Serie TV > Elisa di Rivombrosa
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Autore: pamagra    27/11/2007    5 recensioni
[La figlia di Elisa] I pensieri di Agnese, in un giorno di pioggia, davanti a due ascoltatori silenziosi... Ambientata dopo la festa e prima dell'incontro tra Agnese e Andrea alla fonte. Accenno di Agnese/Andrea.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1…

2…

3…

Contò lentamente le gocce di pioggia che bagnavano il vetro, rendendo il paesaggio ai suoi occhi ancora più malinconico di quanto già non fosse.

Sospirò e si diresse verso il divano, il camino era acceso e nell’aria si diffondeva un profumo di legno di cedro misto a quello più leggero e dolce di lavanda che Dorina metteva in ogni stanza ogni mattina. Sospirò nuovamente e si alzò irrequieta, cominciando a passeggiare per la stanza e a guardare fuori dalla finestra…

Sperava tanto che smettesse di piovere, altrimenti non sarebbe potuta andare, era stata via tanto tempo e ora che era tornata non poteva non mantenere la promessa…

4…

5…

6…

Fuori la pioggia scendeva incessantemente e sembrava dovesse continuare così per molto tempo; si voltò indispettita e corse fuori dalla stanza, scese le scale quasi volando e uscì fuori sulla terrazza e subito avvertì la pioggia che fredda le lambiva la pelle e le scorreva sotto i vestiti,rabbrividì ma non si fermò: scese la scale e corse fuori di cancelli del palazzo…non poteva mancare…

Arrivò con il fiatone e il cuore che palpitava nel petto; si sedette sull’erba bagnata e respirò rumorosamente per riprendere fiato…aveva corso tanto e ora si sentiva le gambe molli…

Guardò le due tombe accostate l’una di fianco all’altra,proprio come lo erano stati i suoi genitori,accarezzò la superficie fredda di marmo e un’improvvisa tristezza la invase, la consapevolezza di essere mancata per tanto tempo si fece sentire forte e prepotente e il dolore che per quasi 10 anni aveva tentato di sopprimere nella parte più nascosta della sua anima ripiombò con crudeltà facendo scorrere sulle guance color pesca lacrime di fuoco che ironiche e dolorose si mescolavano alle gocce di pioggia. Chinò il capo e chiese loro scusa, per non essere stata presente, per non essere una perfetta nobildonna,per tutte le volte che li aveva odiati perché l’avevano abbandonata e chiese scusa perché aveva tanto bisogno di rivederli e perché le mancavano terribilmente…

“Mi dispiace…mi dispiace così tanto…mi mancate così tanto…sono successe troppe cose…il peso è grande soprattutto sulle spalle di Martino…dovevate esserci, dovevate guidarlo e dovevate esserci per me, perché non riesco a ricordare quanto doveva essere bello stare tra le vostre braccia, avere i vostri sorrisi, perché… maledizione…Mamma, Papà, mi mancate così tanto… ci sono i francesi e quel Loya…è così arrogante, stanno spadroneggiando sulle vostre terre, su coloro che avete amato e che io amo, sulla gente di Rivombrosa…e Martino non può cacciarli e poi anche i briganti, lo Sparviero, ma chi si crede di essere?! I contadini al borgo dicono che è un eroe, Giannina e Bianca dicono che ha fatto tanto per i contadini…e poi…c’è…Lui con i suoi occhi e il suo sorriso così sfacciato, temerario e dolce, con il suo sguardo e la sua voce che mi è entrata dentro e mi sta dilaniando perché non conosco il suo nome…” si asciugò le lacrime si accorse che aveva smesso di piovere, si guardò intorno e vide la natura rigenerata da quel pianto del cielo, l’erba sotto di lei risplendeva della rugiada, gli alberi portavano sulle foglie piccole e tenere delle perle d’acqua che in quel pomeriggio così magico risplendevano di luce…Guardò verso il castello e sentì un profondo calore al petto

La sua casa…

Riportò lo sguardo sulle tombe e accarezzò nuovamente le superficie, ora era calda e il marmo sembrava risplendere anch’esso, sorrise mentre la brezza dello Zefiro si alzava e l’accarezzava dolcemente…sentì qualcosa accanto a sé, come una presenza invisibile e rassicurante, un dolce ricordo che prendeva forma e che le si accostava in un abbraccio di padre e madre fusi assieme…

Sentì una lacrima scorrerle sul viso ma ad essa non ne seguirono altre…

“Mamma…Papà…grazie …vi voglio bene” e la tristezza si annullò nel suo cuore per lasciare il posto ad un senso di pace e una nuova fermezza. Lesse i nomi incisi sulle lapidi e giurò:

“ Non lascerò che tutto quello per cui avete lottato cambi

Fabrizio Federico Giovanni Clemente Ristori

Conte di Rivombrosa

Che conosceva amore e coraggio…

Lotterò con tutte le mie forze perché il mio mondo non crolli, perché coloro che amo non soffrano

Elisa Scalzi Ristori

Contessa di Rivombrosa

Tenera e splendida

Lotterò come mi avete insegnato voi,lotterò perché il mio nome è

Figlia indomita di queste terre

Agnese Ristori,

strappata alla vita troppo presto*

Contessa di Rivombrosa”

Agnese raddrizzò le spalle gettò un ultimo sguardo alle lapidi e le sembrò di vedere- per un gioco di luci o altro- una giovane donna e un uomo che giocavano con una bambina…

Sorrise a voltate le spalle si diresse a casa.

*sono le iscrizioni sulle lapidi di Fabrizio e Elisa, no mi ricordo dove le ho lette cmq non sono inventate da me:P

  
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