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Autore: alpha_omega    09/05/2013    3 recensioni
America guardò il panorama di Nagasaki sotto di se. Non poteva essere opera sua. Lui era l'eroe. Era colui che doveva proteggere le persone, era dalla parte dei buoni.
Lui non era un mostro.
Oppure si?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Giappone/Kiku Honda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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America guardò il panorama desolato di Nagasaki dalla pedana dell'aereo; non poteva essere opera sua.
Lui era l'eroe, no?.

Si strinse la testa fra le mani -Che cosa ho fatto?- urlò disperato, mentre sentiva le lacrime scendergli inesorabili lungo le guance, -CHE COSA HO FATTO!-.

Continuò a piangere costringendo i suoi occhi a guardare quello scempio di cui era responsabile. Fece atterrare l'aereo mentre lo cercava con lo sguardo.
E lo trovò: era disteso in una pozza di sangue, l'uniforme prima bianca era macchiata di un miscuglio di sangue e fuliggine, il viso quasi irriconoscibile distrutto dal

calore .

Cadde in ginocchio senza il coraggio di guardare Giappone negli occhi -Sono un mostro- sussurrò tra le lacrime. Aveva paura di toccarlo, non voleva fargli ancora più

male di quanto non avesse già fatto. Il suo corpo gli apparì fragile come non mai.


Ricominciò a piangere senza freni: Giappone era un suo amico, come aveva potuto fare quello a un amico?
Si ricordò dell'attacco a Pearl Harbour: all'epoca si sarebbe augurato che l'intero arcipelago giapponese affondasse, che scomparisse per sempre dal mondo.
Ma ora quell'augurio di morte gli sembrava solo un sogno inutile di morte nato da un pazzo.
-Scusa- sussurrò -scusa-.
Il giapponese lo fissò negli occhi -Ma perchè?: perchè prima mi scarichi una bomba addosso e poi mi aiuti?: perchè hai ucciso la mia gente e distrutto la mia città e ora

piangi implorando il mio perdono?.
-Sono stato un pazzo Giappone, me ne sono reso conto solo adesso-.

Era solo colpa sua.
Aveva usato Hiroscima come cavia, la bomba non era mai stata testata su esseri umani, ed ecco il risultato.

Qualcosa gli sfiorò il viso asciugandogli gli occhi pieni di lacrime. Giappone cercò di sorridere mentre gli accarezzò una guancia -Non è colpa tua America-san, ho

iniziato io-
Non era arrabbiato; eppure avrebbe ogni ragione per esserlo.
 -C'è una bella differenza fra tremila e trecentomila vittime Giappone.
Lui scuote la testa -Sono sempre vite Alfred, e per quanto detesti ammetterlo il tuo paese ha vinto-
E' la prima volta che lo chiamava con il suo nome; la sua voce assomigliava a carta vetrata, eppure era densa di dolcezza, quasi fosse Kiku a prendersi cura di lui.
Lo sollevò da terra nel modo più delicato possibile , cercando di farlo mettere seduto, prese una bottiglia d'acqua e lo fece bere finchè non ne rimase nemmeno una goccia.
Gli sfilò la giacca dell'uniforme per controllare le innumerevoli ferite che gli attraversano l'addome, represse un gemito d'orrore quando vide che in alcuni punti la stoffa si era fusa con la pelle e se ne andava via con essa. Kiku tremò, esposto com'era al freddo; l'americano gli mise la propria giacca sulle spalle e lo abbracciò cercando di tenerlo al caldo come poteva; il giapponese tossì e qualche schizzo di sangue macchiò la camicia di America che si preoccupò ancora di più per le sue condizioni, lo prese in braccio e lo portò dentro l'aereo, fino al lettino. lo adagiò con delicatezza sul materasso, ma quando fece per allontanarsi sentì il ragazzo trattenerlo per un braccio -Non andartene- lo supplicò Giappone -Ti prego, resta con me.
Gli accarezzò una guancia -Mi vuoi davvero accanto a te? Dopo tutto quello che ti ho fatto?.
-Te l'ho già detto: la colpa di tutto questo è anche mia- la nazione appoggiò il viso sulla sua spalla -Voglio che questa guerra finisca; che non muoia più nessuno- una lacrima solcò il suo viso.
Alfred lo abbracciò-anch'io voglio smetterla con questa pazzia, abbiamo superato ogni limite, ci siamo fatti la guerra a vicenda e alla fine non ha vinto nessuno-
-Ma tu...-
-Questo si chiama massacro, non vittoria- lo guardò con aria triste - Non permetterò che succeda di nuovo, te lo giuro, ti giuro che la guerra finirà il più presto possibile.
Kiku sorrise -Grazie- sussurrò con un accenno di sorriso in volto. Il primo vero sorriso che faceva dopo anni.
Si guardarono negli occhi, contenti di aver finalmente deciso di riappacificarsi.
Fu un bacio dolce, il loro. Alfred fece di tutto per non toccare le ferite dell'altro mentre lo sorreggeva per le spalle ancora troppo deboli; quando smisero era quasi l'alba: dal finestrino dell'aereo si potevano vedere i soldati americani che accorrevano in aiuto dei superstiti rimasti. Il sole che sorgeva non era mai stato tanto bello.


ANGOLO AUTRICE
la coppia GiapponeAmerica è sempre stata una delle mie preferite: la vicenda si svolge dopo la seconda bomba lanciata sul Giappone dai soldati americani.
Dopo il disastro della bomba atomica molti volontari americani partirono per il giappone per dare una mano a ricostruire le città distrutte e curare le persone ammalate dalle radiazioni, mi sono ispirata a questo fatto realmente accaduto per scriverla.
è la mia prima Yaoi, spero sia venuta decente.
a presto
alpha_omega
 

  
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