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Autore: Ria-chan    04/05/2013    5 recensioni
1. La bambola di carne 
Rosso sulle labbra il lucido rossetto,
Tre, i fili di perle, ad ornarle il petto.
Azzurro l’ombretto sugli occhi di cielo,
Sul viso, bianco di pizzo, è il candido velo.
2. Il burattino dormiente
“E va bene, ora vedo che capire tu non puoi
Per cui me ne vado, ma se un giorno ripensarci tu vuoi
Vienimi a cercare e la promessa manterrò
Anche se, aveva poi sussurrato, so bene che ben presto io ti rivedrò."
Genere: Angst, Dark, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La mostra dei giocattoli animati'
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 Ok, non so come mi sia venuta l'idea di scrivere qualcosa di simile.
 Non so perchè in rima e non so perchè in poesia.
 Non riesco a credere di averla davvero completata, dopo mesi di stasi e abbandono
 e non so perché abbia davvero deciso di pubblicarla.
 Tutto quello che so è che è nata guardando l'immagine al lato o, meglio, quella pubblicata più in basso.
 Tutto quello che so è che la storia si è sviluppata nella mia testa nell'esatto istante in cui ho guardato la foto.
 Tutto qui, nient'altro da dire.
 Sono certa che la troverete orrenda e di pessimo gusto e fattura e, per questo, sarò lieta di ricevere i vostri consigli per migliorare e ritentare       ancora.
 Beh, vi ho annoiati abbastanza: buona lettura.

















La Bambola di Carne


 

Rosso sulle labbra il lucido rossetto,
Tre, i fili di perle, ad ornarle il petto.
Azzurro l’ombretto sugli occhi di cielo,
Sul viso, bianco di pizzo, è il candido velo.
 

Stesa su un letto la bambola rotta
Posta un giorno e da lì mai più tolta
Stesa al buio con gli occhi aperti
Fissa il soffitto di vetri rotti e spenti.
 
Il volto di cera è perfettamente truccato
Il vestito logoro, in più punti strappato,
Una gamba pendente oltre il letto in metallo
Ha perso una mano e le scarpette in cristallo.
 
La folta chioma rossa è ormai diradata
Sul pavimento, sparsa, vi è ancora qualche ciocca tagliata;
D’oro, adesso, a rimpiazzo di quelli ha i lunghi capelli
Finti, vero, ma decisamente anch’essi molto belli.
 
P
er molto tempo è rimasta da sola, tristemente abbandonata,
Poi però, piano piano il suo padrone l’ha aggiustata:
le ha comprato delle scarpe, un vestito ed una borsetta colorata,
l’ha pettinata con cura ed amore
e tra gli splendidi capelli le ha posto anche un giallo fiore.
 
Ora la guarda con meraviglia e soddisfazione:
Creatura così bella che non vi è definizione,
La guarda con occhi di desiderio ubriaco
E con uno sporco bacio le sbava il rossetto opaco.
 
Ormai la sua bambola è quasi completa
Perfetta opera di un eccellente poeta,
Solo una cosa le manca ancora
O meglio, qualcosa che non le serve né mai e né ora.
 
Così il padrone le toglie con cura il logoro vestito,
lo getta per terra, noncurante, poiché presto verrà sostituito,
Le sistema la gamba e le ricuce con gentilezza la mano
Poi affonda il coltello nella carne del petto
Una volta, e poi un’altra ancora, finché non è soddisfatto
ed una rossa croce, allargandosi tristemente, le sboccia sopra il seno.
 
Ora, con attenta precisione, le allarga le carni senza decoro
Vi affonda la mano, vi cerca un tesoro,
Lo incontra con le dita e lo stringe maligno
Quel qualcosa che per lui una bambola non ha bisogno.
 
Abbandona poi quel pezzo di carne lasciandolo cadere dalla mano,
lo calpesta col piede e poi, con disprezzo, lo calcia lontano.
Ricuce preciso la croce sul petto ormai svuotato
E fissa quello spettacolo che lui stesso ha creato.
 
Ora la sua opera è finalmente compiuta,
Pura arte da nessuno mai immaginata o veduta.
Se ne starà lì, nella teca di vetro a mostrare la sua bellezza
Bambola di carne e senza cuore, con sul viso un sorriso di tristezza.
 
Sorriderà per tutti i giorni a venire
Accogliendo il padrone al suo rientro, senza parole o fastidiose moine,
Sorriderà alle vite che ormai ha lasciato,
Bambola di carne con cui nessuno gioca e che nessuno ha mai amato.

   
 
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