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Autore: Minina    03/05/2013    1 recensioni
“Scemo! Ma non vedi che quest'affare è collegato al cavo dell'elettricità? Potresti ucciderti!”.
Rimasi abbastanza colpita da quella frase...e dal fatto che dentro il canale ci fosse una pompetta da bar collegata al cavo dell'elettricità.
Capitoli "a sé", non collegati fra di loro, di ciò che scoprirete è il "Pazzurdo".
Tutti i fatti raccontanti sono realmente "accaduti"
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutti i fatti che verranno descritti sono realmente accaduti.

 

 

 

“Sei sicura di volermi portare con te? Su questo coso?”

il “coso” non era altro che la moto del mio ragazzo che per qualche strana ragione a me sconosciuta, quel giorno Elisa guidava. Era una bella moto, tipo da cross, blu e nera con un adesivo 50 incollato sul parafango anteriore.

“Ma ce l'hai la patente per guidarla?”

“Certo! Dato che adesso sono patentata posso guidare quello che voglio”.

Non ero totalmente d'accordo, ma era tardi e non potevo arrivare per l'ennesima volta in ritardo a lezione e così dopo un OK poco convinto montai in sella; una sella incredibilmente scomoda!

Non sapevo dove aggrapparmi con le mani e non avevo i pedalini per appoggiare i piedi, l'unico modo per non cadere era quello di mantenermi in un buon equilibrio e quando partimmo ci provai con tutte le mie forze.

Stavamo per svoltare all'incrocio di S. Giustina, affianco alla chiesa, quando tutto d'un tratto io ed Elisa ci ritrovammo a terra. Istintivamente all'impatto chiusi gli occhi e quando li riaprii vidi che la mia amica non era più accanto a me.

Che diavolo di fine aveva fatto?!

Mi guardai in torno quando, dopo un po', la vidi sul marciapiede vicino alla fermata dell'Autobus che stava bene, senza nemmeno un graffio. Ero sollevata. Cercai di mettermi in piedi per raggiungere anch'io il marciapiede quando, come un fulmine, mi passò davanti un autobus arancione, e poi un altro, e un altro ancora, erano centinaia e sfrecciavano come treni davanti a me e, purtroppo, sempre più vicino a me.

Cercai di cambiare direzione, di andare verso l'altro marciapiede, ma come mi girai mi ritrovai nuovamente davanti centinaia di autobus arancioni che mi sfrecciavano davanti al naso. Ok, avevo una paura assurda.

In qualunque direzione io mi girassi non c'erano altro che autobus, sempre più veloci e sempre più vicini che non mi lasciavano andare.

Ero terrorizzata.

Devi scappare, devi scappare, devi scappare, devi scappare, devi scappare.

Ormai completamente in preda all'angoscia mi raggomitolai di fianco alla moto pregando che quei maledetti autobus se ne andassero. Sentivo l'aria che muovevano sulla mia pelle, ero paralizzata.

 

Dopo qualche secondo il rumore svanì, sentivo la calma attorno a me e qualcosa di caldo che mi copriva. Aprii gli occhi e quello che vidi mi sorprese: un signore anziano si era avvicinato a me e nel bel mezzo della strada mi aveva coperta con una coperta blu scuro, di quelle che usava la nonna.

Mi disse qualcosa ma non fui in grado di capire.

 

L'ultima cosa che ricordo era la stanza bianca dell'ospedale. A quanto pare avevo fatto un incidente.

 

Dopo una paio di settimane passate in ospedale fui dimessa, e potei tornare a scuola. Il giorno in cui rientrai c'era lezione di ginnastica nella palestra grande dietro la scuola: “La Casa Del Fanciullo” , ma non c'era solo la mia classe, bensì tutte le quarte della mia scuola e di altre, che in grandi stanzoni si cambiavano per la lezione. Io stavo per infilarmi la maglietta quando vidi un mio compagno che riferiva alla Prof che si voleva giustificare. E perchè, io no? Avevo avuto un incidente!

Mi giustificai anche io.

In men che non si dica i ragazzi iniziarono a correre una maratona lungo un argine pieno di vegetazione, accanto al canale, spronati delle dure parole dei Prof che li incitavano a non fermarsi. Tra questi uno colpì particolarmente la mia attenzione. Un ragazzo moro e tutto magrolino stava correndo con in mano due caraffe piene di Caipiroska alla fragola quando d'un tratto, com'era prevedibile, inciampò facendo cadere le caraffe e facendo inciampare ad affetto domino un' altra decina di ragazzi e ragazze; ma rimessosi in carreggiata e pulitosi i pantaloni dalla terra, dal canale tirò su una pompetta da bar dalla quale fece uscire il liquido alcolico per riempire le due caraffe. A quel punto, dalla vegetazione, spuntò fuori uno dei professori che con fare arrabbiato gli strappò la pompetta dalle mani e gli disse: “Scemo! Ma non vedi che quest'affare è collegato al cavo dell'elettricità? Potresti ucciderti!”.

Rimasi abbastanza colpita da quella frase...e dal fatto che dentro il canale ci fosse una pompetta da bar collegata al cavo dell'elettricità.

 

Le ultime immagini che riesco a rivedere nitide nella mia mente sono io che mangio uno yogurt e una barretta ai mirtilli e, sempre io, che nel cuore della notte mi sveglio, prendo la mia agendina nera, e scrivo tutti i punti più importanti che il giorno dopo avrei dovuto raccontare alla mie amiche.

 

Quando mi svegliai veramente, ci misi un po' a rendermi conto di tutto ciò che avevo sognato.

Certo, godo di una fervida immaginazione non lo nego, sono spesso soggetta a incubi e sogni strani, ma accidenti: una pompetta da bar piena di Caipiroska alla fragola attaccata all'elettricità dentro un canale?

Mi guardai allo specchio.

Paola, fatti un favore: va da un analista”

 

ANGOLO “AUTRICE”.

“Paola, con tutti sti sogni strani che fai ci potresti scrivere un libro!”

bhe ecco, magari un libro no, ma comunque ho deciso di metterli nero su bianco sul foglio elettronico così da potermene ricordare io stessa.

Io ogni notte faccio sogni strani, per me sono incubi, ma quando li racconto tutte si mettono a ridere e mi danno della psicopatica per cui, perchè non spandere il verbo del “sogno Pazzurdo” a tutti coloro che ne hanno “voglia”?

Valà, non vi tedio con mie inutili riflessioni.

ANTICIPAZIONE PROSSIMO CAPITOLO “a sè”: topi vestiti da romani, matrimonio di Elliot (quella di scrubs), Tsunami, barriere con fogli di plumcake, carlini e tutto quello che riuscirò a ricordami.

 

Tutti i fatti che sono stati descritti sono stati realmente sognati.

   
 
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