhi per provare ad osservare attraverso il buco della serratura e per poco non cadde in avanti quando Kyuhyun aprì la porta. Tutti i presenti trasalirono sorpresi e si allontanarono velocemente, fingendo di passare lì per caso. Kyuhyun sorrise appena ma si vedeva che era visibilmente scosso. Non si accorse degli sguardi interrogativi dei suoi amici: richiuse la porta alle proprie spalle e, con un sospiro pensieroso, fece per andarsene.
«Ehi!
» Kangin lo afferrò per la spalla, bloccandolo. «Che ti ha detto?»
«Niente.» replicò Kyuhyun con lo sguardo perso nel vuoto.
«Come niente? Ha detto che ti avrebbe dimostrato che puoi fidarti di lei, no? Deve averti detto qualcosa per forza!
»
«Ti giuro che non mi ha detto niente.» replicò Kyuhyun, incrociando il suo sguardo. «Dobbiamo lasciarla andare adesso.» continuò, voltandosi verso Heechul, stranamente silenzioso.
«Lasciarla andare? Non se ne parla!
» replicò deciso Eunhyuk.
«E’ la nostra unica occasione per avere qualche risposta.
» aggiunse Donghae. Kyuhyun sorrise appena a quelle parole.
«Non dirà niente, credetemi.
» disse con amarezza. «E poi, in ogni caso, se n’è già andata.» concluse, con un’alzatina di spalle.
«Andata? Ma se è chiusa qui…
» mentre parlava Ryeowook irruppe nella stanza e, con sorpresa, la ritrovò vuota. Anche gli altri membri corsero al suo interno e quando videro che J era scomparsa si voltarono tutti verso Kyuhyun come se avessero visto un fantasma.
Lui, più che sorpreso, sembrava rassegnato.
«Ve l’avevo detto che il suo amico sparisce nel nulla, no?
»
«Come cavolo ha fatto?!» esclamò Eunhyuk tra il meravigliato e l’invidioso.
«Non lo so ma non è la prima volta che sento quel rumore.
» ammise Kyuhyun. «Veniva dal balcone.»
«Oh, non era una specie di martello pneumatico?» chiese sorpreso Kangin.
«No, non credo… non ho visto niente, però appena è cominciato lei mi ha chiesto di uscire.
»
«E tu sei uscito senza dire niente?» Siwon era sconvolto.
«Dovevi guardare che cos’era, cavoli!
» esclamò Shindong con disappunto. «Non è da te ubbidire senza una parola.» il sorriso amaro che gli fece Kyuhyun fu la sua unica risposta.
«Quindi hai deciso di fidarti di lei?
» chiese Sungmin, senza distogliere lo sguardo dal volto dell’amico neanche per un secondo.
«Già.
»
«Cos’ha fatto per meritarsi la tua fiducia?» proseguì il sostituto Leader, scettico. Per quel che ne sapevano poteva anche avergli fatto il lavaggio del cervello.
«Non posso dirvelo ma devo chiedervi comunque di fidarvi di me.
» sospirò Kyuhyun, guardandoli. Era ovvio che non potevano fidarsi così, lui stesso non si sarebbe mai fidato ma non aveva scelta.
«Quindi finisce così?
» chiese Yesung dopo una lunga pausa di silenzio. «Ora cosa dovremmo fare, tornare a giocare a palle di neve e a scherzare come se niente fosse accaduto? E’ questo che vuoi?»
«Già…» replicò Kyuhyun, stringendo i denti.
Heechul, che non aveva più parlato, si voltò e lasciò la stanza in silenzio, tirando un calcio alla sedia con rabbia e facendola volare a terra con un tonfo assordante. 

Puff, ridendo e scherzando sono passati altri dieci giorni. Massì, pubblichiamo con calma, tanto qui non scappa nessuno!
Che mi dite, fanciulle? Tanti baci e coccoline dalla vostra Pescecrudina :D <3 
Che dire, questo capitolo è scritto in due registri completamente diversi: la prima parte è leggera e allegra, la seconda è piuttosto pesante. Mi serve staccare ogni tanto, altrimenti qui ci si spara in bocca! :P
Comunque, come vanno le congetture? Dai che avete capito, sussù, sorprendetemi! 
Per quel che mi riguarda io cercherò sempre di sorprendervi... vi amo <3 
Bbuing bbuing! *---*
p.s. capitolo 30, uiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Super Junior / Vai alla pagina dell'autore: _Sushi_