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Autore: thenightsonfire    28/05/2013    14 recensioni
Minerva McGranitt, insomma, poteva dire d'aver visto di tutto. Persino Silente con la barba rosa.
Ma James Potter e Lily Evans che si baciavano
no. Semplicemente no.
Sequel di The second date.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Minerva McGranitt | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'The dates.'
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Qui c'è il prequel di questa one-shot, The second date. Comunque sia, non è necessario leggerla per raccapezzarsi con questa. Buona lettura.
 
 
THE THIRD DATE
Il terzo appuntamento
 
 
Lo fissavano tutti.
« Albus. »
« Sì, Minerva? »
« Perché la tua barba è rosa? »
« Credo che qualcuno si sia divertito a mettere qualche strana pozione nel mio succo di zucca mattutino » rispose l'anziano Preside. « Trovi che mi doni? »
 
Nella sua vita da insegnante, Minerva McGranitt aveva assistito ad un buon numero di cose strane e, diciamocelo, non di rado anche piuttosto pericolose.
Da quando, poi, ormai quasi sette anni prima, i Malandrini erano entrati a scuola, le “cose strane e anche molto pericolose” si erano casualmente moltiplicate, e la conta dei suoi capelli bianchi era proporzionalmente salita alle stelle.
Chi avrebbe potuto dimenticare quando James Potter aveva fatto spuntare un'altra testa alla gatta di Gazza, causando al povero custode un attacco isterico? O quando Sirius Black aveva inviato – a nome suo, d'intende – una lettera a sfondo sessuale ai genitori di tutti gli studenti di Hogwarts, firmandola Micetta McGranitt? (Non era mai stata tanto vicina ad uccidere qualcuno.) Senza contare il cucciolo di drago con un'infiammazione alla gola sguinzagliato nei sotterranei che casualmente appiccato il fuoco al Dormitorio di Severus Piton. O la pozione lassativa nelle bevande al tavolo di Serpeverde a Pasqua dell'anno prima, che aveva visto, come risultato, l'ovvia intasatura delle tubature di Hogwarts nella notte immediatamente successiva al fattaccio. Per non parlare di quando i Grifondoro, capitanati da un combattivo Potter armato di carote e grossi cetrioli, aveva iniziato una battaglia di cibo in Sala Grande contro i Serpeverde, finita con un ferito (qualcuno aveva ben pensato di lanciare un'anguria) e con Lily Evans che, dopo essersi misteriosamente ritrovata con un cetriolo nelle mutandine, strillava spiritata di molestie sessuali e tentava d'affatturare Potter.
Minerva McGranitt, insomma, poteva dire d'aver visto di tutto. Persino Silente con la barba rosa.
Ma James Potter e Lily Evans che si baciavano no. Semplicemente no.
 
Il giorno di Pasqua del 1978, all'ora di cena, Minerva McGranitt, seduta nell'unica tavolata organizzata per chi era rimasto ad Hogwarts durante le vacanze, controllò con una certa apprensione il contenuto del suo Idromele. Per tre diverse, parimenti ragionevoli motivazioni.
Motivazione numero uno, la barba di Albus Silente era di una stucchevole tonalità di rosa shocking.
Motivazione numero due, Albus Silente sembrava totalmente a suo agio del fatto in questione.
Motivazione numero tre, James Potter stava baciando Lily Evans.
« Albus. »
« Mh? »
« Il signor Potter e la signorina Evans. »
« Uh? »
« Il signor Potter sta deliberatamente invadendo lo spazio vitale della signorina Evans. Con le labbra, Albus. »
« Oh, sì » sorrise il vecchio Preside, lisciandosi la barba rosa. « Delizioso, delizioso. »
Davanti ai suoi occhi, James Potter si allontanò dalla ragazza con un sorriso furbesco, ghignando dell'espressione vagamente ebete che lei aveva assunto. Le scostò una ciocca di capelli dal viso e le disse, facendo in modo di farsi sentire da tutti i presenti: « Buona cena, amore ».
Sirius Black, alla loro sinistra, sghignazzò apertamente e Remus Lupin, seduto a sua volta accanto a lui, si portò una mano sulla fronte con fare sconsolato.
L'Idromele era evidentemente corretto, perché semplicemente non poteva essere. Mentre l'anziana donna allontanava il bicchiere incriminato come se fosse ricoperto di veleno, preferendo affidarsi ad un buon vecchio bicchiere d'acqua, il resto della tavolata – Albus Silente escluso, visto che stava canticchiando tra sé e sé mentre tagliava una fetta di agnello – aveva l'espressione di qualcuno che ha appena visto il suo peggior incubo avverarsi. Lumacorno, all'altro lato di Silente, fece vibrare i baffoni scuri mentre boccheggiava, sconvolto; un paio di ragazzini Tassorosso, probabilmente primini, fissarono inorriditi il volto della Evans che diventava sempre più scarlatto ogni attimo che passava; un Serpeverde, improvvisamente convertito, si fece un rapido segno della croce; un Grifondoro si nascose dietro una bottiglia di Vino Elfico, nella vana speranza di scappare dalla – prossima ventura – furia devastatrice della Caposcuola.
Il pensiero che sembrava aleggiare nell'aere come un presentimento era lo farà fuori. Con la possibile variante del molto lentamente.
Ora, Minerva McGranitt ricordava benissimo il Natale passato, quando i due erano entrati in Sala Grande parlando civilmente e annunciando al mondo che erano usciti assieme. Come ciò non avesse avuto come conseguenza lo scatenarsi dell'Apocalisse, questo rimaneva un mistero. O un miracolo, a seconda dei punti di viste. Ma questo. Sapeva che avrebbe dovuto richiamare Potter per atti contro la pubblica decenza, ma le sembrava fuori luogo, visto che, be'... la signorina Evans stava presumibilmente per ucciderlo.
« Potter » soffiò quindi la ragazza. « La prossima volta che mi bacerai davanti al corpo insegnanti e oserai chiamarmi “amore”, ti trasfigurerò in un paio di mutande e mi accerterò che tu finisca nello spogliatoio di Serpeverde dopo una partita. Dieci punti in meno a Grifondoro. »
E si mise un bocca una forchettata di broccoli.
La tavolata spalancò la bocca in sincrono.
Perché non c'era sangue sul tavolo e sul pavimento? Perché James Potter era ancora vivo? Perché i suoi arti erano ancora adesi al suo corpo e non sparpagliati per tutta la Sala Grande?
E poi, come da copione:
« Ma... ma... Evans! » esclamarono Potter e Black insieme, contrariati.
« Niente ma » ribatté lei, con un'occhiata di fuoco. « Se tu, James, non imparerai a rispettare le buone norme dell'educazione e della decenza, i punti della Casa saranno l'ultima cosa di cui dovrai preoccuparti. La prima sarà la tua salute fisica. »
Lo aveva chiamato per nome?
La professoressa allontanò anche l'acqua. La prudenza non è mai troppa.
« Ma, Evans » fece Potter, poggiandosi una mano sul cuore, « lo sai che a me piacciono le dimostrazioni d'affetto. »
« È vero » confermò Black, annuendo con l'aria di chi la sa lunga. « James è così affettuoso con quelli a cui vuole bene. Bacia tutti. Te lo dice uno a cui James vuole molto, molto, molto bene. »
Il Serpeverde si strozzò con un pezzo di carne, tossendo vigorosamente e lanciando sguardi disgustati in direzione di Black.
Questi, d'altra parte, sorrise. « Tranquillo, Mulciber. Rimani tu il mio preferito. »
Mulciber, ormai cianotico, rischiò di morire per la seconda volta.
« Black » sibilò la professoressa McGranitt in tono minaccioso.
Il ragazzo alzò le mani in segno di resa. « Scusi, professoressa. Lo sanno tutti che amo soltanto Remus » disse, mettendo un braccio sopra le spalle del sopracitato ragazzo; il quale, di contro, arrossì vergognosamente e scostò malamente l'amico, mollandogli uno scappellotto sulla nuca.
« Torniamo a me » s'inserì Potter, che nel frattempo aveva continuato a fissare ostinatamente la sua – la McGranitt dovette fare un immenso sforzò di volontà per riuscire a pensare questa parola – fidanzata, forse aspettando di ricevere le sue attenzioni.
Lily Evans alzò gli occhi al cielo. « E quando mai. »
« Era una frecciatina, tesoro? » domandò Potter in tono fintamente stucchevole. « Perché non credo d'averla percepita, no. »
« Lo Schiantesimo che ti lancerò se mi chiami di nuovo tesoro invece lo percepirai benissimo » rispose a tono la ragazza, con scintille negli occhi verde smeraldo, portandosi alle labbra un'altra forchettata di verdure.
« Questa è passione malcelata, Lily. »
« Lo sai che è l'omicidio il delitto passionale per antonomasia, Potter? »
Oh, pensò la vicepreside, più leggera. Finalmente qualcosa tornava alla normalità. Magari, se c'era ancora qualcosa che ruotava nel verso giusto in quel loro pazzo mondo, presto Potter sarebbe stato affatturato.
« Splendido, splendido » esclamò Silente, gioviale, lisciandosi la barba color pastello.
La McGranitt si ripropose di cercare nello studio dell'anziano Preside il suo dizionario privato, perché quella situazione rientrava nella definizione di “assurdo”, “allucinazioni” o “effetti dell'erba pipa”, non di “splendido”. La barba di Albus era rosa, Sirius Black stava ancora cercando d'abbracciare il povero Lupin, il quale tentava con tutte le sue forze di scansare gli appassionati approcci dell'amico, Potter stava molestando la signorina Evans e lei non l'aveva ancora ridotto ad un cumulo di cenere fumante, Lumacorno, troppo scioccato dall'intera scena per distogliere lo sguardo da Potter e dalla Evans, continuava a mangiare dal piatto della professoressa Vector senza accorgersene, gli studenti si guardavano intorno atterriti e... la barba di Silente era rosa.
« Professor Silente » esclamò Black a tal proposito, puntando gli occhi grigi, animati da una luce divertita, su di loro. « Sappia che adoro il suo nuovo stile hippie. »
« Hippie? » domandò Silente, curioso. « È una qualche moda Babbana, signor Black? »
« Oh, sì » sghignazzò quello.
« E il rosa le dona, professor Silente » rincarò Potter con un sorriso a trentadue denti.
Lily Evans sbatté le posate contro il piatto, assottigliando pericolosamente gli occhi. « James, non dirmi che sei stato tu a fare questo, perché sappi che in tal caso... »
« Trova? » fece l'anziano Preside, gli occhi azzurri brillanti di divertimento dietro le lenti degli occhiali a mezzaluna. « Dopotutto, credo sia giusto che chi ha dato il “la” alla mia mise odierna finisca il lavoro. Giusto, signor Black, signor Potter? »
« Doveroso » annuì il il primo.
« Sacrosanto » concordò il secondo.
La professoressa McGranitt strinse le labbra. « Albus, non mi sembra il caso che... »
Ma Black aveva già fatto comparire delle margherite in fiore in mezzo alla folta barba del Preside, che tubò un ulteriore « Splendido! »; non contento, il ragazzo puntò la bacchetta su Mulciber, il quale aveva arricciato le labbra con disprezzo alle parole “moda Babbana” e gli fece spuntare una corona di fiori attorno al collo.
« Non ti consiglio di provare a toglierla » concluse in bellezza Black, mellifluo. « Le margherite potrebbero accidentalmente trasformarmi in un branco di ratti affamati. »
Prima la McGranitt che potesse decidere di mettere fine a quello spettacolo da circo togliendo almeno cento punti ad ogni casa, mettendo in punizione Black e Potter fino alla fine della scuola e scrivendo infine a Silente una relazione lunga cinque pergamene sul preciso significato della parola “splendido”, uno stormo di gufi entrò nella Sala Grande e planò dolcemente su di loro, lasciando cadere dai loro becchi una lettera per ogni commensale.
Potter era estasiato.
Male.
Potter era molto più che estasiato.
Malissimo.
« Sono arrivati! » trillò, battendo le mani. « Aprite, aprite! »
Minerva McGranitt osservò la lettera con un certo sospetto, come tutti gli altri (a parte Lily Evans, che da parte sua la osservava come se fosse un animale morto). Poi sospirò, aprì la busta e tirò fuori la pergamena bianca, decorata da sottili ghirigori in oro, che v'era nascosta.
 
James Potter e Lily Evans
sono lieti d'annunciare il loro matrimonio
il prossimo 3 Luglio 1978
e sperano che possiate unirvi a loro
per festeggiare il lieto evento.
Sono gradite celeri conferme.
 
P.S. Mulciber, tu non sei incluso. M'era solo avanzato un invito.
 
Guardò l'invito per il matrimonio, poi l'Idromele di prima, poi di nuovo l'invito. Ripetendo l'azione tre volte.
Un silenzio di ghiaccio era calato sui presenti – a parte i Malandrini, che ovviamente sapevano tutto.
Poi...
« Splendido » tubò nuovamente Silente.
« COSA?! COSA?! POTTER, IO TI AMMAZZO! » tuonò Lily Evans, balzando in piedi e puntando la bacchetta contro la giugulare del quasi defunto fidanzato. « COME, COME TI È VENUTO IN MENTE DI FARE UNA COSA DEL GENERE?! »
« Avanti, Lily, siamo davanti ad un sacco di gente. Non puoi dirmi di no. »
« Io ti ammazzo. »
« È un sì? » tentò Potter.
« Credo di dover preparare il vestito buono » considerò Silente. « Horace, hai ancora quel paio di scarpe in pelle di drago che mi prestasti per il matrimonio di Molly Prewett? »
Lumacorno, che stava ancora fissando l'invito come se fosse pronto ad esplodere, annuì impercettibilmente.
« Professor Silente, non c'è alcun bisogno di un vestito buono, perché io e... e... questo immenso imbecille del mio fidanzato non ci stiamo per sposare » intervenne Lily digrignando i denti. « Potter, a chi hai mandato l'invito? »
« James » la corresse lui automaticamente.
« Potter » sibilò lei, spingendo la bacchetta contro la sua giugulare.
« Ehm » balbettò Potter, adesso un po' spaventato per la luce di follia negli occhi della fidanzata. « A un paio di persone, forse. »
La McGranitt pensò che forse avrebbe dovuto fermare la furia omicida della signorina Evans, convincendola a risparmiare la vita di quella personalità deviata che era James Potter. Poi però« Un paio quante, Potter? »
« Tutti i nostri compagni di scuola » rispose per lui Lupin, scuotendo la testa. « James, te l'avevo detto che era una pessima idea. »
« Tutti i professori... » continuò Sirius, controllandosi le unghie con fare noncurante. « Gazza... il direttore della Gazzetta del Profeta... i suoi genitori... »
« I suoi cosa? » boccheggiò la Caposcuola, impallidendo.
« E anche i tuoi » concluse Black.
Lily divenne bianca come un cencio. Abbassò la bacchetta, si lasciò cadere sulla sedia e si mise la testa fra le mani, in stato di shock. « Hai detto... hai inviato... hai inviato l'invito per il matrimonio a... »
« Dai, Lily » fece Potter. « Tua madre mi ama. »
« Mia madre non ti conosce. »
« Tanto mi amano tutte. »
Lily si tirò su dritta. « Io ti ammazzo. »
« Un “sì” andrebbe bene. »
« Riformulo. “Sì”, ora ti ammazzo. »
« Dai, Lily » fece lui in tono supplicante, lanciandole uno sguardo da cucciolo. « Ho solo accelerato un po' i tempi. »
« Accelerato i tempi?! » esclamò lei, boccheggiate. « Non siamo usciti insieme nemmeno per la terza volta, James! »
« Usciremo insieme dalla navata della chiesa » disse lui in tono ovvio, alzandosi in piedi e avvolgendole un braccio attorno alle spalle.
« Un momento » li interruppe il Grifondoro, riemerso da dietro la bottiglia di Vino Elfico. « Ma non uscite da Natale? Com'è che ancora non siete arrivati al terzo appuntamento? »
« Perché qualcuno, qui, ha avuto tutti i sabati impegnati con una punizione. Giusto, James? »
« Ho avuto un incidente... » cominciò lui. Lily gli lanciò un'occhiataccia. « … Sì, be', diciamo che c'è stata una certa situazione riguardante la Sala Comune di Serpeverde e gli scarichi dei gabinetti, a Gennaio scorso. »
Mulciber arricciò il naso, memore del fatto.
« Ecco, guardate Mulciber » fece Sirius, indicandolo con un gesto della mano. « A giudicare da come tiene il naso arricciato, puzza ancora di m... »
« BLACK, I TERMINI! » tuonò la McGranitt.
Lui sorrise, sfacciato. « Scusi, professoressa McGranitt. Menta. Volevo dire che odora ancora di menta. »
Silente, il quale aveva visto apparirsi davanti un sorbetto al limone (gli Elfi dovevano conoscerlo bene), gustava intanto il dolce il silenzio, osservando la scena con un certo gioviale buonumore.
« Potter » sospirò la Evans, scostandosi da lui. « Non ho voglia di litigare. Manda a tutti gli invitati una lettera di disdetta in cui spieghi che stavi scherzando. Poi magari sbatti la testa contro qualche muro e prega che così entri un po' di sale in quella zucca. »
« Ma io non sto scherzando » si lamentò lui.
« Potter, stiamo insieme da nemmeno tre mesi e siamo andati ad Hogsmeade assieme solo due volte » disse lei, razionale. « Non ci conosciamo abbastanza bene per pensare ad un... ad un matrimonio. »
« Lily Evans, sei intelligente quanto ottusa » rispose James. « Ci conosciamo da sette anni e ho passato più tempo in punizione con te che da solo nel mio Dormitorio. »
« Siamo una coppia solo da due mesi e...! »
« Oh, per favore, signorina Evans » sbottò infine la McGranitt, alzandosi. « Adesso basta. Voi due, se non se n'è accorta, siete una coppia all'incirca dalla prima volta che lei gli ha urlato contro che era un idiota. Il che, se la memoria non m'inganna, risale a circa sette anni fa, sera dello Smistamento. Una coppia fuori dai canoni, certo, e che ha rischiato più volte di demolire l'intera Hogwarts e di attentare alla mia salute, ma pur sempre una coppia. E sebbene una parte di me sia ancora convinta che è la sostanza illegale per forza presente nell'Idromele a farmi parlare, le direi d'accettare il fatto che il signor Potter qui presente starà al suo fianco, come una spina, per tormentarla fino alla fine dei suoi giorni. Quindi, per il bene della mia salute mentale, lei e il signor Potter andate a fare una passeggiata, scrivete le lettere di disdetta e continuate a battibeccare come avete sempre fatto. Perché, se non vi è ancora chiaro, vi comportate già come una coppia di sposi. » Mentre tutti la fissavano a bocca aperta (e Lily Evans anche piuttosto rossa in volto), la professoressa si voltò severa verso Black e Lupin. « Voi due siete in punizione per atti osceni in luogo pubblico. » Mentre quelli protestavano debolmente (e Lupin dava una gomitata a Black), si rivolse infine a Lumacorno: « Horace, per cortesia, se tieni alla mia salute prepara un antidoto per la barba del professor Silente ».
Lily Evans, paonazza, fece un verso strozzato, senza riuscire a guardare in faccia la sua professoressa di Trasfigurazione. « Credo che andrò a letto » annunciò, facendo per andare verso l'uscita.
« Signor Potter » disse Silente, apparentemente noncurante. « Da questo momento è sollevato da qualunque punizione da scontare nel fine settimana. Le consiglio di impiegare bene il suo tempo. »
Potter spalancò un poco gli occhi, ma annuì, raggiante. « Ricevuto, professor Silente. » Poi urlò alla fidanzata: « Aspetta, Lily! Vengo anch'io con te! ».
Lei, che era già vicina alla porta, tornò a voltarsi verso la tavolata e sospirò. « Cielo, James. Se è vero che mi tormenterai tutta la vita, hai ancora tutto il tempo del mondo per cominciare. »
Né Minerva McGranitt né il resto dei presenti poteva sapere quanto, davvero, sarebbe stato poco. Nessuno poteva sapere del 31 Ottobre 1981, nessuno poteva immaginare che mancavano a malapena tre anni prima che James Potter smettesse di tormentare Lily Evans lì dove loro potevano testimoniarlo.
E James Potter le rivolse il primo, vero sorriso della serata. Quando guardava lei, quando non faceva lo sbruffone, quando non stava dicendo qualcosa di stupido che l'avrebbe fatta arrabbiare, Potter le rivolgeva il tipo di sorriso che, senza aver bisogno di parlare, diceva “non guarderei nient'altro che te per tutta la vita”. « Oh, Lily. Non importa quanto tempo avrò da passare con te, perché sarà comunque troppo poco. »
Lily si trattenne dallo sbuffare, nascondendo abilmente il suo imbarazzo. « Finirò con l'ammazzarti, Potter. »
« Allora ti seguirò ovunque, Lily. Anche nella morte, se necessario. »
Nessuno poteva immaginare quanto queste parole fossero vere. In quel momento, quella sera del giorno di Pasqua del 1978, James Potter era solo in mezzo alla Sala Grande, a fare quello che faceva da anni: stare al fianco di Lily Evans, proprio come una spina.
Ma la verità è che i fiori più belli sarebbero incompleti senza le loro spine.
E Lily Evans, poi Potter, per sempre Lily, sarebbe stata senza incompleta senza James Potter.
Quella sera Minerva McGranitt non pensò al futuro. Pensò solo, mentre un sorriso le increspava le labbra pallide, che James Potter avrebbe avuto il suo terzo appuntamento.
E forse, prima o poi, anche il suo tanto agognato “sì”.
   
 
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