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Autore: Charme    27/05/2013    8 recensioni
Come di consueto, l'arroganza di Stark la fa da padrona, e Steve non riesce a sopportarlo, ma è altresì incapace di affrontare una discussione con lui, che abusa di quel suo imperscrutabile umorismo.
...Che poi è imperscrutabile solo a Steve, visto che gli altri lo capiscono senza problemi.
{Primo esperimento 'in solitaria' nella sezione The Avengers!}
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Cross-over, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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  Torno da voi al mutare della marea, perché in occasione di un giorno di scrittura creativa particolarmente proficuo mi sono ritrovata a scrivere del signor Stark, e siccome mi scocciavo di pubblicare la storia come flash, ho pensato d'inserirla qui, a far compagnia alla drabble che la precede.
  Spero gradiate ^^



Pacchetto 3
Prompt: Mosca.
Citazione: "Tutte le verità che sto per dirvi sono spudorate menzogne" [Kurt Vonnegut].
 


  Malgrado Tony osteggiasse con forza quella che considerava un’insignificante diceria, era innegabile che, dopo una veglia di settantadue ore, il fisico umano arrivasse a cedere.
  E no, il caffè non era un valido sostituto del sonno.
  No.
  Neanche se se ne masticavano direttamente i chicchi.
  Settecentonovantaquattro chicchi in due ore, a voler riportare i dati.
  Nessuna meraviglia, quindi, se Tony era arrivato a scordarsi di essersi impiantato nella mano destra gli elettrodi collegati al guanto metallico del suo ultimo Mark, comodamente adagiato sul tavolo del laboratorio insieme al suo compagno sinistro.
  Ma lasciamo quei due letali, inanimati gemellini, e torniamo a Tony, che stava al momento adempiendo uno dei propri, sgraditissimi impegni sociali che di tanto in tanto – ma sempre troppo spesso, a sentir lui – lo costringevano a uscire dal proprio antro e incontrare persone che assai improbabilmente meritavano il suo tempo.
  “Signorina Potts, mi ricordi di sperimentare un nuovo carburante a propulsione di stupide mosche che non servono a niente se non a infastidirmi.”
  “Certamente, Tony. Dovremo lavorare un po’ per abbreviarne il nome, però.” Rispose Pepper in tono condiscendente, nascondendo senza troppo successo un sorrisetto nel vedere il proprio capo – nonché amante – agitare la mano come un predicatore di folle nell’infruttuoso tentativo di allontanare le mosche che infestavano Central Park.
 
  Quando fecero ritorno alla Stark Tower trovarono i Vendicatori in assetto di guerra e Thor che proclamava a gran voce che v’era un essere demoniaco nei sotterranei ove Tony si dilettava con l’alchimia. Thor era la persona ideale, quando si voleva ricevere un resoconto rapido e conciso della situazione.
  Ciononostante, dopo aver fatto la dovuta tara alla perifrasi asgardiana usata da Thor, Tony fu colto da un orribile presentimento, e si precipitò nel laboratorio, trovandolo semidistrutto.
  Sollevò la mano destra con drammatica lentezza, e il guanto col propulsore laser lo salutò garrulamente in risposta.
  Tony percepì la violenza degli sguardi dei propri compagni d’arme, per cui si disse che era il momento di sfoderare tutto il proprio charme e la sua miglior faccia di bronzo.
  “Signori, tutte le verità che sto per dirvi sono spudorate menzogne…”.
  
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