Sei mio figlio

Non farti ingannare dal suo tono pacato, quasi gentile, dal fatto che ha voluto solo te nella sua tenda, dal modo in cui ti versa il vino.

Conosci Tywin Lannister abbastanza bene da sapere che se si comporta così è solo perché vuole usarti. Sa come manovrare le persone, sa come imporre il proprio volere, sa perfettamente come agire sulle menti di coloro che lo circondano per ottenere i suoi scopi.

“Ti consideravo un fenomeno da baraccone. Forse è stato un errore”

“Mezzo errore” sorridi, nonostante i tuoi sforzi di non farlo. Resisti, Tyrion, non cedere di fronte ad una semplice accozzaglia di parole ruffiane. “Io non sono uno stratega, ma … se non vogliamo essere circondati da tre armate, dobbiamo spostarci”

“Nessuno resterà qui”

Ed inizia a parlare di strategie, di come userà la Montagna per saccheggiare e di come muoverà su Harrenhal. Ti sta … rendendo partecipe? Tu, proprio tu, colui che non è degno nemmeno di essere un Lannister? Attento, Tyrion. Ricorda chi hai di fronte.

“Tu andrai ad Approdo del Re”

“Per fare cosa?” chiedi, non riuscendo a capire.

“Governare. Svolgerai le funzioni di Primo Cavaliere in mia vece. Rimetti in riga il re ragazzino, se sarà necessario anche sua madre. E se sospetti il tradimento da parte di altri signori della corte, Varys, Berish, Pycelle-”

“Teste, picche, mura” mormori sovrappensiero, travolto dalla valanga dei tuoi pensieri.

Sei allibito, sopraffatto non tanto dal fatto che ti stia affidando il suo regno e che ti innalzi al di sopra di Cersei, quanto dal fatto che ti stia ponendo al suo stesso livello. Vuole che tu prenda il suo posto, faccia il suo lavoro e, soprattutto, agisca allo stesso modo in cui agirebbe lui. Ma …

“Perché non mio zio? Manda chi vuoi. Perché proprio io?”

“Sei mio figlio”

Tre parole così inaspettate da sembrare coltellate. Lui ha appena ammesso ad alta voce che tu, un abominio venuto al mondo strappando la vita alla tua stessa madre e per questo colpevole sin dalla culla, uno scherzo atroce dei Sette Dei per punire l’ambizione di Tywin Lannister, sei suo figlio?

Per un attimo, un breve ma piacevolissimo istante, senti gli occhi farsi lucidi dalla gioia.

“Ah, un’altra cosa. Non porterai la tua puttana a corte. Intesi?”

Un attimo dopo, ricordi con chi hai a che fare. Un uomo che sa perfettamente quale sia il tuo desiderio più nascosto e non ha avuto il minimo scrupolo a ritorcertelo contro. 

E non puoi fare a meno di darti dell’idiota, perché solo un idiota potrebbe riuscire con solo tre parole a dimenticare tutto quello che gli è stato fatto dal giorno in cui è venuto al mondo.

La cosa che brucia di più è senza ombra di dubbio rendersi conto che, nonostante tutto, sei ancora il ragazzino che barcolla per Castel Granito alla ricerca di un abbraccio o di una parola affettuosa.  

Devi crescere ancora, Tyrion, e non dimenticare mai. Sei un Lannister, dopotutto, e i Lannister pagano sempre i propri debiti. 

Note dell’autore.

Non so mai come iniziare … sono pessimo, lo so.

L’idea di questa flashfic è nata per caso, riguardando su Sky le puntate delle prime due stagioni insieme ai miei amici. Mi sono soffermato per qualche secondo sulle espressioni facciali di Peter Dinklage e … questo è il risultato.

Tyrion non è mai stato uno dei miei personaggi preferiti, nonostante l’indubbio carisma e la grande arguzia, però in quel preciso momento ho avuto un enorme empatia nei suoi confronti. Spero di averlo reso IC.

I dialoghi sono ripresi esattamente dalla puntata, nessuna modifica.

E … niente, spero piaccia a chi leggerà come è piaciuto a me scriverla.

Pace.