Don't go                                     



 La baionetta cadde nel fango con un rumore metallico.
L'inglese cadde sulle ginocchia: il viso tra le mani, le sue spalle si alzavano e si abbassavano percorse da brevi spasmi di rabbia e pianto.
L'americano gli puntò la spada alla gola -Accetta la sconfitta Artur; io non sono più il tuo fratellino. Da questo momento io mi dichiaro indipendente da te come nazione e come persona.
Inghilterra lo guardò negli occhi -perchè? perchè mi fai questo?-. Si alzò barcollante in piedi  -Io Non Lo Permetterò!-
Con uno slancio disperato recuperò il fucile e si buttò sul ragazzo: deciso a distruggere ciò che aveva creato.
Due dei suoi soldati lo trattennero dal commettere una pazzia, inchiodandolo a terra.
Mentre cadeva nella pozzanghera continuava a guardare il viso di Alfred.
-America ti odio!- le lacrime che si confondevano con la pioggia
-Mi dispiace davvero, ma devo farlo per la mia gente- si voltò senza guardare indietro-.
-Perdonami Arthur-
-Non andartene, ti prego; io...ho ancora bisogno di te-
Il ragazzo si girò verso l'uomo che fino a quel momento prima era stato il suo punto di appoggio.
E poi lo vide: molti anni prima.
Rivide se stesso.
Vide Arthur tendergli la mano con un sorriso rassicurante -Andiamo a casa piccolo, ti prometto che ti piacerà-
Lo prese in braccio come se fosse suo figlio, cullandolo per farlo addormentare: non si era mai sentito più amato in vita sua.
Rivide i giochi che facevano insieme, l'espressione di Inghilterra, no, di Arthur quando lo andava a trovare: la sua soddisfazione quando aveva scoperto quanto quella piccola e indifesa nazione fosse diventata forte.
Capì quello che doveva fare.

Arthur sentì dei passi di qualcuno che si avvicinava a lui. Non alzò lo sguardo. Non osò sperare.
-Inghilterra- quella voce inconfondibile, quella voce che avrebbe riconosciuto tra mille.

America gli stava tendendo la mano.










SPAZIO AUTRICE
spero vi sia piaciuta
a presto
alpha-omega