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Autore: Kade    01/06/2013    4 recensioni
Rin è una giovane avvocato di Tokyo che adora il suo lavoro. Ha un ragazzo che la ama, una casa tutta sua e tanti amici. Ha tutto quello di cui ha bisogno e ha intenzione di vivere la sua vita in tranquillità. La sua esistenza, però, viene sconvolta dalla comparsa di Sesshomaru, uomo d'affari arrogante e freddo come il ghiaccio, che ha bisogno di lei per risolvere alcune controversie giudiziarie e per mettere a tacere per sempre il suo più acerrimo nemico: Naraku. Fra aule di tribunale, incertezze, amori e incomprensioni, ecco a voi la mia storia.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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primo capitolo


Capitolo Uno

"Problemi con la legge"







Nihonbashi, quartiere di Chuo, Tokyo - Ore 09:12


In quella fredda mattina di Novembre anche il sole aveva deciso di rifugiarsi dietro uno spesso strato di nuvole. Il cielo minacciava di scatenare un temporale coi fiocchi, ma i giornalisti e i fotografi delle maggiori televisioni giapponesi non sembravano avere nulla da temere. Armati di microfoni, macchine fotografiche professionali, cineprese e ombrelli, sostavano di fronte ad un imponente palazzo di trentaquattro piani, in attesa di qualcosa. O di qualcuno. La struttura in vetro e acciaio, sottile come un giunco, sembrava quasi osservare la folla di gente come un essere umano potrebbe fare con un mucchio di formiche agitate.
D'un tratto la folla di persone si mosse, captando un movimento dietro l'immensa porta automatica scorrevole. Un uomo alto e slanciato uscì dall'edificio, scortato dai poliziotti verso una macchina poco distante. I giornalisti scattarono in avanti, decisi ad intercettare l'oggetto del loro morboso interesse.

"Signor Taisho, la città intera è sconvolta dalla rivelazione del suo coinvolgimento nel..."

"Sesshomaru Taisho, vorrebbe fare una dichiarazione alle nostre telecamere?"

"Signor Taisho, sembra impossibile che Ikeda-sama abbia..."

I poliziotti si fecero largo tra la folla, scortando l'uomo verso la vettura. Sembravano infastiditi, eppure il disagio trasmesso dallo sciame di giornalisti pareva non avere alcun potere sul signor Taisho, che si limitò a guardare davanti a sé, ignorando le numerose domande e la massa di corpi che li seguiva come api verso il miele. Entrò in macchina, deciso a fissare un punto indeterminato del poggiatesta di fronte a sé. Uno dei poliziotti sospirò e accese il motore, cercando di farsi spazio attraverso i giornalisti e i fotografi che avevano deciso di piazzarsi di fronte alla macchina.

"SPOSTATEVI, DANNAZIONE!"

Cominciò ad urlare, ottenendo subito l'allontanamento della massa di gente.
Il signor Taisho, dal canto suo, sedeva tranquillamente sul sedile posteriore, osservando con una perfetta maschera di indifferenza il paesaggio dal finestrino. Le vetrine dei negozi scorrevano numerose sotto i suoi occhi, ma la mente era rivolta altrove. Solo un'ora prima si era ritrovato nel suo ufficio all'ultimo piano tre poliziotti, armati di pistole di servizio e mandato d'arresto. Se due ore prima gli avessero detto che avrebbe vissuto una situazione del genere, probabilmente si sarebbe fatto una grassa risata. Ed è da dire che lui non sorrideva praticamente mai, figuriamoci farsi delle grasse risate.
Aveva deciso di avvalersi del diritto di parlare solo in presenza di un avvocato, approfittando dei propri diritti. E questa sarebbe sembrata agli occhi dei più una decisione azzeccata, almeno se il suo caro avvocato non avesse deciso proprio il giorno prima di andare in vacanza a Mosca con tutta l'allegra famigliola. Sospirò impercettibilmente. No, a quanto pare non c'era nulla che gli andasse bene in quel periodo. 
E, proprio mentre pensava a queste cose, cominciò a piovere.







Jinbocho, quartiere di Chiyoda, Tokyo - Ore 09:29



"Mh... Che ore sono?"

La voce impastata dal sonno del suo ragazzo le giunse alle orecchie. Non potè fare a meno di sorridere, mentre finiva di mettere il rossetto rosso sulle labbra e si apprestava a tornare in camera da letto per recuperare la giacca del tailleur nero.

"Le nove e mezza. Devi svegliarti, Sango ti aspetta."

Gli stampò un bacio freddo sulle labbra, non curandosi di togliergli il segno provocato dal rossetto. Compose in fretta un sorriso e osservò il ragazzo sollevarsi le coperte fino al mento, cercando di ignorare l'orario. Kohaku era sempre stato un dormiglione, a differenza sua.

"Forza, Kohaku. Questa sera non ho voglia di sentire le tue lamentele su quanto Sango sia dura con te... Ha tutte le ragioni del mondo, visto che razza di fratello pigro e ritardatario si ritrova!"
Aggiunse, per poi afferrare la giacca e la valigetta in ecopelle nera.
"Io vado! A stasera!"

Non si fermò a sentire il saluto del suo fidanzato e uscì di casa, chiudendosi la porta alle spalle. Il cielo grigio piombo di quella mattina era capace di metterle una tristezza immensa addosso. Si diresse rapidamente verso la propria utilitaria, una Suzuki Swift blu metallizzata, comprata con grandi sacrifici. Mise in moto e accese la radio, sintonizzandosi sulla frequenza che trasmetteva il radiogiornale del mattino. Dal momento che non aveva mai tempo per comprare un quotidiano, l'unico modo per essere sempre aggiornata su ciò che succedeva in Giappone e nel mondo era ascoltare la radio. Uscì dal parcheggio in retromarcia, facendo un cenno con la mano a Kaede, la sua anziana vicina di casa intenta a potare i cespugli, e si mise sulla carreggiata.

"E' con grande stupore che annunciamo che Sesshomaru Taisho è stato arrestato questa mattina e portato via dal suo ufficio nel quartiere di Nihonbashi, Chuo. Il signor Taisho è accusato di speculazione edilizia e di favoreggiamento alle attività della Yakuza, la più grande organizzazione mafiosa giapponese. Si sospetta che l'imprenditore abbia avuto numerosi contatti con i maggiori capi mafiosi e questa, insieme ad altre accuse, ha portato all'arresto dell'uomo d'affari e al suo trasferimento alla stazione di polizia sotto la supervisione del tenente Takumi Hiroito. Gli aggiornamenti su questa notizia saranno presto disponibili per l'edizione delle 20:00."

Cominciò a tamburellare le dita sul volante, il piede calcato sull'acceleratore. Aveva prestato una blanda attenzione al servizio del radiogiornale, concentrata com'era sulla guida. Conosceva Sesshomaru Taisho. Non perché fosse un uomo famoso e apparisse spesso sui giornali, ma piuttosto perché, talvolta, le erano capitati sotto gli occhi i fascicoli delle denunce che l'imprenditore aveva collezionato nel corso degli anni e che la ragazza aveva dovuto portare al suo capo, cioè all'avvocato personale di Taisho-san. La polizia ci sarebbe andata giù pesante quella volta. Il reato di speculazione, per uno come Sesshomaru, poteva essere accantonato con una bella somma di denaro, ma il favoreggiamento alla mafia significava solo avere un grosso, grossissimo problema.

Giunta in ufficio e sistematasi sulla sedia di fronte alla scrivania, cominciò a dare una lettura ad alcuni fascicoli e a battere qualche appunto al computer. La giornata trascorse velocemente e in tranquillità, vista l'assenza del capo, e la ragazza riuscì a svolgere il suo lavoro in santa pace.
Alle sei e mezza raccolse tutte le sue cose, chiuse con uno scatto la valigetta e si diresse verso l'uscita dell'ufficio. Allungò la mano verso la maniglia, ma lo squillo del suo telefono la distrasse. Tirò fuori il Blackberry dalla tasca del cappotto lungo color crema e osservò il display, le sopracciglia scure aggrottate.
Numero sconosciuto.
Era forse qualcuno che intendeva divertirsi facendo scherzi stupidi? O un operatore di quei dannati call center in cerca di persone a cui proporre nuovi contratti? Decise di rispondere e fugare così ogni dubbio.

"Pronto?"

"Buonasera. Parlo con la signorina Rin Ogawa?"
Il suo interlocutore aveva una voce chiara e un accento particolare.

"Sì, sono io."

"Mi chiamo Koga Murakami. Spero di non disturbarla. Ha cinque minuti di tempo da dedicarmi?"

"Non c'è problema, ho appena finito di lavorare. Mi dica pure."

"Bene. L'ho contattata per una questione spinosa e che, temo, solo lei possa risolvere ora come ora, vista la sua ovvia posizione* e l'ammirazione che l'avvocato Sakamoto nutre per lei."
Fece una piccola pausa, come se stesse prendendo fiato per dirle qualcosa di spiacevole.
"La chiamo a nome di Sesshomaru Taisho."






*La "ovvia posizione" fa riferimento al fatto che Rin, lavorando nello studio dell'avvocato personale di Sesshomaru, sia adatta a lavorare al caso, anche perché, come dice lo stesso Koga, l'avvocato Sakamoto nutre grande rispetto per lei.







~ Angolo Autrice

Ciao a tutti!
Dopo un mese di elaborazione ho finalmente deciso di pubblicare il primo capitolo della mia nuova Long Fiction. Una Rin/Sesshomaru ambientata ai giorni nostri, con una trama che, spero, possa piacervi e appassionarvi. Era da tanto che cercavo di elaborare i personaggi e l'andamento dei vari capitoli. E' stata dura, davvero. Non ricordavo quanto fosse difficile, visto che l'ultima long che ho pubblicato risale ad alcuni anni fa.
In attesa dei vostri commenti,

Giulia




   
 
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