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Autore: LilyOok_    21/05/2013    5 recensioni
Tornata la tristezza, tornato il dolore :')
La battaglia è finita e sono sopravvissuti tutti ma...
Dal testo:
Quando aveva riaperto gli occhi si era sentito spaesato. La prima cosa che gli passò per la testa fu di cercarlo. Cercare suo fratello per vedere se stesse bene o se come lui sentiva dolore un po’ ovunque. La nausea aveva bloccato i suoi movimenti non appena aveva cercato di alzarsi. La gamba gli lanciava fitte lancinanti e un capogiro lo costrinse ad afferrarsi la testa fra le mani. Poi aveva sentito Fili chiamare il suo nome dall’altro capo della stanza e lo vide, seduto sul suo lettino con il medico che gli bendava l’avambraccio sinistro. Gli occhi gli pizzicarono. Era felice. Il suo Fili era ancora vivo, lui era ancora vivo. Ed erano insieme.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fili, Kili
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SORROW.

 

<< Hei fratellino, come ti senti? >>

La voce calda di Fili arrivò alle sue orecchie nello stesso istante in cui lo sentì sedersi sul lettino. La battaglia era stata dura per i due giovani Durin, ma l’avevano affrontata valorosamente e con coraggio, difendendosi a vicenda dagli attacchi che arrivavano ovunque. Schiena contro schiena avevano dato il meglio di loro e nel momento del bisogno avevano portato aiuto a Thorin, parando i colpi dei nemici quando quello cadde in ginocchio a causa di una ferita dolorosa.

Loro zio si trovava nella tenda vicina, con il resto della compagnia – alcuni più acciaccati di altri, ma stavano tutti bene. Anche lui stava bene; la ferita che gli era stata inferta era profonda si, ma non mortale. Si sarebbe ripreso e sarebbe divenuto Re Sotto la Montagna non appena Erebor fosse stata risistemata.

Fili non aveva ferite gravi, a differenza di suo fratello. Kili aveva combattuto con tutte le sue forze per difendersi e difendere loro. Gli erano stati inferti colpi in varie parti del corpo, ma quello alla gamba destra era il peggiore. Una ferita profonda e sanguinolenta, che necessitava di medicazioni costanti e cure attente per contrastare l’infezione che la lama di orco gli aveva procurato. Riportava ferite anche alle braccia e una al torace, ma erano meno gravi e meno profonde.

<< Ho avuto momenti migliori, decisamente migliori. >> Sorrise a forza, voltando il capo dalla sua parte per poterlo guardare negli occhi. Era così bello poterlo ancora fare. C’era stato un momento in cui aveva creduto di essere morto e i suoi pensieri si erano fissati tutti sul volto preoccupato di Fili che diventava sempre più distante e sfocato, poi un’ombra lo aveva avvolto e tutto era diventato buio.

Quando aveva riaperto gli occhi si era sentito spaesato. La prima cosa che gli passò per la testa fu di cercarlo. Cercare suo fratello per vedere se stesse bene o se come lui sentiva dolore un po’ ovunque. La nausea aveva bloccato i suoi movimenti non appena aveva cercato di alzarsi. La gamba gli lanciava fitte lancinanti e un capogiro lo costrinse ad afferrarsi la testa fra le mani. Poi aveva sentito Fili chiamare il suo nome dall’altro capo della stanza e lo vide, seduto sul suo lettino con il medico che gli bendava l’avambraccio sinistro. Gli occhi gli pizzicarono. Era felice. Il suo Fili era ancora vivo, lui era ancora vivo. Ed erano insieme.

Da quel momento erano già passati tre giorni. Il medico passava a controllare la ferita di Kili due volte al giorno e ogni volta cambiava le bende e la medicava nuovamente, ma l’infezione si espandeva, non c’era modo di curare quella ferita. E lui lo sapeva, se ne era accorto. I dolori si erano attenuati grazie anche agli infusi che gli venivano dati per permettergli di dormire. Erano come anestetici, ma solo così riusciva a riposare tranquillo.

<< La gamba? >> Gli chiese Fili, accennando col capo al’arto dell’altro.

<< È là. Non la muovo ancora, ma non fa poi così tanto male. >> Mentì, accennando un altro sorriso tirato, ma lo sguardo di Fili percepì comunque la piccola smorfia di fastidio che si celava dietro di esso. Osservò il suo viso pallido, smorto. I piccoli graffi che aveva sulla guancia sinistra gli ricordavano il piccolo Kili, quello che scappava di casa in cerca di avventura e che poi lui doveva andarlo a riaccattare chissà dove. Sorrise mestamente. Non sarebbe più tornato il Kili di una volta. Forse non ci sarebbe stato neanche più un Kili.

<< Che c’è? >> Domandò l’altro, guardando l’espressione di suo fratello. Probabilmente pensava a ciò che lo aspettava, a ciò a cui lui non voleva pensare.

Fili gli si stese accanto e gli circondò le spalle con un braccio. Decise di cacciare via i brutti pensieri. Non sapeva quanto tempo aveva ancora per stare con lui; l’infezione vagava nel suo sangue, in tutto il corpo. Lo vedeva da se,bastava guardarlo negli occhi per capire che era spento, per capire che la vita lo stava abbandonando pian piano. Anche il medico glielo aveva detto. Decise di ricordare anche a lui quello che la sua mente aveva riportato a galla poco prima, un fatto che alla fine poteva anche far ridere. Anche se in quella situazione le risa sarebbero state inopportune, lui ci provò lo stesso.

<< Pensavo. Ricordi quella volta che hai detto a nostra madre che dovevi andare a cacciare una lepre e sei corso fuori casa con il tuo arco – che a mio parere era più grande di te! – urlando che zio Thorin sarebbe stato fiero di te? >> Il maggiore rise a quel ricordo.

<< Si, lo ricordo. Feci anche un bel volo, lì, nel bosco. Ricordo che cominciai a correre per acchiappare la lepre dopo averla mancata con una freccia. >> un colpo di tosse lo interruppe << Inciampai sul mio stesso arco e caddi con il viso nella terra. >>

<< Ricordi quando ti ho trovato? Piangevi. Ma non perché ti fossi fatto male, o perché la corda del tuo arco si era rotta. Piangevi perché non eri riuscito a catturare la lepre e zio Thorin non ti avrebbe considerato un abile cacciatore. >> Fili sorrise. Anche Kili sorrise e poggiò la testa alla spala del fratello. Ascoltò i battiti del suo cuore. Era così vivo. Lui invece...

<< Volevo essere come te. Ricevere le lodi che ottenevi tu quando facevi qualcosa nel modo giusto. Io... combinavo solo disastri. >>

<< Eri una piccola peste, ma ti ho sempre volto bene. >>

Ci fu una breve pausa nella quale a Fili sembrò che il fratello fosse diventato di gesso. Non muoveva un muscolo e la sua pelle fredda non aiutava di certo a constatare la situazione. Poi udì la sua voce, un flebile lamento.

<< Fili, promettimi che quando la mamma tornerà, le dirai che in tutto questo tempo l’ho pensata sempre e che >> tossì di nuovo << che le voglio tanto bene. E anche a zio Thorin. Promettimelo. >> Se Fili non fosse stato con l’orecchio così vicino alla sua bocca, avrebbe giurato di non averlo sentito pronunciare parola.

<< Non dire sciocchezze, sarai tu stesso a dirgli queste cose. Tu... >>

<< Promettimelo Fili. >>

<< Te lo prometto. >> Il suo tono orami era rassegnato.

Kili chiuse gli occhi e si abbandonò al suo petto. Il battito del suo cuore gli rimbombava nelle orecchie, gli faceva scoppiare la testa, ma allo stesso tempo era qualcosa di piacevole. Fili sentì il corpo del fratello rilassarsi. Aspettò.

Aspettò ancora.

Niente.

Questa volta poté giurare di non essersi sbagliato, ma non voleva crederci. Era ancora troppo presto. Non poteva averlo lasciato lì, da solo. Cosa avrebbe fatto adesso?

‘Kili. Avanti Kili, apri gli occhi. So che puoi ancora farlo, so che...’

I pensieri persero consistenza. Si sentì vuoto. Solo. Tremendamente solo. Lui era là, tra le sue braccia, immobile, freddo come un cadavere. Ma alla finfine, era proprio quello. Un cadavere.

Fili stringeva il corpo senza vita di suo fratello. Del suo tenero, amato fratello. Solo un attimo prima stavano parlando e adesso non sentiva nemmeno più l’impercettibile rumore del suo respiro. Era successo tutto così velocemente, si era abbandonato alla morte stretto a lui. Gli sembrò che avesse resistito tutto quel tempo solo per sentirlo promettere cose che lui non avrebbe potuto fare. Guardarlo un’ultima volta, stare accanto a lui un’ultima volta. Era stata un’ultima possibilità che gli aveva dato.

Lacrime di dolore gli rigarono il volto, andando a bagnare i capelli di Kili. Sentiva il suo cuore stretto in una morsa gelida, di perdita.

Aveva perso la cosa più preziosa che aveva al mondo.

Aveva perso una parte di se stesso.

Aveva perso Kili.

 

 

 

 

 

-Angolino autrice.-
Buona sera.
Partendo dal presupposto che odio le siuazioni in cui di due ne rimane uno, ecco una storia proprio di quel genere è.é
Lo so, non è coerente XD 
Allora, che ne pensate?...
Grazie in anticipo a chiunque farà un salto, baci :*
Lily.

   
 
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