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Autore: Chirubi    11/05/2013    5 recensioni
{ LuckyShipping - Red/Green }
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« Red, tesoro… ».
Il momento tanto temuto sopraggiunse, Green era già intenzionata a partire all'attacco, mentre il corvino era in balia delle onde blu mare negli occhi della ragazza.
« Sì? » biascicò con un sorriso inebetito, sussultando quasi nel sentire il suo nome pronunciato da quella voce soave e con parvenze occasionalmente melliflue.
« … avrei bisogno del tuo aiuto per… »
Lentamente prese ad accarezzargli il braccio che gli reggeva la gota sinistra, rossa quanto la sua stessa giacca, con il tocco delicato.
« … un affaruccio che ci potrebbe portare una bella fortuna. »"

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[ Probabilmente è la cosa più intelligente che abbia mai scritto. Probabilmente no. Ma l'importante è che il mondo capisca quanto sia sottovalutata e bella la LuckyShipping~ ]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Green, Red
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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Troublemaker

 

LuckyShipping: – Red/Green

 

 

 

Quella sera estiva Azzurropoli era anche più animata del solito: ricca di colori, persone dagli indumenti più svariati, flash continui di macchine fotografiche nonostante l'orario, profumini invitanti provenienti dalle case e voci allegre che riempivano l'aria.

Ma per Red queste cose non esistevano, c'erano solo lui e quella porta.

Deglutì nervosamente, dando un ultimo sguardo fugace al bigliettino stropicciato che odorava ancora di inchiostro, alzando poi gli occhi come rubini sull'indirizzo vergato d'oro su una targa di legno: via Ventosa, 63, di Azzurropoli, corrispondente all'unica locanda della città; e fu sicuro che non fosse una trappola solo quando iniziò ad udire qualche accenno di musica jazz accompagnato dall'acuto e cristallino tintinnio dei bicchieri di vetro.

Meglio così, almeno sapeva che non si trattava dell'ennesimo brutto tiro di Green e che quella fosse davvero una taverna, invece di qualcos'altro.

E sì, Red pensò proprio il termine “qualcos'altro” perché non sapeva cosa aspettarsi dalla ragazza.

Ma d'altronde non sapeva cosa aspettarsi nemmeno dal suo Pikachu, che fremeva impaziente nella Poké Ball.

« Sta' buono, Pika, tanto non ti faccio uscire. » borbottò, ed esitante spinse la porta verde, facendo rimpiazzare l'insopportabile afa estiva dal tepore dei forni accesi da poco e da luci tenui e soffuse che illuminavano sufficientemente il locale.

Non era molto grande, ci sarà stata circa una mezza dozzina di tavoli con quattro sedie per ciascuno, la fonte del leggero velo di jazz che aleggiava lieve, il palcoscenico con un trombettista dall'aria malinconica, e, seduta ad un tavolo in disparte sulla destra, lei.

Si rimirava le unghie laccate con fare vanesio, tutta sorridente e soddisfatta, ma oltre questo piccolo dettaglio era – fisicamente – sempre la solita Green, così raggiante da sembrare lei la provenienza del calore nella locanda.

Non si era accorta ancora della presenza di Red, cosa che il ragazzo prese con gran sollievo. Bene, aveva ancora pochi secondi per pensare bene cosa dire alla brunetta in qualsiasi situazione si presentasse loro.

Spostò involontariamente brusco una sedia di acero per accomodarsi, ridestando nella fanciulla che gli si poneva davanti la solita malizia, fino a quel momento assopita e coperta da un'ingenua vanità.

« Dimmi direttamente cosa vuoi, arpia. ».

Scherzò il corvino, per allentare la tensione che lo voleva far risultare un pezzo di legno a tutti i costi.

La ladra lo prese alla leggera, senza dar peso alla sottile provocazione.

« Buonasera anche a te, mio eroe. »

Ironizzò melliflua, sorridendo e tamburellando le dita sul delizioso tavolo di ciliegio. Ecco, era appena cominciata la battaglia silenziosa tra i due, perché Red sapeva che Green aveva richiesto lì la sua presenza per un motivo ben preciso, invece del vago invito a cena che gli aveva spedito; ormai il ragazzo aveva imparato che dietro qualsiasi parola pronunciata dall'astuta brunetta ci fosse un secondo fine, nonostante in quel momento, per quanto si sforzasse di leggere nei suoi occhi blu e cristallini, non riusciva a coglierlo.

« Seriamente, Green, dimmi direttamente ora perché siamo qui. ».

Alzò le mani in segno di resa, osando un gesto che con l'assetto comportamentale “Pezzo di legno” non avrebbe nemmeno potuto immaginare; ma fu decisamente meglio così, almeno il suo pragmatismo gli stava conferendo il sangue freddo necessario per non andare nel pallone in presenza della ragazza, la quale nell'udire le parole – corrette – di Red sussultò, fingendosi offesa.

« Ma caro, io volevo solo stare un po' con te… ». Green si poggiò le mani sulle cosce, sospirando teatralmente e sfoggiando il più ammaliante dei suoi sguardi di zaffiro, un grande tallone d'Achille del Campione di Kanto.

Come poteva resistere all'aria seducentemente infantile e agli occhi di cristallo della giovane?

In nessun modo, tant'è vero che si immerse tanto nell'occhiata della ladra da dimenticare la frase con cui ribattere alla sua palese menzogna.

Un cameriere accorse inconsapevole in soccorso a Red, il quale lo ringraziò mentalmente di cuore per averlo salvato da una situazione che già volgeva verso l'imbarazzante.

Si limitarono ad ordinare un'insalata e un piatto di riso in bianco da dividere in due, non era per il cibo che si erano incontrati nel ristorantino di Azzurropoli.

Una volta tornati soli, Green iniziò a fare i convenevoli con l'amico, calcolando astutamente il fatto che a quella tarda ora il ragazzo non fosse in grado di seguire il filo del discorso. Difatti il suo piano per ammaliarlo e ammorbidirlo prima della proposta ormai prossima consisteva in una parlata logorroica ma lenta, per non farlo spazientire, per poi sedurlo con le mani, le gambe e tutto quello che le sarebbe potuto tornare utile, rimanendo sulla decenza. Perché nonostante tutto, lei era pur sempre una signora.

Per cui, parlando del più e del meno, accavallò le gambe senza dimenticare di ammiccargli, riaccendendo l'interesse del Campione.

Al gesto seguirono guance poggiate sui palmi delle mani, lasciando ampia visione sulla scollatura dell'abito scuro, dolci sorrisi e addirittura lievi arrossamenti di gote, tutti elementi che infervorarono il ragazzo.

Il tutto proseguì liscio come l'olio anche quando arrivò da mangiare, dato che Red era stato completamente ipnotizzato dal fascino più visivo che oratorio della fanciulla.

Le parole erano superflue, servivano solo da melodioso sfondo sonoro ovattato per l'opera di seduzione di Green, la quale era tanto presa quanto il corvino da sé stessa da perdere il filo del discorso, lasciando che la propria voce la guidasse sotto le occhiate sconcertate dei gestori del locale, troppo superficiali per comprendere il segreto del mestiere della ragazza.

Nel mentre, Red si sentiva nel paradiso e nell'inferno, da un lato perché iniziò a perdere la testa per la ladra, dall'altro perché doveva resistere a qualsiasi tentazione l'avrebbe potuto far cedere.

« Red, tesoro… ».

Il momento tanto temuto sopraggiunse, Green era già intenzionata a partire all'attacco, mentre il corvino era in balia delle onde blu mare negli occhi della ragazza.

« Sì? » biascicò con un sorriso inebetito, sussultando quasi nel sentire il suo nome pronunciato da quella voce soave e con parvenze occasionalmente melliflue.

« … avrei bisogno del tuo aiuto per… »

Lentamente prese ad accarezzargli il braccio che gli reggeva la gota sinistra, rossa quanto la sua stessa giacca, con il tocco delicato.

« … un affaruccio che ci potrebbe portare una bella fortuna. »

Così come Green aveva atteso a lungo di pronunciare quella frase, Red l'aveva attesa con crescente timore, pur lasciandosi inebriare dalla svenevolezza della brunetta.

« Che tipo di affaruccio? » le chiese distrattamente, quando invece sapeva bene che si trattava dell'ennesimo furto o di una truffa.

Green sorrise sorniona, il Campione di Kanto era alla sua più totale mercé , sarebbe bastata solo qualche altra zuccherosa moina per confermare il suo dominio psicologico sull'amico.

Cambiò posto, andandosi ad accomodare sulla sedia di acero accanto a quella del diretto interessato, prendendolo sottobraccio e poggiando la guancia sinistra sulla sua spalla.

« Pensavo solo di fare un giretto a Zafferanopoli per visitare i nostri amici della Silph. » sussurrò, protendendosi verso l'orecchio del ragazzo per rendere la frase peccaminosa solo appena percettibile e spostando poi le labbra sul suo collo, poggiandovi un lieve bacio.

Red si era ufficialmente preso una sbandata per Green.

Soffocò un gemito e sorrise, serrando le palpebre sugli occhi cremisi. Così, anche quando realizzò le già previste intenzioni della ragazza, si limitò a lasciarsi abbandonare alla sua corte palese, permettendo alla ladra di continuare a solleticargli con le labbra il collo, facendole passare sulle guance, sulle quali lasciò baci altrettanto delicati.

Il corvino, che a fatica rispondeva di sé, prese a guardarle sottecchi la gambe nude con bramosia, come se fosse reduce da litri di alcolici, ma soprattutto come se la brunetta causasse dipendenza come quelli. Ma accorgendosi della situazione, Green vide bene di serrare ancor più le gambe, per quanto fosse attratta dal ragazzo.

« Allora, mio eroe? » insisté, dato che all'astuta truffatrice conveniva concludere in fretta l'affare, per evitare di cadere in frangenti che non sarebbe stato ancora il momento di vivere.

Lui rispose mugugnando, poco prima di ricambiare le smancerie dell'altra e facendola silenziosamente innamorare di lui. Brutto colpo, per una come Green.

Peccato che Red, per quanto potesse amare le attenzioni della ragazza, si vide tristemente costretto a deluderla, mentre le solleticava con i capelli scuri il collo morbido e vi lasciava una scia appena umida di baci, passando poi di rimando sulla guancia.

« Perdonami, Green, ma non posso accettare. » mormorò, scuotendo appena il capo.

Le accarezzò una guancia soffice, guardandola dritto negli occhi cerulei e mise subito le mani avanti, non ci pensò nemmeno due volte prima di dirlo, dato che l'istinto quasi fraterno nei suoi confronti stava prendendo il sopravvento.

Per carità, Red non avrebbe mai permesso che Green si mettesse nei guai, nonostante riponesse – più o meno – fiducia nelle sue strategie.

« Sono cose che faccio quotidianamente, dolcezza, perché comportarsi così? Pensavo solo che ti potesse interessare trovarti con un po' di grana in più in quelle tasche. » borbottò a voce bassa e capo chino, sfiorandogli dolcemente la mano sulla sua guancia.

Desiderava ardentemente commettere il loro primo furto di coppia, che poi sarebbe stata un'occasione imperdibile per dichiararsi al corvino, ma, come si sarebbe dovuta aspettare, non sarebbe stato facile convincerlo.

Ma Green aveva un piano B, perché si era giurata solennemente che non se ne sarebbe andata da quel ristorante senza il consenso del ragazzo, a costo di rimanervi per il resto della sua vita.

Il piano B era perfetto, di quelle dighe che serrano l'acqua egregiamente, senza contare il fatto che quello fosse il momento idoneo per attuarlo.

Peccato solo che ci fosse un unico piccolo foro che, se forzato, avrebbe potuto distruggere l'opera della brunetta, facendole rischiare il tutto per tutto nel vero senso della parola.

Si diede il caso, infatti, che la ruota di scorta di Green prevedesse una completa messa a nudo dei propri sentimenti nei confronti del Campione della Lega per smuoverlo un po', che a quanto poteva constatare era però una via sicura da percorrere.

« E va bene, ma poco importa per adesso. » sospirò stringendosi nelle spalle, ricomponendosi quel secondo necessario a riorganizzarsi le idee prima di utilizzare la sua arma migliore.

« Ci sarebbe un'altra ragione ben più importante per cui ti ho richiesto qui stasera, tesoro. » ammiccò, con il sorriso bianchissimo stampato sul volto candido e apparentemente angelico.

Red si grattò appena con l'indice una guancia, guardando interdetto per qualche secondo la ragazza e chiedendosi quale fosse questo secondo motivo, nonostante fosse facilmente prevedibile dato il frangente in cui i due si trovavano.

Eppure si ostinava a non capire, tanto che per lui era impossibile immaginare di avere ricambiati i suoi sentimenti per la cara amica, la quale gli si avvicinò lenta, per godersi ogni minimo istante.

« Red… » esordì esitante, con un mormorio che lasciava trasparire un po' di tensione addirittura in Green che invece era sempre stata una ragazza a sangue freddo, dato il suo sporco mestiere.

Ma si perse negli occhi scarlatti dell'Allenatore, trasudanti dolcezza come miele.

Ormai anche l'abile truffatrice dalla veste nera si era accorta di provare ben più di semplice attrazione nei suoi confronti.

Era annegata nelle sue iridi tanto particolari, il cui colore si trasportò anche sulle gote poco dopo imporporate della ragazza con gli occhi blu.

Ma che diamine stava facendo? Davvero sarebbe stata in grado di dare via anche la sua sfera emotiva per un furto?

Se Green avesse detto a Red che lo amava sarebbe stato per amore e per nient'altro, per quanto in realtà lei fosse maestra della menzogna.

Ma c'era qualcosa in quegli occhi tanto dolci che la spinse ad irrigidirsi leggermente, rendendola un pezzo di legno come proprio il Campione di Kanto aveva avuto paura di divenire non troppo prima.

Bizzarra assai, la sorte.

Fatto sta che colei che tra truffe e furti aveva guadagnato di tutto e di più non era riuscita a rubare un bacio a Red.

Chinò il capo, provando a risolvere il vortice di emozioni che le si era scatenato dentro.

Baciarlo o non baciarlo?

Convincerlo o lasciar perdere?

Era così confusa che si dimenticò addirittura di essere in dolce compagnia, per giunta del ragazzo che le aveva fatto perdere la testa da tempo immemore.

« Green, è tutto a posto? » le domandò ingenuamente il ragazzo, chinandosi quel po' necessario per provare a capire qualcosa, sebbene non ci riuscì, anche perché lei si limitò a tacere nella sua immobilità, quando invece dentro c'erano più vita e fervore che mai e in realtà la brunetta era già riuscita a trarre vantaggio da quella situazione inizialmente scomoda.

Ovvio, quale miglior mezzo della “finta timidezza” l'avrebbe aiutata a far colpo, oltre alle sue estreme arti seduttive?

Con l'indice, quindi, le alzò prudentemente il mento, sorridendole dolcemente e guardandola negli occhi cerulei.

Ella ricambiò il sorriso, con l'unica differenza che il suo fosse palesemente malizioso e provocatorio, date le sue doti immani da attrice provetta.

Si guardarono per pochi secondi, nei quali Green pensò direttamente al seguito del suo piano.

Per cui si sporse leggermente in avanti, sulle labbra dell'amico, dando inizio ad un bacio lento e romantico, e per attirare Red ancora più a sé gli gettò le braccia al collo, facendo così aderire completamente i loro corpi.

Il corvino, preso alla sprovvista, ricambiò il bacio a labbra schiuse, permettendo alle loro lingue di incontrarsi, rendendo l'effusione ben più passionale di quanto fosse inizialmente, per poi stringere la ragazza in un dolce abbraccio.

A questo Green non era assolutamente preparata, quella presa alla sprovvista era divenuta lei.

No, non doveva lasciarsi andare a qualcosa di tenero, sarebbe stato troppo diverso da quello che aveva sempre voluto mostrare di sé.

Lei era bella, seducente, scaltra, non romantica come invece si stava rivelando.

Si impose perciò di iniettare nella sua bocca della velenosa brama, quella che aveva contestato precedentemente con gli occhi al ragazzo serrando le gambe scoperte.

Ma nulla da fare, era una battaglia persa, la tenerezza del ragazzo l'aveva ormai vinta, la secolare aquila della rigidità sentimentale di Green aveva perso quota.

Continuò a lasciarsi andare, giocherellando distrattamente con la maglia scura e la giacca bianco-rossa del ragazzo per altri buoni due minuti, finché decise che era ora di portare comunque a termine il suo piano.

Si era fatta una promessa, e a questa avrebbe tenuto fede a qualsiasi costo.

Si staccò a malincuore e ansante dall'amato, mezzo frastornato ma comunque al settimo cielo.

« Wow. » esclamò stupefatto Red, mentre si risistemava il berretto un po' storto sulla testa, anche il corvino altrettanto ansante.

Non aveva mai provato nulla del genere, per cui si lasciò stupire dalla piacevole scoperta, lambendosi appena le labbra con la lingua per sentire ancora una volta il sapore di quelle di Green, sorridente e felice come non mai.

« Be', cavolo. » gongolò l'Allenatore vestito di rosso e con le gote infiammate dello stesso colore, anche lui sorridente e contento.

« Se ci vedessimo domani per continuare, poi? » propose, ammiccando giubilante e ricomponendosi.

Green era sul punto di rispondere semplicemente in modo affermativo, finché non si fermò un secondo prima, con un bagliore sagace che le guizzò negli occhi color oceano.

« Certamente… » esordì, alzandosi agilmente dalla sedia di acero.

Red non diede importanza al gesto della ragazza, concentrandosi piuttosto sull'affermazione.

Perfetto, la sera seguente si sarebbe tenuto ben impegnato, ma non si stava accorgendo del fatto che l'astuta ladra si stesse dirigendo verso la porta della locanda, sotto gli occhi sbigottiti dei camerieri che avevano assistito alla scena.

« … ci vediamo domani a Zafferanopoli per discutere del nostro affaruccio insieme.

Ah, il conto comunque lo paghi tu, goditi l'insalata, ciao! ».

Volò fuori dalla porta sparando raffiche di parole, facendo fuoriuscire rapidamente Jigglypuff dalla sua ball e volando via, non prima di lanciare con la mano un bacio al Campione.

Colpito e affondato dalla ragazza che amava in un solo minuto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice, che è una LuckyShipper convinta~

 

Visto com'è diventato caruccio il mio angolino a fine storia?~


Va be', non voglio perdermi in tali futilità, vorrei piuttosto avere qualcosa da dire ai lettori di Pokémon Sky Blue, ai quali chiedo scusa per l'arresto brusco del ritmo di aggiornamento… ma nel frattempo spero che questa Shot di ben 2645 parole vi sia piaciuta, ci ho messo quasi un'intera settimana a scriverlo!

E qui voglio dichiarare ufficialmente che presto inizierò ad inondare EFP di LuckyShipping, perché la Red/Green rulez.

E ci tengo a precisare che io utilizzo sempre e solo i nomi in inglese, per cui ogniqualvolta leggerete il nome “Blue” nelle mie storie si tratta di quel bel gran figo di Oak, mentre Green è la ragazza del manga.

Semplice, vero?~

Comunque il titolo è facilmente riconducibile alla canzone di Olly Murs per cui ho preso una fissazione malsana, anche se non credo che sia una song-fic.

Cioè, devo seriamente finirla di confondermi con queste song-fic del cavolo.

 

Grazie a tutti quelli che hanno letto e che leggeranno la mia fanfiction, anche perché se siete arrivati fin qui significa che meritate tutto il mio amore, data la lunghezza della storia!

 

Baci a tutti,

Feralis~

   
 
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