Disclaimer: Light Yagami, Misa Amane, Ryuuzaki e tutti gli altri personaggi appartengono a Tsugumi Ohba e a Takeshi Obata, nonché al loro editore e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa
storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non
ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si
ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece
copyright dell’autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la
citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite
permesso scritto.
"È atteggiamento prudente non fidarsi mai di quelli che ci hanno ingannato anche solo una volta."
- René Descartes -
Fino in fondo
Avrebbe fatto meno male?
No.
L'avresti amato di meno?
No.
Sarebbe cambiato qualcosa?
No.
Allora perché piangi?
Misa guarda Tokyo e vede lui.
Guarda nello specchio e vede uno spettro di sangue e fumo, un lupo vorace e a cui si era consegnata con l'avventatezza della vittima.
Sospira e lascia colar via vetro e rimpianti, cancrene insanabili che portano il suo nome.
Non hai riflettuto, vero Misa?
No.
No, Misa non è stata cauta.
Misa non ha calcolato, ma ha agito.
Patetica formica, innocente uccellino, Misa ha spezzato ogni regola della sana prudenza per essere sposa e compagna di un dio bellissimo e spietato.
E adesso?
Silenzio.
Inspira con violenza e ricorda quanto fosse doloroso schiuder le cosce per lui - a lui.
Ricorda i morsi esigenti e l'umido d'una voglia disturbata e disturbante.
Ricorda e piange ancora, perché il suo corpo non ha mai smesso di volerlo - di amarlo.
E adesso?
È finita.
La voce si fa muta all'improvviso e il mondo pare collassare su se stesso.
Ha smesso di soffiare quel vento gelido e le persone le chiedono - le gridano - cose a cui non sa rispondere.
È ferruginosa la morte e porta con sé i suoi occhi.
È una stanchezza avvolgente nelle ossa e un grumo nel petto, là, dove una volta c'era il cuore.
Perché?
Perché ti amavo, Light Yagami.
E dal cielo non cade alcuna lacrima.