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Autore: Nimel17    29/05/2013    7 recensioni
Abbiamo lasciato Robert ed Emilie in una triste situazione... ma cosa succederà ora che è arrivata anche Rose?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Emilie de Ravin, Robert Carlyle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emilie strinse il copione così forte da tagliarsi quasi con la carta.
Sapeva di non averne diritto. Cosa pretendeva, che girasse scene con lei sola?
Sì.
Si sforzò di concentrarsi. Il suo contributo negli ultimi episodi non era granchè, non che lo fosse mai stato. Nella prima stagione aveva avuto solo un paio di episodi ed una comparsa, nella seconda il più delle volte compariva sullo schermo per poco tempo, e come se non bastasse il suo personaggio era finito in un lettino d’ospedale, senza memoria e  aveva persino distrutto Chip.
Se ci pensava, le veniva ancora da piangere.
Ma il peggio non era quello, oh no.
Il peggio era esser costretta a guardare, a girare un episodio in cui Robert e un’altra donna, Rose, si scambiavano effusioni da innamorati, parole e gesti così passionali da farle accapponare la pelle d’invidia.
Lei era Belle, il Vero Amore, qualcosa di puro agli occhi del mondo intero e per questo non potevano mai filmare qualcosa di così… carnale.
La notte stava sveglia, la sua pelle le trasmetteva i ricordi di quei pochissimi minuti passati nella sua macchina a baciarsi e accarezzarsi, mentre il suo letto vuoto continuava a ricordarle quello che era successo dopo.
“Mi dispiace, Emilie. Questo… questo non sarebbe dovuto accadere.”
Naturalmente, aveva concordato. Aveva riso, fingendosi imbarazzata e quello era stato il prezzo da pagare per avere ancora i suoi sorrisi, le sue battute.
Si stavano comportando come se non fosse successo niente.
Ma doveva avere provato qualcosa anche lui. L’aveva baciata anche lui. Doveva aver significato qualcosa.
O forse no. Si stava montando la testa. Probabilmente si era lasciato trascinare dalla posa in cui lei gli era caduta addosso, dalla vicinanza, dall’isolamento dal mondo esterno a causa del temporale, ed era successo.
“Ehi, vieni?”
Alzò gli occhi dal copione, di cui non si ricordava una parola. Rose le stava sorridendo, bella come nei suoi pensieri più oscuri. I capelli erano acconciati in boccoli bruni, la pelle naturalmente candida era quasi traslucida e lo sguardo era dolce e sorridente, così diverso da quello freddo di Cora.
“Dove?”
“Stiamo girando la scena d’incontro tra Rumpelstiltskin e Cora. Gli altri attori sono già lì per guardare, sono tutti abbastanza curiosi di vedere la storia tra i due.”
Nonostante avesse voluto cortesemente rifiutare, sapeva di non poterlo fare, così si alzò e rise.
“Non me lo perderei per niente al mondo.”
Ed ora si trovava tra Ginnifer e Colin, a guardare Rose in un bellissimo e sensuale abito rosso che le lasciava le spalle e parte della schiena scoperte cercare una via di scampo dal compito che le aveva assegnato il re.
“Non funzionerà, dearie.”
Robert era nel lato opposto della stanza, pigramente appoggiato al muro e con una spiga tra le mani. Avanzò versò Rose, con quell’andatura briosa e canzonatoria che era tipica del Signore Oscuro.
“O meglio, in teoria sì, ma saresti morta. Non servirebbe allo scopo, vero dearie?”
Sin da subito, Rose mostrò un lato diffidente ma non spaventato di Cora, nonostante si fosse trovata uno sconosciuto in una stanza inespugnabile.
“Chi siete?”
“Chi sei tu, dearie.”
Emilie respirò. Per il momento, le loro interazioni erano del tutto calme. Eppure, i loro sguardi già mostravano un che di predatorio che le fece temere ciò che sarebbe avvenuto dopo.
“Cora.”
“Non un bel nome, vero? Mi ricorda il suono di qualcosa che si rompe.”
Jennifer sussurrò a Ginnifer, ridacchiando:
“Almeno a me aveva detto che Emma era un bellissimo nome.”
Ginnifer soffocò anche lei una risata ed Emilie si sforzò di non sentirsi in posizione d’inferiorità.
Rumpelstiltskin non aveva mai detto quanto fosse appropriato per lei il nome Belle.
“Come siete arrivato qui? Se voi siete venuto, io posso uscire.”
Lei non sentì quello che si stavano dicendo nelle battute successive, perché Colin si era avvicinato e le aveva sussurrato:
“Ehi, non pensi che Belle sarebbe piuttosto gelosa? Cora… voglio dire, Rose, è una bellissima donna.”
Grazie a Dio le fu risparmiato di rispondere, perché Lana, anche lei vicino a Colin, gli aveva dato uno schiaffo sul braccio, dicendogli di non fare casino come il suo solito.
Emilie tornò a concentrarsi sulla scena. Rumpelstiltskin era seduto all’arcolaio e aveva tra le mani un filo d’oro puro che stava porgendo alla bella figlia del mugnaio.
“Cosa potresti volere da me?”
Rose aveva spalancato le braccia, l’espressione piuttosto esasperata. Era brava, doveva ammetterlo.
“Divertente che tu me l’abbia chiesto.”
Robert fece una delle sue strane e meravigliose risatine e porse alla donna un rotolo di pergamena.
“Vuoi il mio primogenito.”
“Vedi, lei ha una certa importanza.”
Lei?
“Posso vedere il futuro, e io avrò il mio pagamento solo se sopravvivrai fino a domani.”
“Potete davvero filare tutta questa paglia in oro.”
“E domani presenterete al re ciò che ha chiesto, potrete pretendere la mano del piccolo principe e vederli inginocchiarsi ai vostri piedi…”
“No.”
“Cosa?”
Nessuno riuscì a trattenere una risata al tono sorpreso e secco di Robert, come se fosse stato corretto da qualcuno che non riteneva importante.
“Insegnami. Non voglio che tu fili la paglia in oro, voglio che mi insegni a farlo. Rendilo parte dell’accordo.”
“Oh, sei una ragazza vivace, vedo.”
Robert s’inchinò, uno di quei suoi unici inchini che le facevano venire voglia di ridere e battere forte il cuore dalla tenerezza.
“Rumpelstiltskin.”
“Cosa?”
“Il mio nome. Penso che te lo sia appena guadagnato. Ora, iniziamo.”
Emilie si sentì un po’ demoralizzata. Era chiara la piega che gli eventi avrebbero preso. Rumpelstiltskin era chiaramente affascinato dalla bella e ambiziosa figlia del mugnaio e quindi Robert avrebbe dovuto recitarne la parte.  Quasi non vide Rose seduta all’arcolaio che sospirava frustrata perché la paglia rimaneva solo paglia. L’espressione di Robert era quasi impassibile e i suoi occhi la fissarono per un istante.
Lei. Stava guardando lei, non Rose mentre parlava della magia come emozione e della sua sete di vendetta verso chi l’aveva umiliato di fronte a suo figlio, ma poi il contatto s’interruppe e lui sorrise a Rose.
Come in un incubo, Emilie lo vide avvicinarsi alle sue spalle, accarezzarle le braccia, mentre la donna continuava a parlare abbandonandosi contro di lui, tenendo sempre la testa leggermente alzata. Robert sfiorò una spalla di Rose con la bocca, per poi salire lentamente, senza quasi toccarle la pelle, lungo il collo, fino ad arrivare sotto il suo orecchio. Proprio in quel momento, il viso di lei si inclinò lievemente, in modo che le labbra di lui le toccavano quasi le sue.
Emilie dovette appellarsi a tutto il suo autocontrollo per non stringere i braccioli della sedia con le mani. Se avesse potuto, si sarebbe piantata le unghie nella carne, avrebbe stretto i denti e avrebbe pianto di frustrazione e…
Gelosia. La sua era pura e semplice gelosia.
Le sue orecchie non sentivano più le battute, solo una canzone. Una vecchissima canzone.
La gelosia, la gelosia ti farà impazzire!
Quello era il suo personale inferno, in cui era costretta a guardare l’uomo che amava e di cui non aveva mai avuto intenzione di innamorarsi corteggiare, anche se per finta, un’altra donna, sapendo inoltre che non aveva nessun diritto di sentirsi così.
Perché lui l’aveva respinta, o meglio, voleva fingere che non fosse successo niente.
I suoi occhi sul tuo viso
La sua mano sulla tua
Le sue labbra accarezzano la tua pelle
È più di quanto riesca a sopportare
Robert e Rose si stavano baciando, per almeno la terza volta dall’inizio della scena.
Perché il mio cuore piange?
Non riesco a combattere questi sentimenti
Sei libero di andartene quando vuoi
Ma non ingannarmi così
Ma lei non poteva dire d’esser stata ingannata. Era solo la sua co-protagonista, non era nemmeno sua moglie. Perché si sentiva così allora?
E, per favore, credimi quando ti dico
Che ti amo
 
 
 
 
  
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