Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |      
Autore: Violet Tyrell    30/05/2013    3 recensioni
Per punire il Crystal Saint, reo di non aver risposto a una sua convocazione al Santuario, il Sacerdote riesce nell'intento di screditare la figlia adottiva del cavaliere, giunta al suo cospetto a nome del padre; Shaka della Vergine é chiamato a rimettere sulla retta via la giovane Nefertari, convinto che le nozze siano un ordine diretto di Athena.
Le difficoltà sono dietro l'angolo per entrambi, tuttavia l'ostacolo maggiore sarà rappresentato dall'arrivo di Hades, il Signore dell'Oltretomba, il quale asserisce che lo spirito della sua mitologica sposa dorma all'interno della ragazza. E lo scontro per la pace sulla Terra é alle porte.
Storia che sostituisce "La valle delle lacrime", riscritta e rivista in chiave migliore.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Saga, Hades, Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Virgo Shaka
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
- Questa storia fa parte della serie 'Yin e Yang'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La fleur du Bouddha


Disclaimer

Pg originali Saint Seiya, ambientazione ® Masami Kurumada
Original Character & trama ® Santa Vio da Petralcina

Vietata la copia: l'autrice morde.

Note di benvenuto:
Salve a tutti. Come ho promesso alcuni giorni fa, questo è il restauro de "La valle delle lacrime": la trama é stata modificata dal momento che l'altra, sul finale, aveva perso in effetti il mordente. Persino i capitoli iniziali, quindi, sono diversi da quelli che si conoscevano; ho dato più spazio dal punto di vista di Shaka, e probabilmente l'intera storia sembrerà molto differente.
Sarà divisa in due parti: la prima arriva circa alla fine della saga delle dodici Case, per poi far entrare prepotentemente gli spectre. Questa parte é quella che più di tutti ha subito modifiche: Hades, che già di per sé era protagonista, ora assume un ruolo da leader, se posso dirla così^^
Darò anche più spazio a un pg secondario - Shiva di Pavo -, a Milo e altri cavalieri d'oro. Probabilmente persino Hyoga avrà la sua importanza - e tutti sanno quanto io fatichi a renderlo importante LOL
Vi lascio alla lettura. Il titolo - letteralmente Il fiore di Buddha - è francesizzato, quindi non ho sbagliato a scrivere Buddha u.u, e si riferisce soprattutto a Nefertari. Difatti, nel credo indiano, il nome Nefertari simboleggia il fiore di loto, che cme tutti sappiamo è strettamente legato alla dottrina buddista di Shaka.
Buona lettura: accetto commenti ben volentieri :=)


Capitolo uno



Kobotek é un villaggio sconosciuto, situato all'estremo nord della Siberia, nelle vicinanze del Mar Artico; la popolazione che lo abitava - composta per lo più da anziani e bambini - era abituata a vivere quasi isolata e in un clima sfavorevole a tutto. Anche d'estate la temperatura era molto bassa, ma nessuno se ne é mai davvero lamentato.
Anche in un luogo tanto lontano dalla civiltà vi sono i cavalieri: il Crystal Saint era il responsabile della pace del posto, e la gente lo rispettava per il suo modo di fare sempre cordiale e disponibile, pronto ad aiutare chiunque si trovasse in difficoltà. Dopo un duro addestramento, aveva scelto di restare a Kobotek per continuare a prendersi cura delle persone che vi abitavano, oltre che a svolgere il proprio ruolo di sacro guerriero di Athena.
Perciò era a lui che tutti si rivolgevano quando c'erano problemi, e lo stesso accadde quel giorno; quando però un anziano del posto varcò la porta della baita di legno in cui il Crystal Saint viveva, trovò solo alcuni cocci a terra e, poco distante, uno scialle dai colori vivaci.
L'attenzione dell'uomo fu attratta da un rumore alle sue spalle e, voltandosi, vide due sconosciuti avvolti in armature d'oro: per un solo istante aveva creduto che si trattasse del Crystal Saint, ma era sicuro di non averlo mai visto indossare una cloth tanto bella e lucente come quelle dei due stranieri.
"Buon uomo, potete dirci che ne é delle persone che abitano in questa dimora?" Era l'uomo dalla chioma fulva ad avergli rivolto parola; i suoi occhi sembravano rappresentare la durezza dei ghiacci eterni al pari della voce. L'altro aveva le palpebre serrate, una pelle chiarissima e lunghi capelli biondi: l'uomo distinse un puntino rosso in fronte e solamente guardandolo si sentì intimidito. Riprese subito padronanza di sè, distogliendo lo sguardo per rispondere alla domanda. "Dovrebbe esserci il Crystal Saint con i suoi allievi: ero venuto a cercarli perché degli strani individui stanno seminando il panico poco lontano da qui! Siete anche voi cavalieri del Santuario?"
Uno di loro annuì. "Sì, io sono Camus di Aquarius. Dovremo cercare i due giovani, e il mio allievo; Shaka, vai tu a Omsk? Io mi occuperò dei balordi che hanno attaccato i dintorni e cercherò il mio allievo con i suoi apprendisti, ma prima aiuterò la gente ad allontanarsi."
Il cavaliere chiamato Shaka annuì e sparì pochi istanti dopo in un lampo dorato, lasciando perplesso l'anziano, che non aveva mai visto nulla del genere. "Seguitemi e cercheremo di arginare il problema: il Sacerdote ci ha inviati non appena la notizia del pericolo ha raggiunto il Santuario." Camus si chiese che fine avesse fatto il Crystal Saint, e ne dedusse che probabilmente aveva incontrato qualche ostacolo di troppo lungo il cammino; raccolse lo scialle colorato, chiedendosi a chi potesse appartenere dal momento che sembrava più adatto a una donna che non a guerrieri maschi.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

"Allora, bellezza, vuoi stare ferma?" L'uomo ringhiò verso la prigioniera, chiedendosi perché mai si erano presi il disturbo di portarla con loro: da quando erano finalmente arrivati al nascondiglio, la ragazzina non era rimasta ferma neppure un momento. Le minacce di torture fisiche non erano servite a nulla, si dimenava come una gatta furiosa, ed erano stati costretti a legarle gambe e braccia per immobilizzarla.
In tutta risposta ricevette uno sputo sul volto; disgustato, si pulì la faccia con la manica e colpì al ventre la prigioniera, strappandole un acuto gemito di dolore. "Sudicia bastarda, così imparerai a portare rispetto!"
Una risata di scherno indusse l'uomo a voltarsi. "Non farle troppo male, il capo l'ha voluta per divertirsi un po' e non gli piace la merce ammaccata." Colui che aveva appena parlato stava seduto su una sedia, annoiato, ed era l'esatto opposto dell'aguzzino della prigioniera: alto e sottile, aveva pochi capelli sulla testa. L'altro osservò la sua vittima, ancora dolorante e finalmente silenziosa, e scoppiò a ridere. "Adesso gli piacciono le mocciose? Non solo è una negra, ma avrà a malapena tredici anni! Cos'avrà mai di tanto speciale? Fammi un po' vedere!"
La giovane lanciò uno strillo spaventato quando la manona dell'uomo le strappò di dosso il vestito che portava, denudandola per metà; avrebbe voluto allontanarsi, spaventata, ma le gambe e le braccia erano entrambe bloccate e il suo tentativo destò solamente altre risate. "Non c'è che dire, è proprio una bambina... Con tette così minuscole non sembra neppure una femmina, ma scommetto che altrove lo è eccome!"
Il vestito pesante venne fatto letteralmente a brandelli, strappando alla ragazzina altre urla; sentiva il gelo pungente della Siberia trapassarle la pelle, ma ciò che la spaventava di più erano i gesti dell'uomo, sempre più violenti e umilinati, che l'aveva completamente privata degli abiti. Sentì altre risate e vide che la stanza si era riempita di altre persone: i loro sguardi erano puntati su di lei ed esprimevano qualcosa che non aveva mai visto, anche se mai quanto quelli del suo aguzzino.
"Non si è mai troppo giovani per farsi montare, vero? Quella specie di cavaliere se l'è scelta bene, la concubina: scommetto che nel giro di qualche anno sarai una giumenta fantastica!" Le risate erano sempre più forti e la ragazzina cominciò a capire ciò che avevano in mente; avrebbe tanto voluto chiamare suo padre, ma aveva timore che potessero farle più male di quanto non avessero già fatto. Quando l'uomo le si avventò contro, liberandola rudemente dalle corde per sbatterla a terra, non si lasciò scappare l'occasione e lo morse con violenza; un grido di dolore acuto le consentì la libertà per alcuni secondi. Non fu per nulla dispiaciuta di vedere il collo di quella bestia sanguinare in seguito al suo morso.
Ma sapeva che non sarebbe andata lontano. "Avete anche il coraggio di chiamarvi uomini? Tormentando un'innocente bambina?" L'assalto fu bloccato da quelle parole: tutti si voltarono e videro dietro di loro uno sconosciuto, semplicemente in piedi e con gli occhi chiusi. "E tu chi sei?", fu la sgarbata domanda di uno dei presenti, irritato come gli altri per non poter continuare a godersi lo spettacolo.
"Il mio nome non ha per voi alcuna importanza dal momento che il vostro destino è segnato. Chi vuole essere il primo a rispondere dei propri crimini davanti a Buddha?" La voce serafica del giovanissimo cavaliere irritò i presenti, che si lanciarono su di lui come avvoltoi sulla preda, sicuri di non avere alcun problema data l'evidente ; Shaka non mosse neppure un muscolo, eppure nessuno di loro lo raggiunse, rovinando a terra come banali burattini a cui sono stati tagliati i fili. "Poveri stolti, davvero credevano di poter avere la meglio su un guerriero di Athena?"
Nessuno rispose: il cavaliere osservò la scena e poi volse la sua attenzione alla ragazzina a terra, tremante, che non lo stava neppure guardando. Camus gli aveva fatto sapere che quel gruppo di ribelli aveva portato via con sè la figlia adottiva del Crystal Saint, da usare come merce di scambio, ma - Shaka ne era certo, sicuramente sarebbe inorridito se avesse potuto vedere quello che quelle bestie volevano farle. Senza riflettere la avvolse nel mantello e si rese conto che era svenuta; un attimo dopo un lampo dorato avvolse la stanza, lasciando solo i prigionieri immobili, pronti per essere incarcerati dalle autorità comuni. Lui aveva già perso troppo tempo in quella landa desolata.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

"Vi ringrazio di tutto, Maestro, e anche voi, cavaliere della Vergine, per avermi riportato la mia bambina!" Il Crystal Saint si inchinò ai due cavalieri d'oro e questi si limitarono ad annuire; quando aveva scoperto la sparizione della sua protetta, si era affrettato ad andare a cercarla, ma non era riuscito a trovarla da nessuna parte. Aveva persino sperato che fosse in compagnia di alcuni abitanti del villaggio mentre lui si occupava di addestrare Hyoga e Isaak, ma nessuno l'aveva vista.
"Se volete fermarvi per la notte, il posto non manca." Shaka fece un cenno di diniego con la testa: non gli piaceva trascorrere troppo tempo lontano dalla sesta Casa, o dal suo tempio in India, e non vedeva l'ora di abbandonare le terre ghiacciate della Siberia. Stava solo attendendo che Camus si congedasse, così avrebbero potuto riferire al Sacerdote il successo avuto nella missione. "Il problema ora é risolto, crediamo che siate in grado di occuparvi del posto come fate di solito. Arrivederci, allora."
Pochi minuti dopo le figure dei due cavalieri d'oro erano scomparse e l'uomo decise di controllare le condizioni della sua bambina; l'aveva lasciata nella stanza assieme a Hyoga, il suo preferito tra i due apprendisti, ma sapeva che stava bene. Un brivido lo percorse pensando al pericolo che aveva corso, ed era profondamente grato al cavaliere della Vergine per essere intervenuto in tempo.
"Come sta Nefertari?" Isaak gli venne incontro poco dopo, raggiungendolo in cucina dove aveva deciso di preparare dell'altro tè. "Meglio, è solo stanca e provata: le ferite sono state curate dal cavaliere della Vergine, anche se per qualche giorno è meglio che rimanga a casa." Così il cavaliere rispose, decidendo di salire di persona e, nel vedere la ragazzina addormentata tra le coperte, sorrise, ricordando il loro primo incontro, circa dieci anni prima.
Prudentemente aveva fatto allontanare la gente civile dalle macerie dell'edificio, convinto che ci fossero ancora dei pericoli dopo la tremenda esplosione che aveva avuto come conseguenza la morte di centinaia di bambini. Anime innocenti sacrificate in nome di una giustizia che portava il colore rosso del sangue delle sue vittime e del dolore dell'intera Mosca; una delle insegnati era una sua lontana parente, pertanto era quindi accorso non solo per dovere di cavaliere di Ahena. Non era comunque servito a niente, al suo arrivo la polizia non si era ancora avvicinata, se non per recuperare continuamente cadaveri sotto l'implacabile indiscrezione dei mass media.
Era tutta colpa di un kamikaze, un seguace di una Russia che non esisteva più, e che aveva voluto forzatamente ricordare in un modo tanto cruento da lasciare tutti allibiti e sconcertati; i canali televisivi facevano a gara per avere le notizie più eclatanti, arrivando anche a inventare, ma il Crystal Saint era disgustato da tutto quel cinismo:  a quei bambini morti non ci pensava nessuno? Dalle sue informazioni erano quasi cinquecento i piccoli che abitavano li dentro, coprendo una fascia di età che andava dai pochi mesi alle età adolescenziali, per non parlare del personale che, tra maestri, medici e altro era numerosissimo. Anche lui aveva vissuto a suo tempo in quell'orfanotrofio e sapeva come, seppur fosse una struttura molto triste, si trattasse di una vera e propria ancora di salvataggio per gli orfani. Ora, nel vederlo raso al suolo, pianse: per le vittime innocenti - bambini e adulti -, e per il simbolo che aveva rappresentato sino a quel momento.
Non si vergognava delle lacrime che versava. Nessuno - secondo la sua morale - avrebbe dovuto farlo, specialmente quando le vittime erano davvero innocenti. In quel momento pensò a Hyoga e Isaak che lo stavano attendendo in Siberia, allenandosi anche in sua assenza: anche loro non avevano nessuno, però erano vivi e si facevano buona compagnia l'uno con l'altro.
Chiuse gli occhi, concentrandosi sulla disastrosa situazione che lo circondava e riuscì a sgusciare tra le macerie, al fine di trovare altri bambini; i poliziotti l'avevano avvisato che non avrebbe trovato altro che cadaveri, ma lui voleva un segno da parte di Athena che gli consentisse di tenere accesa la fiamma della speranza, anche esilmente.
L'armatura lo proteggeva e lo sguardo era vigile mentre spostava cautamente pezzi di cemento, stando attento a non cadere in tranelli e buche: era veramente incredibile pensare che qualcuno avesse avuto l'audacia di piombare all'interno dell'edificio e farlo saltare in aria, era quasi inconcepibile eppure ancora qualche focolaio di fiamme ardeva. La Diamond Dust ebbe facilmente ragione di loro, ma la sua ricerca non sembrava destinata ad andare a buon fine; dopo alcune ore l'uomo era esausto e sentiva di essere stato tradito dal destino poichè non aveva trovato alcun bambino vivo. Si sedette su un pezzo di cemento, sentendosi depresso e sfogando un vero e proprio pianto per tutti coloro che non era riuscito a salvare: sentiva quasi di essere venuto meno al proprio ruolo di cavaliere.
 Si rialzò di colpo, sentendo un flebile pianto, così debole che era quasi convinto di averla sognato: rimase in ascolto, ma per molti minuti non sentì più nulla, finchè non accadde di nuovo, debole ma costante. Scacciò immediatamente la depressione, doveva trovare il bambino prima che fosse troppo tardi; apparentemente niente si muoveva, ma riuscì ad intraprendere la direzione giusta, sentendolo di minuto in minuto sempre più distinto fin quando non vide una piccola gamba sotto un blocco enorme di cemento. Non perse tempo a chiedersi come potesse qualcuno sopravvivere sotto ad un peso del genere, ma si adoperò di modo da spostarlo personalmente, cercando di non fare movimenti bruschi per non arrecare danni a chi stava sotto; un sottile strato di spazio era stato lasciato da una colonna che aveva evidentemente trattenuto tutto il peso senza così schiacciare il corpicino che prese gentilmente in braccio. "Ciao piccina, stai bene vero?"
Era la domanda più sciocca del mondo, ma sentir piangere la bambina aggrappata a lui era quanto di più bello potesse trovare; le ferite erano superficiali a parte quella alla gamba ma tutto poteva essere risolto perché era riuscita a sopravvivere fino al suo arrivo e non le avrebbe certo permesso di andarsene così giovane. La teneva tra le braccia come una figlia a lungo cercata, commosso all'idea che Athena doveva aver ascoltato le sue preghiere; poteva avere a malapena due anni, e sembrava completamente indifesa quando lo guardò con gli occhioni scuri, probabilmente assetati d'affetto. La portò immediatamente in ospedale per farla curare e la sua permanenza non fu tanto lunga; nelle due settimane in cui la piccola fu costretta a sottoporsi a tutta una serie infinita di esami, il cavaliere era riuscito ad entrare in confidenza con lei e a proteggerla dalla morbosa curiosità della gente che parlava di miracolo vivente.
La bambina aveva due anni ed era stata portata in orfanotrofio dalla madre, una donna indiana che era scappata fino in Russia per sfuggire ad una punizione d'onore; di questo il Crystal Saint aveva parlato con la direttrice dell'orfanotrofio,, che era andata in pensione alcuni mesi prima ed era quindi stata risparmiata dalla follia. Il cavaliere portò la bambina con sè una volta che fu completamente ristabilita: le autorità russe non avevano sollevato obiezioni alla sua adozione poichè nessuno sembrava volere una straniera così da quel momento lui ebbe una figlia e Nefertari un padre pronto a proteggerla da tutto.



°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°


"Nobile Virgo!" Il cavaliere d'oro stava seduto nella consueta posa meditativa all'interno della dimora da lui protetta, la sesta Casa, quando un soldato del Sacerdote si fece notare; l'uomo ignorava che, anche se non avesse detto una parola, Shaka lo avrebbe ugualmente percepito. Attese un cenno, una parola... un qualunque gesto da parte del guardiano della sesta Casa che lo autorizzasse a parlare, ma non riuscì proprio a percepire nulla, perciò decise ugualmente di dire ciò che doveva: per quanto temesse Shaka, era più terrorizzato dall'autorità che emanava il Gran Sacerdote. "Il Sacerdote vi ordina di recavi al tredicesimo tempio nel più breve tempo possibile! Ha da riferire una richiesta della Dea Athena in persona!"
Il sopracciglio destro di Shaka si mosse impercettibilmente e si limitò a congedare il soldato, domandandosi cosa accadesse di tanto urgente da richiedere un'immediata convocazione; l'ultima volta che gli era stata affidata una missione era accaduto ormai quattro anni prima, quando si era recato in Siberia assieme a Camus per sedare dei ribelli, rei di aver seminato il caos nelle terre ghiacciate vicino al polo. Da quel momento non aveva più ricevuto comunicazioni importanti e si era allontanato dal Santuario solamente per recarsi saltuariamente in India, al suo amato Tempio.
"Sei venuto, Shaka della Vergine." La voce del Sacerdote era profonda e autoritaria mentre accoglieva il suo cavaliere d'oro; Shaka si inginocchiò come richiedeva l'etichetta. "Servo vostro e della Pallade, Sacerdote." Al cavaliere non piaceva essere disturbato durante la meditazione, eppure sapeva come fosse impossibile ignorare gli ordini superiori, nè era sua intenzione farlo: dentro di sè aveva già riflettuto e deciso che un pericolo imponente minacciasse la quiete del Santuario, altrimenti il Sacerdote si sarebbe rivolto ai guerrieri di rango inferiore.
Seduto sul suo trono, il Sacerdote si prese solo alcuni istanti prima di esternare la ragione della chiamata. "Ebben, cavaliere di Virgo, la Dea Athena ha da affidarti un compito veramente importante e che solo tu sei in grado di assolvere nel miglior modo possibile; si tratta di una questione della massima discrezione, pertanto sia lei che io desideriamo che meno persone possibili ne siano a conoscenza. Questo per non turbare l'equilibrio e il decoro di questo sacro luogo."
Shaka si limitò ad attendere, anche se trovava davvero curioso quel discorso; doveva essere accaduto un fatto terribile se tutte quelle precauzioni erano necessarie, e si sentiva lusingato all'idea che la Pallade avesse pensato proprio a lui per uscire da una difficoltà tanto radicata. O così pensò in un primo momento. "Devi sapere che qualche tempo fa ho deciso di richiamare al Santuario il Crystal Saint, allievo del cavaliere di Aquarius e a sua volta maestro del bronze saint del Cigno. Alla Dea erano giunte voci preoccupanti di una possibile futura rivolta, di cui uno dei protagonisti sarebbe proprio il suo allievo: a sua grandissima sorpresa, il Crystal Saint ha mancato di presentarsi, inviando al suo posto una lettera, giunta a me dalle mani della figlia di cui si prende cura." Il Sacerdote fece una pausa per assicurarsi che Shaka lo ascoltasse, e poi proseguì imperterrito. "La fanciulla, giunta circa una settimana fa, ha commesso un'azione che danneggia la reputazione del Santuario, lasciandosi stupidamente coinvolgere in una... la chiamerei avventura con il cavaliere dei Pesci. Per quanto io non abbia la tendenza a preoccuparmi della vita privata dei miei guerrieri, non posso certo ignorare un fatto del genere, soprattutto perché è stata sorpresa da alcuni soldati che sono corsi a riferirmelo, indignati."
Shaka si chiese dove volesse andare a parare il Sacerdote; non storse neanche il naso sentendo nominare Aphrodite, colui che era indubbiamente il cavaliere meno interessato ad argomenti come la discrezione o il decoro. Le sue avventure erano note a tutti e aveva la fama di prediligere solo partner splendidi e simili a lui nel modo di fare, donne o uomini per lui sembravano essere assolutamente identici; non poteva che biasimare la ragazza nominata, dopotutto era andata a cercarsi da sola il guaio, non vedeva la ragione di provare pietà per lei. Poteva però comprendere lo scandalo che un episodio simili avrebbe potuto generare: se si fosse saputo che la figlia di un saint era riuscita a farsi scoprire, sarebbe stato un pessimo esempio per le future generazioni di cavalieri.
"Un comportamento davvero indegno, ma, mi perdoni, ancora non riesco a comprendere la ragione della mia convocazione. Dovrei forse fare la morale al saint dei Pesci? Perché se così fosse, credo che sarebbe inutile: lo vedo già incamminato sulla strada dell'autodistruzione..." Shaka decise di infrangere il silenzio, esponendo chiaramente il suo pensiero e cercando di arrivare a comprendere cosa voleva dirgli il Sacerdote. Era certo che in quelle parole si nascondesse un messaggio che lui avrebbe già dovuto conoscere; lo sentì sospirare, come se il peso di un fardello lo logorasse, prima di riprendere la parola. "Certo che no, alla sua punizione ho già provveduto io. Vedi, la Dea è preoccupata per questa fanciulla, e ritiene suo dovere riportarla sulla retta via prima che sia troppo tardi: data la giovane età della ragazza, è possibile che il suo sia stato solo un gesto sciocco e impulsivo, e che non intendesse davvero infangare la reputazione del Santuario. La Dea ha quindi deciso di darla in sposa a un cavaliere d'oro dalla morale inattaccabile, e la cui saggezza sia nota a tutti; per questo ha pensato a te, Shaka di Virgo, ed è suo preciso ordine che il tutto avvenga il più rapidamente possibile. Ovvero entro tre giorni la cerimonia sarà celebrata, e tu potrai iniziare il processo di redenzione sulla fanciulla. Domande?"
Shaka pensò di aver udito male. Doveva essere così, non c'erano altre spiegazioni. "Prego?" Quell'unica parola risuonò nell'ampia sala, echeggiando come un'accusa. "Hai capito bene, cavaliere. La Dea ha scelto questa via per redimere la ragazza, e così dovrai fare; mi rendo conto che si tratta di una scelta curiosa, ma in passato è già capitato alcune volte e tutto si é risolto per il meglio." Il Sacerdote sorvolò di specificare che mai, in alcun caso, si era trattato di un cavaliere d'oro; gli premeva soltanto far capire al gold saint che non aveva effettivamente scelta. Solo lui poteva compiere un passo del genere senza destare sospetti negli altri abitanti del Santuario.
"Non é mia intenzione contraddire la nostra amata Dea, ma credo che in tutto il Tempio io sia il meno adatto a un ruolo del genere; pensavo voleste che la redimessi, in quel caso basterebbe semplicemente farle apprendere una disciplina meditativa. Non sono solito accettare ragazze tra i miei adepti monaci, ma potrei fare un'eccezione visto che la cosa sembra essere molto importante e..." Il Sacerdote si alzò dal trono, imponente e terribile nella sua autorità. "Non ti é stato chiesto un parere, cavaliere, ma di eseguire un ordine della Dea Athena, la quale ha personalmente pensato a te come modello di esempio per questa ragazza: invece di trovare qualcosa da dire, dovresti sentirti onorato e compiere quanto prima la sua volontà! Come eseguirai questa missione é affar tuo: puoi farla diventare buddista, isolarla dal mondo, farla vivere nei sensi di colpa, punirla crudelmente se ti disobbedisce o essere gentile o indifferente. Tutto questo non interessa a nessuno, chiaro? Qui si vuol solo sentir dire che lo farai, spero di essere stato esauriente!"
Shaka alzò lo sguardo sul Sacerdote, quasi incredulo: per un momento gli era sembrato che un demonio parlasse con la voce del rappresentante di Athena poichè non aveva mai percepito un tono tanto aggressivo in lui. In un certo senso sapeva che lui aveva ragione, non doveva discutere, ma eseguire e basta. Solo che era una missione molto differente dalle altre e aveva pensato di proporre alcune alternative; tuttavia doveva ammettere che non c'era alcuna ragione per rifiutare dal momento che la sua stessa religione non poneva veti riguardo a matrimoni e unioni. Semplicemente non ne aveva alcuna voglia, nè desiderava accollarsi un fardello del genere: non poteva dire nulla di tutto questo, e lo sapeva bene. Che fosse dannato Aphrodite, non avrebbe potuto essere più discreto?
"Non volevo rifiutare questo compito, al contrario lo porterò a termine quanto prima. Vorrei però interloquire personalmente con questa fanciulla, dove la posso trovare?" Shaka digrignò i denti e mandò giù l'amaro boccone, sentendosi obbligato a rispondere a quel modo; sperava che la sua domanda non sembrasse inopportuna, dopotutto era un suo diritto parlarle prima che fosse tutto compiuto. Il Sacerdote parve non notare che la voce del guerriero era più alta del dovuto. "Da alcuni giorni dimora nelle prigioni, non ho trovato altro luogo in cui nasconderla in attesa del giudizio della Dea. Tu, vai a prendere la ragazza e scortala qui." Il Sacerdote si rivolse rudemente a un soldato. Nel sentire quelle parole, Shaka si sentì turbato: nelle prigioni di solito venivano confinati i traditori o i prigionieri di guerra e, da quel che ne sapeva lui, nessuna ragazza al mondo ci era mai entrata. Per quanto si fosse comportata stupidamente e, sicuramente, anche in modo impulsivo, non gli sembrava affatto una buona idea chiuderla in un luogo in cui poteva capitarle di tutto. 
Strinse le palpebre. "Non servirà, Sacerdote, mi ci recherò personalmente. Non c'è bisogno del soldato." Attese il congedo dell'uomo, per poi uscire dall'ampia sala e ridiscendere la scalinata.


Angolo delle note -

Bene, eccoci dunque alla fine del primo capitolo. La prima parte risale circa al 1980, anno in cui Nefertari ha 12 anni e Shaka 15/16 (all'incirca u.u): probabilmente è un po' crudo come inizio, tutto sommato spero che vi possa ugualmente piacere. C'è anche Camus e il Crystal Saint - che siano dannati quelli della Toei che non gli hanno manco dato un nome <.<
La seconda parte cambia decisamente scenario, mostrando gli anni che sono trascorsi:ricordo sempre che il GS è Saga mezzo indemoniato, pertanto spero non sia venuto OOC perchè mi sembrava coerente^^ ci sono dei punti oscuri che ancora voi non conoscete - o meglio, forse xd -e ovviamente qui Saga è mostrato diviso a metà tra la parte buona e quella malvagia che lo corrode.
Vi lascio quindi in attesa del secondo capitolo, in cui ci sarà sicuramente il confronto tra i due, una presentazione più ampia del caos accaduto(chiedo scusa ad Aphrodite che personalmente amo, ma mi serviva bastardelloç__ç) e altri dettagli. Ciao!


   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Violet Tyrell