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Autore: Peep    11/06/2013    6 recensioni
«Io... Voglio davvero ricordarmi di te, Harry. Se è così importante, voglio ricordarti.»
~
Dopo essere stato coinvolto in un incidente stradale, Louis, risvegliatosi da un breve coma, si ritrova con ricordi molto sbiaditi e nessuna delle persone che gli è intorno sembra avere nulla di familiare. Col tempo, però, pezzi frammentari della sua memoria cominciano a ricomporsi e tutto diventa più nitido.
Tutto tranne il ragazzo dagli occhi verdi che gli è costantemente accanto e che continua a ribadire di essere il suo fidanzato.
Harry, dal canto suo, tenta in tutti i modi di aiutare Louis a ricordare, ma sembra non esserci nulla da fare.
A quanto pare, l’unico metodo utile, è rifare tutto daccapo, a partire dal loro primo incontro.
~
larry au | amnesiac!louis | ziam (side)
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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I was confused by the powers that be,
forgetting names and faces.

 



 
«Pronto?»
Le labbra di Louis Tomlinson si piegarono in un sorriso sollevato nel sentire di nuovo dopo settimane la voce vagamente roca di Harry nel cellulare.
«Ehi, sweet cheeks.» proferì allegro, mettendo in moto l’auto ed incastrando il telefono fra l’orecchio e la spalla destra.
«Louis!» Riuscì ad avvertire il sorriso deformare la voce del fidanzato. «Stai tornando?»
«Sì, sto partendo ora. Tu come stai?»
«Ci sei mancato tantissimo.» mugolò in fretta Harry, ignorando la domanda di Louis. Fece una breve pausa prima di aggiungere: «E mi sei mancato tantissimo.»
Louis rise forte, tentando di sistemare il telefono nella posizione meno scomoda, ma senza risultati soddisfacenti, motivo per cui si ritrovò costretto a tenere una mano soltanto sul volante.
«Ho fatto una torta, sai, Lou?» continuò Harry con una nota curiosamente acuta nella voce, segno che stava per cominciare a fornire a Louis una sfilza infinita di notizie alla velocità della luce. «No, in realtà ne ho fatte diverse. Zayn ha detto che erano tutte abbastanza buone – il che vuol dire che erano buonissime, nel suo linguaggio. A proposito, sai che ieri sera ha fatto sesso con Liam? Ha detto che è stato ‘normale’. Che poi significa che è stato il sesso migliore della sua vita. – Comunque, ti ho lasciato una fetta di ogni torta. Ne ho fatta una al limone, una al cioccolato, e persino una alla cannella – sul serio! E poi...»
«Non vedo l’ora di assaggiarle!» cercò di fermarlo Louis, mentre la sua auto si inoltrava in una stradina di campagna buia, nonostante fossero soltanto le sei del pomeriggio, e ridacchiò leggermente quando «Oh» sussurrò Harry nel microfono dell’ iPhone. «L’ho fatto di nuovo, vero?»
«Non importa, love. Sei carino quando parli tanto.»
Louis seppe che Harry stava sorridendo ancora, sebbene non potesse vederlo in viso.
«Comunque dove sei? Arriverai entro stasera?»
«Penso di sì. Fatti trovare preparato per quando arriverò.» convenne Louis.
«Mmh, non sarai troppo stanco per fare sesso oggi?» lo prese in giro l’altro.
«Tesoro, sono stato lontano da te per ben tre settimane, pensi che possa addirittura permettermi di essere stanco per scoparti stasera stessa?»
La risata gorgogliante di Harry vibrò nell’orecchio di Louis, che in quel momento adocchiò, poco più avanti, una curva decisamente stretta.
«Ti amo.» bisbigliò Harry.
Louis fece per rispondere, aprì la bocca, col suo “anch’io” pronto ad uscire, ma non successe nulla.
Un forte impatto e il suo corpo fu spinto con violenza contro il parabrezza da qualcosa che Louis non poté controllare. La tempia cominciò a dolergli in una maniera lancinante, gli arti, come la testa, incastrati sotto il peso della macchina, sembravano non esserci più. Un fischio acuto si fece spazio nelle sue orecchie, sostituito subito dopo dal nulla più totale. Vuoto, silenzio assordante.
Solo una voce continuò a riecheggiare fra i pioppi, preoccupata, nel buio di quella stradina dello Yorkshire.
«Cosa… Lou? Louis che succede? Pronto? Louis? Louis?!»
 
 


 
«Non si è ancora svegliato.» fu il sospiro stanco che lasciò le labbra di Liam Payne che, la schiena appoggiata contro il muro esterno dell’edificio del Charing Cross Hospital e gli occhi bassi, stringeva il proprio setto nasale fra il pollice e l’indice, aggrottando profondamente le sopracciglia.
Harry non alzò nemmeno la testa. Si limitò ad annuire impercettibilmente e scalciare un sassolino con il piede, accucciato con un ginocchio al petto su una panchina.
Era rimasto lì tutto il giorno, tutti i giorni da quando Louis era entrato in coma all’ospedale. Con qualche breve pausa durante la quale Niall lo trascinava a forza a casa per aiutarlo a cambiarsi, mangiare qualcosa, lavarsi e dormire. Dormire, poi, era proprio un eufemismo. Tutto ciò che faceva Harry, infatti, era attorcigliarsi nelle lenzuola, con l’assenza di Louis a pesargli sullo stomaco, stringendo forte gli occhi e tentando di ricordare il suo profumo, fino al mattino, quando si alzava con due grosse occhiaie sotto agli occhi arrossati e lucidi per il pianto.
«Starà bene.» lo rassicurò Liam, avvicinandosi a lui, portò un braccio intorno alle sue spalle, stringendolo.
Harry ignorò le sue parole e «È stata colpa mia.» sussurrò fra i denti.
«Che stai dicendo? Non c’entri nulla Harry, è successo e basta, la colpa non è di nessuno.» replicò Liam, con aria autorevole e matura.
Harry si strofinò il viso con il dorso della mano e scosse con veemenza la testa.
«È colpa mia.» insistette, in un tono di voce appena più udibile. «Era al telefono con me quando è successo.» ammise, mentre un incudine piombava pesantemente alla bocca del suo stomaco.
Liam fece per rispondere, ma Harry si alzò in piedi prima che potesse aggiungere altro, e si avviò verso l’entrata dell’ospedale con decisione.
«È stata colpa mia, Liam.» soffiò  un momento prima di mettere piede in clinica.
Si diresse a passo spedito verso il reparto di Louis dove, in sala d’attesa, trovò la sua famiglia e Zayn, tutti seduti su sedie dall’aria scomoda, con gli sguardi bassi. Li superò e tentò di entrare nella camera di Louis – riusciva già a vederlo coricato sul letto, cogli occhi chiusi ed il petto che s’alzava e s’abbassava impercettibilmente – ma un’infermiera lo fermò: «Non posso farti entrare, tesoro.»
Harry sbottò irritato: «Dio, è il mio ragazzo.», cercando di sorpassarla.
«Mi dispiace, ma non si può entrare. Se si sveglierà te lo farò sap...»
«Vaffanculo.» sputò acido lui, ed uscì nuovamente, sbattendo con troppa forza la porta d’ingresso.
Ad aspettarlo fuori c’era ancora Liam, rimasto seduto sulla panchina verdognola.
«Non posso farti entrare.» Harry emulò la voce lievemente stridula dell’infermiera, un attimo prima che le lacrime prendessero possesso dei suoi occhi.
«Harry...»
Liam si alzò e strinse tra le braccia il più piccolo, che appoggiò tristemente il viso sulla sua spalla, lasciando che le lacrime bagnassero la giacca di denim dell’altro.
«Perché? Perché?» sussurrò, tirando su col naso.
«Mi dispiace.» replicò semplicemente Liam.
Lo strinse ancora un po’, prima di notare la figura di Niall avvicinarsi.
«Vieni, Haz. Adesso Niall ti accompagnerà a casa e starai meglio, okay?»
Harry lo guardò, notevolmente in disappunto, asciugandosi gli occhi con la mano e scosse la testa.
«No.» Rispose fermamente, e strattonò via Niall quando quello cercò di stringergli affettuosamente una spalla.
«Andiamo, Harry, non puoi rimanere qui tutto il tempo.» incalzò il biondino.
«Ma io non voglio lasciarlo solo.»
«Non sarà solo, non devi preoccuparti.»
Dopo altri diversi tentativi di convincerlo, alla fine Harry cedette con un sospiro triste: «Va bene.»
Seguì Niall in auto, che guidò fino all’appartamento che divideva con Louis e lo accompagnò dentro, rivolgendogli un mezzo sorriso d’incoraggiamento che però Harry non ricambiò.
Entrarono in casa, Harry si abbandonò sul divano bianco davanti alla televisione spenta, mentre Niall si inoltrava in cucina.
«Ti ho preso una pizza.» gli sorrise. Harry si limitò a rannicchiarsi ancora di più su se stesso ed arruffarsi i ricci, mentre lui gli si avvicinava, sedendosi al suo fianco. «Non hai fame?»
Harry per l’ennesima volta scosse la testa, e Niall inspirò profondamente dal naso, mettendogli una mano sul braccio, per poi espirare.
«Andrà bene, lo sai.»
«Scusa Niall, adesso sono un po’ stanco. Vado a letto.»
Il riccio si alzò barcollante, e si diresse nella stanza vuota di Louis.
«Haz, non hai mangiato nulla...» azzardò l’altro seguendolo di un passo, ma fermandosi un attimo dopo.
Un sorriso molto tirato e faticoso comparve sulle labbra di Harry quando questi si voltò a guardare l’amico. «Non importa, non ho fame, grazie.»
Niall annuì e basta, abbassando il capo. Un attimo prima che Harry si chiudesse la porta alle spalle, il biondino riuscì a mormorare un triste «Mi dispiace».
«Anche a me.» sospirò Harry. Chiuse definitivamente la porta, si spogliò lentamente, si infilò sotto le lenzuola terribilmente fredde per l’assenza di Louis, descrivendo l’impronta della sua testa sul cuscino con la punta dell’indice.
«Sì, anche a me.»
 

«Harry? Harry, alzati...»
Era già sveglio, nonostante gli occhi serrati. Troppo spaventato dagli incubi che avrebbero potuto invadere il suo sonno, troppo attaccato dai sensi di colpa.
Aprì semplicemente gli occhi e li stropicciò, fingendo che la luce del sole gli desse fastidio, ma rendendosi conto subito dopo che il sole non era ancora sorto, e la stanza era buia come quando aveva chiuso gli occhi.
«Sei sveglio?» chiese gentilmente la voce di Niall, mentre questi lo strattonava leggermente per un braccio.
Harry si mise a sedere. «Che ore sono?»
Niall sorrise, ignorò la sua domanda e «Si è svegliato.» disse semplicemente.
«Chi?» domandò Harry senza pensarci, poi fece due più due e per poco la sua mascella non cadde a terra. «Scherzi?»
«No.» Niall scosse la testa. «Andiamo, vestiti, Liam e Zayn ci stanno aspettando.»
Harry, con un misto fra l’euforico, l’incredulo e l’essere sul punto di avere un infarto, indossò i primi abiti che trovò appoggiati alla sedia vicino al letto, correndo veloce fuori di casa, non prima di aver recuperato le chiavi della macchina in maniera alquanto frettolosa.
«Nialler, che aspetti? Muoviti!»
 
Una volta al Charing Cross, parcheggiata l’auto, Harry si catapultò nel reparto di Louis. Corse le due rampe di scale come se fossero state un unico gradino, il cuore a mille, le gambe cedevoli sotto il suo peso e Niall al seguito.
Corse ancora verso la sua camera, che oggi era aperta, e nessun medico si preoccupò di fermare Harry quando entrò e cadde sulle ginocchia nel vedere Louis seduto e con un sorriso perplesso sul volto.
«Louis...» boccheggiò semplicemente, non riuscendo a comporre una frase di senso compiuto. Che avrebbe potuto dire in fondo? Tutto ciò che poteva pronunciare era “Louis”, in quanto in quel nome si racchiudeva tutta la gioia che provava.
Louis, incerto, sollevò la mano. «Ciao.» disse tranquillo.
La stanza era gremita di gente, ma Harry non riuscì ad identificarli tutti, troppo concentrato sul ragazzo che sedeva sul lettino di fronte a lui. Si alzò in piedi, barcollò fino al letto, prese il viso di Louis fra le dita tremanti e baciò le sue labbra, esigente, bisognoso di avvertire quel contatto fin troppo agognato.
«Dio.» sibilò, gli occhi chiusi e la fronte premuta contro la sua. «Mi sei mancato tantissimo. Tantissimo, tantissimo, tantissimo. Sono così felice che ti sia svegliato e...»
Louis, con una freddezza sorprendentementenon sua, allontanò Harry con un gesto lento ma deciso. Si pulì le labbra con il dorso della mano, per poi tornare a guardare l’altro, i cui occhi erano sgranati, increduli.
«Posso...» azzardò Louis, mordendosi l’interno della guancia e inarcando le sopracciglia, confuso. «Posso chiederti chi sei?»
 





Hey! 
Bene, eccomi con una long larry, finalmente! 
Sono abbastanza soddisfatta, vah. Come idea di partenza mi piace, amnesia!Louis è sempre stato il mio debole, ma ammetto che questo prologo non è nulla di che, in verità.
Mi piacerebbe sapere i vostri pareri, sapere che ne pensate, se la trovate carina oppure se è proprio da buttare çwç
Ci tengo molto (come tengo a tutte le mie fic, poi, pff) e, davvero, mi farebbe tanto piacere conoscere la vostra opinione in proposito.
Vi aspetto, eh! 

Un bacione,

Peep.

 

  
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