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Autore: AjaxBraavos    05/05/2013    0 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Al_di_l%C3%A0_di_tutti_i_limiti]
Tratto da Less Than Zero. La storia ruota attorno al dialogo tra Julian e suo padre. Spoiler!free sul finale!
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tennis non era mai stato il tuo forte.

Troppo lunghi i tempi, troppa poca spettacolarità, troppi versi. Eppure, mentre osservi tuo padre da dentro l'aiuola, ti pare che a lui piaccia un sacco. Forse è l'unica cosa bella che gli è rimasta dopo che mamma se ne è andata. Tu forse per lui sei sempre stato il figlio problematico, quello che poteva crescere male, “lui e quella sua aria da furbetto”. Se solo t'avesse appoggiato non saresti in questa situazione: nascosto in un cespuglio a vederlo far versi. Ti pare più stanco dall'ultima visita.

Aspetti ancora un po', poi raccogli il coraggio ed esci da dietro, fai gli scalini pensando ad un possibile discorso, ma quando poi lo vedi dimentichi tutto e si fa avanti la tua dannata capacità di improvvisare. Ti ha sentito credi, perché aumenta l'intensità della battuta. Fai qualche scalino, sei appena dietro di lui, la battuta fallisce.

 

"Papà?" dici, cercando di richiamare la sua attenzione. Niente, non si volta, ti tocca ripeterti. C'è un attimo di silenzio: si sente solo il rumore dello spara palline.

"Che vuoi?" replica, stringendo l'impugnatura sulla racchetta. Non ti guarda nemmeno, però almeno ti ha parlato, è già un traguardo.

Ieri ti ha sbattuto via di casa facendosi aiutare pure da tuo fratello, sangue del tuo sangue.

"Solo qualche minuto" non è tanto in fondo. È lo stesso tempo che dedica ad una pallina prima di sbatterla via.

"Mio Dio, che aspetto orribile". Vorresti dirgli grazie per le gentili parole. Davvero, è quasi un complimento il fatto che sottilmente ti abbia osservato: non ci vuole un mago a notare che stai male, ma almeno ha avuto questa delicatezza. È patetico aggrapparsi a ciò, lo sai. Ma non ti rimane altro.

 

"Mi chiedevo se potessi restare a casa stanotte. Vorrei svegliarmi e sapere dove mi trovo. Sarebbe un bel cambiamento."

"Non posso." Di solito i genitori possono tutto. Sono una specie di super eroe, senza debolezze. Di solito. I genitori, di solito, non dico non posso, dicono dei no. Magari senza giustificarli, magari senza dare un senso, sono i cosiddetti Grandi No della Vita. Ma i genitori per i figli possono tutto.

 

Lui ti guarda ancora un attimo, poi si gira e si allontana. Sembra infastidito.

"Non te lo chiederei se non fossi piuttosto alle strette ora." è sbagliato, pensi, che un figlio debba supplicare aiuto. Supplicare una schiena, poi.

"Ne abbiamo parlato 100 volte"

"Cento e una, in realtà" cerchi di stemprare un po' la tensione, è solo una battuta. Tenti di riprendere il filo, di chiamarlo a te.

"Mi hai ingannato sulla terapia. Hai mentito. Hai rubato. Guarda che hai fatto alla famiglia."

"Non lo capisci quando dico la verità?"

"No. Hai tradito la mia fiducia."

"Sì" senti le lacrime che ti bagnano il volto. Ha ragione in realtà. Lo hai tradito, lui, tua madre, tuo fratello. "Me ne vado. C'è un tizio a cui devo un mucchio di soldi. So che ti sorprenderà. Voglio risolvere il problema. Voglio fare qualcosa di buono. Davvero. E vorrei che mi dicessi "in bocca al lupo" che tu mi creda o no." c'è qualcosa in ognuna di quelle lacrime che fa scattare qualcosa in te, difatti, sei persino più deciso di prima. Tuo padre non ti vuole più, devi riguadagnarti il suo affetto.

 

Poi, come nella migliore storia di fumetti, c'è quello che comunemente viene chiamato "colpo di scena". Tuo padre cede e non su di te, ma sulle sue convinzioni: ti crede.

"Julian? Puoi rimanere pulito per una settimana? Per una dannata settimana? Farò ciò che posso per aiutarti. Ma ho bisogno anche del tuo aiuto.”

"Posso provarci."

Avevi dimenticato cosa si provasse ad avere qualcuno che ripone la tua fiducia su di te, avevi dimenticato il calore di un abbraccio. Avevi dimenticato talmente tante cose che lo stringi forte, perché non vuoi perdere quella sensazione, non più.

"Ce la faremo." dice, e non sai se parli a se stesso, a te, o ad entrambi.

Non ti importa: sarà difficile anche così perché la paura è tanta e i problemi troppi, ma non ti importa. Hai lui, hai te stesso e hai speranza e adesso, davvero, va bene così.

  
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