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Autore: Eowyn 1    01/05/2013    11 recensioni
Dís si voltò verso il fratello maggiore: « Thorin… » iniziò con sospetto « Che cosa gli stavi raccontando? »
« Una favola! » esclamò il principe dei Nani con distacco « La solita vecchia favola della buona notte! »
« Ma c’era un orco! Un orco brutto! Un Orco Pannido! »
« Si dice pallido! » lo corresse nuovamente Fili...
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fili, Kili, Thorin Scudodiquercia
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ok… forse vi sembrerà una cavolata pazzesca, anzi, lo è… ma per una volta avevo bisogno di scrivere qualcosa di leggero e che

Ok… forse vi sembrerà una cavolata pazzesca, anzi, lo è… ma per una volta avevo bisogno di scrivere qualcosa di leggero e che mi facesse sorridere. Per questo molto probabilmente Thorin in alcuni momenti sarà OOC… chiedo perdono, ma per questa volta pazienza.

Ultima cosa: nella Terra di Mezzo esiste il Natale, anche se dubito che esista Babbo Natale… anche qui, non vogliatemene, era solo per divertirmi un po’! J (e poi avevo iniziato questa fan fiction nel periodo natalizio…)

Buona lettura, e spero che nessuno ala fine voglia strozzarmi per aver disonorato la stirpe di Durin… non era mia intenzione! XD

p.s

Dedico la storia al mio fratellino, perché senza di lui che vita sarebbe? J W i fratelli minori!

 

 

 

 

LA PAURA DELL’ORCO PALLIDO

 

 

24 dicembre, Montagne Azzurre, Casa di Dís, sorella di Thorin e madre di Fili e Kili…

 

« Ho detto di no: è assolutamente fuori discussione! Non se ne parla! »

« Devo forse ricordarti chi ha dato inizio a tutto questo? »

« Insomma, era una semplice fiaba… »

« Premesso che quella che gli hai raccontato tu, più che una storia per bambini, era un racconto dell’orrore… » lo interruppe Dís senza troppe storie « E comunque, fiaba o no, tu hai provocato il danno e ora tu vi poni rimedio! »

« Insomma… dovranno pur, prima o poi, venire a conoscenza dell’esistenza degli Orchi e di tutto il resto. Io ho solo dato il via al loro processo di apprendimento! »

Dís mise le mani sui fianchi e inarcò un sopracciglio con fare scettico: « Inutile, sai che i tuoi discorsi non mi incantano. La tua dialettica con me non funziona. » detto questo, porse al fratello il costume rosso « La mia non è una proposta, non ci sono scelte. »

Che sua sorella fosse particolarmente convincente, Thorin lo aveva sempre saputo, così come era sempre stato consapevole del fatto che non era in grado di dirle di no. Dís era l’unica persona al mondo capace di influenzarlo e fargli cambiare idea. Senza considerare poi il fatto che, da quando erano nati Fili e Kili, Thorin si era scoperto disposto a tutto per quelle piccole pesti; anche se non lo avrebbe mai ammesso, i due bambini erano in grado di far emergere il suo lato tenero.

« Allora? » domandò lei, porgendo al fratello un paio di pantaloni rossi e una casacca dello stesso colore.

Thorin afferrò con stizza il costume: « Ti avverto sorella: che non si sappia in giro! »

Detto questo si alzò e si diresse nella stanza accanto, sbattendo rumorosamente la porta alle sue spalle.

Solo in quel momento, quando fu sicura che il fratello non la potesse vedere, Dís lasciò che le sue labbra si increspassero in un sorrisino divertito: « Assolutamente no. » mormorò « Non lo saprà nessuno, ma io mi farò di certo un paio di risate!»

 

 

 

3 giorni prima…

 

« E allora il Piccolo Nano si decise ad andare a dormire, ansioso di risvegliarsi la mattina successiva e vedere quali doni Babbo Natale gli avrebbe portato… » Thorin si interruppe per l’ennesima volta, sbadigliando sonoramente e rischiando di farsi scivolare il libro di favole dalle mani.

« Zio… dovremmo essere noi ad addormentarci, non tu! » esclamò il piccolo Kili, facendo capolino da sotto una montagna di coperte.

Fili lo fulminò con lo sguardo, cercando di fargli capire che doveva portare rispetto per lo zio, ma Kili non gli badò più di tanto.

« Sei stanco, zio? » domandò quindi Fili, osservando il volto tirato di Thorin.

« No, no, è tutto a posto… ma questa fiaba, quante volte l’ abbiamo già letta? Non possiamo cambiare storia? »

« Dillo a Kili! » esclamò Fili « Io è da più di un mese che glielo dico, ma lui vuole sentire sempre e solo questa… »

« Ma è bella! » piagnucolò il piccolo Kili « A te non piace zio? »

« Uhm, oh sì, sì, certo… » disse Thorin poco convinto, notando l’espressione afflitta del nipote « Ma vedi, cosa ne dici se per una volta cambiamo storia? »

« Ma se ne leggi un’altra io non riesco ad addormentarmi! »

Thorin rimase in silenzio per qualche secondo, assorto nei suoi pensieri, quindi propose:

« E se noi modificassimo un po’ questa? »

« Che vuol dire mo… modi… quella cosa che hai detto? » domandò il più piccolo tirando su col naso.

« Vuol dire che ti racconta sempre quella storia, ma che la cambia un po’. » spiegò Fili spazientito, rivoltandosi sotto le coperte.

« Allora, cosa ne dici? » chiese quindi Thorin dando un buffetto sulla guancia al nipote.

Kili lo guardò con espressione corrucciata, indeciso sul da farsi, ma si fidava di suo zio, lo aveva sempre stimato e sapeva che se Thorin diceva una cosa, sarebbe stata di sicuro la scelta giusta: « E va bene, modificassimo la storia… »

« SI DICE MODIFICHIAMO! » lo riprese Fili saltando a sedere sul letto.

Kili gli rispose con una linguaccia.

« Coraggio ragazzi, non è il caso di litigare! Tu Fili cerca di capire che tuo fratello è piccolo... »

« Io non sono piccolo! » esclamò offeso Kili.

« E tu Kili ora mettiti lì tranquillo, che iniziamo a raccontare la storia. »

I due fratelli si calmarono (quando lo zio Thorin diceva qualcosa, nessuno osava contraddirlo) si sistemarono quindi sotto le coperte e si prepararono ad ascoltare.

Passarono alcuni secondi, prima che Thorin iniziasse a raccontare…

« Ma quella notte, il Piccolo Nano venne svegliato all’improvviso da alcuni rumori sospetti che provenivano dalla cucina. Pensò che fosse la cuoca che stava preparando la colazione, ma si rese conto che la casa era completamente buia, e che a quell’ora la cuoca stava di sicuro dormendo. »

Fili e Kili avevano smesso di agitarsi sotto le coperte, e ascoltavano lo zio con interesse crescente, non riuscendo a togliere gli occhi da Thorin, avidi di ascoltare cosa sarebbe successo al Piccolo Nano.

« Il Piccolo Nano pensò quindi che doveva trattarsi di Babbo Natale, ma cercò di riaddormentarsi: sapeva che se si fosse alzato e Babbo Natale lo avesse visto non gli avrebbe lasciato i doni e, molto probabilmente, non sarebbe più ritornato nemmeno l’anno successivo! »

Fili, nonostante fosse già a conoscenza del fatto che Babbo Natale non esiste, ascoltava Thorin con attenzione: la voce profonda e solenne dello zio riusciva a rendere interessante qualunque storia. Kili, invece, stringeva con le manine il bordo della coperta e osservava lo zio con gli occhi spalancati e la bocca semi aperta, ansioso di scoprire se il Piccolo Nano avrebbe deciso di andare a vedere se si trattava di Babbo Natale o di qualcun altro.

« Il Piccolo Nano chiuse gli occhi e si costrinse a riaddormentarsi, ma dopo alcuni minuti i rumori non erano ancora cessati, anzi, pareva che si fossero spostati dalla cucina alla stanza accanto. Senza aspettare oltre, il Piccolo Nano si decise ad alzarsi. »

« Ma… ma… se Babbo Natale lo vede… » interruppe preoccupato Kili.

« Shhhh! » lo zittì il fratello.

« Il Piccolo Nano percorse il corridoio di pietra al buio, sfiorando la parete con una mano per evitare di cadere… » Thorin stava abbassando sempre di più la voce, sporgendosi in avanti verso i bambini. La candela accesa di fianco al letto di Fili creava sinistre ombre che si allungavano lungo la parete. Kili rabbrividì: aveva paura, ma non disse niente perché non voleva che il fratello lo prendesse in giro, e che Thorin lo considerasse un fifone.

« Solo pochi metri ormai lo separavano dalla stanza da cui provenivano i rumori sospetti… un passo… due passi… tre passi… e il Piccolo Nano sbirciò oltre lo stipite della porta… ma non vide niente… » la voce di Thorin era ormai ridotta a un sussurro « Quindi, il Piccolo Nano prese coraggio, entrò nella stanza e… eccolo! »

Fili e Kili ebbero un piccolo sussulto.

« Un grosso signore vestito di rosso, con una lunga barba bianca. »

Kili sorrise e si voltò soddisfatto verso il fratello, ma la sua felicità durò poco:

« Eppure qualcosa non funzionava. » continuò Thorin « C’era qualcosa che non andava e il Piccolo Nano non riusciva a capire: perché Babbo Natale, invece di lasciare i regali, stava prendendo tutti gli oggetti di valore che il padre del Piccolo Nano aveva in casa, e li metteva in un enorme sacco? »

Fili e Kili continuavano ad ascoltarlo a bocca aperta.

« Il Piccolo Nano rimase ancora per un po’ ad osservare Babbo Natale, poi prese coraggio, si avvicinò a quella persona vestita di rosso, deciso a scoprire per quale motivo stesse ritirando in quel sacco tutti i tesori della loro famiglia. Si avvicinò, un passo… due passi… tre passi… ma quando afferrò il bordo rosso della tunica per chiamare Babbo Natale, » Thorin iniziò ad alzare la voce « si ritrovò faccia a faccia con enorme e orrendo Orco Pallido! » alla fine della frase la voce di Thorin parve quasi un ruggito, e mentre Fili sogghignava, entusiasta per quella nuova versione della storia, Kili scoppiò improvvisamente ad urlare, facendo sobbalzare il fratello maggiore e lo zio, che interruppe immediatamente il racconto, per avvicinarsi al bambino e capire cosa stesse succedendo.

« Kili? Ma cosa… »

Il piccolo cercava di trattenersi, sempre per evitare di essere deriso, ma si vedeva chiaramente che stava tremando e che era sul punto di piangere.

Thorin gli prese una mano: « Kili? »

In quel momento la porta della camera si spalancò, ed entrò Dís, spaventata: « Cosa sta succedendo qui? » fece scorrere lo sguardo all’interno della camera e, quando si accorse dell’espressione di Kili, corse affianco al bambino: « Kili, che cosa è successo? »

« Non può essere un orco! Non può essere un orco! Quello è Babbo Natale! Non un orco, no, no, NO!!! » iniziò ad urlare il piccolo stringendo la mano di Thorin.

Dís si voltò verso il fratello maggiore: « Thorin… » iniziò con sospetto « Che cosa gli stavi raccontando? »

« Una favola! » esclamò il principe dei Nani con distacco « La solita vecchia favola della buona notte! »

« Ma c’era un orco! Un orco brutto! Un Orco Pannido! »

« Si dice pallido! » lo corresse nuovamente Fili che, nel frattempo, si era seduto sul letto e sbuffava infastidito dal fatto che, per una volta che suo zio stava raccontando una favola interessante, Kili fosse riuscito ad interromperlo proprio sul più bello.

« Un Orco Pallido? » fece Dís inarcando un sopracciglio « Qualcosa mi dice che non era la solita vecchia favola della buona notte! »

« L’ho solo… leggermente modificata… » si giustificò Thorin.

 

Dopo mezz’ora, Dís e Thorin riuscirono a calmare Kili e lo convinsero che nessun Orco Pallido, travestito da Babbo Natale, sarebbe venuto quella notte a rapirlo. Quindi, quando furono sicuri che i due bambini fossero tranquilli nei loro letti, lasciarono la camera.

« Ma si può sapere cosa ti è venuto in mente? » domandò quindi Dís a Thorin non appena furono in un’altra stanza.

« Insomma, Fili si annoiava… e io mi stavo per addormentare: ti rendi conto di quante volte nell’ultimo mese ho dovuto leggere quella favola? Come minimo due volte al giorno! »

« E non era più semplice cambiare libro di fiabe? »

« Kili non voleva, quindi gli ho proposto di modificare quella storia! » spiegò Thorin, mantenendo sempre una certa aria di superiorità, come se la cosa non lo toccasse minimamente, ma Dís era pienamente consapevole del fatto che non fosse così. Thorin cercava sempre di far sembrare che certe cose non lo riguardassero, ma lei sapeva che quando si trattava dei suoi nipoti, il principe dei Nani era tutt’altro che distaccato.

« E poi, insomma, lascia che si preparino all’idea di dover, prima o poi, fronteggiare un orco! »

« Thorin, per quanto tu possa aver ragione, Fili ha nove anni e Kili quattro. Ne deve ancora passare di tempo prima che scendano in battaglia! »

« Meglio prepararli con largo anticipo. » bofonchiò lui « Per certe cose non si è mai abbastanza pronti. »

Dís sospirò: « Spero solo che Kili non abbia incubi… »

 

Nel frattempo, nella stanza di Fili e Kili…

« Uff, perché devi sempre rovinare tutto sul più bello? La storia era così avvincente! » reclamò Fili rigirandosi nel letto.

« Ma… ma… io non volevo! » si giustificò Kili che, da quando sua madre aveva spento la luce, si era tirato le coperte fin sopra la testa « Però quell’Orco mi ha fatto paura! »

« Ma dai Kili, era solo una storia! E le storie non sono vere! »

« Sì, però a me sembrava vera! » disse l’altro tirando su col naso « E poi, non è vero che le storie non sono vere! In quella storia c’è Babbo Natale e Babbo Natale è vero! Quindi può essere vero anche l’Orco! »

Fili rimase in silenzio nel suo letto: sapeva perfettamente che Babbo Natale non esisteva, ma non poteva dirlo a Kili, sua mamma gli aveva fatto promettere che non glielo avrebbe rivelato.

« Fili? »

« Mh? »

« Dormi? » domandò il più piccolo, quando si accorse che il fratello non gli rispondeva.

« Ci provo, ma tu continui a parlare! »

Kili rimase in silenzio per qualche secondo, poi scostò leggermente le coperte: « F-Fili? »

« Cosa c’è? »

« Posso venire nel letto con te? »

« Hai paura? »

« Mh mh… » disse Kili annuendo vigorosamente.

Il fratello maggiore scostò le coperte con un sospiro: « Solo per questa notte, ok? »

Sul viso di Kili si allargò un enorme sorriso, e si infilò nel letto del fratello.

Rimase in silenzio per alcuni secondi, poi chiese: « Se l’Orco arrivasse, tu mi proteggeresti? »

« Ma certo! » gli rispose Fili con uno sbadiglio.

« Però tu non sei grande come lo zio Thorin, sei sicuro che ce la faresti? »

« Sono forte come lui, cosa credi! » borbottò l’altro offeso.

« Sicuro? »

« Sì, sicuro! Ora però dormi, è tardi. »

 

 

 

 

Erano passate tre notti, e per tre notti Kili si era intrufolato nel letto del fratello, per poi avere incubi tremendi e urlare, svegliando tutti nel bel mezzo della notte, impiegando poi ore per riuscire a riprendere sonno. Per questo, Dís aveva colto l’occasione della Vigilia di Natale, per mettere in atto un piano attraverso il quale cercare di aiutare Kili a vincere la sua paura… di Babbo Orco Pallido.

Il fatto era che, da degna discendente di Durin, aveva organizzato un piano niente male, che vedeva come protagonista suo fratello. Il problema stava però nel riuscire a convincerlo a collaborare per mettere in atto il suo piano, anche se Dís sapeva perfettamente come giocare le sue carte e sapeva altrettanto bene che, puntando sull’affetto che Thorin provava per quelle due piccole pesti, sarebbe certamente riuscita a convincerlo a interpretare quella “piccola parte”…

 

 

 

 

Quando la porta della camera in cui suo fratello si era barricato, finalmente si aprì, Dís non riuscì a reprimere un sorrisino divertito: un Thorin vestito con un improbabile costume rosso e un berretto a punta completo di pon pon bianco, uscì imbronciato. Si fermò sulla porta, gettò a terra con poca grazia un sacco colmo di regali, incrociò le braccia sul petto e guardò malissimo la sorella.

« Non dire niente. » ordinò burbero.

Dís cercò di nascondere il sorrisino divertito.

« Allora, ricordi il piano? » domandò.

« Mh. » mugugnò Thorin di rimando.

« Thorin… » lo rimproverò lei.

« Ma sì, sì. » sbottò lui « Vado dentro, mi presento come Babbo Natale e gli do i regali. »

« Perfetto! » esclamò lei soddisfatta.

Thorin fece per incamminarsi verso la camera dei nipoti, quando si sentì tirare per una manica: « Dimentichi questa! » gli disse sua sorella, porgendogli una lunga barba bianca.

« No, la barba no! »

« Se entri senza barba ti riconosceranno di sicuro! »

« Ma… »

« E tu non vuoi che i tuoi nipoti ti riconoscano, vero? Potrebbero andare in giro a raccontare a tutti i loro amici che lo zio Thorin si è travestito da Babbo Natale… »

Il nano afferrò con stizza la barba finta che la sorella gli porgeva, e la sistemò alla bell’e meglio.

« Per la barba di Durin! » esclamò gesticolando « Dimmi te se un Nano deve mettersi la barba finta! Questo è un insulto a tutta la nostra famiglia, a tutta la discendenza di Durin, a Durin stesso e alle barbe di tutti i Nani vissuti nella Terra di Mezz… » ma si bloccò, quando la sorella gli si parò davanti con un indice posato sulle labbra.

« Vuoi fare silenzio?! Li sveglierai! E spiana quel cipiglio: non si è mai visto un Babbo Natale arrabbiato! »

« Non si è mai visto nemmeno un Nano vestirsi da Babbo Natale. »

La sorella lo ignorò: « Allora, io ora vado in camera mia, tu fai quello che devi. »

Suonava più come un ordine che come un suggerimento… e Thorin si domandò, per l’ennesima volta, come mai sua sorella fosse così simile a loro padre nel dare ordini… addirittura quasi più convincente di lui, che era un maschio, nonché primogenito, nonché erede diretto al trono di Durin…

« Thorin?! » lo richiamò con veemenza lei.

« Sì, sì ho capito! »

Dís gli sorrise, e gli fece cenno di andare, prima di chiudersi la porta alle spalle.

Il Nano si avviò quindi verso la stanza dei nipoti, borbottando ancora qualcosa sul fatto che fosse una vergogna che sua sorella avesse chiesto a lui di fare una cosa del genere.

Pochi passi dopo, si ritrovò di fronte alla porta della camera dei nipoti, e ancora borbottava, inveendo contro quella stramaleddettissima barba che non voleva decidersi a stare al suo posto, per non parlare del cappellino che si ripiegava continuamente in avanti facendogli finire il pon pon negli occhi. Spostò con stizza la punta del cappellino e, mentre abbassava la mano, senza accorgersene rimase impigliato nella barba con uno dei suoi anelli.

Inveì nuovamente, in Khuzdul, e prese a trafficare con la barba.

 

In quel momento, in camera…

« Ehi… ehi Fili… »

« Uh? Kili che c’è? » domandò Fili sbadigliando e voltandosi verso il fratellino che ormai dormiva nel suo letto da quattro notti « Un altro incubo? »

« No… F-Fili… sento dei rumori… dietro la porta! » bisbigliò Kili, portandosi la mano a schermare la bocca nel tentativo di non produrre troppo rumore.

Fili si sollevò, e seduto sul letto sbatté le palpebre alcune volte, rimanendo poi in ascolto per alcuni secondi.

« Non ti preoccupare fratellino. » gli disse stendendosi nuovamente, non udendo alcun suono « Probabilmente te lo sei immaginato. Dai, mettiti giù! »

Kili si accoccolò accanto al fratello maggiore che gli strinse una mano.

« Ma io li ho sentiti! »

« Te l’ho detto, è solo perché hai paura! Ti sembra di sentire rumori che non… »

Improvvisamente, Fili si bloccò, e tese l’orecchio in ascolto.

« L’hai sentito? L’hai sentito?! » fece Kili in un sussurro stritolandogli la mano.

Fili annuì: « Stai calmo Kili, lasciami sentire! »

I due rimasero in perfetto silenzio, trattenendo addirittura il respiro per annullare qualsiasi rumore.

Ed ecco, da fuori sentirono provenire dei borbottii e altri strani rumori che non riuscirono ad identificare

« Fili… »

« Non è la mamma. » disse il maggiore « Non è la sua voce, ma non riesco a capire… »

« È un orco… È l’ Orco Pallido! » esalò Kili « Oppure un drago, un enorme drago… è Smaug che ci ha trovati anche qui! »

« Shhh! » fece Fili, tendendo le orecchie.

Attraverso la fessura sotto la porta, i due fratellini videro qualcosa muoversi, poi udirono nuovamente dei borbottii non identificabili.

« Fili, chiamiamo la mamma! »

« No. »

Kili si voltò verso il fratello maggiore con un’ espressione sconcertata.

« Se chiamassimo la mamma, e quello lì fuori fosse un ladro, potrebbe farle del male. Dobbiamo proteggerla! »

« Ma… noi siamo piccoli! »

« Siamo discendenti di Durin, Kili! » disse l’altro stringendo di più la mano del fratellino « Non importa quanti anni abbiamo, dobbiamo essere coraggiosi e difendere la mamma e la nostra casa! Lo zio Thorin farebbe così. Sei con me? »

Kili rimase senza fiato, ma riconobbe del vero nelle parole di suo fratello. Nonostante la sua giovane età, il più piccolo era consapevole dell’importanza dei suoi antenati, e di cosa questo comportasse.

« Va bene! » disse, non senza un brivido che gli correva lungo la schiena.

Fili annuì: « Coraggio, prendiamo le armi! »

I due scesero dal letto cercando di non fare rumore. Sussultarono, quando questo scricchiolò nel momento in cui il loro peso venne meno.

Si avvicinarono a tentoni alla sedia su cui posavano le loro armi ogni sera, prima di andare a dormire.

La stanza era completamente immersa nel buio, se non per quella sottile lama di luce che penetrava da sotto la porta e verso la quale Fili e Kili tenevano incollati gli occhi, seguendo attentamente ogni minimo movimento di quell’ombra che si agitava e borbottava là fuori.

Afferrarono le loro armi: Fili aveva due spade di legno e Kili una piccola ascia.

« Cosa facciamo adesso? » bisbigliò Kili.

« Ci mettiamo di fianco alla porta, uno di qua e uno di là. » spiegò Fili « E aspettiamo. Se entra lo attacchiamo, senza lasciargli il tempo di fare qualsiasi cosa. »

« E se non entra? »

« Se non entra usciamo noi! Forza ora! »

I due si avvicinarono di soppiatto alla porta della loro camera. Stavano trattenendo nuovamente il respiro. Kili sentiva chiaramente il cuore pulsargli nel petto e rimbombare poi fin nelle orecchie. Fili stringeva con forza l’impugnatura delle due piccole spade, sfogando in questo modo la tensione.

Raggiunta la porta, Fili sfiorò la spalla del fratellino, che sussultò:

« Tu mettiti di là » gli disse « Quando entrerà tu ti ritroverai dietro la porta. Io gli do il primo colpo, poi salti fuori tu e lo attacchi di sorpresa. E ricordati: mira a caviglie e ginocchia, lì fa più male! »

Kili annuì e fece come gli aveva detto il fratello.

Finalmente, accanto alla porta, potevano sentire meglio il brusio e i borbottii che provenivano dall’esterno della loro camera.

 

 

Erano ormai cinque minuti abbondanti che Thorin stava litigando con il suo anello, impigliato in quella “stramaledettissima” barba.

All’inizio cercò di trattenersi, ma dopo un po’ i suoi improperi in Khuzdul passarono dalla mente alla bocca, e si ritrovò a borbottare, nemmeno poi tanto silenziosamente, senza pensare che i nipoti avrebbero potuto sentirlo.

Quando finalmente riuscì a liberare l’anello dalla barba, ebbe la bella idea di levarselo e infilarlo in tasca per evitare ulteriori complicazioni, quindi si caricò nuovamente in spalla il sacco con i regali, e appoggiò la mano sulla maniglia della porta.

 

 

Quando la maniglia della porta si abbassò di qualche millimetro, nel buio della stanza Fili e Kili si scambiarono un’occhiata d’intesa.

Fili si appiattì contro il muro, impugnando più saldamente le spade, mentre Kili si sistemò in posizione di attacco, sollevando l’ascia sopra la testa e, se fino a poco prima aveva tremato come una foglia, ora fissava suo fratello negli occhi e questo, unito alla consapevolezza che la loro vita e quella della madre era nelle loro mani, bastò a infondergli il coraggio per mantenere la calma necessaria all’azione che stavano per compiere.

Sentirono qualcuno schiarirsi la voce all’esterno, poi la porta si spalancò…

« Buon Nat… »

Non appena l’intruso ebbe messo piede nella camera, Fili fece roteare le spade e lo colpì alle caviglie. Quello emise come un urlo strozzato, sorpreso dall’accoglienza che gli venne riservata.

« Kili, ora! »

Al segnale del fratello, Kili schizzò fuori da dietro la porta e mirò deciso al ginocchio destro.

L’intruso cedette leggermente verso il ginocchio che gli era appena stato colpito e portò una mano a massaggiarlo. Kili approfittò della situazione e tirò un altro fendente con l’ascia, colpendo di striscio lo zigomo del malcapitato.

Fu in quel momento, quando il poveretto si abbassò per massaggiare il ginocchio, che un fascio di luce proveniente dall’esterno della camera riverberò di sfuggita sul volto dell’intruso, e i suoi occhi e quelli di Fili si incrociarono per qualche secondo, lasciando il bambino senza fiato.

« K-Kili… aspetta! » urlò, vedendo che il fratellino stava per tirare un altro fendente con la sua ascia. Per fortuna, il malcapitato riuscì a rialzarsi e corse via, zoppicando, tirandosi dietro l’enorme sacco che portava sulle spalle.

I due bambini corsero ad affacciarsi alla porta della camera, e videro l’intruso darsela a gambe.

« Hai visto Fili! Hai visto?! » gridava Kili eccitato « Era tutto vestito di rosso, come Babbo Natale! Sono sicuro che fosse l’Orco Pallido! Era l’Orco Pallido! E hai visto? Siamo stati bravissimi! Lo abbiamo fatto scappare! Siamo troppo forti! »

Ma Fili non rispondeva, era come imbambolato e fissava ad occhi spalancati il punto in cui avevano visto sparire l’“Orco Pallido”.

Nel giro di pochi secondi, udirono dei passi veloci provenire dal fondo del corridoio e videro la madre correre verso di loro:

« Fili, Kili! Si può sapere cos’è successo? » domandò con un sorriso, immaginando già l’entusiasmo con cui si aspettava che le rispondesse il piccolo Kili, felice di aver incontrato Babbo Natale e finalmente senza più timori nei confronti dell’Orco Pallido.

E in effetti, la risposta che le giunse era colma di entusiasmo… anche se non era esattamente l’entusiasmo che si aspettava lei.

« Mamma! Mamma! » gridò il piccolo « Lo abbiamo sconfitto! Ti abbiamo salvata! Siamo stati bravi, vero? »

Dís rimase un attimo interdetta: « Avete… fatto cosa? »

« C’era un mostro qui fuori! Un Orco Pallido vestito da Babbo Natale, come nella storia del Piccolo Nano, ma noi lo abbiamo attaccato appena è entrato in camera e lo abbiamo sconfitto! »

Dís guardò con sgomento i figli: « E… precisamente, come lo avete attaccato? »

« Con spade e ascia… » intervenne Fili, che ora aveva appoggiato la schiena al muro e fissava la madre con sguardo interrogativo, come se le volesse dire: “Mi spieghi cosa caspita è successo qui?”. In risposta, Dís gli lanciò un’occhiata eloquente.

« Allora mamma? Non dici niente?! » reclamò Kili, scocciato perché nessuno si complimentava con lui per la sua forza e il suo coraggio.

« Avete… avuto paura? » domandò lei riscuotendosi un poco.

« Oh sì, all’inizio. Ma poi Fili ha detto che siamo discendenti di Durin, e che non dobbiamo avere paura! Così lo abbiamo aspettato dietro la porta e quando è entrato… BAM! Lo abbiamo assalito e lui se l’è data a gambe! »

Dís osservò il bambino con aria interrogativa: « Quindi… » gli domandò « Non hai più paura dell’Orco Pallido? »

« Oh no! Io e Fili ormai potremmo sconfiggere qualunque Orco schifoso che si intrufola in casa nostra! Siamo fortissimi! »

« Orco schifoso… » bisbigliò Dís, e le scappò un sorrisino « Ma come sono orgogliosa di voi! » disse quindi inginocchiandosi e abbracciando i figli « Se non fosse stato per voi, ora quell’Orco chissà cosa avrebbe combinato! »

« Ma ora dov’è andato? Dobbiamo inseguirlo? » domandò Kili.

« Oh, no, direi di lasciar perdere… sarà di sicuro scappato lontano! » esclamò Dís. Fili le lanciò una nuova occhiata interrogativa, e lei gli fece cenno con gli occhi che non era il momento.

« E se torna? » continuò Kili.

« Non credo che tornerà. Lo avete sistemato per bene! »

Kili sorrise, poi sbadigliò rumorosamente.

« Tornate a dormire ora. Sono certa che non ci sia più alcun pericolo! »

Kili protestò un po’, ma poi si lasciò convincere a tornare a letto, anche perché stava per addormentarsi in piedi.

« Vuoi dormire con Fili? » domandò Dís mentre rimboccava le coperte al più piccolo dei suoi figli.

« No, ora non ho più paura! »

Lei sorrise, quindi passò a rimboccare le coperte anche al maggiore, che la osservava ancora con sguardo preoccupato: come avrebbero giustificato quel loro comportamento… con lo zio?

Dís parve leggere quel timore sul volto di Fili, così, con la scusa di sistemare il copriletto, si abbassò e gli sussurrò: « Non ti preoccupare… ci penso io! » e gli fece un occhiolino.

Fili osservò la madre che lasciava la camera e si chiudeva la porta alle spalle. Finalmente il suo cuore era tornato leggero.

« Ehi Fili, siamo stati grandi, non è vero? » domandò Kili, non appena furono nuovamente immersi nel buio.

« Tu sei stato grande! » gli disse il maggiore « Con quell’ascia hai colpito nei punti giusti! »

« Ma tu l’hai tramortito all’inizio! Sai una cosa? Quando saremo grandi come lo zio e andremo in battaglia contro gli orchi, dovremo sempre combattere assieme! »

 

Quando la mattina dopo si svegliarono, Kili era ancora completamente su di giri, e continuava a ripetere quanto fossero stati bravi e forti e coraggiosi lui e suo fratello. Per poco non rovesciò la tazza di latte, imitando uno dei fendenti che aveva tirato all’Orco Pallido.

Fu in quel momento, che Thorin entrò nella sala da pranzo.

« Buon giorno. » borbottò, e si sedette al tavolo lasciandosi cadere pesantemente sulla sedia.

« Zio Thorin! » esclamò immediatamente il piccolo Kili, che non vedeva l’ora di raccontare allo zio quanto era stato bravo, forte e coraggioso la sera prima, ma si interruppe, notando che Thorin aveva qualcosa di stano in faccia.

« Cos’hai fatto lì, zio? » domandò preoccupato.

« Oh niente… » rispose Thorin facendo scivolare una ciocca di capelli sul viso « Devo aver sbattuto da qualche parte. »

Dís non poté fare a meno di ridacchiare sotto i baffi, ricevendo un’occhiataccia da parte di Thorin. Ma Kili non se ne accorse e non indagò oltre, preso com’era dall’elogiare le gesta eroiche sue e di Fili, e raccontò allo zio per filo e per segno quello che era successo quella notte.

« Beh, siete dei degni eredi di Durin. » fece Thorin quando Kili ebbe terminato il suo racconto « Ora scusatemi, devo scappare, il dovere mi chiama. » e si allontanò, zoppicando leggermente.

« Dai Fili, andiamo a giocare all’Orco Pallido! » urlò entusiasta Kili.

« Ma scusa… fino a ieri eri terrorizzato… » borbottò Fili, rigirando il suo latte con il cucchiaio e osservando, cupo, il liquido bianco.

« Te l’ho dettooooo! » rispose l’altro « Ora non ho più paura! Dai, andiamo a chiedere a Ori se vuole giocare con noi! Lui potrebbe fare l’Orco Pallido! »

Fili alzò un sopracciglio con aria scettica: « Sai… non me lo vedo molto Ori come Orco… »

Kili rimase un attimo immerso nei suoi pensieri: « Allora lo chiediamo a Dwalin! » quindi saltò giù dalla sedia e corse in camera urlando « Dai Fili sbrigati! »

Fili guardò la madre e sbuffò.

« E dubito che Dwalin accetti di giocare con noi a fare l’Orco… »

Dís sorrise: « Beh non si sa mai… ieri tuo zio ha accettato di vestirsi da Babbo Natale… »

« A proposito che cosa… »

« Oh non preoccuparti, è tutto a posto! » lo rassicurò la madre.

« Sì, ma… perché? » Fili gesticolava, non riuscendo a trovare le parole. Non riusciva proprio a comprendere come mai suo zio, lo zio Thorin, si fosse conciato in quel modo… ridicolo!

« Diciamo che volevamo aiutare Kili a guarire dalla sua paura dell’Orco Pallido… e anche se non è andata proprio come avevamo sperato ci siamo riusciti! » Dís sorrise, e Fili ne fu contento: era raro vederla sorridere, soprattutto da quando era morto il loro papà.

« Ora vai a giocare. » aggiunse poi la nana « Raggiungi tuo fratello! »

Fili fece come gli aveva detto la madre. Si diresse in corridoio e si avviò verso la camera che divideva con Kili, quando improvvisamente vide qualcosa brillare in un angolo. Si avvicinò e raccolse un oggetto che conosceva molto bene…

 

 

Fili correva a perdifiato per i cunicoli della loro grotta, dirigendosi verso le stanze dove solitamente si trovava Thorin durante il giorno, quando non era nella fucina a lavorare, e dove incontrava qualche altro nano importante o semplicemente sfogliava varie scartoffie che a Fili erano sempre parse estremamente noiose.

« Kili, devo andare un attimo dallo zio Thorin. » aveva detto al suo fratellino, e quello aveva protestato sonoramente, ma Fili era stato irremovibile « Tu stai qui buono e non muoverti! Prepara le armi, quando torno ti prometto che gioco con te all’Orco Pallido, ma ora devo proprio andare a dire una cosa allo zio. »

E Kili aveva protestato nuovamente, dicendo che anche lui voleva andare dallo zio, perché ormai era grande e anche lui voleva sentire i discorsi dei grandi, e a Fili era toccato promettere che, se fosse rimasto ad aspettarlo in camera, lui poi gli avrebbe insegnato quella mossa segreta in cui si sorprende l’avversario alle spalle. Finalmente, Fili era riuscito a convincerlo, ed ora correva verso le stanze dello zio.

Arrivato davanti alla porta, si fermò alcuni secondi appoggiato alla parete fredda di roccia, per riprendere il fiato, quindi bussò.

« Zio… sono Fili. »

« Entra. » fu la risposta secca che ricevette.

Fili sbirciò con la testa oltre la porta, strizzando gli occhi per adattarli alla semi oscurità del luogo.

« Sono qui, vieni. » gli disse suo zio che, seduto a un tavolo, gli dava le spalle.

« Scusa non volevo disturbare… »

« Non disturbi. » rispose Thorin « Avevi bisogno di qualcosa? »

Fili si frugò in tasca, e ne estrasse un piccolo oggetto che porse allo zio: « Ho trovato questo, nel corridoio di casa… »

Thorin prese l’anello che il nipote gli porgeva.

« Devo averlo perso. »

« Mentre scappavi ieri sera? » domandò Fili.

« Non scappavo. Me ne andavo per evitare che Kili si accorgesse che ero io. » borbottò Thorin infilandosi l’anello. Doveva essergli scivolato fuori dalla tasca mentre “se ne andava” per evitare di farsi scoprire dal nipotino.

« Mi dispiace per ieri, zio… sono stato io a dire a Kili di combattere, ma non pensavo che fossi tu che… »

« Non importa, non potevi saperlo. » lo bloccò Thorin, mentre scriveva qualcosa sui suoi fogli « Promettimi solo una cosa: che non dirai nulla a Kili, né a nessun altro. Non voglio che si sappia niente in giro. Tu capisci, vero? »

Fili annuì con decisione: « Lo prometto sulla barba di Durin, sulla mia barba e sulla barba di tutti i nostri antenati! Non dirò niente a nessuno, puoi fidarti! »

Thorin annuì, osservando il nipote.

« Ti fa male? » domandò quindi Fili indicando lo zigomo dello zio, che da rosso stava passando a un colore blu violaceo per niente naturale.

« Ho subito ferite peggiori. »

Di fronte alla solita freddezza dello zio, Fili rimase in silenzio, ancora evidentemente dispiaciuto.

« Ora vai, tuo fratello ti starà aspettando. » gli disse Thorin, tornando a dedicarsi alle sua scartoffie.

Fili annuì, e si diresse verso la porta, e stava già per richiudersela alle spalle, quando suo zio lo chiamò:

« Comunque, Fili, complimenti a entrambi per la tecnica di combattimento. » gli disse, perché in cuor suo, era orgoglioso del coraggio e della forza che i nipoti avevano dimostrato.

Fili sorrise, felice per quel complimento, e corse dal suo fratellino.

 

 

 

Alcune decine di anni dopo…

 

« Coraggio fratellone alzati! » un giovane nano dai lunghi capelli scuri e gli occhi vispi rubò la coperta con la quale il suo compagno di viaggio si era riparato durante la notte.

« Sei sempre il solito guastafeste. » biascicò Fili, mettendosi seduto e fregandosi gli occhi.

In quel momento, Kili lo prese alle spalle e gli fece passare un braccio attorno al collo, immobilizzandolo.

« Oh ma guardati, sembri un bambino assonnato! Che tenero! » lo canzonò « Prima regola, guardati sempre le spalle! E stai attento alle mosse segrete dei fratelli minori! »

« Questa mossa segreta te l’ho insegnata io! E non è poi più tanto segreta, visto che l’hai insegnata a quasi tutti i nostri amici sui Monti Azzurri… » Fili si divincolò, scocciato, e finalmente Kili lasciò la presa, sghignazzando e andando a rovistare nel suo zaino alla ricerca di qualcosa per la colazione.

Fili gli tirò addosso la coperta, provocando solo altre risate da parte di quel rompiscatole del suo fratellino.

« Dormito bene, vedo… » commentò il maggiore, andando a sua volta a cercare qualcosa da mettere sotto i denti.

« Non proprio. Non è il massimo dormire in mezzo a un bosco. »

« E allora come mai sei così felice? »

« Perché manca sempre meno! »

Fili lo guardò senza capire.

« Uff, ti devo sempre spiegare tutto! » esclamò Kili, masticando l’ultimo boccone di carne secca « La casa di questo Signor Boggins è sempre più vicina! Oggi è la giornata buona, scommetto che entro sera saremo là, me lo sento! Secondo te come sarà il Signor Boggins? »

« Cosa ne so io? Non me ne intendo di… hobbit. » gli rispose Fili sistemando il suo zaino. Ormai erano pronti a rimettersi in marcia.

« Secondo me è un tipo grande e grosso, e coraggioso come nessun altro! Sono certo che Gandalf abbia scelto una persona intrepida e un esperto combattente! » fantasticò Kili mentre si avviava lungo il sentiero insieme al fratello maggiore.

« Lo spero… altrimenti chi lo sente lo zio… »

« Ma tanto ci siamo noi a proteggerlo! »

« Su questo non ci sono dubbi. » commentò Fili.

« Fili… » lo chiamò Kili osservando distrattamente le nuvole che si rincorrevano nel cielo limpido « Ti ricordi quella volta in cui è entrato in casa quel tizio travestito da Babbo Natale? »

Fili si irrigidì: « Mh… sì certo… »

« Gliele abbiamo suonate per bene, anche se eravamo solo dei bambini. Lo zio non deve temere niente! » Kili sorrise soddisfatto, procedendo quasi saltellando.

« Kili… se ti dico una cosa, mi prometti che non la dici a nessuno? » gli domandò Fili osservandolo di sottecchi.

Il minore si accorse dello strano sguardo del fratello e si fermò in mezzo al sentiero: « Suvvia Fili… lo sai che ti puoi fidare di me! »

« Oh certo, così come quando ti insegno delle mosse segrete e tu le spifferi in giro a tutti gli abitanti dei Monti Azzurri! »

« E dai, non puoi far sempre riferimento a quello! Ero un bambino, ora sono cresciuto! »

Fili gli lanciò un’occhiata scettica, poi riprese:

« Guarda che, ai tempi, ho promesso sulla barba di Durin, sulla mia e su quella di tutti i nostri antenati che non avrei detto niente a nessuno! Quindi guai a te se spifferi qualcosa! »

Kili annuì serio: « Lo giuro sulla mia barba! »

« E…? » chiese Fili.

« Uff! E su quella di Durin e di tutti i nostri antenati, contento? Ora posso sapere questo segreto dei segreti? » sbuffò il minore incrociando le braccia sul petto e assumendo la stessa espressione contrariata di quando era bambino e faceva i capricci.

« Quella sera… quel “tizio”, non era un tizio qualunque… »

Kili osservò il fratello inarcando un sopracciglio: « Oh sì, ora ho capito tutto! E questo era il tuo famoso segreto? »

« Se tu mi lasciassi parlare! » esclamò Fili « Uff, ero convinto che dopo tutti questi anni ci fossi arrivato anche tu! »

« Mi stai dando del tonto? »

« Non mi permetterei mai! » fece Fili mettendo avanti le mani e assumendo un tono quasi canzonatorio, mentre un sorrisino divertito gli si dipingeva sul volto.

Kili lo guardava, sempre più scuro in volto, aggrottando la fronte. Alla fine Fili cedette:

« La verità è che quella sera la mamma aveva organizzato un piano per cercare di farti passare la paura dell’Orco Pallido… Kili, il “tizio” vestito da Babbo Natale era lo zio! »

Fili osservò, curioso, la reazione del fratello, che ora stava immobile, le braccia ancora conserte e gli occhi spalancati:

« Qu… quindi io avrei colpito al volto… lo zio? »

Fili annuì con un sorrisetto divertito: « Ma non preoccuparti… anzi, Thorin mi ha poi fatto i complimenti per la nostra tecnica di combattimento! »

Kili rimase ancora qualche secondo in silenzio, poi un sorrisino malizioso si fece largo sul suo viso e all’improvviso prese a correre e ridere come un matto.

Fili, sconcertato, ebbe giusto il tempo di sbattere un paio di volte le palpebre, per poi mettersi a rincorrere il fratello.

« Si può sapere cosa ti prende? Dove cavolo corri adesso?! »

« Dal Signor Boggins! » urlò Kili un centinaio di metri più avanti « Non vedo l’ora di incontrare Ori e raccontargli la novità! »

« KILI! AVEVI GIURATO! » strillò Fili cercando di raggiungerlo « SULLA TUA BARBA PER LO PIÙ! »

Kili continuava a correre, ridendo come un matto: « Sai che ti dico? Correrò questo rischio! »

« E MENO MALE CHE ERI CRESCIUTO! »

 

 

 

 

 

Perfetto… qualcuno che voglia lanciarmi pomodori… uova marce… pietre? Almeno avvisatemi che inizio a scappare e, nel caso… correrò dietro a Fili e Kili! XD

Spero che almeno un po’ vi sia piaciuta! A presto!

Eowyn 1

   
 
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