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Autore: Bellatrix Skywalker    15/05/2013    3 recensioni
il titolo è falso. o forse no. cioè, sì ma no. insomma, sono confusa anche io.
TENERSI ALLA LARGA DA QUESTA STORIA SE SI E' ALLERGICI ALL'ARGOMENTO CITATO NEL TITOLO (la scuola)
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato a quella santa di Fanny Lestrange, che ha letto questa storia secoli fa (quando era appena stata scritta) ma di cui ora si è probabilmente scordata l’esistenza e ad Alessandra, che forse non leggerà mai questa storia ma forse è meglio così. Almeno non mi dirà che sono decisamente irrecuperabile.
 
Zoe X si sveglia quella mattina con una particolare voglia di apparire femminile.
Non che lei sia il tipico maschiaccio, tutto calcio e tv (o qualunque altra cosa possa interessare ai ragazzi), ma quel mattino vuole cambiare. Scende in cucina in pigiama con i capelli legati e tirati su in qualche modo: ancora troppo spettinati loro e troppo addormentata lei per pettinarsi e fare qualcosa di meglio.

La colazione che l'aspettava (preparata dai suoi genitori) è sempre la stessa da che ne ha memoria, ma non la cambierebbe per nulla al mondo: tazzona di latte, 7 biscotti con gocce di cioccolato.
Finito di mangiare si trascina fino in camera sua dove si fa venire la crisi isterica tipica del momento in cui ci si pone la fatidica domanda: cosa mi metto?. Litiga e impreca contro se stessa e rinuncia all'apparire più femminile del solito pescando dal fondo dell'abisso (l'armadio) una maglia, felpa e jeans larghi perché stretti fanno male alla circolazione (leggi: la mamma rompe se i jeans sono stretti). Si fa venire un colpo perché era tardi e deve ancora andare in bagno, dove si precipita sbattendo la porta perché ad accompagnarla si perde tempo. Si pettina i denti, lava i capel... No, pettina i capelli e lava i denti, mette il mascara ed esce di casa come una furia urlando un ciao prima di far tremare le fondamenta della casa correndo giù dalle scale con la sua solita grazia tipica di una mandria di bisonti inferociti.

Prende la bici e scappa verso la scuola (leggi: prigione per malati mentali che vogliono studiare matematica) e arriva appena prima della prof di latino. Dopo un'ora passata tra un attacco d'ansia pre-interrogazione e una sensazione di sollievo post-pericolo di morte per mano dei genitori se è insufficiente, l'ora volge al termine e Zoe si prepara mentalmente a 2 infinite ore di matematica e dice ufficialmente addio alla mano sinistra che la sua compagna di banco sta stritolando e spappolando perché non ha studiato e deve ancora recuperare l'insufficienza presa nel primo compito dell'anno. La compagna viene interrogata e rimedia in un qualche modo non ben specificato un 6 stiracchiato. Suona la terza ora e la megera decide che invece di interrogare spiega. Molto stancamente Zoe si prepara a non capire niente, ma straordinariamente di un'ora di spiegazione capisce 2 cose: equazioni di secondo grado e complete. Le incomplete sono state fatte la volta scorsa. In un'ipotesi molto circa all'inquasi.

Alla fine arriva il tanto famigerato quanto adorato intervallo e gli studenti rotolano giù dalle scale per arrivare alle macchinette senza trovare coda, che si forma lo stesso perché le mandrie arrivano tutte insieme. Zoe e compagne decidono di fare un giro per la scuola; ovviamente in ogni angolo ci sono coppiette che non si vedono da tempo (3 ore) che si mangiano la faccia a vicenda perché si vogliono troppo per staccarsi. Tra questi c'è la compagna di banco di Zoe.
Dopo 10 sec.. minuti, suona la campana di fine intervallo. Dopo altri cinque minuti e con mooolta calma Zoe torna in classe. Ad aspettare i ritardatari c'è un professore di fisica che minaccia di interrogazione. Ma non interroga nessuno, chiama solo alla lavagna per correggere i compiti e fa battute schifose con 'leggeri' doppi sensi (ma se ne accorge dopo averle fatte). Esempio di battuta? "ieri in una classe ho dato 24 note e le prime 3 erano: Si, La, Do".
Un'altra ora passa e finalmente arriva la lezione di storia, in cui si cazzeggia perché non c'è anima viva che riesca ad ascoltare la prof che, con la sua flemmatica voce, riuscirebbe ad annoiare un santo eremita.

Arriva la fine della pena per i poveri Cristi alias studenti costretti dai genitori a studiare al liceo scientifico (dubita che ci sia qualcuno che davvero voglia studiare) e si torna a casa. Il tragitto sembra durare delle ore ma solo per i morsi della fame che attentano alla vita della pancia di Zoe. Arriva a casa e tutto è per fortuna già pronto. Più o meno.
 

 
Spazio di quella che si dichiara autrice.
Se sei arrivato/a fin qui meriti un premio e una statua. Significa che hai una grande forza di volontà.  Tornando seri (che in realtà non siamo mai stati) so che questa storia non è per niente originale ma ci tenevo a pubblicarla perché… perché di sì. Spero che, in una realtà molto lontana, vi possa piacere!
  
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