La
Portatrice dell’Ombra
Si
percepiva
la forte umidità in quel luogo tetro e sconosciuto, Grace la
sentiva, anche se
non poteva vedere bene.
Non
sapeva perché e come fosse arrivata lì, non
ricordava nulla. Forse era caduta,
perché sul fianco destro avvertiva un certo fastidio se
provava leggermente a sfiorare
il bacino con il freddo sottosuolo.
In
quelli che parevano quarti d’ora, Grace si rese conto in
pochi minuti che non
poteva rimanere lì tutto il giorno, o notte magari.
Così,
piano ma con fare deciso, la bambina si rimise in piedi innalzandosi in
tutta
la sua statura. Il fianco però, le dolorava così
da piegarla un po’ sulla
destra e ciò contribuiva ad abbassarla un po’, ma
rimaneva comunque lunga e
innaturalmente slanciata per la sua età.
Strizzò
un attimo gli occhi. Non vedeva altro che buio, un copioso manto nero
le
copriva la vista.
Non
che la sua fosse poi mai stata particolarmente sviluppata.
Ma
se tutti noi ci saremmo fatti prendere dal panico appena precipitati in
una
certa situazione, Grace lentamente portò in avanti le mani e
cominciò a vagare
nell’oscurità come una sonnambula si fa strada nel
pieno di un sonno
pericolosamente infrangibile.
Non
che fosse la prima volta, s’era allontanata nel bosco
Cristallino in diverse
occasioni, ma grazie alla sua Luccilanterna(*) aveva sempre ritrovato
la via di
casa.
Ma
pensandoci bene, dov’era la sua Luccilanterna ora?
Proprio
mentre il sudore freddo e l’ansia imminente cominciavano a
farsi strada
nell’ampia e distesa fronte di Grace, il suo occhio destro
percepì un timido
tremolio alle sue spalle.
L’ombra
di un piccolo contenitore di vetro, lo sbattere frenetico
d’ali leggere contro
la superfice. La Luccilanterna era proprio lì, dietro la
bambina.
Ella
si voltò ritmicamente e piegandosi afferrò con
mani ben salde lo strano
oggetto. Sentì il dolce tepore della luce che emanavano le
lucciole
accarezzarle le dita: ora sì che si sentiva rassicurata e
felice.
Decisa
e determinata a tornare a casa, afferrò la maniglia della
Luccilanterna e nel
buio provò una qualche direzione.
Finalmente
il mondo non era fatto solo di ombre, ma di sfumature,
profondità e di qualcosa
che andava oltre la sagoma grigia e anonima che sotto la luce andava
solitamente ad allungarsi. (**) Talvolta addirittura alterare quello
che normalmente
aveva altra natura.
Grace
dopo qualche passo scrupoloso e cauto, intraprese una camminata
più spedita e
un poco disavveduta, ma era sempre più convinta che quella
che seguiva fosse la
via esatta.
Quando
improvvisamente le due lucciole all’interno della lanterna
cominciarono ad
agitarsi sempre più: solitamente era il segno che davano per
indicare al
possessore attuale della Luccilanterna nel buio che qualcosa o qualcuno
erano
molto vicino.
Gli
occhi malconci di Grace notarono infatti l’ombra di quella
che poteva essere un
cartello con su scritta qualche indicazione, e la sua lanterna
confermò la sua
supposizione delineando per quanto possibile il palo e la sagoma
dell’insegna.
Grace
camminò velocemente sino a lì fino a che anche
un’altra figura apparse proprio
accanto all’indicazione.
Un
piccolo fagotto accovacciato sembrava star seduto su una sedia, finita
lì non
si sa come. Nel bosco Cristallino mai vi erano sedie che sostenevano
misteriosi
sacchi buttati per caso. Ammesso che quello fosse ancora il bosco
Cristallino.
Più
Grace si portava avanti, più la figura sembrava muoversi, ma
la bambina non
riusciva a percepire altro e si affidava completamente alla sua
lanterna
brancolando nel buio.
Bisbigli,
rumori e lo scostare della sedia.
Grace
sentiva benissimo, essendo una Portatrice dell’Ombra aveva
l’udito
incredibilmente sviluppato.
La
distanza fra lei e l’insegna era finita, ormai vi si trovava
davanti, anche a
pochi metri dal relitto d’uomo che sedeva con la testa china
di fronte a lei,
accanto al palo.
Si
lamentava, contorceva le sopracciglia mentre Grace gli puntava la
Luccilanterna
di fronte per poterlo osservare meglio, stupita e col cuore incastrato
nella
gola.
“Abbassa
quella stramba lanterna, dannazione” disse l’uomo
con un lieve sussurro.
Grace
non se lo fece ripetere due volte e scostò la Luccilanterna
così che l’uomo
potesse finire di lagnarsi, ma allo stesso tempo di osservare la nuova
compagnia.
Sgranò
gli occhi, alla vista degli stessi della bambina che aveva di fronte.
E
la sua testa li descrisse come due palle nere inespressive, ornate da
lunghissime, scure e folte ciglia. Sbattevano velocemente, mentre la
loro
padrona si perdeva silenziosamente nel buio, come imbalsamata.
Continuò
a farsi scrutare senza timore Grace, in questo folle incontro dove
nonostante
una vocina nella sua testa continuasse a ripeterle “vai via
Grace, sbrigati a
tornare a casa”, i suoi piedi
rimanevano attaccati al suolo, e il suo cervello non riceveva ordini
particolari oltre a quello di restare lì dov’era.
“Che
hanno i tuoi occhi, ragazzina? Perché non distinguo
l’iride dal resto che
normalmente abbiamo tutti bianco?” domandò
l’uomo accigliato.
“Sono
una Portatrice dell’Ombra” rispose Grace, trovando
saggio non aggiungere altro.
“Cosa
significa?”
“Sono
cieca, ma non completamente. Posso vedere le ombre delle cose e delle
persone,
ma siccome è naturale che non sia molto facile vivere
così, sin da piccola mi
hanno munito di questa” disse la bambina indicando la
Luccilanterna e poi
continuò “queste lucciole che vede
all’interno sono incantate dal potere di una
complessa e antica magia la cui luce mi permette di estendere la mia
vista
oltre la semplice ombra, ma delinea abbastanza la sagoma del soggetto.
Così il
mio mondo non è fatto di sole figure piatte, e posso
più o meno riconoscere la
dimensione delle cose e rendermi conto dello spazio che mi
circonda.”
Ma
l’uomo non parlò a questa lunga spiegazione, e
Grace – sentendosi un po’ in
colpa per aver parlato troppo – capii che ormai il
“danno” era fatto e fece una
domanda:
“Quei
fagotti che tieni ai piedi cosa sono?”
Ma
nessuna risposta venne a soddisfare la curiosità della
bambina, piuttosto un
respiro affannoso si fece largo nel silenzio.
Arrancava
sempre più forte, era quello dell’uomo che con
quella che parve molta fatica
disse “Avvicinati, Grace”.
“Come
sa il mio nome? Io non ho detto nulla!” esclamò
stupefatta la bambina.
“Vieni
e basta!” gridò sforzandosi con un fil di voce
l’uomo.
Grace
si avvicinò, tenendo ben salda la Luccilanterna, e
l’altro la scrutò in viso.
Si
soffermò particolarmente sugli occhi, mentre la bambina ebbe
modo di accorgersi
di qual era realmente la natura di quei fagotti che prima attrassero la
sua
attenzione.
Nessuno
di questi ultimi e nessun piede, all’uomo erano state
amputate le gambe dal ginocchio
in giù, e inoltre Grace notò i pochi ciuffi di
capelli sporchi e incrostati da
una strana sostanza quale simile sangue e terra,
che spuntavano alternati sul capo di lui.
L’odore era nauseante.
Poi
tutto il resto accadde molto velocemente come se il tempo avesse
cominciato a
galoppare così in fretta da non poter dare un attimo a Grace
di immagazzinare
tutti quegli avvenimenti.
L’uomo
dapprima sussurrò all’orecchio della bambina:
“Salvami, salvaci ti prego”. E
Grace si chiese da cosa, quando quella che sembrava in pericolo in quel
momento
era lei e perché lo sguardo di lui si era aperto dopo che
lei gli raccontò il
perché dello strano aspetto dei suoi occhi.
Così
l’uomo si aggrappò alle spalle della bambina e una
smorfia di dolore cominciò a
dipingersi sul suo volto, mentre invocava aiuto sempre più
forte.
“Da
cosa? Che succede?” chiedeva la ragazzina anch’essa
in preda alla confusione.
“C’è
un luogo molto oscuro dietro le mie spalle, un luogo
dove…”
Ma
l’uomo si interruppe, qualcosa di immensamente freddo
strisciò alle sue spalle,
e Grace ne percepii il bisbiglio, ma non la figura ovviamente.
Poi
venne a gracchiare un corvo, che irrompendo la tensione silenziosa fece
sussultare l’uomo, il quale sgomitò urtando la
Luccilanterna.
Grace,
che aveva allentato la presa, la lasciò cadere e
distruggendosi le lucciole
vennero liberate nell’aria.
La
bambina sentii il loro flebile sbattere d’ali allontanarsi
fino a dissolversi
nel buio, e con loro tutta la speranza e la sicurezza che lei costudiva
dentro
di se.
“NO!”
urlò più forte per te, caricandolo di
disperazione e rabbia mentre l’istinto la
fece scagliare contro l’uomo. Voleva gridargli se si era reso
conto di cosa
aveva appena fatto. Fece per scrollarlo, ma che importanza aveva?
Soprattutto
quando questo venne come inghiottito da un ombra sullo sfondo, forse la
cosa
che sibilava quando l’uomo si era interrotto mentre spiegava
il motivo delle
sue grida a Grace.
Agitava
le mani, le quali sfiorarono quelle della bambina che cercavano di
afferrarlo.
“Non
dovevo parlare… non dovevo! Aiutami!”
implorò con l’angoscia che gli esplodeva
nella voce.
E
così Grace provò a fare, spinta da non si sa
quale moto che le instaurò un
innato senso di protezione nei confronti di uno sconosciuto.
Mosse
incerta il primo passo, ma qualcosa si incastrò nel suo
piede e la fece
inciampare sui vetri infranti della sua Luccilanterna, ancora calda.
Così
nel buio aggiunse i suoi lamenti al dolore del vecchio uomo che si
allontanava
sempre di più, poi qualcosa la scosse così tanto
da farle perdere i sensi. E le
ultime richieste d’aiuto dell’uomo furono
l’ultima cosa che giunse alle
orecchie di Grace.
“Salva
questo mondo, tu puoi farlo, tu devi! O si impadroniranno anche di
te!”
Poi
come una nebbiolina scura avvolse il corpo della bambina, intorpidendo
i suoi
riflessi e alleggerendone le sensazioni. Eccetto la vista, quella
rimase sempre
uguale come inesistente.
Di
certo, quel luogo non era il bosco Cristallino, piuttosto
l’insegna vicino a
dove l’uomo sedeva prima della cattura recitava:
“Campo Inferio”. (***)
(*)
La funzionalità dell’oggetto in questione
verrà definita più avanti. Il nome è
ancora da definire, nulla di certo, in quanto poco
“serioso”.
(**)
Si riferisce alle ombre.
(***)
Nome da definire, proprio perché non credo di aver reso
letteralmente l’idea di
qualcosa di oscuro e terribile.
Spazio
dell' "autrice":
Come
ho spiegato nell’introduzione, questo piccolo avvenimento di
cui vi ho parlato,
non sarebbe altro che un estratto di un’ ipotetica storia che
potrei scrivere.
Lo
posto giusto per sentirmi dire se piace o meno, se
c’è qualche correzione da
fare o ascoltare qualche critica costruttiva avendo scritto tutto
questo in
base a fantasie mie, pur sapendo di non essere il genio della scrittura
ovviamente.
In
realtà l’idea nasce da questo disegno che ho fatto
circa un mesetto fa, amo
disegnare. Il disegno potete vederlo qui, in quanto è un
pomeriggio che cerco di caricare l'URL e non va .-.
(--> http://www.facebook.com/photo.php?fbid=473999452676045&set=a.397108497031808.52108089.396940087048649&type=3&theater
)