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Autore: Nocturnia    19/05/2013    5 recensioni
Aveva imparato a non piangere Arrow, perché le lacrime sono solo il sale più crudele con cui riempire una ferita.
Aveva imparato a diventare ghiaccio e ferro, impenetrabile e spietato.
Aveva imparato a combattere e a lottare, ma ha avuto bisogno d'un uomo - un uomo vero, vivo, sofferente - per ricordarne ancora il motivo.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oliver Queen, Tommy Merlyn
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Oliver Queen, Tommy Merlyn e tutti gli altri personaggi appartengono a George Papp e Mort Weisinger, alla DC Comics e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata scritta per puro diletto personale, pertanto non ha alcun fine lucrativo. Nessun copyright si ritiene leso. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice (Nocturnia) e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


"Dalla caduta sorge l'ascesa."

- Victor Hugo -

La sconfitta della verità


Brucia Starling City e grida tutto il suo dolore, femmina illusa e illusoria.
Trema fin nelle viscere e regala il frutto più amaro d'una vendetta aspettata per anni.
Laurel è una macchia sfocata, una colpa e un futuro abortito troppo presto.
"Apri gli occhi... " mormori "Apri gli occhi, Tommy."
Non risponde l'erede di Malcolm e ti ricorda cosa sia davvero un eroe, oltre l'arroganza d'un vigilante che credeva di sapere tutto.

"Che cosa ti è successo su quell'isola?"

Aveva imparato a non piangere Arrow, perché le lacrime sono solo il sale più crudele con cui riempire una ferita.
Aveva imparato a diventare ghiaccio e ferro, impenetrabile e spietato.
Aveva imparato a combattere e a lottare, ma ha avuto bisogno d'un uomo - un uomo vero, vivo, sofferente - per ricordarne ancora il motivo.

"L'hai ucciso? Mio... padre, intendo."

Chini il capo, inspirando il lezzo della carne bruciata e dell'addio.

"No. No, Tommy."

Aveva sorriso Tommy, sebbene fosse stata solo una patetica bugia, uno di quei sogni con cui - in cui - Starling City vi aveva insegnato a vivere.

"Mi dispiace."

Laurel urla ancora e pare il rintocco d'una campana a morte.

Era tornato solo per lei.

Socchiudi le palpebre, la spalla un grumo solido di sofferenza e sangue.

Lui c'era. C'è sempre stato.

Espiri rapidamente, digrignando i denti e coprendoti nuovamente il volto con il cappuccio.

E tu? Tu dov'eri, invece?

È sereno Tommy, un amico e un complice, un ragazzo che si era mutato in uomo - in eroe - senza aver bisogno di scomparire per cinque anni.

Aveva imparato a soffocare il cuore Arrow, perché un'arma non chiede fardelli inutili, ma ragioni d'acciaio.
Aveva imparato che si deve essere disposti a morire per quello in cui si crede e che il sacrificio è solo un'etichetta in più con cui misurare la grandezza d'un sogno.
Aveva imparato tante cose Arrow, ma oggi, davanti al corpo esangue di Tommy Merlyn, non c'era l'arciere di Starling City, ma solo Oliver Queen, un ragazzo e una vittima.

"Dovevo esserci io al tuo posto..."

E ci credi davvero quando lo dici, un pigolio rabbioso e desolato, la consapevolezza di non aver mai capito nulla e l'assioma ultimo di chi immola la propria vita a un ideale.

Morte.

Non muoiono mai quelli come te, Oliver Queen, perché siete un cancro, una piaga.
Siete rapaci che nemmeno si curano delle formiche sotto di loro, frecce già scoccate verso il cielo e guerre sempre più lontane, sempre più grandi.
Cadono guerrieri come Tommy, bellator dalla pelle umana e il cuore ancora caldo.
Cadono e vi mostrano la via, un tappeto di carcasse e ricordi mai creati, mai vissuti.
Cadono e sulle loro esistenze scrivete il vostro destino, la vostra eredità.
Ma a che prezzo?

Silenzio.

Non senti più la voce di Laurel e persino la città pare essersi ammutolita di colpo, troppo sorpresa e troppo colpita per poter gemere ancora.

Starling City: la più bella, la più ricca.

Riderebbe Gotham se la vedesse, perché è piena di cicatrici quella femmina mostruosa, una città mai domata e mai posseduta davvero.
Piangerebbe Metropolis, perché vi è troppa luce tra i suoi palazzi e nei suoi occhi per poter capire le ombre del rancore.

Starling City: caduta.

"Mi dispiace, Tommy. Mi dispiace davvero."

Ed è allora che la senti, la tua condanna e il tuo boia, il tuo mantra e la tua colpa.

Oliver Queen...

Deglutisci, issandoti sul tetto cadente e scomparendo nei vicoli delle Glades, lontano da un sibilo che non racconta nulla più che la verità.

... hai tradito questa città.

E il cielo vomita le sue prime lacrime.

   
 
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