Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: nari92    09/06/2013    3 recensioni
Mr Gold vuole solo una serata romantica con Belle, ma lei ha in mente un altro piano, una cena di famiglia! Come andrà la serata?
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Belle, Emma Swan, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
   Indovina chi viene a cena
 


Capitolo 3: L’ospite inatteso
 

Belle strabuzzò gli occhi mentre il nuovo arrivato si puliva poco elegantemente gli stivali sul tappetino fuori da casa Gold. Quando ebbe finito, della scritta “welcome” restava solo una traccia sbiadita, anche se, in realtà, "welcome" non era certo il termine che rappresentava al meglio i pensieri di Rumpelstilskin riguardo l’ospite inatteso.
“Non osare avvicinarti a mio padre”
A Gold, che doveva ancora riprendersi dal primo shock, per poco non venne un infarto nel vedere suo figlio schierarsi in prima linea per difenderlo dal suo acerrimo nemico di sempre. Non se l’aspettava.
“Stai calmo, ragazzino, non sono qui per fare del male a nessuno. Ho solo saputo che l’arrosto di Belle è imbattibile” le lanciò un occhiata languida “e che la favolosa ricetta di Cora per la torta alle mele non è andata perduta insieme a lei”.
“Hook, non sei il benvenuto, non lo sei mai stato e mai lo sarai” Regina dichiarò perentoria
“Per una volta, Regina, mi trovi d’accordo. Ci sono persone che non cambiano mai” la spalleggiò Gold
“Strano, credo di aver già sentito queste frasi, e di chi si parlava? Ah già. Voi due”
“Non c’è nessuno in questa stanza che gradisca la tua presenza, pirata” di inserì James
“Io sì”
L’asserzione di Emma fece strabuzzare gli occhi a tutti i presenti, meno che a Henry, il quale osservava sua madre con l’aria di aver capito più degli altri.
“Emma stai scherzando spero, sai cos’ha fatto Hook? Sai quanti danni ha causato alla mia famiglia? Ha portato via mia madre, mi ha abbandonato ai bambini sperduti e all’ombra, ha tentato di uccidere mio padre e di far fuori tutta Storybrooke. Ti serve altro, per capire che tipo di persona è?” Neal era inferocito e Gold realizzò che forse suo figlio odiava il pirata più di quanto non facesse lui. E si sentì uno stupido per non averlo realizzato prima. A lui Hook aveva rubato la moglie, ma suo figlio era stato privato della madre in tenera età. Non l’aveva mai più rivista per colpa di quell’uomo.
“So benissimo quali sono le sue colpe, e credo che anche lui ne sia ben consapevole. Ma so anche quali sono le mie, quali le tue, quali quelle di tuo padre e quelle di Regina. Eppure siamo tutti qui attorno ad un tavolo a parlare come se nulla fosse stato. È perché ci siamo dimenticati di ciò che è stato o è perché abbiamo capito e perdonato?”
Le parole di Emma colpirono tutti. Nessuno in quella stanza poteva affermare di essere davvero puro, di non aver commesso un errore che aveva poi rimpianto per il resto della vita.
La prima a parlare fu Regina.
“Emma ha ragione. Credo che anche Hook abbia diritto ad una seconda chance. Io l’ho avuta con Henry, è giusto così. Ma sappi che sei in prova, pirata”
“Sono d’accordo con Regina. Non mi sento nella posizione di fare la morale a nessuno, neppure a Hook. Ma ti avviso, un solo passo falso e la fiducia che ti è stata data ti verrà tolta all’istante” decretò Snow, con l’assenso silenzioso di tutti gli altri partecipanti alla cena.
Tutti meno uno.
“Se pensate che io possa perdonare l’uomo che mi ha portato via mia madre quando avevo solo 7 anni siete tutti impazziti. Se resta lui me ne vado io”  Neal prese al volo il suo giubbotto dall’appendiabiti e se ne andò chiudendosi dietro la porta.
Emma fece per seguirlo decisa ma Gold la bloccò con una mano.
“Ci penso io. Vado a parlargli” sussurrò, incoraggiato dallo sguardo di Belle, che non staccava gli occhi dai suoi.
Il rumore del bastone si sentì ancora per qualche istante nel silenzio della sala, ma poi andò a confondersi non appena Rumpelstilskin arrivò alla terra del giardino.
Tutti gli ospiti rimasti in sala si guardavano piuttosto imbarazzati, finché David non ruppe il silenzio
“Scusate ma quei due non erano ancora ai ferri corti?”
“Si staranno riappacificando..” commentò Snow noncurante mentre Belle non distoglieva lo sguardo dalla porta.
“Per quanto io adori le riunioni familiari, la torta di mele, che poi è il pezzo forte della serata, senza offesa Belle, si sta raffreddando. Quindi propongo di lasciare quei due al loro destino e tornare in sala da pranzo, tanto non farà molta differenza”
Belle le lanciò un’occhiataccia ma poi fu la prima a tornare al suo posto e portare in sala da pranzo la torta di Regina. Tanto essere preoccupata da in piedi ed esserlo da seduta faceva poca differenza.
 
 
Neal aveva fatto davvero poco strada e Gold, nonostante il rallentamento del ginocchio malandato, impiegò appena cinque minuti a raggiungere suo figlio.
Lo trovò seduto sul ciglio della strada, i gomiti appoggiati sulle gambe e lo sguardo perso.
“Ti è sempre piaciuto sederti al lato della strada. Dicevi che ogni persona che passava raccontava una storia, anche se non parlava. E tu adoravi immaginare storie su di loro, indovinare da dove venissero, dove andassero, quale fosse il loro lavoro. Sei sempre stato un sognatore, ma al tempo stesso eri molto concreto”
“Non c’è contraddizione tra le due cose. Proprio perché si è realisti si deve sognare”
Gold si prese un minuto per riflettere su quello che gli aveva appena detto il suo Baelfire. Quel ragazzino era sempre stato così profondo. Aveva cercato, con gli anni, di nascondere ai più il suo vero animo. Ma con le persone a cui teneva davvero questo ritornava sempre a galla.
“Hai ragione a odiare Hook. Io l’ho fatto per molto tempo. Più di chiunque altro. Ma questo odio non mi ha portato a nulla; o meglio, non mi ha portato a nulla di buono. Finché nel tuo cuore ci sarà spazio per l’odio e la vendetta, non troverai mai la serenità che tanto cerchi”
“Cosa ne sai tu di cosa cerco..”
“Sono tuo padre” Neal non poté controbattere questa verità
“Proprio tu vieni a parlarmi di lasciar perdere l’odio e la vendetta? Tu che ne hai fatto una ragione di vita?”
“Proprio io. Perché so meglio di chiunque altro che questo non porta da nessuna parte, te lo posso assicurare”
Neal era combattuto. Da un lato avrebbe voluto lasciarsi andare con suo padre, e raccontargli tutto ciò che aveva nel cuore. Dall’altra l’orgoglio lo frenava, non voleva dargli vinta questa battaglia troppo facilmente.
Preferì mantenersi sul vago.
“E allora, cos’è che dà questa tanto agognata serenità?”
“L’amore”
“L’amore. E sentiamo, tu cosa ne sapresti dell’amore?”
“Più di quanto non ne sappia tu. Io sono insieme alla donna che amo, non mi pare si possa dire lo stesso di te”
Neal sbuffò, ma Gold sapeva di aver fatto centro.
Passò una macchina sfrecciando, probabilmente Ashley e Sean, quel povero ragazzo stava impazzendo per insegnare a guidare alla sua ragazza, ma non c’era proprio speranza.
“E cos’ha di tanto speciale l’amore di Belle da darti la serenità, cos’è che il mio amore di figlio non poteva darti?” Neal si pentì di averlo detto nell’istante stesso in cui aveva pronunciato quelle parole, ma non ne poteva più di tenersele dentro. Così, ecco, le aveva vomitate lì all’improvviso, senza un vero perché.
Gold prima sobbalzò. Poi non capì. E poi si diede dello scemo per non aver capito prima ciò che davvero faceva soffrire suo figlio.
Non c’entrava l’amore per Emma, e non c’entrava neanche l’essersi scoperto padre all’improvviso. E, paradossalmente, non c’entravano neanche tutti i problemi che loro due avevano avuto, non c’entrava l’abbandono, il varco, gli anni di lontananza e non c’entrava Milah. C’entrava che Bae si sentiva escluso dalla nuova vita di suo padre, surclassato.
“Bae…Bae, nessuno, nessuno potrà mai prendere il tuo posto nel mio cuore, tu..” Gold dovette interrompersi perché aveva la voce rotta dalle lacrime.
“Bae io ero un uomo senza scopo nella vita quando ti ho perso. Anzi, il mio unico scopo era ritrovare te. Ma più passava il tempo, più mi inaridivo dentro, senza di te a tirare fuori il meglio di me. È a quel punto che è arrivata Belle, a farmi riscoprire la parte più profonda di me. Ma ho sbagliato tutto anche con lei sai?
Mi ha perdonato però, e ora sto cercando di diventare un uomo degno del suo amore, e del tuo, Bae. 
Il mio amore non è una quantità fissa, da dividere in tante porzioni. Amo Belle, senza che questo riduca l’amore infinito che provo per te… E quando dicevo che l’amore dà serenità, io mi riferivo a te. Al tuo amore.”
Neal aveva provato a trattenere le lacrime per qualche istante, ma poi non era riuscito nell’intento. Perché erano lacrime di una vita, erano le lacrime della sua vita.
“Papà io…io pensavo mi avessi dimenticato, pensavo potessi essere felice senza di me, e non riuscivo a darmi pace perché io non ci riesco. Non riesco ad essere felice senza che tu faccia parte della mia vita, per quanto ci provi”
Gold seppe che le sue parole non sarebbero servite a molto, così fece una cosa che non faceva da molto tempo. Gold abbracciò suo figlio. Fu come fare un salto nel passato e tornare all’improvviso indietro di 300 anni, al loro ultimo abbraccio, la sera prima che Rumpelstilskin diventasse l’Oscuro. E ci furono scuse non dette e molte promesse in quell’abbraccio, come ve ne sono in tutti gli abbracci.
Passarono alcuni minuti o forse delle ore, ma padre e figlio non se ne resero conto.
 
 
“Comunque io sono con Emma, tanto quanto tu sei con Belle, se non di più” puntualizzò Neal, cercando di darsi un tono dopo aver sciolto l’abbraccio.
Gold sorrise
“E con quel se non di più cosa vorresti insinuare?”
“Beh, papà, diciamocelo, hai una certa età, è normale che certe cose risultino un po’…difficili?”
Gold rise. Aveva dimenticato quanto fosse bello ridere con Bae, quanto lui tirasse fuori il lato più innocente  e ingenuo di lui.
“Meglio che tu non faccia troppo lo sbruffone, Bae, tuo padre è ancora in ottima forma e ne avrebbe di cose da insegnarti, che tu ci creda o no..”
“Siamo suscettibili eh sull’argomento? Forse dovrei chiedere direttamente a Belle come vanno le cose, che dici?”
“Non ti azzardare! Se solo ci provi Emma verrà a sapere talmente tante cose sulla tua infanzia che la voglia di avvicinarsi a te le passerà del tutto!”
“Hai vinto, hai vinto”
Neal passò una braccio attorno alla spalla di suo padre.
“Dai papà torniamo a casa”
“Anche se c’è Hook?”
Al sentirlo nominare Neal si irrigidì.
“Tu pensi davvero che meriti una seconda possibilità?”
Gold sospirò
“Penso che io di seconde possibilità ne ho avute parecchie. E che spesso non le meritavo… Hook forse non è così diverso. Non credo che riuscirò mai a perdonarlo sinceramente di quello che ha fatto alla nostra famiglia, ma la colpa non è stata solo sua. Se Milah ed io ci fossimo amati davvero lei non avrebbe sentito l’esigenza di scappare. E poi non credo che avrebbe mai voluto ferire te”
“Ma l’ha fatto. Mi ha portato via mia madre”
“Lei se n’è andata liberamente Bae. Dobbiamo accettare questo, non eravamo abbastanza per lei, voleva di più la sua libertà, e se l’è presa. Hook è stato solo un mezzo, se così si può dire; se non fosse stato lui, sarebbe stato un altro”
“Se la metti così…va bene, proverò ad accettarlo.”
“Bravo Bae, è la scelta giusta…”
“Sì…è ora di tornare a casa”
 
 
“Certo che ce ne mettono di tempo” Hook, da quando aveva scoperto come funzionavano gli orologi lì a Storybrooke, non poteva fare a meno di guardare l’ora ogni cinque minuti. Trovava molto affascinanti quegli aggeggi, con tutti i loro ingranaggi particolari. E casa Gold, ovviamente, offriva il meglio del meglio.
“Se tu avessi evitato di portare via la madre al figlio di Rumpelstilskin forse ci saremmo evitati di passare mezzora nell’attesa di una riconciliazione familiare” intervenne Regina, preoccupata per la sua torta, sempre più a temperatura ambiente.
“ventinove minuti, per ora, per l’esattezza”
“come ti pare”
“E comunque non credo di essere io la causa di tutti i problemi di Baelfire e Rumpelstilskin”
“Sicuramente non li hai aiutati”
“Tu invece gli hai proprio reso la vita facile eh?”
“Avevo i miei buoni motivi” lo liquidò la Regina. “Belle, non potremmo almeno iniziare a mangiare la mia torta? Si sta raffreddando sempre di più!”
“La metteremo in forno qualche minuto, non voglio che Rumpel e Bae si perdano il dolce!”
“Ma in forno la rovini!”
“Regina, si può sapere qual è il problema con questa torta? Non fai che parlarne da quando siamo arrivati! Nessuno mette in dubbio le tue capacità culinarie, stai tranquilla!” asserì Snow, con il consenso di tutti i presenti.
“Non è per le mie capacità, è per mia madre” Regina abbassò lo sguardo.
“è la prima volta che la faccio da quando lei è morta, vorrei che fosse buona, tutto lì. È uno dei pochi ricordi che ho di lei”
La confessione di Regina fu accolta nel silenzio, nessuno sapeva bene come commentare. Così David fece la cosa più semplice e più giusta.
“Dall’odore sembra ottima Regina. E ora me ne taglio una fetta e la assaggio, giusto per controllare. Tranquilla Belle, Gold e Neal non si accorgeranno mai che l’ho presa”
Snow guardò orgogliosa suo marito. Forse non era il migliore nei discorsi, ma quando si trattava di gesti veri e sinceri nessuno lo batteva, era uno dei tanti motivi per cui lo amava.
“La miglior torta di mele che io abbia mai assaggiato! Non che tu abbia molte rivali, Regina” scherzò il principe.
“Ancora con questa storia? Mi iscriverò a un corso di cucina se è proprio indispensabile!” sbottò Snow, lievemente offesa, incrociando le braccia.
“Quello che so potrei insegnartelo io…se sei interessata”
Se fosse stata Belle a pronunciare quella frase, sarebbe stata solo la proposta di un’amica. Se fosse stata Emma, la supplica di una figlia. Se l’idea fosse arrivata da Granny sarebbe stato un po’ inquietante e Snow avrebbe preferito tirarsi indietro, ma tutto sommato non sarebbe stato così strano, dati gli istinti materni della nonnina verso l’intera popolazione di Storybrooke.
Ma la frase l’aveva pronunciata Regina, e si trattava quindi di un vero miracolo. A meno che, Snow dovette ammettere a sé stessa di averci pensato, Regina non la volesse avvelenare di nuovo; poco originale e spesso anche poco efficace, è vero, ma Regina aveva i suoi clichés. Scartata l’ipotesi dell’avvelenamento scattava quella, meno probabile, di un gesto sincero e totalmente disinteressato.
“Grazie Regina, mi piacerebbe davvero tanto..”
“Quando vuoi” Regina sorrise. Non di quei sorrisi inquietanti e scaltri, ma di quei sorrisi sinceri, di quelli che, per intendersi, di solito erano riservati solo a Henry.
Il quale, Henry, era già da un po’ andato a stravaccarsi sul divano con la tv accesa e Emma, esasperata quanto lui dall’attesa era andata a sedersi al suo fianco, perseguendo uno zapping selvaggio.
“Sei stata brava prima, a difendere Hook “ le disse Henry sorridendo.
“Mi sembrava giusto, in fondo un po’ mi ritrovo in lui. Ci vuole del tempo prima di concedersi di affezionarsi a qualcuno di nuovo. E ci vuole tempo per capire che ciascuno di noi ha bisogno degli altri, della famiglia in primis. Anche se è un po’ scapestrata come la nostra” aggiunse con un sorriso la Salvatrice.
“A me piace. È diversa dalle altre, ma è più vera, più genuina ecco.”
A Emma piacque l’espressione. Una famiglia genuina.
 
 
Il campanello della porta suonò finalmente e Belle tirò un sospiro di sollievo. Non sapevo di preciso di cosa avesse paura, ma di qualcosa aveva paura. Forse che la chiacchierata andasse male e che Gold cadesse in depressione. Oppure che Neal non l’avrebbe mai accettata come parte della famiglia. D’altronde aveva notato le occhiate che a volte le lanciava, ma aveva preferito non dire nulla a Rumpelstilskin, quei due avevano già abbastanza problemi. Sperava solo che Gold non dovesse un giorno scegliere tra lei e suo figlio; avrebbe senz’altro scelto lui, come era giusto, ma per lei sarebbe stato durissimo.
Tutte queste paure divennero concrete nell’istante in cui apriva la porta.
Si trovò faccia a faccia con Neal. Occhi negli occhi. E fu a quel punto che Neal la sorprese e le sorrise. Non fu un gesto eclatante, solo Belle, Neal e Gold lo percepirono, ma era un gesto che cambiava tutto.
 “Abbiamo pensato che un po’ di gelato non avrebbe guastato alla tua torta, Regina, abbiamo fatto male?” esclamò Gold rientrando. Si sentì strano nel pronunciare quelle parole, non era mai stato il buontempone, quello che interrompeva i momenti più tesi alleggerendo l’atmosfera. Forse era l’effetto che gli faceva essere nonno, o forse era solo che, anche se gli costava fatica ammetterlo, amava quella famiglia. Era così…così genuina.
“Un tocco innovativo non guasta mai” sorrise serena Regina.
“Io aggiungerei una bottiglia di dolce , l’ho comprato qua all’angolo e mi sono fatto consigliare, spero di aver azzeccato la scelta…” Hook estrasse una bottiglia da un sacchettino molto elegante. Nessuno l’aveva notato quando era entrato.
Neal prese in mano la bottiglia e lo soppesò, leggendo l’etichetta accuratamente.
“E ti sei fatto fregare, questo vino è una schifezza”
“Veramente?” Hook alzò un sopracciglio infastidito.
Tutti trattennero il respiro. Era stata solo una tregua temporanea, la loro?
“No, sto scherzando, è un ottimo vino, uno dei miei preferiti.” Tutti risero e Hook strinse la mano a Neal.
“Ricominciamo da zero, d’accordo ragazzino?”
“Proprio da zero non sarà mai, ma cerchiamo di dimenticare gli screzi passati. E godiamoci questo vino! Ah, se fai il bravo, Henry, potrai assaggiarne un po’ anche tu!”
“Che cosa? No! Non si è mai parlato dell’eventualità che Henry possa bere vino, scordatelo Neal!”
“E dai Emma, solo un goccio, mica si sbronza!”
“E ci mancherebbe ancora, no, non se ne parla! Regina?”
“Mi trova assolutamente d’accordo miss Swan, vino prima dei 18 anni è impensabile!”
“Beh, forse 18 è un po’ esagerato, ma siamo due contro uno, Neal, arrenditi!”
“Se l’opinione di un nonno conta qualcosa, Emma, allora siamo due contro due, mi dispiace ma devo appoggiare mio figlio in questa lotta…”
“E se serve l’appoggio di un altro nonno, mi schiero anch’io pro vino!”
“David!”
“Immagino sia superfluo aggiungere che un pirata è sempre dalla parte di chi vuol bere vino, giusto?”
Emma alzò gli occhi al cielo e si diede per vinta.
“E va bene, dategli vino, whisky, vodka, qualcosa da fumare e portatelo anche in un locale di spogliarelliste, tanto qui decidete tutto voi!”
“Sono sicuro che per il locale di spogliarellisti Lacey potrebbe darci ottime indicazioni, non è così?”
“Hook, so che abbiamo stabilito di andare oltre le nostre divergenze, ma ancora una battuta sul passato di Belle, di cui, peraltro, sei parzialmente responsabile, e non avrò problemi a tornare alle mie vecchie abitudini, tipo strappare le lingue a chi non parla in modo appropriato delle persone a cui tengo”
Rumpelstilskin riusciva ancora ad ottenere un certo effetto quando minacciava le persone e tutti i commensali si erano bloccati mentre lui parlava, in attesa di una risposta del pirata.
Hook rimase in silenzio qualche istante.
“Mi dispiace, Belle, davvero una battuta di pessimo gusto, puoi perdonarmi?”
Belle sorrise sollevata.
“Ma certo, in fondo non era troppo sbagliata come affermazione, credo di essere entrata in un locale del genere una volta…”
“Belle!!?”
Regina soffocò una risatina; sì decisamente Lacey era stata una gran trovata. Si pentiva di molte sue azioni nel passato, ma vedere Gold alle prese con una donna del genere era stato davvero troppo divertente.
“Ma ero sotto la maledizione! E poi non ho fatto niente, davvero!”
Gold stava per controbattere quando il campanello interruppe nuovamente la conversazione; Belle ne approfittò per evitare quella scomoda discussione e corse ad aprire la porta.
“Disturbiamo? So che non siamo invitati ufficiali, ma eravamo qui in giro e abbiamo pensato di passare a fare un salutino! E poi, detto tra noi, eravamo anche un po’ curiosi di vedere come si comportavano alcuni soggetti della famigliola…”
“Lei era curiosa, io no!”
“Oh ma taci, ne hai parlato tutta la sera, e cosa dirà Rumpelstilskin, e cosa farà Regina, e se arriva Hook!”
“Tranquilli, non siete mai un disturbo, accomodatevi!”
Mentre richiudeva la porta Belle iniziò seriamente a chiedersi se mai sarebbe riuscita a godersi quella benedetta bottiglia di Dom Pérignon con Rumpel.

 
 
 
 
 
 
NOTE: ecco qui un nuovo capitolo, temo un po’ troppo lungo, ma spero non troppo noioso! Spero anche che la reunion tra Gold e Neal non sia stata eccessivamente sdolcinata, ci tenevo a scriverla bene, ma fatemi sapere se l’avete trovata pesante.
Molti di voi avevano indovinato Hook (bravi), ora vediamo chi riesce ad indovinare chi sono i nuovi arrivati!
Il prossimo capitolo sarà l’ultimo e ci sarà anche un momento solo rumbelle alla fine, ma può essere che sviluppi anche un po’ Swanfire.
Grazie a tutti delle recensioni e grazie anche a tutti i lettori silenziosi! :)
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: nari92