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Autore: millyray    11/06/2013    1 recensioni
Kelly, insieme al figlio diciassettenne Tyler, decide di trasferirsi a Miami, lasciandosi alle spalle la loro vecchia casa nell'Indiana, tutto ciò che avevano costruito e, soprattutto, le loro vecchie vite.
Hanno bisogno di ricominciare da capo, da un nuovo punto di partenza dopo che le loro vite si sono improvvisamente incrinate, specialmente quella di Tyler a cui la vita ha deciso di togliere molte cose e che, per questo, non riesce più a trovare un motivo per sorridere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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YOU ARE MY SUNSHINE

CAPITOLO DODICI

Blake e Tyler arrivarono al parco vicino a casa di quest’ultimo praticamente correndo, senza mai lasciarsi la mano, con il cane che correva davanti a loro, la lingua fuori, agitando la coda.
Non appena ci entrarono, si sedettero sulla prima panchina libera che trovarono, il fiato grosso per la corsa appena fatta e le labbra ancora piegate in un sorriso divertito.

“Oh, Santo cielo, che imbarazzo!” esclamò Blake quando i battiti del suo cuore furono tornati a un ritmo abbastanza normale. “Credo di essere diventato completamente rosso in faccia”.

“Oh sì, sembri un peperone!” lo prese in giro l’altro.

Blake gli lanciò un’occhiata obliqua, ma poi, rendendosi conto che era soltanto uno scherzo, gli mollò un pugno sul braccio. “Idiota!”

Freddie, accucciato per terra davanti alla panchina, abbaiò per reclamare la sua attenzione. Blake si chinò per togliergli il guinzaglio, così che potesse correre nel parco, cosa che il cane fece subito.

“Lasciamolo divertirsi un po’”, disse il rossino al suo ragazzo. Poi si voltò per dargli un veloce bacio a sorpresa.

I due ragazzi rimasero seduti, in silenzio, Blake con la testa appoggiata sulla spalla di Tyler, una mano intrecciata con quella del moro, come se da ciò dipendesse la loro vita.

“Non hai ancora detto a tua madre di noi due?” chiese il rossino dopo un po’, lo sguardo fisso a terra.

Tyler esitò un attimo prima di rispondere. Sentiva quella domanda come una specie di accusa, sebbene il ragazzo gliel’avesse fatta in tono normale, senza particolare enfasi o interesse per la risposta.

“No, ancora non gliel’ho detto. Ma cercherò di farlo al più presto”.

“Oh no, non devi. Non è un problema, era solo per sapere. Una volta frequentavo un tipo che aveva dei genitori molto omofobi, non potevamo nemmeno tenerci per mano nel parco come facciamo io e te”.

“Mia madre non è così, almeno credo. In realtà coi miei non ho mai parlato di queste cose, non era una cosa a cui pensavo. Però non penso… non penso sia omofoba”. Non ne era molto sicuro, ormai non era più sicuro di molte cose. Sua madre non si era mai espressa in merito. Aveva una mentalità abbastanza aperta, certo, però… però chissà. Di certo non si aspettava di avere un figlio omosessuale. Nemmeno lui sapeva di esserlo.
“E’ strano, però”, sospirò infine.

“Che cosa?”

“Quello che è successo tra noi due. Insomma… non ho mai pensato che un giorno mi sarei innamorato di un ragazzo. Non ho mai pensato… sì, insomma, di essere gay”.

“Non è detto che tu sia gay. È solo un’etichetta. La sessualità è una cosa che alle volte può cambiare. Chissà, magari un giorno ti stufi di me e poi ti metti insieme ad una ragazza”. L’aveva detta in tono scherzoso, l’ultima frase, però dentro cuor suo temeva seriamente che Tyler si stufasse prima o poi. Succedeva sempre.

Il moro si voltò verso di lui puntandogli gli occhi azzurri addosso e lo guardò seriamente. “Non credo mi potrò mai stufare di te”.

“Davvero?” esclamò Blake sorpreso. Se avessero potuto i suoi occhi avrebbero assunto la forma di due cuoricini rosa.

“Chi altri potrei trovare che mi sopporta e mi porge una spalla su cui piangere”.

“Credo ci sia una fila di persone che lo farebbe, sai?”

“Ma non dire idiozie”.

“Non le dico mica. Nessuno ti ha mai detto che sei figo?”

“Ah, quindi ti sei innamorato solo del mio bel faccino!” Il moro assunse un finto broncio offeso incrociando le braccia e tornando a volgere lo sguardo davanti a sé.

“Ma lo sai che non è vero!” rispose Blake, aggrappandosi al suo braccio. “Mi piace tutto di te, anche quando facevi il tipo misterioso e serio”.

Tyler non poté non scoppiare a ridere e Blake lo seguì a ruota. Lo adorava quando rideva, aveva un sorriso bellissimo, lo eccitava da morire. E quei denti bianchi e perfetti. Quelle labbra carnose color pesca…

Basta, Blake, o rischi di saltargli addosso in un luogo pubblico, il che non è tanto consigliabile.

“Che ne dici se torniamo a casa? O mia mamma si preoccuperà”.

“D’accordo”.

Richiamarono Freddie e gli misero il guinzaglio attorno al collo così che Tyler potesse tenerlo.
Raggiunsero la casa del moro in poco tempo, ma si fermarono davanti alla porta d’ingresso.

“Ti va di entrare?”

“No, potrei imbarazzarmi di nuovo davanti a tua madre”.

Tyler ridacchiò.

“D’accordo, allora… grazie per…”.

“Ti va di uscire domani sera?” lo interruppe Blake. “Solo io e te”. Aveva uno sguardo incredibilmente speranzoso. “Potremmo andare a mangiarci una pizza o al cinem… o dove vuoi tu”.

“Stavi per dire cinema”.

“No, non è vero”.

“Sì che è vero”. Il moro stava cercando di non scoppiare a ridere in faccia all’altro. Il rossino stava negando l’evidenza, era chiaro.

“Sì ok, è vero”, ammise l’altro infine. “Ma…”.

“Se vuoi ci andiamo”.

“Ma tu come fai?”

“Ascolterò i suoni. E poi tu mi descriverai le immagini”.

“Va bene”. Blake si era avvicinato di più al suo ragazzo, mettendogli le mani sui fianchi.

“Scegli un bel film, mi raccomando”.

“Certo”. Il rossino avvicinò il viso a quello dell’altro e gli diede un veloce bacio a stampo. Poi se ne andò.

 

Tyler si sedette a tavola e la madre servì la cena accomodandosi anche lei. I due cominciarono a mangiare in silenzio, l’unico rumore che si sentiva erano i respiri di Freddie. Anche lui si godeva il suo cibo da una grande ciotola posta in un angolo della cucina.

“Domani sera viene a cena la zia Mandy”, disse Kelly ad un certo punto, mettendo in bocca una forchettata di purè.

“Domani sera esco con Blake”, le rispose il figlio.

“Di nuovo? Ma vi vedete tutti i giorni!”

“Sì, perché?”

“Be’, niente… solo che… sembrate molto legati. Ti ha pure regalato un cane”.

“Voleva solo essere gentile”. Tyler continuò a mangiare, sperando che la madre non indagasse troppo. Probabilmente aveva cominciato a sospettare qualcosa  e magari sarebbe stato il momento di dirle della sua relazione con Blake. Ma non si sentiva ancora pronto, doveva prima prepararsi psicologicamente e poi pensare anche a un discorso.

“E’ anche troppo gentile. Dovremmo ricambiare in qualche modo”.

“Non credo che lui mi frequenti per ricevere qualcosa in cambio”.

“Certo che no, però… insomma, ogni tanto fagli anche tu un regalo”.

“Per il suo compleanno glielo farò”.

Kelly sospirò, ma alla fine decise di lasciar perdere il discorso. Però aveva come l’impressione che il figlio le nascondesse qualcosa, lui era bravo a farlo. Però almeno lo vedeva più sereno, più tranquillo, sorrideva più spesso e parlava di più. Amanda aveva avuto ragione, quel posto sta facendo bene a tutti quanti.

 

Mandy, con un colpo di reni, salì sul tavolo della cucina e afferrò il sacchetto di patatine che vi era appoggiato sopra, cominciando a mangiarle.

“Non dovresti mangiarle adesso o dopo non riuscirai a cenare”, la avvertì Kelly, impegnata ai fornelli. Aveva proprio l’aspetto da cuoca quella sera, con i capelli raccolti in cima alla testa in una crocchia disordinata che sembrava tanto un nido d’uccelli e il grembiule legato attorno alla vita.

“Ma lo sai che il mio stomaco può contenere di tutto, non ti preoccupare”, la tranquillizzò la sorella, continuando ad abbuffarsi di patatine. “E poi non posso stare senza tenere le mani occupate. Tu non mi lasci cucinare”.

“Perché fai sempre disastri quando cucini. Come minimo mi faresti saltare in aria la cucina, se non l’intera casa”.

“Spiritosa”. Amanda le lanciò un’occhiataccia che però Kelly, girata di schiena, non notò.

“Tyler cena con noi?” chiese, allora, la mora per cambiare argomento.

“No, lui esce con Blake”.

“Quel ragazzo di cui mi avevi parlato?”

“Sì, ormai si vedono tutti i giorni”.

“E che c’è di male?” chiese la mora notando un tono strano nella voce di Kelly.

“Niente è solo che… mi sembra un po’ strano, tutto qui. Nemmeno io uscivo così spesso con le mie amiche”.

“Sono ragazzi, sai com’è. Magari vanno a visitare un club a luci rosse”. L’ultima frase l’aveva detta con voce maliziosa.

“Tyler?” fece Kelly guardandola come se avesse detto che aveva visto un coniglio volare dentro ad una calza.

“Guarda che ci sono anche quelli dove puoi toccare non solo guardare”, rispose l’altra, allargando le braccia.

Kelly bofonchiò qualcosa che Amanda non capì e che non volle neanche capire. Si limitò a mangiare le sue patatine.   

In quel momento la porta della cucina si spalancò e Tyler fece il suo ingresso seguito da Freddie. La zia, non appena lo vide, fece un fischio. “Vai a rimorchiare?”

“No, perché?”

“Be’, sei tutto in tiro”.

Il ragazzo scrollò le spalle come a dire che non sapeva di che cosa la zia stesse parlando, e raggiunse il frigo.
Effettivamente aveva cercato di vestirsi bene, gli piaceva sentirsi guardato da Blake. Si era pure tirato indietro i capelli con del gel, sperando di aver fatto una cosa decente. Non potendo vedersi era un po’ dura pettinarsi.

“Ti viene a prendere Blake?” gli chiese la madre.

“Sì”.

“E ti riporta anche a casa?”

“Sì”.

“A che ora tornate?”

“Non lo so. Non aspettarmi alzata”.

Il ragazzo uscì dalla cucina, seguito sempre da Freddie come fosse la sua guardia del corpo, e andò in salotto.
Le due sorelle rimaste si guardarono l’un l’altra, poi sentirono il campanello suonare.

 

 

MILLY’S SPACE

Arrivo un po’ tardi con l’aggiornamento, ma questo capitolo non l’avevo pronto e l’ho scritto tutto stamattina.
Spero vi piaccia e spero che non ce l’abbiate troppo con me ^^.

Allora, vi avviso che la storia è ormai agli sgoccioli. Non so esattamente quanti capitoli mi mancano, dipenderà dalla mia ispirazione, ma non sono tanti.

Detto questo, non ho altre precisazioni da fare. Spero mi lascerete qualche recensione, anche per criticare o consigliare. Non mi offendo : )
E venite a visitare anche la mia pagina face (
https://www.facebook.com/MillysSpace) ci trovate le foto dei personaggi.

Baci,

M.

CESCA81: grazie mille per la recensione e i complimenti. Sì, Freddie è un cane guida per ciechi : )  spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo e spero di risentirti.
Un bacione,
Milly.

  
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