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Autore: LaGraziaViolenta    14/05/2013    13 recensioni
Stufi dei soliti cliché di Harry Potter? Annoiati marci dalle fantastiche avventure sentimental-sessuali di tre generazioni di Serpeverde? Vi sentite smarriti e frustrati di fronte a dei Grifondoro codardi e dei Corvonero dal QI in singola cifra?
Serena Latini è quello che fa per voi. Le avventure di una sfigata Tassorosso alle prese con incantesimi, fanfiction, pony, cucina inglese e delle sue relazioni coi figli dei personaggi che tanto abbiamo apprezzato.
Zuccherosità, storielle amorose e di amicizia, figure da quattro soldi e battute demenziali attendono una povera Tassorosso made in Italy.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Dove Serena Latini scopre che Scorpius Malfoy non la fila e dove prova un ardente desiderio di mandare a quel paese Albus Potter.



Sei anni a Hogwarts e cosa avevo imparato? Assolutamente nulla.
«Avanti, Serena! Prova ad andare a parlarci, almeno! Che ci vuole?» Chelsea mi tirò una gomitata e io sussultai. Che ci vuole, dice lei? E certo, lei è una Grifondoro, se non avesse coraggio lei chi dovrebbe averne? Rivolsi uno sguardo disperato a Jeanie. Lei sospirò e si sistemò gli occhiali.
«Be’, direi che potresti chiedergli, per esempio, se ha avuto i compiti di Pozioni, visto che hai detto che era assente.»
Sgranai gli occhi. «Ma c’è Potter lì con lui!»
«E allora? Siamo in biblioteca, che c’è di strano?» Chelsea si sporse da dietro lo scaffale e spiò i due ragazzi seduti al tavolo. Biondo uguale Malfoy. Moro uguale Potter. Malfoy uguale interessante. Potter uguale scassaballe.
Jeanie sospirò ancora, così rumorosamente che Potter alzò lo sguardo dai libri. Io mi ritrassi dietro lo scaffale, una mano posata sul cuore. «Jeanie!» sibilai, irritata.
«Senti, Serena, se vuoi andare a parlargli vai. Se non vuoi non ha senso stare qui. Mi conviene andare a studiare.»
«No, non andartene!» Afferrai Jeanie per la manica e la guardai con aria implorante.
«E allora vai. Che dopo, veramente, dovrei studiare. Mica posso abbassare la media.»
Chelsea arricciò il naso. «Madame Corvonero pensa che la sua media non valga una consulenza a un’amica? Sii collaborativa, dai.»
Jeanie sollevò le sopracciglia. «”Collaborativa” non significa “perdere il pomeriggio a sospirare dietro a Malfoy”. Che poi, tra l’altro» si girò verso di me, «non riesco a capire cosa ci trovi in lui. Un Serpeverde come un altro, sembrano fatti con lo stampino. Potter invece, anche se è Serpeverde, mi sembra più simpatico.»
«Ma dai, Jeanie, sei fredda come il marmo! Se a lei piace Malfoy…»
«Sssh!» agitai le mani frenetica. Il mio viso era bollente, di certo ero arrossita. «Non così forte, Chelsea!»
«E allora vai, no?»
Chelsea mi diede uno spintone e io barcollai. Mi ritrovai oltre lo scaffale, non più protetta alla vista dei due ragazzi. E ovviamente Potter mi vide.
«Oh, chi si vede! La Tassorosso!»
Scorpius si girò a guardarmi.
Probabilmente ero più rossa della cravatta da Grifondoro di Chelsea.
«C-ciao.» Alzai la mano per salutare, ma i libri che reggevo caddero a terra con gran fracasso. Strabuzzai gli occhi e mi chinai subito a raccoglierli. Potter rise. Malfoy sembrava indifferente. O forse mascherava bene quel che provava. Qualsiasi sentimento di disgusto potesse provare per un’imbranata Tassorosso.
Deglutii, e mi avvicinai al tavolo. Posai i libri, prima di fare altri disastri.
«Vo-vo-volevo chiedere se avevate t-tutti i compiti di Pozioni. Visto che frequentiamo insieme. E visto che, be’, l’altra volta, sicuramente per un buon motivo eh, non ne dubito, Scorpius non c’era…»
«Me li ha passati Potter.»
«Ah…» Cosa significava? Che potevo andarmene? Che dovevo andarmene? «E li hai già fatti tutti?»
«Latini» intervenne Potter. Mi girai, sorpresa che mi chiamasse per cognome anziché “Tassorosso”, come faceva di solito. «Pensi che Scorpius sia così deficiente da non riuscire a fare i compiti? Lo so che è un po’ tardo, però…»
Avvampai.
Risposta istintiva. Fatti i cazzi tuoi, Potter.
Risposta che diedi. «No… Non volevo dire questo. È che… Solo che, sapete, Lumacorno sarà un po’ contrariato se qualcuno arriva senza compiti, così…»
«In ogni caso sono fatti miei, Latini» rispose Scorpius.
La vista mi si offuscò. Mi appoggiai al tavolo con una mano. «Sì, certo… Certamente. Hai ragione.»
Scorpius mi guardò negli occhi e inarcò un sopracciglio biondo. Io abbassai lo sguardo.
«Allora… Vado…»
Mi voltai e corsi dalla parte opposta rispetto a dove erano nascoste Jeanie e Chelsea. Non volevo che mi consolassero. I miei passi echeggiarono nella biblioteca. Sperai che madama Pince non mi vedesse, così avrei evitato un altro episodio spiacevole.
«Ehi, Tasso! I libri!»
Mi fermai e mi voltai. Potter mi stava venendo dietro, coi libri sottobraccio.
«Caspita, come corri! Che fai, li lasci lì?»
Risposta istintiva. Non te ne frega un cazzo, Potter. Fuori dai piedi.
Risposta che diedi. «Non fa nulla.»
«Tieni.»
Mi tese i libri. Ansimava ancora per la corsa. Anche io ansimavo, ma non me ne importava. Guardai i libri, per evitare di guardare Potter in faccia. Chissà se ero ancora rossa. «Scusa il disturbo» dissi. Presi i libri, mi voltai e scappai via.
  
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