Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Segui la storia  |       
Autore: Lushia    21/05/2013    4 recensioni
Il nostro gruppetto è partito alla ricerca di un qualcosa che li aiuterà a crescere e a diventare forti per prendere, un giorno, il posto della decima famiglia dei Vongola. Dove li porterà questo viaggio? Cosa incontreranno durante il loro cammino così lontano da casa?
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Special Target 26 – The Dance (END)

cover

La bruna si era ritrovata, chissà come, davanti all'enorme specchio della sua camera.
La ragazza era rientrata da Namimori solo due giorni prima e la magione Vongola era rimasta esattamente la stessa di alcuni mesi fa.

Eppure, quando si era svegliata quella mattina, si era ritrovata in un posto completamente diverso, o quasi. La sua camera era addobbata con nastri e coriandoli, palloncini e scritte di auguri.
La madre l'aveva quasi soffocata con abbracci e baci, porgendole un vassoio con la colazione.
Latte al cioccolato, del pane tostato e marmellata.
Nozomi osservò il cibo perplessa.

- Mama... non dovevi... - si limitò a dire, ottenendo un'altra stretta dalla donna che per poco non la soffocava. Quando si trattava di lei, sua madre era molto espansiva e la riempiva sempre di attenzioni.

Come in quel momento che, ferma davanti allo specchio, veniva decorata peggio di una torta nuziale da lei e dalla sua migliore amica Haru.
Si ritrovò ad indossare un abito lungo bianco come quello di una principessa, il che le ricordò il giorno del suo ottavo compleanno. Sapeva che sarebbe andata a finire in quel modo, sua madre amava farle indossare quegli abiti sfarzosi e un po' troppo ingombranti.
Anche se lei li odiava con tutta sé stessa.

La creatrice di quell'abito, però, stavolta era Haname.
Il pezzo superiore non era così male: aveva una camicetta bianca con una cravatta color salmone e una spilla con il numero undici sulla sommità, sopra di questa portava una giacchettina bianca con decorazioni arancioni.
Aveva anche un mantello bianco a due strati, con del pellicciotto sintetico che ne decorava il primo e degli stemmi simili a quelli presenti sul mantello di Primo-sama, decorati da catenine.
Infine, ciò che più detestava, era la lunga gonna pomposa a tre strati, decorata da fiocchetti e merletti.

- Sei stupenda! - il viso sognante di Kyoko scoraggiò la ragazzina a dimostrare quanto in realtà le facesse ribrezzo quell'abito, dal quale avrebbe volentieri stracciato la gonna per andare in giro in mutande. Sarebbe stato di gran lunga meno imbarazzante.
- Haname-chan ha davvero buon gusto, sono sicura che Nozomi-chan farà un figurone! - la donna dai capelli scuri affiancò la Vongola e la costrinse a specchiarsi ulteriormente.
Il sorriso di Haru era troppo radioso per essere distrutto con quattro semplici parole.

“No. Mi fa schifo.”

Non poteva rivelare i suoi pensieri, doveva trattenersi e sorridere come un'ebete, sperando che non notassero che quella gioia fosse finta.

Haname varcò la soglia della sua stanzetta e si avvicinò, arrotolando il metro. Indossava un abito da sera azzurrino e aveva i lunghi riccioli corvini legati sopra il capo e tenuti fermi da dei fiori.
Possibile che fossero tutti vestiti in modo dignitoso tranne lei?
- Oh, che splendore! - congiunse le mani e osservò Nozomi con lo sguardo pieno di ammirazione.
- No. Non puoi dirlo sul serio. - rispose l'amica, assicurandosi che sua madre e Haru fossero abbastanza distanti da non poterla sentire. - Haname... fa schifo. Davvero. -
La pioggia sospirò.
- So che non è di tuo gusto, però è stupendo. -
- Ma... non siamo nel settecento! Questo gonnone e questi fiocchi... Che sono, un pacco regalo? Per favore, non assecondare i gusti di mia madre! -
- Tua madre ti vede come una principessa! -
- Anche se fosse, non lo sono e non voglio esserlo. -
- Perchè tu sei un vigilante, eh? -
La domanda di Haname spiazzò la ragazzina, che si voltò a guardarsi nello specchio. Una volta avrebbe risposto “certo!”, tuttavia, in quell'ultimo anno tutto era cambiato sia dentro che attorno a lei.
Abbozzò un sorriso.

- Nah. Sono una ragazza. - rispose, ridacchiando.
L'amica si avvicinò di più.

- La gonna può essere tirata via, ma meglio farlo dopo il ballo. - le sussurrò.
Nozomi la osservò come se fosse un angelo disceso dal cielo per donare a tutti la pace eterna.

La porta della stanza si spalancò all'improvviso, un pimpante ragazzino dai capelli neri entrò saltellando, avvicinandosi alla festeggiata.
Il voltò della ragazza si tramutò in terrore.

- CUGINAAAAAAAAAAAAAAAAAA – urlò lui, tuffandosi addosso a lei e infilando il viso nel vistoso davanzale della Vongola, che lo scaraventò all'indietro con un urlo.
Il ragazzino si era ritrovato a terra con l'impronta di una mano che decorava il suo viso.
Si alzò dal pavimento con energia e portò le mani ai fianchi, come se non fosse successo nulla.
- Kotaro!! Che diavolo ci fai qui?! - chiese Nozomi, spaventata, nascondendosi dietro alla povera Haname che non capiva cosa stava accadendo.

- Oggi è il tuo compleanno, no? Sono venuto a farti degli ESTREMI auguri!! -
La sua voce squillante costrinse le due a portarsi le mani sulle orecchie, per evitare di essere assordate.
- La vuoi piantare con questo modo di parlare? Non ti sei ancora tolto il vizio di parlare come zio. -
- Perchè dovrei? Fa figo! E' ESTREMAMENTE figo! - spiegò lui, portandosi l'indice nella narice e rigirandolo con concentrazione.
- … disgustoso... - commentò Haname, voltandosi verso l'amica. - Chi è? Tuo cugino? -
- Sì, è il figlio di zio Ryohei e zia Hana. E' uno psicopatico di tredici anni. - la sue mani tremavano.
- Perchè ti nascondi? - Haname non sembrava capire come mai l'amica si stringesse dietro di lei.
- Tu non puoi capire. Di lui ho solo brutti ricordi. -
La Vongola notò all'improvviso che il ragazzo aveva un cerotto tra gli occhi grigi, proprio sopra il naso. Lo stesso cerotto che portava suo padre.
- … Stai copiando lo zio, per caso? Anche il cerotto, adesso. - disse Nozomi, sospirando.
- Ehi, papà dice che è molto ESTREMO. E io amo le cose ESTREME! Sono ESTREMAMENTE ESTREME! -
- … Sembra di parlare con un Kaito... - affermò Haname, perplessa.
- Molto più infantile, idiota e depravato. - spiegò lei.
- … Depravato? - Haname rimase perplessa.
- Tu non hai idea di cosa possono fare i tredicenni d'oggi. -
- Oh... credo di capire. -

Il ragazzino si avvicinò a Nozomi e la scrutò per bene dall'alto in basso.
- Cugina, sai che sembri un cannolo? Sei ridicola! AHAHAH! -
Nozomi si portò una mano sul viso.
- Non è molto educato, Kotaro-kun! - Kyoko si avvicinò ai tre con dei nastri in mano.
- Ma zia, è orribile! Perchè Nozo deve vestirsi come la donna cannolo? -
- Kotaro-kun, queste cose non si dicono ad una donna! Sei davvero IMPOLITE. - l'amica di Kyoko incrociò le braccia, osservando male il giovane che indietreggiò rapidamente.
- O-oh, scusate... scusa zia Kyoko. - si voltò e raggiunse l'uscio, ritrovandosi con la faccia immersa in un altro davanzale. Stavolta, però, era quello di una donna dai capelli scuri, appena entrata nella stanza.
- A quanto pare è un vizio... - disse Haname, ridacchiando.
Kotaro si staccò rapidamente, agitandosi.
- Tu. - la donna lo squadrò molto male.
- Scusa mamma! Non l'ho fatto apposta!! -
- Cosa ci fai in camera di tua cugina? Ti avevo detto di aspettare che uscisse! - Hana prese il figlio per un orecchio, tirandolo. - E che ci fai di nuovo con quell'orribile cerotto sul naso?! Quante volte devo ripeterti di smetterla di copiare tuo padre! - glielo strappò via con forza.
Il ragazzino portò le mani al viso, dolorante.
- Ma... mamma!!! -
Hana prese Kotaro per l'orecchio e lo tirò via.
- Nozomi-chan, perdonalo. E' un idiota. - disse lei, con un'espressione severa ma abbastanza rassegnata.
- Lo so, zia Hana. - Nozomi sorrise per incoraggiarla e i due lasciarono la stanza, lasciando le quattro nuovamente da sole.

- Caesar non verrà, eh? - chiese lei, tornando a guardarsi allo specchio. In realtà era meglio se non partecipava, se l'avesse vista con quell'abito l'avrebbe presa in giro per tutta la vita.

- So che i Simon sono impegnati... perchè? - chiese Haname, curiosa.
- Beh, se avessi ballato con lui non ci sarebbero stati problemi. Simon e Vongola non possono unirsi, quindi non avrei dovuto stuprarmi il cervello alla ricerca di un modo per evitare questo casino. -
- Nozomi! - la madre portò le sue mani sulle spalle della figlia, osservandola attraverso lo specchio. - Non usare questi termini, non si addicono ad una splendida signorina! - iniziò a pettinarle i capelli mentre Haru le manteneva i nastri scelti poco prima. - E, comunque, non preoccuparti per il ballo. Quella del futuro marito è solo una leggenda metropolitana, balla con chi vuoi e non darci peso! -

La ragazzina sospirò, osservando sottecchi l'amica che le sorrise.


***

La sala dei ricevimenti era gremita di ospiti illustri tra le famiglie alleate più importanti. Persone che Nozomi non conosceva affatto e non aveva alcuna intenzione di conoscere.
Perchè così tanti uomini partecipavano alla festa di compleanno di una sedicenne? Solo perchè era una Vongola e un giorno avrebbe preso il posto del padre?
Osservò la folla, tra un saluto e l'altro, individuando suo padre che stava chiacchierando con alcuni uomini.
Era molto probabile che suo padre avesse organizzato quel ricevimento per mostrarle cosa l'aspettava, cercando di scoraggiarla nell'intraprendere quella strada. Una ragazzina di soli sedici anni non aveva nulla a che fare con quel mondo.
Incrociò lo sguardo di suo padre, che le sorrise.

“Sei uno stronzo.” pensò, osservandolo con sguardo imbronciato. Alla fine, però, gli sorrise.
“...Ma è per questo che ti voglio bene, papa.

Una splendida donna con lunghi capelli corvini e un abito scuro alquanto pacchiano, si era avvicinata a Nozomi e Haname.
- Auguri, Signorina Sawada. - disse sorridendo, notando la pioggia accanto alla bruna. - Tu... sei la stilista che ha creato questi splendidi abiti, vero? - chiese, curiosa.
La ragazzina alzò un sopracciglio, perplessa. Sicuramente non si riteneva famosa e non aveva idea di come le voci potevano essere girate così in fretta.

- Il mio nome è Duchesse, sono il boss della famiglia Elegantia. Posso scambiare quattro chiacchiere con te, tesoro?~ -
La donna aveva letteralmente rapito la pioggia, ancora perplessa e abbastanza confusa, lasciando sola la povera Nozomi.
- Ma... quella era una donna...? - la bruna parve perplessa, osservando la signora che svaniva oltre la folla, assieme alla sua guardiana.

La Vongola si ritrovò a vagare per la sala, sorridendo come un'ebete in risposta agli auguri ricevuti da persone sconosciute.
Aveva persino incontrato Diamante, con un sorriso finto quanto il suo. Sapeva di non andarle a genio, soprattutto dopo il modo brusco in cui sono scappati dopo il loro ultimo incontro in Spagna.
Oppure era per via della faccenda del “portatore impuro”?
In realtà non gliene importava poi molto, visto che si defilò rapidamente dopo averle fatto gli auguri.

Notò Masato chiacchierare con un ragazzo dai capelli rosati, sembrava che il rosso fosse abbastanza a suo agio e ciò la rasserenò.
Si avvicinò a lui poco dopo, osservando il ragazzino mentre si allontanava.
- Chi era? - chiese all'occhialuto.
- Uh? Lui? E' il futuro boss degli Elektrica, un genio! Lo stimo molto! - rivelò.
- Capisco... -

Un'altra donna si era avvicinata di soppiatto per farle gli auguri, appena si voltò per ringraziarla si ritrovò persa nei suoi profondi occhi blu, quasi non ascoltando le sue parole.
- ...Sawada-san? Tutto bene? - chiese, con voce dolce e calda. Sembrava quasi avvolgerla in un abbraccio materno.
Scosse il capo tornando coi piedi per terra, scusandosi e osservandola meglio: aveva i capelli scuri che le contornavano il viso e un simbolo giallo simile ad un fiore inciso sotto l'occhio sinistro.
La donna si limitò a sorriderle, allontanandosi tra la folla.

- Nozo-chan! - la voce di un uomo la costrinse nuovamente a girarsi, ormai quasi non ne poteva più di voltarsi a destra e a sinistra per salutare e ringraziare perfetti sconosciuti.
Tuttavia quell'uomo biondo non era sconosciuto, il tatuaggio particolare visibile sul collo era inconfondibile.
- Zio Dino! - esclamò, abbracciando l'uomo. Era da molti anni che non lo vedeva, doveva essere molto occupato con la famiglia Cavallone.
- Augurissimi, piccola! Sei cresciuta tantissimo dall'ultima volta che ti ho visto... come passa il tempo! - ridacchiò, grattandosi il capo con imbarazzo.
- Oh... ehm... sì... - ridacchiò anche lei, non avendo la minima idea di cosa rispondere. Non era abituata a discutere con gli adulti, sopratutto se si trattava di vecchi amici di famiglia.
- Oh beh, adesso vado a parlare con Tsuna! Buon proseguimento. - disse, salutandola.

Si ritrovò nuovamente in mezzo alla sala, guardandosi attorno con paura e ansia.
Adocchiò in un angolo un uomo dai lunghi capelli albini, lo aveva incontrato durante il viaggio in Spagna. Non era affatto rassicurante, e quando lui incrociò il suo sguardo poté notare quanto fosse seccato nello stare lì. Si allontanò lentamente, spaventata di poter far adirare quell'assassino e chiedendosi perchè suo padre lo avesse invitato.

Il tempo continuava a passare, avrebbe dovuto sbrigarsi a scegliere un partner con cui ballare e si sentiva molto a disagio. Era sola, i suoi guardiani erano sparsi per la sala a curiosare e Arashi era sparita da prima della festa.
Arina era con Luca vicino la scalinata, stavano chiacchierando.
Si avvicinò rapidamente a loro, con il viso cupo.
- Perchè quell'espressione, Undicesima? - chiese Arina, curiosa – Dovresti essere felice! Oggi è il tuo compleanno. -

- E' noioso... e devo ancora decidere con chi ballare. -
- Perchè non balli con Sirius? -
La ragazzina si voltò ad osservare il giovane boss dei Notturno, intento a discutere animatamente con un uomo di mezza età. Sembrava serio e responsabile, il contrario di ciò che aveva dimostrato mesi prima. La bruna iniziò a pensare che il giovane si comportasse in quel modo assurdo solo in presenza di un boss dei Vongola o, altrimenti, con persone che stimava in modo incredibile.
In effetti era l'unica persona conosciuta, poteva anche arrendersi e ballare con lui.
L'idea, però, non le piaceva affatto.

- No, non voglio. -

Il tempo era passato in fretta e un dolce valzer iniziò a risuonare nella sala. La ragazzina sbiancò, spaventata più di prima poiché non aveva ancora deciso cosa fare. Voleva scappare via urlando, sarebbe stato molto più emozionante.
Gli uomini si voltarono verso il centro della sala dove si era ritrovata la povera festeggiata, che non riusciva nemmeno a muoversi per l'imbarazzo.
Cosa avrebbe potuto fare?

Si voltò verso la scalinata dietro di lei, ascoltando alcuni mormorii. Una persona dai lunghi capelli color fuoco si trovava ai piedi della scalinata, indossando un completo nero e con l'aria di un principe arrivato per salvare la sua principessa.
In realtà si trattava di una donna, Arashi, ma era così affascinante che anche Nozomi restò a bocca aperta nel guardarla.
La sua amica era sparita per tutta la mattinata ed era apparsa all'improvviso vestita da uomo, ai piedi della scalinata e nel momento principale della serata.
La rossa si avvicinò alla ragazzina a passo svelto.

Le due si guardarono, ma non servirono parole per capire cosa stava succedendo.
- Grazie. - disse Nozomi, sorridendo raggiante.
Ancora una volta era stata salvata da lei. Cosa avrebbe fatto senza il suo braccio destro?

La rossa, che stava a sua volta sorridendo, si era inchinata baciandole la mano e l'aveva condotta al centro della sala, iniziando a ballare con lei.
Quasi per un istante confuse l'amica con Claudio, che ballò con lei proprio in quella sala di otto anni prima.

Ma Claudio non c'era più, quella chioma rossa apparteneva alla sua guardiana della tempesta.
La sua migliore amica.

Qualche giro di valzer dopo, le ragazzine per poco non scoppiavano a ridere. Era divertente lanciare occhiate in giro, osservando gli sguardi attoniti dei presenti. Chi si sarebbe mai aspettato di vedere l'ipotetico futuro undicesimo boss ballare con il suo braccio destro?
Nozomi cercò suo padre con lo sguardo e lo ritrovò ancora lì, che la osservava divertito.
Sembrava che i due amassero giocare in quel modo.

Quando la melodia scemò, le due notarono che Haname era riuscita a sfuggire alla donna e si era avvicinata alle due amiche.
Con l'aiuto di Arashi, portarono le mani alla vita della Vongola e le sfilarono via gli ultimi due strati della lunga gonna ingombrante, lasciandola con solo il primo.
Finalmente poteva muoversi più liberamente con quella minigonna, preferiva di gran lunga quell'abito.

Quando si era voltata, i guardiani si erano riuniti accanto alla scalinata con sguardi sorridenti, mentre Haname aveva lanciato la gonna ad Arina.
- Vai. Fai quel che vuoi... come sempre. - le disse, stringendo la gonna e piegandola con non curanza.

- Boss... ci stiamo annoiando. - Kaito sbadigliò, avvicinandosi a Nozomi.
- Oh. Questo è male! Non ci si può annoiare durante una festa, no? - lanciò un'occhiata a Cloud, che aveva spodestato l'addetto alla musica con poca educazione e aveva già fatto partire il suo cd.
- Ma da dove li tira fuori i suoi cd? - chiese Luca, avvicinandosi a Shinji.
- ...Boh. - ripose lui, perplesso.
- Quindi? Che si fa? - chiese Haname.
- Rendiamo questa festa più HAPPI! - esclamò la brunetta, ammiccando.
- Ovviamente. Ora siamo degli idol, no? - Arashi le lanciò un'occhiata che lei ricambiò.

Con i microfoni alla mano, nonostante il pubblico non esattamente abituato a questo tipo di spettacoli, i giovani sfogarono la loro energia con una sincronizzatissima esibizione a sette.

“Sii una persona forte
Sii il vero eroe
coperto di ferite"

Tsuna ridacchiò, Kyoko si era avvicinato a lui con un sorriso smagliante.

- Cosa dobbiamo fare con lei? - chiese lui, sorseggiando il suo aperitivo.
- E' perfetta così com'è! - rispose Kyoko.

“Ottieni il peso della gloria
con le tue mani"

Beh, dopotutto cosa ci si poteva aspettare da quella strampalata famiglia? Non erano di certo normali.
No, la normalità non faceva proprio per loro, che spargevano la loro energia tra giochi, armonie e sorrisi.
Cosa diavolo facevano a fare i mafiosi? Potevano diventare dei supereroi.
Ma queste sono domande a cui non ci sarà mai una risposta.

“Sii una persona forte
Sii il vero eroe
alzati senza alcun aiuto"

Alla fine sarà solo il modo contorto di ragionare di una scema che non ha assolutamente intenzione di cambiare.
L'importante è rimanere sé stessi, no?

“Per chi
sto avanzando
verso la fine di questa strada?"

Questa è la mia famiglia! La famiglia che voglio proteggere e che amo più di ogni altra cosa.
Questa... questa è l'armonia dell'undicesima famiglia!”

“Change the world!”



LINK~



Clover's Arc – END –
(Saga di Clover – Fine – )

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: Lushia