Serie TV > Once Upon a Time
Ricorda la storia  |      
Autore: Lilly_93    02/06/2013    7 recensioni
[RumpelstitskinxBelle]
Ogni notte, non appena spengeva la luce, Belle chiudeva gli occhi nella speranza che quella potesse essere la notte buona, quella in cui finalmente i demoni dei suoi sogni avrebbero smesso di ossessionarla; ma non appena si addormentava la ragazza veniva trasportata in un'altra dimensione, creata dal suo incoscio, in cui le sue paure più grandi diventavano realtà tangibili.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L'isola che non c'è sembra una landa di terra infinita avvolta nell'oscurità, una striscia scura immersa in una distesa d'acqua.
E' il luogo della solitudine e del dolore, della paura e del silenzio, un silenzio così assordante da risultare insopportabile, spezzato solo dai pianti e i lamenti dei bambini sperduti.
Il tempo è congelato, lì: nulla sembra davvero cambiare, se non il numero dei fanciulli, attirati con un inganno dalla crudele Ombra che incanta ogni ragazzo raccontandogli di un posto magico dove non ci sono adulti a comandare e dove si può rimanere piccoli per sempre.
Ma è un inganno. Perchè quando scendono le tenebre e tutto diventa buio, i bambini hanno bisogno che la loro mamma racconti loro una favola per potersi addormentare; hanno bisogno che il loro papà venga a rimboccar loro le coperte.
Nell'isola che non c'è non esistono favole per addormentarsì, nè baci della buonanotte: esiste solo l'Ombra cattiva che li osserva con i suoi occhi luminosi e malvagi, che li minaccia di strappar loro la propria ombra se solo provassero a scappare.
Rumpelstitskin non vuole che questo accada a suo nipote, non vuole che anche lui, proprio come Baelfire, sappia cosa significhi crescere da solo.
Combatte, Rumpelstitskin, come probabilmente non ha mai fatto in tutta la sua vita; non c'è magia che tenga contro l'Ombra, non c'è nessun trucco dell'Oscuro che possa usare.
E' solo e vulnerabile contro qualcosa di molto più potente di lui: potrebbe scappare, non sarebbe la prima volta. Potrebbe lasciare che l'Ombra riprenda Henry e tornare a Storybrooke sano e salvo piuttosto che morire lì, senza l'amore della sua vita accanto a sè, per salvare la vita di un bambino che sarà la sua rovina.
Ma Baelfire non c'è più, è morto per la sua codardia, e Rumpelstitskin sa che l'unico modo perchè lui possa riposare in pace è tenere suo figlio al sicuro.
E mentre cade a terra vinto dai colpi mortali dell'Ombra, mentre avverte il suo cuore rallentare fino a smettere di battere, a Rumpelstitskin sembra quasi di sentire la voce di Baelfire mentre gli sussurra di essere fiero di suo padre.


Belle si svegliò di soprassalto, lanciando un grido. Si guardò intorno, spaesata, finchè non realizzò di trovarsi nella sua camera e di aver appena avuto un incubo, l'ennesimo della settimana.
Si passò una mano tra i capelli mentre tentava di far rallentare il suo cuore, che batteva ancora all'impazzata a causa del sogno che aveva appena fatto.
Pensava di averci fatto l'abitudine ormai, ma le cose sembravano peggiorare notte dopo notte, e nonostante fosse passata ormai qualche settimana dal giorno della loro separazione, Belle continuava ad essere tormentata dallo stesso spaventoso incubo.
Ogni notte, non appena spengeva la luce, Belle chiudeva gli occhi nella speranza che quella potesse essere la notte buona, quella in cui finalmente i demoni dei suoi sogni avrebbero smesso di ossessionarla; ma non appena si addormentava la ragazza veniva trasportata in un'altra dimensione, creata dal suo incoscio, in cui le sue paure più grandi diventavano realtà tangibili.
Il buio, il sangue, le grida erano tutto ciò che riusciva a ricordare una volta sveglia, oltre ovviamente al corpo esanime di Rumpelstitskin riverso a terra , il suo volto pallido di morte, i suoi occhi chiusi in un sonno dal quale non si sarebbe più risvegliato. Tutti gli altri dettagli sfuggivano dalla sua mente non appena apriva gli occhi, lasciandole addosso solo una profonda inquietudine.
Invano Belle si era trasferita nell'appartamento della biblioteca, nella speranza che lasciare la casa di Rumpelstitskin, dove aveva deciso di vivere non appena lui era partito e che era piena di ricordi di una vita insieme che non sarebbe più tornata, l'avrebbe aiutata ad andare avanti.
Non era servito a nulla, ovviamente.
Belle si liberò dalle coperte e a piedi scalzi raggiunse la cucina, dove bevve un pò d'acqua per placare l'arsura causata dall'ansia dell'incubo.
La casa era immersa nel silenzio e la ragazza si affrettò ad accendere la luce; non aveva mai avuto paura del buio, nemmeno da bambina, ma da quando Rumpelstitskin se ne era andato l'oscurità aveva iniziato a spaventarla.
Era ancora scossa da tutto quello che le era successo nell'ultimo periodo: la sparatoria, la perdita di memoria, la falsa identità, erano tutte cose dalle quali non si era ancora ripresa e talvolta, quando era distratta, le capitava di confondere i suoi ricordi reali con quelli appartenenti a Lacey, rendendosi conto per la prima volta quanto fosse difficile convivere con due vite nella propria testa.
C'era solo una persona che avrebbe potuto aiutarla, che sarebbe stata in grado di ricordarle chi davvero lei fosse, ma quella persona non c'era e Belle si sentiva sempre più sola, bloccata in una città alla quale non era mai realmente appartenuta, in attesa che una nave facesse capolino nel porto di Storybrooke.
Aveva tentato di distrarsi aprendo la biblioteca al pubblico: si stava preparando per quell'evento sin da quando Rumpelstitskin gliel'aveva donata, qualche mese prima, ma l'incidente al confine della città le aveva portato via ogni sogno, compreso quello di inaugurare quel posto al quale teneva molto.
Una volta lanciato l'incantesimo di protezione si era resa conto che la città, dopo l'incursione di Tamara e Greg, era stata completamente abbandonata a se stessa, e inaugurare la biblioteca sarebbe stato solo il primo passo per tornare a far vivere Storybrooke.
La festa di inaugurazione si era svolta in un pomeriggio di sole: Granny e Ruby avevano contribuito a portare cibo e bevande e quasi tutta la città si era unita ai festeggiamenti, passando il tempo a mangiare, sfogliare libri e chiacchierare con gli amici. L'edificio era stato abbellito da palloncini e festoni, tutto ad opera dei nani, e le risate e l'allegria di quell'evento avevano per un attimo fatto dimenticare a Belle tutta la tristezza di quei giorni; ma quella festa non era altro che un promemoria del fatto che probabilmente Rumpelstitskin non sarebbe mai tornato per vedere come lei aveva sistemato quel posto che lui le aveva affidato con tanto amore.
Avrebbe voluto che lui fosse presente a quei festeggiamenti perchè sapeva che sarebbe stato orgoglioso di lei, del modo in cui stava costruendo la sua vita lì a Storybrooke; avrebbe voluto che fosse lui la prima persona a vedere la biblioteca pronta per essere aperta e l'ultima a lasciare la festa, insieme a lei.
Il rintocco dell'orologio la distrasse dai suoi pensieri; le lancette segnavano le due in punto.
Belle lasciò la cucina decisa a tornare a letto, nella speranza di riuscire a dormire almeno un pò. Attraversò il corridoio, passando accanto all'immenso specchio che aveva scelto lei stessa quando aveva arredato l'appartamento, e con la coda dell'occhio scorse la sua immagine riflessa, un lampo bianco nell'oscurità della casa.
-Belle-
La ragazza trasalì dallo spavento, aggrottando le sopracciglia. Sapeva che era impossibile, che era solo frutto della sua immaginazione, ma avrebbe giurato che qualcuno nel buio aveva appena pronunciato il suo nome, e quel qualcuno sembrava terribilmente Rumpelstitskin.
Chiuse gli occhi, cercando di convincere se stessa che era stata solo un'allucinazione, uno scherzo del suo incoscio dettato dalla struggente mancanza dell'uomo amato combinata con lo stress degli ultimi tempi.
-Belle-
Scosse la testa, incredula rispetto a quello che le stava succedendo: stava impazzendo, era sicuro. Il giorno dopo sarebbe dovuta andare a parlare con Archie. Si diresse verso la camera da letto, nella speranza che qualsiasi cosa le stesse accadendo finisse al più presto.
-Belle, vieni allo specchio-
Belle aggrottò le sopracciglia, voltandosi lentamente; era impossibile, di questo ne era consapevole. Qualsiasi cosa stesse succedendo, qualsiasi cosa fosse convinta di aver sentito, non poteva essere reale. Eppure aveva imparato che spesso anche le cose più assurde possono essere vere, per quanto incredibile possa sembrare.
Forse fu per quello che si avvicinò cautamente allo specchio, incurante dell'assurdità di quella situazione - o forse fu solo perchè in cuor suo Belle sapeva esattamente cosa avrebbe visto una volta posato il suo sguardo sulla superficie liscia che troneggiava sulla parete.
Si mosse a passi lenti, cercando di non lasciarsi sopraffare dalla speranza. Fissò lo specchio, ma tutto ciò che vide non fu altro che la sua immagine riflessa, gli occhi azzurri cerchiati dal viola delle occhiaie procurate dalle notti insonni, il viso pallido e stanco per la mancanza di riposo.
Sospirò e abbassò gli occhi, mentre un'ondata di delusione la travolse, facendola sentire una stupida per aver pensato anche solo per un secondo che potesse essere possibile.
Ma non appena rialzò lo sguardo in direzione dello specchio trovò un paio di occhi color cioccolata a fissarla, un paio di occhi che lei conosceva bene.
Sapeva che tutto quello non aveva senso, sapeva che non poteva essere vero, ma lui era proprio lì, davanti ai suoi occhi; i capelli castani con quella spruzzata di bianco che lei aveva sempre trovato affascinante; le prime rughe intorno agli occhi, segni di una vita intensa e dolorosa; il sorriso appena accennato sulle labbra.
Belle si avvicinò allo specchio, incapace di parlare, incapace di formulare un pensiero logico, mentre il suo cuore accellerava pericolosamente.


Find me here
Speak to me
I want to feel you
I need to hear you


-Belle, sono io- sussurrò Rumpelstitskin, poggiando una mano sul piano liscio dello specchio.
-Sei tu- ripetè la ragazza sgranando gli occhi. -Ma come è possibile?- chiese balbettando, facendo combaciare le sue dita con quelle di Rumpelstitskin. Il vetro risultava freddo al tatto, ma entrambi riuscivano ad avvertire solamente il calore dei loro cuori che battevano all'unisono.
-Ho fatto un incantesimo ma la magia qui è molto diversa, non so quanto durerà-
-Dove sei?-
Rumpel sospirò, sorridendo appena. -In un posto molto, molto triste, Belle- rispose lui. -L'isola che non c'è, è qui che Tamara e Greg hanno portato Henry. Stiamo ancora navigando per raggiungere la riva, e non appena arriveremo ci metteremo subito a cercarlo.-
Belle annuì, mentre una lacrima solitaria le scivolava sulla guancia.
-Come vanno le cose a Storybrooke?-
-Ho lanciato l'incantesimo che mi hai dato con l'aiuto della madre superiora, la città è al sicuro adesso-
-Bene, sono contento che abbia funzionato-
-Sai, ho inaugurato la biblioteca qualche giorno fa. Abbiamo fatto una festa bellissima, sono sicura che ti sarebbe piaciuta-
Rumple sorrise appena, cercando di mascherare la malinconia che inevitabilmente l'aveva assalito al pensiero di tutto ciò che si stava perdendo. -Avrei davvero voluto vedere come hai sistemato quel posto, sono sicuro che avrai fatto un ottimo lavoro-
-Lo vedrai quando sarai di nuovo qui, Rumple, e quando tornerete chiederò a Ruby di organizzare una festa per darvi il bentornato, lei è bravissima in queste cose-
L'uomo scosse la testa, tentando di trovare le parole giuste.
-Mi manchi da morire, Belle, e non hai idea di quanto vorrei essere lì con te, ma non so quanto tornerò nè se riuscirò mai a tornare, quindi...-
-No!- esclamò la ragazza scuotendo la testa. -Te l'ho detto, Rumple. Io ho fede nel nostro amore, ho fede in te e so che prima e poi tornerai da me. Io lo so- disse lei, mentre le lacrime che aveva tentato di trattenere sfuggivano dai suoi occhi, rigandole il viso.
Rumplestitskin annuì, lasciando che una lacrima solitaria scivolasse sulla sua guancia. -Ti prometto che farò tutto ciò che è in mio potere per salvare Henry e lasciare l'isola. Non mi arrenderò finchè non avrò trovato un modo per ritornare da te-
Belle sorrise speranzosa. -E io ti prometto che ti aspetterò, non importa quanto tempo passerà. Io sarò qui e ti aspetterò-


You are the light
That's leading me
To the place
Where I find peace


Per la prima volta da quando era partito, Rumplestitskin riuscì davvero a sperare di poter sopravvivere a quel viaggio, di poter trovare un modo per ricongiungersi con Belle. Gli era bastato ascoltare le sue parole e specchiarsi nei suoi meravigliosi occhi azzurri per trovare in sè quel coraggio e quella forza che da solo non sarebbe stato in grado di scovare.
E quando lo specchio cominciò ad appannarsi, mostrando i primi segni d'indebolimento dell'incantesimo, entrambi sentivano che quello non sarebbe stato un addio, ma soltanto un arrivederci.
-L'incantesimo sta svanendo- disse Rumple, mentre la voce gli si incrinava.
-Lo so. Andrà tutto bene, ne sono sicura. Ci rivedremo presto-
-Sappi solo che ti amo, Belle. Non dimenticarlo mai-
La ragazza annuì, mentre la figura di Rumplestitskin svaniva lentamente dallo specchio. -Ti amo anche io- sussurrò, e un attimo dopo il suo riflesso sostituì quello dell'uomo.
Belle socchiuse le palpebre, appoggiandosi alla parete; con una mano spazzò via le lacrime che continuavano a scendere copiose dai suoi occhi, ripercorrendo nella sua mente ciò che era successo solo un momento prima.
Riascoltare la sua voce e rispecchiarsi nei suoi occhi scuri e familiari era tutto quello che Belle aveva desiderato avvenisse sin da quando lui era partito, e adesso che era appena accaduto, tutto sembrava così irreale, quasi fosse un sogno; ma l'impronta della sua mano rimasta impressa sullo specchio era una prova tangibile e concreta, che Belle decise di non rimuovere così che, solo guardandola, si sarebbe ricordata di non perdere mai la speranza.
Nei giorni che seguirono quella notte, gli incubi improvvisamente cessarono, lasciando le sue notti libere dalla paura e dal terrore.
E quando, qualche mese dopo, la Jolly Roger apparve nel porto di Storybrooke portando tutti i suoi passeggeri in salvo, Belle finalmente comprese che, talvolta, aggrapparsi alla speranza non è poi così sbagliato.

You are the strength
That keeps me walking
You are my purpose
You are everything



***Spazio autrice***
Finalmente sono riuscita a pubblicare questa shot! Ci sto lavorando più o meno da quando è finita la seconda stagione, ma ero piuttosto incerta se scegliere un finale positivo oppure no; per una volta ho deciso di abbandonare la mia propensione all'angst e ho optato per un happy ending, perlomeno nella mia shot, visto che nello show siamo ben lontani da un lieto fine.
Ho deciso di focalizzarmi soprattutto su Belle: prima o poi scriverò qualcosa anche dal POV di Rumpel, ma per l'idea che avevo in mente per questa storia, il POV di Belle era il più adatto. Non avrei voluto infarcirla di troppo fluff, specialmente nella parte dello specchio, ma non so quanto abbia funzionato XD
La teoria dello specchio non è una mia invenzione:l'idea che Rumpel potrebbe utilizzare uno specchio - come nel cartone Disney - per comunicare con Belle sta girando su Twitter e Tumbrl già da un pò.
La canzone del titolo e della shot è "Everything" dei Lifehouse, molto bella.
Come al solito, grazie a chiunque sia arrivato qui in fondo :)
A presto,
Lilly_93
  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Lilly_93