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Autore: ScleratissimaGiu    27/05/2013    3 recensioni
Una breve One Shot per raccogliere le frasi e le azioni più comiche della mia prof di italiano.
Ogni singola parola, con mio rammarico ma anche divertimento, è vera.
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La prof interroga, e quindi ci facciamo i fatti nostri.
È bello, quando la prof di italiano interroga e non ti becca: ti da la possibilità di fare i compiti che avresti dovuto fare a casa, ma che invece non hai avuto voglia (oppure tempo) di fare.
Mi sta simpatica, la mia prof di italiano.
Ormai è più vicina ai cinquanta che ai quaranta, però non ha ancora nessuna striatura di grigio nei lunghi capelli castani.
Ora che ci penso, non l’ho mai vista coi capelli sciolti: porta sempre una coda di cavallo bassa, che le ricade tra le scapole.
Porta gli occhiali, ma i suoi sono strani, perché hanno una montatura perfettamente trasparente, il che dona loro quell’effetto “ti vedo-non ti vedo” che credo completi la sua figura.
Non supera il metro e sessanta, infatti è più bassa di tutti, qui in classe.
Non le abbiamo appioppato soprannomi strani o simpatici, benchè ogni tanto esibisca look… un po’ stravaganti, ecco.
Qualche mese fa, per esempio, ci ha assegnato come lettura per le vacanze natalizie (sì, ce ne da una per ogni vacanza) il libro “Lo Hobit”, dato che è una fan accanita della saga (ed è tutto dire).
Dunque, una mattina è entrata in classe con una maglietta come quelle dell’Hard Rock, però su questa c’era scritto “Hard Ring, Mordor”.
Adesso che la guardo meglio, mentre si sporge dalla cattedra per sentire meglio le vittime che si sono sacrificate per la Nostra Patria (gli interrogati), noto che bella sciarpa sta indossando.
È di tutti i colori… le mancherebbe un cappello uguale, qualche rasta, una collana col simbolo della marijuana e sarebbe pronta a fare un assolo di “No woman, No cry”.
Non ricordo di averla mai vista senza sciarpe, neanche ora, che è il 27 maggio e si muore di caldo, anche se sono solo le nove.
Anche oggi porta le sue inseparabili scarpe nere, quelle che hanno un pochino di tacco e la innalzano a un metro e sessantatrè.
Aspettate… è arrivato il momento giusto.
Stanno parlando di Promessi Sposi, le nostre vittime, e qualcuno ha appena detto “si fanno guerra”.
Non so da dove sia uscita, ma ho sentito la sua voce sdegnata e divertita insieme.
Sta per spararne una delle sue.
- Non è che perché quelli dell’altra classe hanno l’aula più grande li faccio fuori, - dice infatti, picchiando senza forza le mani sulla cattedra.
Qui, nelle file dietro, partono i risolini soffocati, i sussulti, gli sguardi ridenti.
L’ha detto, pensiamo tutti.
In fondo, ce l’aspettavamo.
Ma è ancora più esilarante quando prova davvero a fare una battuta.
- Sì, la Belen ha avuto un figlio, - ha detto una volta, tenendo in mano la sua copia dei Promessi Sposi (secondo noi ha una cotta per il Manzoni) - l’ha chiamato Santiago, di cogome Compostela.
Visto? È più forte di lei.
E noi alunni, benchè riconosciamo il fatto che sia una battuta orrida, ridiamo lo stesso, perché a noi fa ridere.
Probabilmente perché vogliamo darle almeno un briciolo di speranza.
Un’altra volta, sempre durante un’interrogazione, qualcuno le ha detto “Ma è sicura, prof?”.
E lei, tutta infervorata (in positivo, senza arrabbiature) ha risposto “Al 1100 per 1000”.
Anzi, ha detto pev, visto che ha la “r” moscia.
Se volessimo invece passare in rassegna le espressioni più comuni, troveremmo sicuramente “così è”.
Sì, ogni tanto le esce qualche parola che può essere scambiata per puro gergo manzoniano, eppure per lei è una cosa più che naturale.
In secondo luogo troveremmo molti milanesismi, tipo “bel fio” oppure “andem innanz”.
È divertente anche quando se la prende perché, sempre nei Promessi Sposi, qualcuno dei suoi personaggi preferiti finisce in qualche guaio, oppure le scappa un piccolo insulto (“già, Renzo era un contadino scemo e ignorante”).
Se dovessi aggiungere un altro punto, direi certamente che mi ha lasciata perplessa quella volta quando mi ha chiesto in prestito il dvd di “Harry Potter e il Principe Mezzosangue”.
Oppure quando ci ha portato in aula video a vedere 300 e poi Treciento.
Oppure quella volta quando Obama ha vinto le elezioni e ha festeggiato con noi.
Potrei aggiungere anche quando ci ha detto di andare su YouTube per vedere quel video in cui una ragazza cadeva in un tombino mentre messaggiava.
Infine, se si leggono con attenzione i foglietti che ci da per le verifiche (tracce per un tema, domande su un libro che abbiamo letto), si troverebbero errori grammaticali a iosa, perché lei non lo sopporta il computer.
Ma sopporta noi, che è anche meglio.
  
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