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Autore: fou arabesque    30/05/2013    1 recensioni
Sorprendere i propri coinquilini in situazioni alquanto imbarazzanti non fa che rendere difficile la convivenza. Soprattutto se sei un uomo e i suddetti coinquilini sono due donne.
E la fantasia di Marco parte per la tangente!
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! È la prima storia che pubblico su EFP!
Spero vi piaccia e che vi faccia divertire, come mi sono divertita io a scriverla! 
Fatemi sapere cosa ne pensate, aspetto le vostre recensioni ;)
A presto! 

Cioè

 

 
Si chiuse la porta alle spalle e attraversò il corridoio. Ciondolava, non era mai stato capace di reggere l’alcol. Ormai Andrea e Carlo lo invitavano a bere proprio per questo. Si dovette appoggiare allo stipite dell’ingresso per affacciarsi al soggiorno. Si accorse che la luce era accesa e si guardò attorno. La vista percorse lentamente il salotto. Si chiese perché ci fosse entrato, invece di raggiungere subito la propria camera.
«Marco!» squillò a un tratto la voce di Paola. Una fitta attraversò la testa, strizzò le palpebre. Si girò verso la cucina alle sue spalle, pensando che la voce fosse venuta da lì. La luce era spenta. Sentì dei cigolii giungere dal divano, tornò a guardare davanti a sé.
Inghiottì a fatica quando distinse il corpo nudo di Antonella, che era seduta sui talloni e gli dava le spalle. Lei si girò e lo squadrò, sgranando gli occhi.
«Che cazzo-?» Di nuovo la voce di Paola.
Marco lanciò un’occhiata al tavolino, su cui stavano dei piatti sporchi e un flacone. Ma era il suo olio per massaggi, quello? Lo indicò e aprì la bocca, le parole gli morirono in gola. Paola schizzò in piedi dal divano, mentre si stringeva addosso la coperta blu.
Gli sembrò di sentire la mandibola cadere, poco prima che Paola lo raggiungesse e prendesse a spintonarlo verso la camera singola. La coperta scivolò e lei dovette afferrarla a livello dei fianchi. I seni rilucevano di un leggero strato di olio profumato.
«Stavate scopando!» esclamò Marco, senza alcun freno.
«Vaffanculo!» urlò Paola e lo spinse dentro la camera, sbattendo la porta nel chiuderla.
 
«Buongiorno» esordirono in coro le due coinquiline. Marco lanciò un’occhiata torva a entrambe. Quello squillo di voci gli aveva provocato una fitta. Sentiva la testa gonfia. Ricordava poco o niente della sera precedente. D’altronde, riusciva a pensare solo all’emicrania pulsante. Si sedette su uno sgabello e appoggiò i gomiti sul piano dell’isola.
Le ragazze presero a girargli attorno. Sotto i suoi occhi comparvero la tovaglietta, una tazza di caffè, una scatola di aspirine, un piattino con fette biscottate e il vasetto di nutella. Marco squadrò il tutto e comprese che Antonella e Paola stavano cercando di arruffianarlo. Ciò che lo preoccupava era il motivo. Alzò lo sguardo su di loro. Paola si era appoggiata al piano della cucina e sorseggiava una tazza di tè, mentre Antonella passava la spugna sottile tra i fornelli. Avevano lavato la cucina: cosa ancora più sospetta.
Marco si strinse nelle spalle e prese la tazza di caffè. Ancora prima portarla alle labbra, si ritrovò a esclamare: «Stavate scopando!».
Paola scoppiò a ridere, rischiando di versare il tè per terra. Antonella s’irrigidì, «Smettila» sbottò poi contro l’altra. Alla fine, si girò verso Marco.
«Non pensavamo saresti tornato così presto.» Antonella lanciò la spugna nel lavabo e incrociò le braccia al petto.
Marco la guardò attentamente. Sorseggiò il caffè e appoggiò di nuovo la tazza sulla tovaglietta.
«Quindi» biascicò, «state insieme?». Corrugò la fronte, la luce che entrava dalla finestra pareva abbagliante. Antonella lanciò un’occhiata a Paola, che le si avvicinò e passò il braccio sinistro sulle sue spalle.
«Mmh, vediamo. Tu mi piaci» disse Paola e appoggiò il bacino al fianco dell’altra. Antonella abbozzò un sorriso imbarazzato e arrossì. «Ah, questo mi dice che anche io piaccio a te.» Marco ingoiò a vuoto quando le vide baciarsi. «Credo che si possa fare» concluse Paola.
Marco si scoprì a leccarsi il labbro superiore con la punta della lingua. Chinò il capo, afferrò la tazza di caffè e prese a sorseggiarlo facendo più rumore possibile, in preda all’imbarazzo. Le sentì ridacchiare.
«A proposito» fece poi Paola e uscì dalla cucina. Il suo strascicare di piedi si allontanò. Marco si costrinse a fissare una briciola sulla tovaglietta, pur di non incrociare un possibile sguardo di Antonella. Paola tornò, con il suo solito strascicare, e appoggiò un flacone a fianco della scatoletta di aspirine. Era l’olio per massaggi.
«Fai i complimenti alla tua morosa per la scelta» gli raccomandò Paola. «È fantastico, quest’olio.»
 
«Wow» fece Daniela, con un sorriso che prendeva ad allargarsi sul viso ovale. Marco ridacchiò e si prese la testa tra le mani. Fissò il soffitto della propria camera, in silenzio.
«Assurdo» commentò fra sé e passò le dita fra i capelli, per poi intrecciarle alla nuca. Tornò a guardare la ragazza. Lei si puntellò ancora sul gomito, avvicinandosi. Appoggiò la tempia al pugno e posò l’altra mano sul petto di Marco.
«Cioè, ma ti dà fastidio, questa cosa?» chiese Daniela.
Marco corrugò la fronte e si prese qualche istante per pensarci. Quindi storse le labbra. «No, non credo.»
«Io sarei curiosa da morire» rivelò Daniela e sfilò un paio di bottoni della camicia. Lui sentì le dita infilarsi sotto la stoffa e sfiorare l’addome. «Cioè, chissà cosa faranno?»
Marco si strinse nelle spalle, ma aveva capito dove Daniela volesse andare a parare.
«Magari, anche loro fanno questo.» Daniela si sporse e lo baciò, stuzzicandolo un poco con le lingua. Salì a cavalcioni su di lui, sistemandosi sul suo basso ventre. Le labbra scivolarono sul mento e lungo il collo. Gli sbottonò la camicia, mentre Marco scioglieva le dita dietro la nuca e le accarezzava i fianchi. S’insinuò sotto la gonna nera, tastò le natiche.
«Oppure questo» continuò Daniela e si rialzò. Prese le mani di Marco, le portò al seno fasciato dalla maglietta. Riconobbe il reggiseno dal bordo di pizzo che le aveva regalato a San Valentino. Sorrise, si morse il labbro inferiore. Cominciò a percepire l’eccitazione animarsi nel basso ventre.
Daniela tornò ai bottoni della camicia, le mani di Marco scesero alle cosce nude.
«Facciamo anche questo» s’insinuò d’un tratto la voce di Paola. Altre mani presero ad accarezzare i fianchi di Daniela. Paola comparve alle spalle di lei, nuda. Prese a baciarle il collo, mentre lanciava occhiate di sfida a Marco. Una delle mani si infilò sotto la maglietta e scivolò sul seno sinistro, mentre l’altra scompariva tra le pieghe della gonna, tra le gambe. Daniela socchiuse le palpebre e inarcò la schiena.
Marco l’afferrò tra le braccia e la spinse a lato, invertendo le posizioni. Perché aveva immaginato Paola?
«Ehi, tutto bene?» gli chiese Daniela, un sorriso entusiasta dipinto in volto.
Marco ingoiò a vuoto e annuì. Si chinò su di lei, prese a baciarla. Sistemò il bacino fra le sue gambe. Quel calore lo aiutò ad allontanare dalla mente l’immagine di poco prima. Schiuse le labbra e insinuò la lingua nella bocca di Daniela, che rispose con passione.
Afferrò il bordo della sua maglietta, l’alzò fin sopra il seno; si scostò, Daniela sollevò le spalle e alzò le braccia perché la sfilasse.
«Non la vorrai tutta per te, spero.» Antonella apparve stesa su un fianco accanto a loro sul letto matrimoniale. Senza vestiti, i capelli biondi erano scompigliati. Marco sgranò gli occhi, nel vederla chinarsi su Daniela e morderle appena un seno.
Daniela allungò le mani e gli avvolse il collo, tirandolo a sé. L’immagine di Antonella sparì, ma Marco si scoprì turbato. Lei agganciò le gambe attorno alla sua vita per aumentare la pressione.
Bussarono alla porta. Marco sobbalzò esclamando e si ritrovò il cuore in gola.
Bussarono ancora, più forte. Marco lanciò un’occhiata a Daniela, che si strinse nelle spalle. Si alzò e attraversò la stanza. Ora, qualcuno picchiava il battente di legno.
Marco accostò la porta. «Che c’è?» sbottò, esasperato.
Dallo spiraglio vide Paola ghignare. «Niente, volevo solo vendicarmi.»
«Ma vaffanculo!» Marco le sbatté la porta in faccia. Dal corridoio squillò la risata soddisfatta di Paola.
Tornò al letto, ma si sedette sul bordo. Appoggiò i gomiti sulle ginocchia e si prese la testa fra le mani. Tutto ciò era assurdo: era rimasto traumatizzato dalle proprie coinquiline.
Sentì Daniela muoversi sul materasso. Le sue mani si appoggiarono alle spalle.
«Cioè, sei sicuro di star bene?» gli chiese, preoccupata. Marco grugnì. «Vuoi che ti faccia un massaggio con l’olio?»
«No!» esclamò subito, la voce uscì strozzata.
 
   
 
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