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Autore: RakyKiki    10/05/2013    1 recensioni
'In bilico' è la seconda parte di 'Ancient Love' e si alternerà tra passato e presente.
Potrebbe contenere spoiler sulla seconda/terza stagione!
E' un crossover con Supernatural e riguardo ciò devo avvisarvi che per ora ho visto solo la prima stagione e i primissimi episodi della seconda, quindi perdono eventuali errori o simili ^^
Detto questo, vi auguro una buona lettura!
Dal testo:
"“Quindi ora che si fa, Rachel? Continuiamo a cercarlo?” chiede Isaac fissandomi.
“Io…non lo so.” Rispondo prendendomi la testa tra le mani.
Tutta quella situazione inizia ad essere snervante.
“Isaac ha ragione Rachel. In assenza dell’Alpha sei tu a doverci guidare. Sei la ‘mamma’ del branco.” Aggiunge Erica sorridendomi incoraggiante. "
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Past, present and future. '
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Capitolo4.

Note d’autore.

Non so davvero come scusarmi per l’incredibile ritardo! Questo capitolo è stato un vero e proprio parto plurigemellare podalico!
Comunque sia, vi ringrazio immensamente per le recensioni che lasciate, mi rendono incredibilmente felice.
Per quanto riguarda le altre storie che sto scrivendo/traducendo, prometto di aggiornare il prima possibile!
Detto questo, vi lascio al capitolo, e buona lettura! PS: Ho riletto il capitolo e modificato qualche imprecisione, solo che ho dovuto rimetterlo perchè Efp faceva i capricci xD

           

 

 

 

“Come ti è saltato in mente di andartene così? Stai pur certa che appena avrò sistemato la situazione qui in ospedale, prenderò il primo volo per Beacon Hills e ti riporterò qui! Te ne sei andata via con due cacciatori, e non mi interessa quello che dice tua zia, dei cacciatori non ci si può fidare!” esclamò David.

“So quello che faccio zio. Se poi verrai qui tanto meglio, c’è bisogno di aiuto contro gli Alpha, ed un licantropo in più potrebbe essere utile.”

“Tu non combatterai questa guerra.” Rispose severo l’uomo.

“E’ il mio branco quello minacciato. Combatterò, puoi starne certo.”

“Azzardati a farlo sul serio e-” fece per ribattere lo zio che venne però interrotto dalla ragazza.

“Devi fidarti di me zio! Sono al sicuro con Dean e Sam. Ora devo scappare.” Tagliò corto la ragazza, attaccando il telefono in faccia allo zio e riprendendo a cucinare.

I due cacciatori entrarono in casa con le buste della spesa in mano, Sam con un’espressione rassegnata mentre Dean aveva l’aria di chi nasconde qualcosa.

“Buone notizie!” esclamò il biondo entrando in cucina, seguito a ruota dal fratello.

“Ho trovato un lavoro sia per me che per Sam.” Spiegò Dean.

“Bene, sono contenta abbiate seguito il mio consiglio.” Rispose Rachel mentre infornava l’arrosto.

“E dimmi, cosa avete trovato?” chiese curiosa la ragazza.

“Se proverà a staccarti la testa a morsi, stai pur certo che non interverrò.” Si intromise il castano.

Dean sorrise ed ignorando bellamente le parole del fratello spiegò tutto alla ragazza.

“Questo pomeriggio mi trovavo del tutto casualmente dalle parti del tuo liceo ed ho pensato di farci un salto e per puro caso mi sono imbattuto nel preside, che è stato così gentile da dirmi che cercavano un nuovo co-allenatore per la squadra di lacrosse/assistente insegnante di educazione fisica. Così mi sono offerto per il posto e mi hanno assunto, mentre sono riuscito a sistemare Sammy in biblioteca come segretario. In questo modo potremo tenere d’occhio tutti gli adolescenti della città e allo stesso tempo i  licantropi che ne fanno parte.”

La situazione era abbastanza comica: Sam alternava lo sguardo tra Dean e Rachel preoccupato che questa potesse staccare la testa al fratello, Dean fissava l’altro cacciatore sorridendo e Rachel fissava prima il biondo poi il bruno leggermente confusa.

“Derek non ne sarà contento.” Disse solo la ragazza mentre si toglieva il grembiule da cucina e spariva al piano superiore, per poi ricomparire nella stanza con la borsa in mano.

“Stai uscendo?” Chiese Sam vedendo che la ragazza stava indossando il cappotto.

“Sì, oggi c’è una riunione del branco. L’arrosto sarà pronto tra circa mezz’ora. Ci vediamo più tardi ragazzi.” Rispose Rachel, dopodiché uscì di casa e si incamminò verso la fermata del bus, diretta verso l’appartamento di Derek.

Il cielo era plumbeo ma la ragazza era uscita comunque senza ombrello, con il risultato di arrivare davanti alla casa dell’Alpha zuppa come una spugna. Salì le scale velocemente starnutendo ogni tre per due e sperò con tutto il cuore che il lupo con i suoi sensi super sviluppati l’avesse sentita ed avesse già aperto la porta di casa, poiché aveva assolutamente bisogno di mettersi al caldo. Le sue speranze furono soddisfatte quando trovò Peter sulla soglia della porta.

“Perso l’ombrello?” disse sarcastico l’uomo facendo entrare la ragazza.

“Non l’ho proprio preso, quando sono uscita non pioveva! Tempo del cazzo.” Esclamò Rachel togliendosi il cappotto.

“Siamo di cattivo umore oggi?” chiese Peter.

“No. Voglio dire sì, o per lo meno lo sono da quando i Winchester hanno deciso di sorvegliarmi come se fossi un pericoloso criminale.” Disse la ragazza lasciandosi cadere sul pavimento davanti al termosifone.

“Cos’hanno fatto?” chiese Derek uscendo da quella che doveva essere la cucina.

“Si sono fatti assumere a scuola uno come segretario, uno come vice allenatore. Come se non li avessi abbastanza tra i piedi durante il giorno.”

“Ti avevo detto che non sarebbe stata una buona idea averli in casa… Dove vai zio?” chiese stupito Derek, vedendo lo zio prendere le chiavi dell’auto.

“Isaac mi ha appena scritto dicendomi che la macchina di McCall si è rotta, quindi devo andare a prenderli. Torno tra poco. Tu intanto nipote, dai a questa povera ragazza dei vestiti asciutti o si prenderà il raffreddore! Diamine, siamo a metà Settembre ma sembra di essere in inverno!” concluse il beta uscendo dall’appartamento.

“Vieni, ti do qualcosa di asciutto da mettere.” Disse Derek porgendo una mano alla ragazza. La condusse al piano superiore nella sua camera ed andò alla ricerca di una maglietta e un paio di pantaloni che potessero andarle.

Intanto Rachel, seduta sul letto dell’Alpha, si guardava intorno con curiosità: la stanza era enorme, un grosso letto troneggiava sulla parete difronte all’entrata, il muro dietro di questa nero e gli altri quattro di un color granata metallico piuttosto scuro. Il resto del mobilio comprendeva una scrivania con sedia abbinata, una libreria, un armadio con accanto una cassettiera sopra cui vi era uno specchio. La ragazza si lasciò cadere completamente sul letto e sospirò: si sentiva circondata. Sebbene non volesse darvi troppo peso, la telefonata con lo zio l’aveva parecchio agitata, e la convivenza con i due cacciatori era sempre più difficile proprio per via del loro lavoro: non facevano altro che controllarla e spingevano in tutti i modi per sapere dove abitasse Derek. Tutto ciò turbava molto anche il lupo interiore della ragazza, che sentiva l’urgenza di proteggere il proprio branco da quei due pericoli.

“Questi dovrebbero andarti, almeno credo.” Le parole dell’Alpha distolsero Rachel dai suoi pensieri e la ragazza si alzò dal letto andando incontro al ragazzo.

“Grazie.” Rispose e fece per uscire dalla camera, ma venne preceduta da Derek, che le disse che poteva cambiarsi lì.

Così fece Rachel e nemmeno avesse sentito ogni suo singolo movimento, Derek rientrò proprio quando la ragazza si era appena infilata la maglietta.

“Stai bene?” le chiese, vedendo che fissava un punto impreciso alle sue spalle.

“Si, se tralasci la costante sensazione dell’essere controllata ogni minuto della tua giornata.” Rispose Rachel andando a sedersi sul letto, appoggiando la schiena contro la testiera.

Derek la fissò qualche istante, indeciso sul da farsi, per poi raggiungerla e sedersi nella sua stessa posizione.

“Perché non li mandi via? E’ casa tua dopo tutto.” Chiese un po’ dubbioso.

“Perché mi sembra brutto fare una cosa del genere. Insomma, sono qui per aiutarci.”

“Ma sono anche qui per ucciderci.” Rispose l’Alpha fissando la ragazza.

“E’ solo che… ok, avevo chiesto loro di trovarsi un lavoro, ma non volevo che lo facessero per tenermi ancora di più sotto controllo!” esclamò esasperata Rachel.”

L’Alpha aveva un pensiero che gli ronzava per la testa da quando la genitrice era tornata. Pensiero che aveva sempre represso, ma che questa volta premeva per essere espresso.

“Vieni a stare qui.” Disse alla fine il lupo, cedendo alla muta richiesta della sua mente.

“Hale, hai seri problemi di fiducia, pensi davvero di potermi sopportare in giro per casa?” chiese sarcastica la ragazza.

“Moore, fai parte del branco. E poi non ho problemi di fiducia.”

“No, certo che no. A tal punto che persino i tuoi problemi di fiducia hanno problemi di fiducia.” Rispose sorridendo la ragazza.

“Addirittura? Sono così messo male? Eppure mi sembrava di essere migliorato un minimo.”

“Oh sì, sei migliorato in effetti. Ma… sul serio potrei venire a stare qui?” chiese improvvisamente seria Rachel.

“Si. Come ho detto, fai parte del branco. Senza contare che più uniti siamo, meglio è. Sempre ammesso che ti faccia piacere.”

“Si, ovvio che mi fa piacere. Però Hale, mi stupisci ogni giorno di più!” rispose sorridendo Rachel, per poi fare un grosso sospiro, senza che nemmeno lei stessa ne sapesse la ragione.

Derek agì d’istinto.

Un momento prima il pensiero si stava formando nella sue testa, e l’attimo dopo aveva attirato la ragazza contro il proprio petto stringendola in un abbraccio.

“Ci sbarazzeremo degli Alpha. Ci sbarazzeremo dei Winchester. Ti prometto che si sistemerà tutto vedrai.” Aggiunse senza pensarci il lupo.

Rachel, totalmente presa in contropiede, stretta in quella calda morsa si sentì incredibilmente esposta ed allo stesso tempo al sicuro e ricambiò l’abbraccio, sentendo ululare di felicità il proprio lupo interiore.

Restarono fermi in quell’abbraccio finché Peter non tornò con il resto del branco, escluso Stiles che era rimasto a casa con il padre, e finalmente iniziarono la riunione.

Dopo che anche il resto del branco ebbe appreso il nuovo impiego dei Winchester, Scott riferì che dal primo giorno di scuola erano arrivati nel liceo una coppia di gemelli, entrambi vestiti con giubbotti di pelle e con moto sportive, che avevano tutta l’aria di essere dei licantropi.

“Non li ho notati oggi quando sono andata dalla Morrel.” Disse Rachel sedendosi meglio sul divano.

“Oggi non c’erano. Ma penso possano essere degli Alpha, il loro portamento incute un certo timore.” Rispose il beta-non beta lanciando un’occhiata ad Isaac per conferma.

“Se sono davvero degli Alpha non è prudente che Rachel vada a scuola. Magari per ora potrebbero non accorgersi della sua natura, ma il giorno di plenilunio sicuramente lo noterebbero.” Disse Peter, trovando in Derek un valido alleato.

“Deaton ha pensato a questo problema, ed ha detto che basta che Rachel prenda queste pillole ed il suo odore verrà mitigato. Certo nei giorni di luna piena si sentirà di più, ma è sempre meglio di niente.” Rispose Isaac lanciando un tubetto alla ragazza, che per poco non mancò la presa.

Stabilirono gli ultimi dettagli, giusto in tempo per l’arrivo delle pizze, ordinate spontaneamente da Peter, e mangiarono direttamente in salotto, come se fossero una famiglia, o un gruppo di vecchi amici.

I due adolescenti se ne andarono poco dopo, accompagnati da Peter, e lasciarono una Rachel mezza addormentata sul divano ed un Derek intento a brontolare mentre tentava di rimettere un po’ in ordine il suo appartamento.

Quando finalmente l’Alpha ebbe finito si accorse che la ragazza era ormai crollata in un sonno profondo e, per non lasciarla sola, si sedette sul divano vicino a lei, mettendosi a guardare un po’ di televisione.

Ad un certo punto si appisolò e si risvegliò solo quando sentì Rachel che, nel sonno, si era appoggiata a lui.

Senza pensarci troppo e seguendo il suo istinto, Derek l’abbracciò e, sistematosi un po’ meglio, si concesse un po’ di meritato riposo.

 

Ciò che svegliò Rachel fu l’odore di frittelle che aleggiava nella stanza. Fece per alzarsi ma trovò due forti braccia che la bloccavano e solo in quel momento si ricordò di non essere mai andata via dalla casa dell’Alpha e che, con molta probabilità, quelle braccia erano proprio quelle del lupo brontolone.

Non senza poca fatica riuscì a liberarsi ed si andò a cambiare con i propri vestiti.

Mentre si dirigeva verso la porta d’ingresso venne intercettata da Peter che, senza ammettere scuse, la fece sedere a tavola per “una colazione come si deve”, usando le sue parole.

“E’ cambiato.” Esclamò la ragazza ad un tratto, dopo un silenzio disteso.

“Penso che lentamente stia iniziando a capire che non è stato per colpa sua che i nostri familiari sono morti. Kate era un’invasata, e in un modo o nell’altro avrebbe portato a termine ciò che aveva in mente. Sai, per lui non è  facile fidarsi degli altri, per non parlare di se stesso: ora però sa di avere un branco che si fida abbastanza di lui, ed il tuo ritorno non ha fatto che migliorare le cose. In questi mesi si è sforzato molto per essere un Alpha migliore, ha affrontato i demoni del nostro passato andando a trovare i nostri familiari al cimitero e tornando dove la fine ebbe inizio, ed ora è sicuramente più forte di prima. Certe volte, quando lo guardo, mi sembra di rivedere mio fratello, sempre ostinato a voler aiutare tutti, pronto a tutto pur di rendere felici le persone che ama. A modo suo anche mio nipote tenta di farlo, anche se magari  non tutti i tentativi possono andare a buon fine. Se riusciremo a superare anche la minaccia del branco di Alpha, penso che diventerà il capo che ha sempre desiderato essere.” Peter concluse il suo monologo sussurrando, poiché aveva appena posato una coperta sul nipote, che dormiva ancora beato sul divano.

“Ha bisogno che tu gli stia vicina in questo particolare momento, per lo meno come amica… Avresti mai immaginato che un pazzo come me potesse mai fare un discorso così sdolcinato?” chiese poi sorridendo in modo ironico alla ragazza.

“Gli vuoi bene, questo spiega tutto.” Rispose Rachel, posando una mano sulla spalla dell’uomo e sorridendo leggermente.

Peter le posò le chiavi dell’auto in mano, e prima che la ragazza potesse protestare le disse: “Prendi la mia auto, non è il quartiere adatto ad una ragazza che gira da sola.”

Rachel lo ringraziò ed uscì dall’appartamento, non senza prima aver buttato un ultimo sguardo all’Alpha.

   
 
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